Non sono sempre stata fedele, in passato. Potrei dire che se lo meritava, che non ero più innamorata, ma non sarebbero giustificazioni valide: per una questione di rispetto, non avrei dovuto farlo. O almeno, così dice la teoria. La pratica, però... Mi rendo conto che... non so... che io non... Ecco, non credo che il fidanzamento vada di pari passo con la fedeltà. Essere fidanzati non è una condizione necessaria e sufficiente perchè si resti fedeli, spontaneamente, senza che questo pesi. Ciò che secondo me porta naturalmente ad esserlo, è il coinvolgimento, che non è sinonimo di amore.
L'amore attraversa varie fasi: solo al'inizio è coinvolgimento totale, adorazione, passione, trepidazione; poi col tempo si trasforma, diventa affetto profondo, ottima conoscenza, fiducia, rispetto, stima, complicità, condivisione di esperienze. Ma qualcosa cambia, non è più coinvolgimento totale come all'inizio. Dico subito che se negli eventuali commenti che lascerete, troverò scritto "Non è vero, il coinvolgimento rimane", sarò la persona più felice della terra, ma parlando della mia esperienza personale, posso dire che per me non è mai stato così. Il fidanzamento, e forse anche l'innamoramento, non implicano la fedeltà. Da fidanzati, si resta fedeli proprio perché si è impegnati, ma se ci si sente totalmente coinvolti, allora è diverso. E il coinvolgimento è qualcosa di individuale, intimo e personalissimo, riguarda solo se stessi, e nessun altro. E può esistere anche all'insaputa della persona che riesce a catturarci così tanto.
Elementari.
Lui, Edoardo, amici dalla nascita, vacanze insieme, gite, feste, pomeriggi, compagni anche di classe. Lui, bel bambino, simpaticissimo. Io, cotta come una pera, sognavo di lui, parlavo di lui, scrivevo di lui. Mai cagata di striscio. A lui piaceva Erica, poi Chiara, poi Paola. Tutte tranne me, insomma. Ma io, ciò nonostante, passai 5 anni con la sua immagine nella mente e nel cuore, ad aspettare, già sapendo che tanto non sarebbe mai arrivato (se ne sarà mai pentito?), non prendendo in considerazione nessun altro al di fuori di lui.
Medie.
Ah!, destino beffardo! Chi mi ritrovai come compagno? Enrico, la mia prima grande cotta della scuola materna (questa ve l'ho risparmiata), quello per cui feci piangere una mia amica-rivale che voleva rubarmelo, sputandole in faccia tutto il mio odio e il mio disprezzo. Persa di lui, che speciale non era, ma solo guardarlo mi faceva venire gli occhi a cuore. Rifiutata, perché il suo migliore amico era innamorato di me dalla terza elementare, e lui non voleva fargli torto (no comment).
Liceo.
Restai impietrita come una statua, quando lo vidi scendere le scale, bello, alto, scazzato, stronzo solo a guardarlo. Non riuscivo a muovermi, stringendo forte il mio panino al pomodoro e salsa tonnata, appena comprato dalla paninara nell'intervallo. Mi informai: don giovanni, stronzo, pessima reputazione. Ma io, nella mia purezza e innocenza, avrei fatto follie con lui, se solo me lo avesse chiesto. V. (nome troppo strano, meglio censurarlo), mi bastava sentirlo pronunciare per un attacco di tachicardia istantaneo. Mi beavo della sua bellezza, delle sue gambe storte nei pantaloni larghi, della sua altezza, della sua espressione che prometteva guai, delle sue "imprese" scolastiche, che tutti conoscevano. Capitò un giorno, quando scese le scale: mi guardò, fece una faccia schifata, e si allontanò. Il mio cuore si ruppe, dell'orgoglio non mi importava nulla. Ora, riguardando la foto di prima liceo, ammetto che anche io mi sarei guardata con aria schifata, ma c'è una cosa, che si chiama educazione, che vorrebbe un minimo di contegno col prossimo, soprattutto se questo prossimo è una ragazzina che sarebbe felice di legarti le scarpe. Con una certa soddisfazione, posso dire che in seguito un pensierino forse ce lo avrebbe fatto.
Questi gli esempi della mia fedeltà totale verso persone che non ne erano a conoscenza, o non erano interessate. Fedeltà gratuita, potrei chiamarla. Ma rimpiango il tempo perduto dietro a loro? No. Mi pesava questa sorta di fedeltà? No, perchè ero coinvolta, così totalmente, che non vedevo nessun altro. Questo dimostra come si possa essere fedeli anche senza essere fidanzati, se una persona ti prende la testa.
Tutto questo po' po' di introduzione perché sabato, quando sono andata a una festa con vecchi compagni di liceo, e qualche altro loro amico, mi sono ritrovata un paio di giovanotti (anche 3 o 4...) abbarbicati a me come telline su uno scoglio. Ora, considerando i loro cocktails di troppo, ho reagito con gentile distacco, ma educato. Quando il giorno dopo il mio cellulare ha rischiato di fondersi, per via dei messaggini, privi tra l'altro di qualsiasi contenuto utile, ho di nuovo risposto con educato distacco (non più tanto gentile, perchè gli esami mi rendono nervosa). Vedendo ancora il giorno seguente un filo di fumo uscire dal retro del mio Samsung, ho ritenuto necessario parlare col mio amico e chiedergli di chiarire alcune cosette.
M., P., siete dei bravi ragazzi, a posto, gentili e ben educati, ma occorre che capiate una cosa: non ce n'è.
Il Gaijin, ahimé, mi ha preso la testa.