Saturday, November 20, 2021

Heartbroken

Sono partita da sola domenica mattina, il giorno di Halloween. Ho lasciato i bimbi col papà e sono tornata a casa. Ho preso la decisione impulsivamente venerdì sera, dopo che mia mamma mi ha riferito come ha trovato mio padre quel giorno. Sinceramente, non pensavo nemmeno di arrivare in tempo. Poi, sabato mattina hanno detto che la respirazione era migliorata. Il motivo è che lo hanno legato per pompargli una botta di ossigeno a forza, e la cosa ha aiutato. La respirazione ha continuato a migliorare fino a martedi, quando sono andata a trovarlo. La prima impressione è stata la presa di coscienza che era tutto vero, mio papà era davvero malato. Quando mi ha visto non era contento, perché si vergognava visto che non era padrone delle sue funzioni. Ha detto anche che gli sembrava che fossi venuta a dirgli addio.

Sbiascicava e non capivo molto di quello che diceva, però continuava a parlare anche se gli costava un grosso sforzo.

Delirava e diceva cose senza senso, come che non sapeva bene dove fosse, ma lí in ospedale c'era un traffico di bambini, per quello mi aveva chiesto il cellulare, per cercare di capire per che istituzione lavoravano. Poi però ho verificato un paio di cose che mi ha detto e me le hanno confermate. Ha passato la mattina in radiologia perché gli hanno detto che di notte era caduto dal letto. Per fortuna non si è rotto nulla. Poi ha detto che un infermiere gli aveva detto che sua figlia stava  arrivando, e lui non capiva come facesse a sapere di me… la cosa lo confondeva, e questa confusione lo sfiniva. La spiegazione c’era: l’infermiere mi aveva vista arrivare e gli hanno detto che ero la figlia, lui poi non sapeva quale figlia ovviamente, e pensava fosse mia sorella. Insomma tante cose che lo confondono hanno una spiegazione logica.

Nonostante facesse fatica a parlare, era sempre lui, e non si è trattenuto dal rimproverarmi quando dicevo stupidaggini o se facevo domande stupide.

Sono uscita per permettere alle infermiere di cambiarlo, e quando sono tornata era diverso. Era seduto più dritto e non sbiascicava più. Ha espresso il desiderio di mettersi seduto cosí da cambiare posizione e dare sollievo al coccige e ho fatto portare dalle infermiere una cuscino con schienale e braccioli cosí è potuto stare seduto un po'. Era tutto contento e io mi son sentita utile. Lui si fa problemi a chiedere alle infermiere, non so perché pensa di disturbare, e come se si fosse scordato che gli infermieri fanno un lavoro che si sono scelti, e che non lo fanno gratis, e lui ha pagato decenni di tasse salatissime per godere di questi servizi.

Gli ho dato da mangiare ed era tutto contento. Alla fine l’ho aiutato a rimettersi giù perché era stanco e gli ho promesso che gli avrei portato un cuscino anti-decupito. Sono rimasta 3 ore per la bontà delle infermiere che hanno chiuso un occhio, e perché non c’erano altri visitatori.

Lui ha raccontato all’infermiere della mia sorpresa di luglio, quando mi sono presentata a casa loro inattesa, con Matilde che lui non aveva mai visto. Mi ha presentata come "la sua gioia numero 1", e ha detto che oggi era una bella giornata. Ora di andare via mi ha detto che oggi era stato benissimo, e che magari era stato l'avermi vista. Sono venuta via spossata, un po' scossa, ma contenta.

Sono tornata giovedì, e dapprima l’ho visto cereo… mi ha vista e mi ha subito detto che non era una buona giornata. Poi mi sono accorta che non aveva la mascherina dell’ossigeno e quando gliel’ho detto mi ha fatto “Ssshhh” con le dita. Quel giorno le infermiere erano altre, più energiche ed esperte e hanno subito approfittato della mia presenza per metterlo seduto sulla sedia a rotelle, cosí abbiamo subito provato il cuscino che gli avevo portato. Ha mangiato dell’uva ed era lucido. Anzi ha dato un’occhiata di fuoco a un’infermiera che lo stava trattando come un bambino, che mi e sembrato l'uomo di sempre. Quante volte ho visto quelle occhiate! Per me era gioia pura riconoscere il mio papà. Mi ha persino concesso di farci una selfie, e poi mi ha dato istruzioni per rimetterlo a letto da sola, senza chiamare nessuno. Sembra che lui voglia sedersi e cambiare posizione, ma si stanchi in fretta e voglia tornare a letto. Le infermiere vorrebbero che lui stesse seduto più a lungo dopo che lo hanno alzato, anziché rifare tutto il trigo più volte. 

Mi hanno sbattuta fuori senza troppo complimenti, dopo quasi un’ora. Sapevo che non lo avrei rivisto prima della mia partenza e ho trovato difficile andarmene, come se la visita fosse incompleta.

Sono uscita con la speranza che lui possa recuperare.

