Giovedi' 26 e venerdi' 27 marzo, viaggio
Siamo state fortunate: la partenza era in tarda mattinata, così abbiamo avuto tutto il tempo necessario per andare a Torino, prendere la navetta per Malpensa in modo da arrivarci due ore prima, senza farci la levataccia in piena notte. Per di più, un altro studente dell’università avrebbe preso lo stesso volo fino a Shanghai Putong, per poi proseguire per Taiwan, e questo ci tranquillizzava.
Tutto forse è cominciato quando il nostro amico è arrivato alle 10 passate invece che alle 9,30, e ha proposto di fare colazione. E facciamoci sta colazione, abbiamo pensato! Tanto c’è tempo… Invece il tempo non c’era affatto. Dopo la colazione lui ci ha detto che il check-in non era ancora aperto, ed è sparito in bagno. A noi è sembrato strano, mancava poco più di un’ora alla partenza, ma ci siam fidate, perché lui era sicuramente più esperto di noi, e poi perché eravamo tutte preoccupate di come passare il check-in con valigione oltre la soglia massima dei chili, zainone da scuola strapieno in spalla, portatile e trolley. Alle 11 meno venti il nostro compagno arriva di corsa dicendo che il check-in era aperto, solo che lui aveva guardato da un’altra parte. -.- (maschi).
Non solo era già aperto, ma stava chiudendo!!! Corriiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! Arriviamo e la tipa ci dice che le hanno chiuso il volo. Panico. Alla fine ci hanno fatti passare, ma dovevamo sbrigarci per l’imbarco. Abbiamo iniziato a correre come dei forsennati, con Ale che rideva come una matta per scaricare la tensione, ma che poi non rideva più quando nella corsa le è cascata la borsa del portatile… Ci siamo imbarcati senza altri problemi, finalmente eravamo in aereo!!!
Era la prima volta che viaggiavo su un aereo così grande, e se posso dirlo non vedevo l’ora che portassero da mangiare cinese!! Quando il Gaijin era andato in Giappone, mi aveva detto che ogni sedile aveva davanti un televisorino personale, ma noi avevamo UN televisorino a metà corridoio, che trasmetteva film cinesi infiniti, e poi delle cagate fantasy in italiano. Bah. A parte che non so voi ma io faccio fatica ad apprezzare il gusto dei film cinesi, ma poi non si sentiva niente! In effetti, ci siamo accorti solo a metà volo che ogni sedile era dotato di cuffie… Ti-ti-ti!!
Abbiam passato il tempo chiacchierando, io non conoscevo molto bene questo ragazzo, ed è ancora più in gamba di quanto pensassi. Lui studia a Taiwan da oltre un anno, e insegna inglese ai bambini. Tra le opzioni fra cui abbiamo scelto per questa esperienza, c’era anche raggiungere lui, che avrebbe provveduto a procurarci una casa e un lavoro, ma abbiamo rifiutato la pappa pronta, per via del clima estremamente umido dell’isola. Quante volte ce ne siam pentite in questi giorni!!!
Di dormire non se n’è parlato quasi, perché era pieno di bambini neonati (oddio i bimbi cinesi mi fanno impazzireeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!) che piangevano in continuazione (in questo volo mi sono piaciuti un po’ meno…), e i sedili non si abbassavano. Abbiamo ascoltato la radio, e ho scoperto delle canzoni cinesi bellissime, mentre cercavo di iniziare a socializzare con la lingua e a rispolverare le mie conoscenze ormai antiche.
Siamo arrivati a Shanghai alle 05.50, l’aeroporto era deserto. Neanche il tempo di arrivare al nastro dei bagagli che Ale si è accorta di aver lasciato il cellulare sull’aereo, e ricorri di nuovo alla ricerca, mentre noi l’aspettavamo. E’ tornata sconfitta, nessuno sapeva dirle niente.
