Tuesday, November 2, 2010

Trick or Treat? This time I got the Trick... and a bad one

Dopo aver postato l'ultima volta, mi sono resa conto di aver dimenticato una serata importante, davvero davvero carina, una di quelle che davvero ti fanno senire che siete fatti l'uno per l'altra. Eravamo noi due, da lui, e stavamo mangiando quel che restava del dulce de leche, su biscottini al cocco. Non so come mi è preso, ma, dopo aver creato un bellissimo biscotto ricco di crema appicicosissima, gliel'ho semplicemente spalmato addosso. Un mese fa non mi sarei mai osata, come se certe cose per bambini non fossero adatte a un uomo come lui. Ma quella sera mi è venuto così, spontaneo, sarà per la situazione. E lui si è messo a ridere, e mi ha ripagata della stessa moneta. Ci siamo proprio divertiti, finché eravamo talmente pieni di dulce de leche che a momenti non ne avevamo più e abbiamo deciso di smettere di sprecarlo. Abbiamo ingaggiato una lotta in cui ridevamo a crepapelle. Due bambini felici. Che bello è stato. Peccato non essermene ricordata mentre scrivevo l'altro post. Così adesso finisce in questo, tutt'altro che allegro.
Non so chi di voi già mi conoscesse due anni fa, e chi, tra loro, si ricorda del mio Halloween pazzo e indimenticabile. Ne erano successe di tutti i colori, ma alla fine, ogni volta che io, Ale o il mio migliore amico ci ripensiamo, lo facciamo col sorriso, anche se la serata era finite in ambulanza.
L’Halloween di quest’anno, invece, verrà ricordato dalla sottoscritta come la serata in cui ho pianto tanto da disidratarmi, in cui mi sono sentita morire e che vorrei solo dimenticare.
Ma certe cose non si dimenticano, tantomeno se lo vorresti con tutta te stessa, quindi tanto vale metterle per iscritto, tenerle lì, a ricordarti le tue debolezze, le tue sofferenze, quanto sei stata male eppure ti sei ritirata su.
Sabato mattina presto sono andata con altre ragazze a ballare flamenco e jazz per l’inaugurazione di un nuovo quartiere, quindi venerdì sera non sono uscita. Il pomeriggio ho visto A., per un caffè, e per parlare di alcune buone notizie che aveva da darmi su un piccolo business che stiamo facendo insieme. Lui era molto contento ed eccitato per le buone nuove, era più bello del solito e, quando e venuto fuori che la sera ci sarebbe stata una festa in cui il costume era obbligatorio, mi ha aiutata a farmi venire in mente qualcosa per poter partecipare.
Alla fine alla festa in casa non sono andata, perché non ero stata invitata direttamente, e sono andata al Qbar con Ale, Mike e altre ragazze, per poi passare all’Lpg, dove sarebbero andati tutti quelli della festa. Infatti erano tutti li, e pure il mio bel Cow Boy.
Abbiamo bevuto tanto, quella sera, c’era un sacco di gente, un casino incredibile. A. non l’ho visto più di tanto. Poi, a un certo punto, vedo lei. Ma come, cosa ci fa ancora qui? In teoria avrebbe dovuto essere già ripartita, visto che era qui solo due settimane fa!!! Non era bella come quel sabato, ma era pur sempre lei, e la cosa mi ha creato un certo disagio, soprattutto quando ho visto lui leggere un messaggio sul cellulare, poi lei avviucinarsi in maniera sensuale e sentito lui dirle: “Ho appena letto il tuo messaggio”.
Io lo sapevo che era lei!!! Ma che cazzo vuole??? Insomma, io ero già un pochino in crisi, ma che dovevo fare? Una scenata davanti a tutti? E per cosa, perché lei gli scriveva i messaggini?