Io, mia mamma e mia sorella abbiamo passato 24 ore di tranquillità, anche se la le chiamate giornaliere del medico non riflettevano quello che avevo visto io. Dicevano che era agitato e molto confuso. Venerdi per la prima volta la dottoressa ha parlato di problema neurologico, senza più attribuirlo ai farmaci e all’ospitalizzazione.

Sabato sono ripartita, meno tranquilla di quanto avrei voluto. 

Domanica mattina ho riabbracciato i miei bambini, Matilde era raffreddata e si è svegliata presto e mugugnava, cosí sono andata da lei e quando si è accorta che ero io si è alzata e senza dire una parola mi ha abbracciata e non mi lasciava più andare. Quando mi sono staccata ho visto che sorrideva felice, e ogni tanto si staccava per guardarmi con un sorriso enorme e poi mi riabbracciava. Mi ha gonfiato il cuore. Tristan, che al telefono mi aveva detto che gli mancavo tutti i giorni, dopo due secondi di abbracci mi ha chiesto dove fossero le sue sorprese. -.-‘

Le ultime notizie su mio papà hanno riconfermato la scomparsa della polmonite che però ha lasciato danni permanenti ai polmoni per cui avrà bisogno dell’ossigeno a vita, e un problema neurologico dovuto alle conseguenze della prolungata anestesia che può aver portato a galla qualcosa di latente.

L’hanno spostato dall’ariea critica nel reparto cardiovascolare sperando che avrebbe avuto piu tranquillità e più disponibilità per aiutarlo a muoversi. Da quando è li, però, le cose sono peggiorate. Lui sbiascica moltissimo perché lo riempiono di psicofarmaci per farlo stare tranquillo. Lui si rifiuta di mangiare quindi gli stanno dando roba endovena. Si toglie la mascherina dell’ossigeno. Il reparto è chiuso perché ci sono stati molti casi Covid quindi limitano le visite per i prossimi 15 giorni. Mia mamma è riuscita a vederlo domenica grazie a uno speciale pass rilasciato perché lui è paziente critico. Ha detto che lui è stato gentile ed era contento di vederla, ma le continuava a dire che riceve un brutto trattamento e bisogna fare qualcosa. Appena si accenna che deve sforzarsi di mangiare se vuole iniziare la fisioterapia, lui si arrabbia. 

Ieri mia sorella ha chiesto a un infermiere di aiutarlo a chiamare visto che non può ricevere visite. Nella chiamata lui era molto confuso, non sapeva cos’era un pin e continuava a ripetere che non sta bene e lo trattano male.

Oggi ha chiamato mia sorella due volte. La prima chiamata è stata angosciante, una richiesta di aiuto. Lui era stremato, e ha detto che non sa quanto avrebbe potuto continuare cosí, che non ce la faceva più , ma che non aveva alternativa. Era stanchissimo e la chiamata si è interrotta. Poi l'ha chiamata di nuovo, e stavolta ha fatto parlare il suo compagno di stanza, un certo Piero.  Lui sembra un signore distinto e in forma e ci ha detto delle cose che mi hanno fatto rizzare i peli sulla braccia. Ha detto che hanno tolto papà dall’isolamento – che isolamento?? Che adesso finalmente possono parlare. Che gli stanno dando porcheria per vena, e che se qualcuno lo aiutasse a mettersi seduto o ad alzarsi un po', magari gli verrebbe la voglia di mangiare. Insomma da quello che ha detto sembra che mio padre abbia ragione a lamentarsi. A meno che non sia matto anche Piero, but what are the chances… Ha detto anche che mio padre ha fatto un discorsetto al dottore su dei cambiamenti che devono avvenire riguardo al suo trattamento, e che il dottore ha detto che li avrebbe presi in considerazione. Non siamo riuscite a sapere che cambiamenti ha richiesto.

Essere lontana diventa sempre più frustrante perché adesso vorrei andare e vedere di persona come vanno le cose, anche se so che quello che vedrei durante una visita non è il dietro le scene.

È difficile non dubitare che ci sia del vero in quello che dice mio papà, senza poterlo constatare di persona. È difficile credere che lui non ragioni proprio più.