Svuotiamo le borse, passiamo la dogana, apri gli zaini, tira fuori le borse, il cellulare non c’era. Andiamo a recuperare i bagagli e… non c’erano!! Stavamo già disperando quando per fortuna li abbiamo trovati messi da parte, perché avevamo ritardato troppo. E qui devo solo dire un enorme GRAZIE al nostro amico, perché senza di lui e con Ale impanicata non so proprio come avremmo fatto. Siamo andati avanti e indietro per l’aeroporto per ore, dal deposito bagagli, allo sportello della compagnia, di nuovo al deposito, agli atm per prelevare, a cercare un posto dove fare una colazione che non fosse cibo cinese, a sbatterci sulle prime panche per riposarci un attimo. In tarda mattinata il nostro amico ha fatto il check-in per proseguire per Taiwan, e noi ci siamo trovate sole. Abbiamo preso la navetta che ci portava all’aeroporto Hongqiao, e qui vi risparmio tutti i particolari e gli inconvenienti (tra cui: perdita di Semolino, un asino di peluche che Ale si portava attaccato allo zaino, insieme all’orso Lumino, che è sopravvissuto al viaggio ed ora è qui con noi a Qingdao… chissà se riuscirà a tornare a casa??).
La Shanghai vista dalla navetta era penosa, in più pioveva e quindi il paesaggio era tristissimo. Mi è dispiaciuto non poterne approfittare per vedere qualcosa, ma con tutti i bagagli non potevamo proprio, e dopo il ritardo a Malpensa preferivamo avere tutto il tempo necessario per essere sicure di prendere l’ultimo volo.
Ad Hongqiao abbiamo aspettato per altre ore, stanche morte, sedute sulla base di un cartellone pubblicitario. Una cinese ha iniziato a chiacchierare, con noi che tiravamo fuori una parola ogni tanto, con gli occhi che non facevano altro che chiudersi, chiudersi…
Non so come, ma finalmente sono arrivate le 16, abbiamo fatto il check-in di nuovo senza problemi, anche se hanno trattenuto Ale e ha dovuto aprire la valigia, poi non ho mai trovato una sicurezza così pistina!!!! Ho dovuto praticamente disfare e disfare tutto il bagaglio a mano!!!
L’aereo stavolta era piccolo, e noi ci siamo addormentate subito. Arrivate a Qingdao era già sera inoltrata. Accettiamo il primo taxista che viene a offrirci i suoi servizi, ci avviamo e poi ci sentiamo urlare contro, fischiare da un poliziotto, che si è messo a blaterare in modo incomprensibile e ci ha portate a un altro taxi. Mah!! Poi Ale si è ricordata che anche a Pechino ci sono dei taxisti abusivi, quindi forse era per quello.
Il taxi sapeva di fumo in maniera incredibile, e ci ha portate all’entrata dell’università. Eravamo prese benissimo, nonostante il sonno e la stanchezza, perché il paesaggio che si vedeva dalla macchina faceva pensare a una città bella, moderna e luminosa, tante luci colorate dappertutto, non sembrava neanche di essere in Cina. L’entrata della scuola era maestosa nella notte, tutto sembrava nuovo e grandissimo, ma avevamo sbagliato entrata… Un ometto (che qualche giorno fa abbiamo scoperto essere uno dei prof di lettura) puzzosissimo di aglio è salito in macchina vicino a me in apnea e ha dato indicazioni al taxista, e così siamo arrivate. Alla fine il campus era quello, solo che il nostro dormitorio era dall’altra parte rispetto al posto in cui hanno luogo le lezioni.
Altri problemucci con la segretaria del dormitorio, che ovviamente ci dice che dobbiamo pagare cose in più, poi finalmente andiamo in camera. “Appena arriviamo ci sbattiamo sul letto così come siamo”, avevamo detto. Apriamo la porta e restiamo un po’ istupidite… Non ci aspettavamo una reggia, ma dove erano finite le camere viste sul sito? Una tristezza!! Entriamo nel bagno e non c’era manco la carta igienica! Cioè la gente arriva alle 23 e dove deve andarla a comprare la carta igienica??? Neanche degli asciugamani, ovviamente. Ci siam depresse un pochetto e ce ne siamo andate a nanna.