E invece poi, puff! Lui è sparito. Senza dire niente. La gente ha cominciato a chiedermi dov’è A? E io a dire “Non lo so, forse in bagno”. Passa mezz’ora, e sicuramente non era in bagno. Ma dov’è andato A.? M anon ti ha detto niente? Ma se n’è andato? Il che già mi stava causando un certo imbarazzo, che ha raggiunto il culmine quando la gente e tutti i nostri amici hanno iniziato a notare che pure lei era scomparsa. Io cercavo di far finta di niente, anche perché erano tutti danesi, quindi conoscevano meglio lei di me, e probabilmente erano suoi amici più che miei, ma insomma… Ho iniziato a crollare. Seppure sforzandomi a non pensare tragicamente senza aver nessuna prova, che ci volete fare, sono una donna, certe cose si sentono. E in quel caso era tutto così chiaro che non ero l’unica ad essersi fatta una certa idea.
Ho iniziato ad avere gli occhi lucidi. Ogni volta che qualcuno mi chiedeva, diventavano un pochino più lucidi, fin quando Sanne, una ragazza danese, mi ha presa e mi ha portata fuori. Mi ha parlato, non ricordo tutto, parlava del suo compleanno a cui non mi aveva invitata perché ci sarebbe stata anche l’altra e A. le aveva detto che non si sarebbe sentito a suo agio, e che lei però si era fatta promettere che lui me l’avrebbe detto, e invece io non ne sapevo niente. Poi mi ha detto che forse io pensavo che lei fosse sua amica, perché era danese, ma in realtà no, e che io le piacevo molto e le spiaceva vedermi così. Mi ha detto che lui e lei si erano visti per un caffè, e lui non me l’aveva detto. E io son crollata, sulla sua spalla, piangendo disperata alla conferma che stava pensando anche lei quello che temevo io. Mi diceva che lui era un asshole, che non mi meritava, che le spiaceva, insomma… Poi sono usciti anche Sander e Lisa ma io manco li ho visti, e se ne sono andati. Ormai non potevo più rientrare, così ho convinto Sanne a lasciarmi andare a casa. Erano passate due ore dalla sparizione, non avrei aspettato un minuto di più.
Me ne sono andata a casa, e li ho avuto una crisi tremenda, l’alcol ha reso tutto più forte, ho pianto e singhiozzato urlando come una pazza, senza riuscire a smettere, senza credere che stesse succedendo proprio a me, e con lui. Non so a che ora mi sono accasciata stremata sul letto, piangendo e sperando solo che il risveglio non arrivasse mai per non dover affrontare la verità.
Mi sono svegliata alle 7, confusa, senza capire cosa fosse successo. Quando ho capito che era tutto vero, ho ripreso a piangere. Sono andata in bagno e quando mi sono vista ho avuto un attimo di panico perché ero inguardabile, sembravo malata. I miei occhi!! Come se mi avessero gonfiata di cortisone, un bruciore incredibile e tutti venati. Guardo il cellulare e trovo 2 chiamate e due messaggi. Mi rimetto a letto e leggo. “U went home?” delle 03.20 e “Please answer”, delle 03.46. Gli ho risposto allora, incazzata come una iena, gli ho detto che ero andata a casa perché lui se n’era andato prima di me senza una parola ed ero stufa di sentirmi chiedere da tutti dove fosse. Mi ha risposto un po’ dopo dicendo che era così ubriaco, così dispiaciuto, e così vergognoso di se stesso per avermi trattata così.
Badate bene, io non sapoevo ancora dove cazzo fosse finito, e cosa avesse fatto. Gli ho risposto “Trattata come??? Non so manco dove fossi e a fare cosa!!” e lui mi ha risposto “Per averti lasciata sola e averti fatta preoccupare”. E poi mi ha chiesto se poteva venire da me.
Al che io sono rimasta un po’ interdetta, perché pensavo: è tutto qui? Mi hai solo lasciata sola oppure c’è dell’altro??
Prima di dirgli che poteva venire se voleva ho cercato di risolvere la cosa agli occhi, primo perché era veramente mostruosa, secondo perché non volevo vedesse quanto cazzo avevo pianto.
Ero agitatissima, mi son messa a pulire ascoltando la musica più incazzata che ho.