20 Novembre

Ho scritto il posto di sopra l'11 novembre, tra l'altro il giorno di San Martino.
Le cose sono degenerate da allora. Per un paio di giorni i dottori erano impegnati in sala operatoria, il reparto era chiuso ed è stato estenuante non sapere nulla dopo l'ultima chiamata. Abbiamo pensato che era ora di toglierlo di lí e spostarlo in una struttura riabilitativa e poi a casa.
Poi hanno riaperto il reparto e mia mamma è potuta andare. Ma da allora le notizie non sono più state positive. Lui non riesce a ingoiare, quindi non si alimenta, ha sempre meno momenti di lucidità, e ha una diarrea fortissima che lo sfinisce. Gli infermieri non possono stargli dietro perché se lo siedono lui vuole andare in giro e non sta fermo, e non possono lasciarlo né seguirlo. E continua a togliersi l'ossigeno. Di giorno dorme, o ci prova, perché la notte non chiude occhio e diventa violento. Mia mamma ha proposto di far venire una persona apposta per occuparsi di lui, cosí che abbia qualcuno che lo possa seguire. 
Mia sorella è poi riuscita a fargli la barba, ma lui è sempre più disorientato.
L'ospedale ha dato il permesso di fargli andare una persona 24h e mia mamma ha trovato una signora che gli farà la notte, che è quando lui è più agitato.
Il dottore ha riferito che è riuscito a fare un discorso sensato con papà, che gli ha ribadito che lui vuole tornare a casa da moglie e figlie e che non ha più senso continuare cosí, e che lo lascino morire in pace.
Martedí è andata peggio, il resoconto di mia sorella non era buono. Lui non riesce a ingoiare e si arrabbia, continua ad avere diarrea, ha freddo e trema, e continua a non riuscire a dormire la notte. È sempre più confuso tanto che hanno iniziato una nuova terapia per vedere se riescono a calmarlo senza sedarlo troppo. Se non si fa quello che vuole o si insiste a mettergli l'ossigeno si arrabbia e urla, e rischia di far male agli altri e a se stesso, sprecando la poca energia che ha.
Mercoledí ancora peggio, provava a infilarsi un tovagliolo pensando fosse una calza. La signora che gli ha fatto la notte dice che una volta a casa rientrerà, ma poi ha chiesto se volevamo provare a lasciarlo solo la notte successiva. Dice che papà è molto energico per difendersi, e tira calci al personale se non vuole farsi cambiare (a me diceva che quando lo cambiano gli fanno male). La notte si è strappato la flebo dal braccio.
Giovedí nessuna novità, continuava a straparlare. Hanno detto che il giorno dopo gli avrebbero fatto una colonscopia per cercare di capire cosa sta causando questa diarrea.

Mio papà è mancato venerdì mattina, il 19 novembre. Ho ricevuto la chiamata da mia sorella alle 6.20 di mattina, e io nella mia ignoranza pensavo volesse dirmi che avevano trovato qualcosa di brutto durante la colonscopia. Invece mi ha detto che, non avendo trovato nulla durante l'esame, l'hanno portato in sala operatoria per investigare, e lui non ce l'ha fatta.
Ho passato la giornata come un lavandino rotto, senza rendermi veramente conto della realtà. È difficile credere a qualcosa che non puoi e non vuoi vedere.
Certe cose non mi tornavano ma le ho capite poi dopo. Durante l'operazione hanno scoperto che parte dell'intestino era andato in necrosi, il che è una cosa risolvibile ma non in un organismo cosí provato. Hanno capito che non arrivava abbastanza ossigeno neanche lí. Che saturava solo 85, chissà da quanto, e questo spiega gli ultimi mesi in cui stava male, gli mancavano le forze, il respiro, e anche il cervello non funzionava più normalmente.
Ieri è stata una giornata difficile. Volevo solo piangere in pace. L'ho fatto al lavoro, ma in modo controllato. A casa invece, non potevo. Tutti mi dicono "almeno hai i bambini, cosí ti distraggono...". Non è cosí. A quanto pare io ho bisogno di processare il dolore da sola. Avrei solo bisogno di poter piangere in santa pace per quanto tempo sia necessario. Tutto lí. Versare tutte le mie lacrime senza trattenerle e vederle poi uscire a sorpresa per mesi.
La sua perdita ha lasciato un dolore enorme, attutito dalla consapevolezza che le sue sofferenze sono finite, e accentuato dal senso di colpa di non averlo potuto accontentare nella sua richiesta di tornare a casa, e pensando che, ad averlo saputo, lui avrebbe preferito non farsi operare e morire lo stesso nel giro di 10 minuti quando l'aneurisma fosse scoppiato, piuttosto che passare un mese in ospedale augurandosi di essere ovunque tranne lí.
Non possiamo cambiare il passato, e lui ha voluto darsi un'ultima possibilità. Speravo avrebbe potuto godersi qualche anno in più libero da dolori, e invece è finita. E io non sono là.
Alla fine sono grata della mia testardaggine perché sono partita contro il parere di tutti, e ho fatto bene. Ho regalato a me stessa qualche ora con lui, la falsa speranza che tutto sarebbe andato bene, e spero che lui si sia sentito amato. Lo è stato, e non solo da noi. I messaggi di amici e parenti sono stati moltissimi.
Ha lasciato un ricordo bello in tantissime persone, anche in chi non pensavo avesse ricordi di lui.

E io ti voglio ricordare così… perché anche se gli ultimi anni siamo stati lontani e gli ultimi mesi sono stati difficili, di momenti felici ce ne sono stati, e li conservo tutti gelosamente nel
❤️
.
Grazie per ciascuno di loro.
E grazie per non esserti mai più tagliato i baffi per evitarmi un dispiacere.
Ti voglio bene papà. Anche se hai lasciato un grande dolore, mi consola sapere che almeno tu non soffri più.