Tutto forse è cominciato quando il nostro amico è arrivato alle 10 passate invece che alle 9,30, e ha proposto di fare colazione. E facciamoci sta colazione, abbiamo pensato! Tanto c’è tempo… Invece il tempo non c’era affatto. Dopo la colazione lui ci ha detto che il check-in non era ancora aperto, ed è sparito in bagno. A noi è sembrato strano, mancava poco più di un’ora alla partenza, ma ci siam fidate, perché lui era sicuramente più esperto di noi, e poi perché eravamo tutte preoccupate di come passare il check-in con valigione oltre la soglia massima dei chili, zainone da scuola strapieno in spalla, portatile e trolley. Alle 11 meno venti il nostro compagno arriva di corsa dicendo che il check-in era aperto, solo che lui aveva guardato da un’altra parte. -.- (maschi).
Non solo era già aperto, ma stava chiudendo!!! Corriiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! Arriviamo e la tipa ci dice che le hanno chiuso il volo. Panico. Alla fine ci hanno fatti passare, ma dovevamo sbrigarci per l’imbarco. Abbiamo iniziato a correre come dei forsennati, con Ale che rideva come una matta per scaricare la tensione, ma che poi non rideva più quando nella corsa le è cascata la borsa del portatile… Ci siamo imbarcati senza altri problemi, finalmente eravamo in aereo!!!
Era la prima volta che viaggiavo su un aereo così grande, e se posso dirlo non vedevo l’ora che portassero da mangiare cinese!! Quando il Gaijin era andato in Giappone, mi aveva detto che ogni sedile aveva davanti un televisorino personale, ma noi avevamo UN televisorino a metà corridoio, che trasmetteva film cinesi infiniti, e poi delle cagate fantasy in italiano. Bah. A parte che non so voi ma io faccio fatica ad apprezzare il gusto dei film cinesi, ma poi non si sentiva niente! In effetti, ci siamo accorti solo a metà volo che ogni sedile era dotato di cuffie… Ti-ti-ti!!
Abbiam passato il tempo chiacchierando, io non conoscevo molto bene questo ragazzo, ed è ancora più in gamba di quanto pensassi. Lui studia a Taiwan da oltre un anno, e insegna inglese ai bambini. Tra le opzioni fra cui abbiamo scelto per questa esperienza, c’era anche raggiungere lui, che avrebbe provveduto a procurarci una casa e un lavoro, ma abbiamo rifiutato la pappa pronta, per via del clima estremamente umido dell’isola. Quante volte ce ne siam pentite in questi giorni!!!
Di dormire non se n’è parlato quasi, perché era pieno di bambini neonati (oddio i bimbi cinesi mi fanno impazzireeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!) che piangevano in continuazione (in questo volo mi sono piaciuti un po’ meno…), e i sedili non si abbassavano. Abbiamo ascoltato la radio, e ho scoperto delle canzoni cinesi bellissime, mentre cercavo di iniziare a socializzare con la lingua e a rispolverare le mie conoscenze ormai antiche.
Siamo arrivati a Shanghai alle 05.50, l’aeroporto era deserto. Neanche il tempo di arrivare al nastro dei bagagli che Ale si è accorta di aver lasciato il cellulare sull’aereo, e ricorri di nuovo alla ricerca, mentre noi l’aspettavamo. E’ tornata sconfitta, nessuno sapeva dirle niente.
Svuotiamo le borse, passiamo la dogana, apri gli zaini, tira fuori le borse, il cellulare non c’era. Andiamo a recuperare i bagagli e… non c’erano!! Stavamo già disperando quando per fortuna li abbiamo trovati messi da parte, perché avevamo ritardato troppo. E qui devo solo dire un enorme GRAZIE al nostro amico, perché senza di lui e con Ale impanicata non so proprio come avremmo fatto. Siamo andati avanti e indietro per l’aeroporto per ore, dal deposito bagagli, allo sportello della compagnia, di nuovo al deposito, agli atm per prelevare, a cercare un posto dove fare una colazione che non fosse cibo cinese, a sbatterci sulle prime panche per riposarci un attimo. In tarda mattinata il nostro amico ha fatto il check-in per proseguire per Taiwan, e noi ci siamo trovate sole. Abbiamo preso la navetta che ci portava all’aeroporto Hongqiao, e qui vi risparmio tutti i particolari e gli inconvenienti (tra cui: perdita di Semolino, un asino di peluche che Ale si portava attaccato allo zaino, insieme all’orso Lumino, che è sopravvissuto al viaggio ed ora è qui con noi a Qingdao… chissà se riuscirà a tornare a casa??).