Alla fine bussano alla porta. Apro, col cuore in mano, e mi trovo il postino che aveva sbagliato porta. E poi bussano di nuovo, e stavolta era lui. Non riuscivo a guardarlo, temendo il peggio e non sapendo assolutamente come comportarmi. Io non litigo mai e tantomeno mi aspettavo mi sarebbe capitato con lui, uomo maturo. E poi, ancora non sapevo esattamente cosa avesse fatto. Io ero agitata e non riuscivo a stare ferma, ero lì a pulire e alla fine lui mi ha chiesto se potevo sedermi un secondo. L’ho raggiunto sul mio letto, agitandomi ancor di più.
Non mi ricordo come ha iniziato né avrei saputo fare un discorso simile, ma il succo è stato il seguente.
Si è scusato prima di tutto, mi ha detto che erano secoli che non era così ubriaco. Mi ha raccontato dal principio, parlando di lei. Mi ha detto che lei era ancora qui perché vivrà a Q. per 5-6 mesi. Mi ha raccontato che quando siamo andati a Shanghai insieme, lui aveva chiuso con lei. E che però ogni tanto aveva pensato a lei, seppur io gli piacessi, semplicemente perché il motivo per cui aveva chiuso con lei era che lei non era qui, non perché avevano avuto problemi o discussioni. E che non ci poteva fare niente, sentiva di avere dei vecchi sentimenti nei suoi confronti, e intanto li aveva anche per me, gli piacevamo entrambe, e che quando la gente dice che è o bianco o nero sono tutte cazzate, perché non è così, e che è assurdo come questa fortuna, di trovare due persone che gli piacevano tanto, fosse allo stesso tempo una sfortuna, perché le aveva trovate in contemporanea.
Insomma, mi ha detto che lei era tornata a fine settembre, con la notizia che si sarebbe fermata qui qualche mese, poi a ottobre, due settimane fa, quando l’avevo vista anche io e lui ci aveva a malapena parlato. Mi ha detto che il giorno dopo, G., a cui lei non era mai piaciuta, gli aveva detto che invece, avendoci parlato tutto il sabato sera, aveva cambiato opinione e la trovava davvero una cool and nice girl, e gli ha chiesto se poteva avere il numero. E lui ci è rimasto di merda. Gliel'ha dato, perché gli aveva promesso di assecondarlo in ogni suo desiderio per stare meglio dopo la sua perdita, senza giudicarlo, però la cosa forse l'ha reso geloso, perché non si sarebbe mai sentito a suo agio sapendo che unoPoi mi ha detto che si erano visti per un caffè e per parlare, perché non avevano mai parlato della loro situazione, ma ancora non avevano risolto, e quindi la sera di Halloween lei gli aveva chiesto di parlare un po’ con calma. così si erano messi a girare per l’isolato, parlando. Dei suoi migliori amici usciva con una ragazza con cui ancora non era proprio chiusa.
Ad Halloween lei gli aveva chiesto di uscire a parlare, e avevano fatto giri e giri intorno all'isolato, parlando. Lei gli ha detto che aveva deciso di fermarsi qualche mese per motivi di lavoro ma anche per provare a fare seriamente con lui. Lui le ha detto che adesso c’ero io e che non sapeva come fare, e che però aveva ancora dei vecchi sentimenti per lei, che non se n’arano andati, e ne aveva anche per me, e che insomma era confuso e non sapeva veramente cosa fare.
Hanno parlato senza riuscire ad arrivare a una soluzione, poi, quando lui è tornato all’Lpg, io me n’ero andata. Mi ha detto che quella sera, vedendo il modo di lei di parlare con lui e con gli altri, si è reso conto che i suoi sentimenti per lei non erano più così forti. così è venuto a bussare alla mia porta, stando mezz’ora sulle scale perché io non rispondevo, e poi alla fine era andato a casa, col dubbio di aver sbagliato porta tanto era ubriaco.
A casa era svenuto sul pavimento e poi qualcuno ha suonato il campanello. Lui pensava fossi io, invece era lei, che voleva parlare. Io quando è arrivato qui ho iniziato a lacrimare perché le mie paure si stavano rivelando esatte, il peggio che poteva accadere stava accadendo. Mi ha detto che voleva dirmi tutta la verità perché non voleva mentirmi mai più e voleva che io sapessi tutto per decidere. Mi ha detto che avevano cominciato a baciarsi e poi a ‘fool around’, finché lui si era sentito disgustato, aveva stoppato tutto e le aveva chiesto di andarsene.
Mi ha detto che non ha giustificazioni, che è stato un autentico asshole per la prima volta nella vita e che non gli era mai successo prima, che si vergognava di se stesso e che si sentiva da schifo per avermi trattata così. Mi ha detto che finalmente tutto gli era chiaro, che con questa cazzata era in grado finalmente di fare una scelta. Che in tutti questi mesi ha chiesto consiglio agli amici su cosa fare con noi due, e che per tutti era facile, dicevano che sarebbe stato un pazzo a lasciarmi andare, che io ero di gran lunga la scelta migliore, a molti di loro lei neanche piaceva. Ma per lui non era così facile, eravamo entrambe attrenti ai suoi occhi, in maniera diversa. Mi ha detto che però questa cosa stupida gli ha fatto capire che i vecchi sentimenti che pensava di avere per lei erano scomparsi, che l’assenza o la lontananza rendono i sentimenti più forti e che ricordava solo le cose belle di lei e non quelle brutte, per questo non riusciva a decidere. E che gli era servito fare una cosa tanto stupida da rischiare di perdermi per capire che i sentimenti che ha per me sono più forti, come se avessi costruito qualcosa. Che, se mai avessi potuto perdonarlo, avrebbe fatto di tutto per recuperare.
Mi ha guardata negli occhi, dicendomi che era veramente mortificato, che lui non era così e che non era in sè, e che voleva davvero stare con me e che sperava io potessi perdonarlo, ma che se non l’avessi fatto avrebbe capito. Mi ha detto che se avessi fatto la stessa cosa a lui lui non sa cosa avrebbe fatto perché si sarebbe sentito veramente tanto, tanto ferito, quindi capiva perfettamente che avrei dovuto colpirlo come minimo con un pugno in faccia.
Si, avrei dovuto colpirlo. Forse adesso mi sentirei meglio. Ma io sono un’impulsiva, ho reazioni fortissime sul momento, ma una volta che mi sono sfogata, tutto scema. Ed ero troppo ferita, troppo debole, troppo distrutta per alzare anche solo un braccio. E, lo ammetto, troppo sollevata. Si perché , da come aveva iniziato il discorso, ero convinta mi stesse scaricando, e non l’avrei potuto reggere. Dopo due settimane che mi ero un pochino rilassata sapendo che mi considerava la sua ragazza, adesso questo… E poi perché durante il discorso aveva detto ‘in love with you’ e poi perché alla fine mi stava dicendo che in questi mesi lui non stava bene per questa situazione, e che finalmente adesso aveva tutto chiaro, e che aveva capito qual era la scelta migliore.
Mi ha detto che io sono perfetta e magnifica, e io ho pensato “Sì, perfetta, magnifica e cornuta, e grazie al cazzo!! Preferivo essere imperfetta e non cornuta!”.
Quando mi ha detto che avrebbe fatto tutto quello che volevo per recuperare, guardandomi negli occhi con la faccia da cane bastonato aspettando una mia risposta, non sapevo veramente cosa dire. Sapevo che l'avrei perdonato, perché non posso né voglio fare a meno di lui. Ma così andavo contro i miei principi, per i quali non accetterei mai un tradimento. Alla fine non l'ho tirata per le lunghe, e gli ho detto che avrebbe dovuto occuparsi di un po’ di lavoretti che avevo in sospeso in casa, come sollevare la lavatrice e metterci i piedini di supporto. Era un mio modo per sdrammatizzare e fargli capire che lo perdonavo, senza fare scene da film.
Comunque… Adesso faccio parte anch’io del gruppo delle tradite che decidono di perdonare. Avrò fatto bene? Rimpiango di aver esaurito le mie energie la notte prima, da sola con la mia rabbia, e di essere capitolata così facilmente. Spero non pensi che non abbia carattere o che è stato troppo facile e che non si ripeta mai più. Mi fa paura che abbia la capacità di farmi stare tanto male.