La Shanghai vista dalla navetta era penosa, in più pioveva e quindi il paesaggio era tristissimo. Mi è dispiaciuto non poterne approfittare per vedere qualcosa, ma con tutti i bagagli non potevamo proprio, e dopo il ritardo a Malpensa preferivamo avere tutto il tempo necessario per essere sicure di prendere l’ultimo volo.
Ad Hongqiao abbiamo aspettato per altre ore, stanche morte, sedute sulla base di un cartellone pubblicitario. Una cinese ha iniziato a chiacchierare, con noi che tiravamo fuori una parola ogni tanto, con gli occhi che non facevano altro che chiudersi, chiudersi…
Non so come, ma finalmente sono arrivate le 16, abbiamo fatto il check-in di nuovo senza problemi, anche se hanno trattenuto Ale e ha dovuto aprire la valigia, poi non ho mai trovato una sicurezza così pistina!!!! Ho dovuto praticamente disfare e disfare tutto il bagaglio a mano!!!
L’aereo stavolta era piccolo, e noi ci siamo addormentate subito. Arrivate a Qingdao era già sera inoltrata. Accettiamo il primo taxista che viene a offrirci i suoi servizi, ci avviamo e poi ci sentiamo urlare contro, fischiare da un poliziotto, che si è messo a blaterare in modo incomprensibile e ci ha portate a un altro taxi. Mah!! Poi Ale si è ricordata che anche a Pechino ci sono dei taxisti abusivi, quindi forse era per quello.
Il taxi sapeva di fumo in maniera incredibile, e ci ha portate all’entrata dell’università. Eravamo prese benissimo, nonostante il sonno e la stanchezza, perché il paesaggio che si vedeva dalla macchina faceva pensare a una città bella, moderna e luminosa, tante luci colorate dappertutto, non sembrava neanche di essere in Cina. L’entrata della scuola era maestosa nella notte, tutto sembrava nuovo e grandissimo, ma avevamo sbagliato entrata… Un ometto (che qualche giorno fa abbiamo scoperto essere uno dei prof di lettura) puzzosissimo di aglio è salito in macchina vicino a me in apnea e ha dato indicazioni al taxista, e così siamo arrivate. Alla fine il campus era quello, solo che il nostro dormitorio era dall’altra parte rispetto al posto in cui hanno luogo le lezioni.
Altri problemucci con la segretaria del dormitorio, che ovviamente ci dice che dobbiamo pagare cose in più, poi finalmente andiamo in camera. “Appena arriviamo ci sbattiamo sul letto così come siamo”, avevamo detto. Apriamo la porta e restiamo un po’ istupidite… Non ci aspettavamo una reggia, ma dove erano finite le camere viste sul sito? Una tristezza!! Entriamo nel bagno e non c’era manco la carta igienica! Cioè la gente arriva alle 23 e dove deve andarla a comprare la carta igienica??? Neanche degli asciugamani, ovviamente. Ci siam depresse un pochetto e ce ne siamo andate a nanna.
Sabato 28 febbraio, 1° giorno
Al risveglio ci siamo dette la stessa cosa: pensavo di essermi sognata tutto, invece è uno schifo davvero. Abbiam fatto colazione con 2 barrette ai cereali, poi siamo andate in segreteria a discutere di tutto ciò che dovevamo avere e che invece non avevamo. Ad ogni risposta, ci deprimevamo un po’ di più. Poi siamo andate a far la spesa al mercatino del campus che ci avevano indicato.
La strada l’abbiam trovata seguendo l’odore. Io ho avuto i conati di vomito almeno quattro volte, entrata lì dentro. Un odore insopportabile, indefinibile, mi è entrato nelle narici e non mi mollava più. Cuocevano da mangiare nello stesso spazio in cui era esposta la roba da vestire, o per pulire, qualunque cosa insomma. C’era di tutto, persino un angolo dedicato alla pasticceria, se così si può chiamare, perché non avrei avuto la tentazione di mangiare quelle torte neanche se fossi stata morente di fame, sembravano finte! Abbiam comprato i generi di prima necessità, poi siamo tornate in stanza.