Dopo aver parlato abbiamo fatto il caffè, e ci siam messi a raccontare le nostre esperienze passate. Mi ha detto che lui ha paura di impegnarsi, e che chi lo conosce dice che e perché sua mamma si è sposata e ha perso il marito prestissimo, la sua prima fidanzata, indiana, gli è stata portata via per un matrimonio combinato, la seconda è morta. La terza l’ha scaricato perché doveva andarsene, la quarta è rimasta a Parigi mentre lui è venuto in Cina, la quinta, qui in Cina, l’ha lasciato ed è tornata a casa sua. E questo solo per quanto riguarda le storie importanti. Insomma, mi ha detto che ha paura, che non è bravo con le relazioni.
Tornando alla danese, mi ha detto che quel pomeriggio avrebbe dovuta rivederla per chiudere del tutto, ma che, vivendo lei qui ed avendo gli amici in comune, avrebbe dovuto farlo in un certo modo, e ci sarebbe voluto del tempo.
Gli ho raccontato un po’ di me, del Vj soprattutto, gli ho detto che anche io avevo avuto paura di impegnarmi, perché tendo a stufarmi in fretta. Poi stavamo tremando, un po’ per il post sbronza un po’ perché faceva veramente freddo, così ci siamo messi sotto le coperte. Mi ha chiesto se mi poteva abbracciare e gli ho detto di sì, e mi ha tenuta stretta, sospirandomi tra i capelli. A me è venuto da piangere. Siamo stati lì così, un bel po’, ma io non riuscivo a prendere sonno. Dopo un po’ gli ho detto che avevo paura, tanta paura, perché sapevo che poteva farmi così male. E che mi sarebbe servito un po’ di tempo. Stavamo parlando, e mi ha guardata per un po’, poi mi ha chiesto se mi poteva baciare. Gli ho chiesto se d’ora in avanti pensa di chiedermi il permesso ogni volta. Io lo so perché lo fa. Si sente sporco, e vede me inaccessibile. Mi ha baciata e tutto era ok, però poi nella mia testa si sono formate delle immagini e l’ho fermato, gli ho detto di abbracciarmi e dopo un po’ che era meglio se andava via, che volevo stare un po’ da sola per assimilare tutto.
Se n’è andato a casa di Sander e io ho finito di pulire, ovviamente non prima di aver chiamato Alessia per raccontarle tutto. Ho anche mangiàto qualcosa perché avevo una voragine nello stomaco.
Dopo un paio d’ore mi ha scritto per chiedermi se andava bene se veniva con Sander per sistemarmi il wireless. Sono arrivati lui, Sander, Lisa e Gabby.
Abbiamo passato tutto il pomeriggio da me, la casa nuova e piaciuta a tutti, mi hanno sistemato il computer. Poi ha chiamato Guillaume, gli abbiamo detto di raggiungerci da me, che avremmo ordinato cena. E’ arrivato con una bottiglia di vino come house-warming, abbiamo giocato un po’ con Gabby che ha imparato i nostri nomi (rispettivamente: Abbo per A., mentre prima lo chiamava Dum Dum, che assomigliava molto a dumb dumb, il che era divertente; Biòm per Guillaume, e Ayli o Elle per me), poi è arrivato il cibo.
Dopo cena la famigliola se n'è andata e siamo rimasti io A e G. a chiacchierare e a parlare del piccolo Vince, che adesso e a casa, poi anche G. ci ha lasciati. Io mi sono presa il lunedì libero perché non stavo bene non avendo quasi dormito. Lui si è fermato da me.
Il mattino dopo eravamo infreddoliti ma finalmente riposati, abbiamo preparato colazione, poi lui è andato a vedere l’ufficio nuovo di G., esattamente di fronte a casa mia, io ho fatto qualche commissione poi mi ha accompagnata a pagare il riscaldamento e a fare pranzo. Poi siamo andati a Chengyang per il nostro piccolo business. Siamo tornati tardi e siamo andtai a mangiare con Sander, Lisa, Gabby, Guillaume e Kim, che era appena tornato dalla Danimarca.
Lui poi è venuto a casa mia, abbiamo cazzeggiàto un po’ col computer, poi mi ha chiesto se volevo andare da lui a vedere Last Of The Mohicans ma alla fine era tardi e abbiam lasciato perdere.
Ho apprezzato di essere stata a casa mia una volta tanto, soprattutto dopo che la sua, il nostro rifugio, è stata contaminate da quella zoccolona. Lui non le ha parlato per chiudere ancora, perché è stato tutto il tempo con me. So solo che siam passati un secondo da lui per prendere delle cose e mi son sentita male a stare lì, pensando a lei che suonava, entrava e iniziavano a fare cose sul divano dove tante volte ci siamo addormentati, o nella camera figa che abbiamo creato insieme. Insopportabile.
Voglio riprendere il discorso un’altra volta, un’unica ultima volta, per chiedergli di chiudere davvero e se è davvero convinto. perché io sono quella che, se perdona, lo fa davvero, e resetta, chiuso. E' assolutamente inutile e stupido perdonare se poi si rinfaccia in continuazione lo sbaglio altrui. E' come perdonare per finta, far vedere che si è magnanimi e buoni quando in realtà si vuole solo avere un vantaggio sull’altro, un motivo per cui l’altro si deve sentire in debito o sempre colpevole. Non è un comportamento maturo e non lo approvo, quindi mi rifiuto. Ho deciso di perdonarlo perché so che è una persona che vale, e ho apprezzato come ha affrontato la situazione nei miei confronti, e perché so che, se è quello giusto, non si giocherà la seconda possibilità che gli ho concesso. Spero di non sbagliarmi e che non mi deluda.
Durante la nostra conversazione, mi ha detto che ha capito che non è lei, quella giusta… Non è lei.
Durante la cena Lisa mi ha detto che ha chiesto a Sander cosa si erano detti, e lui le ha detto che A. ha detto che, se io l’avessi perdonato, allora potevo veramente essere io quella con cui fare sul serio, tipo sposarsi e metter su famiglia. Sinceramente parlando, credo Lisa abbia dato una propria interpretazione romantica alle parole del marito. Comunque… Di anni A. ne ha 31, non è più un bambino. Dopo che gli ho detto che se sono in Cina adesso è per lui, credo abbia capito che per me non è un gioco.
Beh, questo e stato il mio Halloween, oggi l’ho raccontato al mio capo-collega e lui si è commosso per me. Carino. Non lo racconterò a nessun altro di nostra conoscenza, perché non voglio che lui venga giudicato dagli amici. Mi costerà, perché tutti, sabato sera, anche se non avevano la certezza, hanno pensato che lui fosse con lei, e di conseguenza che io sia la poveretta di turno. Sarà umiliante riuscire e rivedere tutti, sapendo come mi vedono, ma lo farò lo stesso, senza raccontare nulla, lasciando che la gente pensi ciò che vuole. E lo farò per amor suo, perché perdonare vuol dire cancellare, far finta che niente sia successo, anche se le persone interessate, io e lui, non dimenticheremo.
Mi è capitato di essere infedele in precedenza, anche se non mi sono mai fatta scoprire e di conseguenza non ho mai ferito nessuno per questo, ma per me il tradimento era il segno che non amavo più, il contrario di quello che è successo a lui, a cui invece è servito per capire che ci tiene davvero. Ma capisco cosa vuole dire. Solo quando arrivi a un pelo dal perdere qualcosa, capisci se è prezioso per te o meno, se vale la pena anche solo rischiare di fare la cazzata. Non lo so…
Spero che questo sfogo qui possa sostituire la sberla che non gli ho tirato. Sicuramente mi farà sentire meglio.
Spero non mi giudichiate troppo male e che, nonostante il suo comportamento tutt’altro che esemplare, rimanga sempre il vostro mio uomo preferito. Ma vi farò sapere, se davvero si sforzerà di recuperare, come mi ha detto. Per adesso, sta andando bene. Stasera a momenti mi pagava per restare da lui a dormire. Ma io dovevo o no finire di scrivere alle mie fanciulle preferite??