Ri-uscite per andare a pranzare in qualche modo, ci siamo avviate su per l’unica via che conoscevamo, quella su cui si esce dal dormitorio. Che roba, incredibile! Dov’era finita la bella città che vedevamo dal taxi? Non era stato mica uno scherzo giocatoci dalla stanchezza? Tanti locali uno dopo l’altro, tutti piccoli, sporchi, e maleodoranti, vecchi zozzi e cadenti. Da una via a lato arrivavano dei fumi puzzolenti dai mille banchettini in cui grigliavano wurstel, focaccine e chissà cos’altro, era impossibile per le narici avvicinarsi, bisognava attraversare la strada in completa apnea.
La strada l’abbiam trovata seguendo l’odore. Io ho avuto i conati di vomito almeno quattro volte, entrata lì dentro. Un odore insopportabile, indefinibile, mi è entrato nelle narici e non mi mollava più. Cuocevano da mangiare nello stesso spazio in cui era esposta la roba da vestire, o per pulire, qualunque cosa insomma. C’era di tutto, persino un angolo dedicato alla pasticceria, se così si può chiamare, perché non avrei avuto la tentazione di mangiare quelle torte neanche se fossi stata morente di fame, sembravano finte! Abbiam comprato i generi di prima necessità, poi siamo tornate in stanza.
Ri-uscite per andare a pranzare in qualche modo, ci siamo avviate su per l’unica via che conoscevamo, quella su cui si esce dal dormitorio. Che roba, incredibile! Dov’era finita la bella città che vedevamo dal taxi? Non era stato mica uno scherzo giocatoci dalla stanchezza? Tanti locali uno dopo l’altro, tutti piccoli, sporchi, e maleodoranti, vecchi zozzi e cadenti. Da una via a lato arrivavano dei fumi puzzolenti dai mille banchettini in cui grigliavano wurstel, focaccine e chissà cos’altro, era impossibile per le narici avvicinarsi, bisognava attraversare la strada in completa apnea.
Abbiamo scelto l’unico posto che ci sembrava ok, e alla fine è andata bene.
I problemi di comunicazione sono stati risolti grazie alle foto dei piatti appese al muro, e abbiamo optato per il gongbao jiding, cioè un insieme di pollo, verdure e arachidi, il tutto condito ovviamente con salsa di soia. Buono!! Poi un altro piatto che non mi ricordo come si chiamava, sempre con peperoni, alghe e pollo. Più due ciotole di riso e the verde. Abbiamo fatto un macello sul tavolo perché non avevamo neanche i piatti!
I problemi di comunicazione sono stati risolti grazie alle foto dei piatti appese al muro, e abbiamo optato per il gongbao jiding, cioè un insieme di pollo, verdure e arachidi, il tutto condito ovviamente con salsa di soia. Buono!! Poi un altro piatto che non mi ricordo come si chiamava, sempre con peperoni, alghe e pollo. Più due ciotole di riso e the verde. Abbiamo fatto un macello sul tavolo perché non avevamo neanche i piatti!
Poi siamo andate in uno wang ba, cioè un internet point, per dire ai nostri che eravamo arrivate.
Tra le cose che avevamo chiesto di avere nella stanza c’era il frigo, perché non eravamo intenzionate a mangiare cinese tutti i santi giorni, e quindi pensavamo di usare la cucina del dormitorio. Ma ovviamente il frigo non c’era. Dei tedeschi ci avevano detto che qualcuno li affittava, ma la segretaria diceva il contrario. Alla fine l’abbiamo davvero affittato, grazie a un tipo che ci ha portate in uno scantinato dove c’era di tutto, persino uno specchio lungo lungo che avevamo visto la mattina in corridoio. Così abbiamo affittato il frigo. Tornate a casa ci siamo messe a pulire tutta la stanza e il bagno, di buona lena, fino a tarda sera. Abbiamo pure spostato dei mobili, per fare spazio al frigo, insomma una vera rivoluzione! La stanza e il bagno avevano tutto un altro aspetto!! Ahhh! Che soddisfazione! Abbiamo mangiato della frutta e siamo andate a dormire.
Tra le cose che avevamo chiesto di avere nella stanza c’era il frigo, perché non eravamo intenzionate a mangiare cinese tutti i santi giorni, e quindi pensavamo di usare la cucina del dormitorio. Ma ovviamente il frigo non c’era. Dei tedeschi ci avevano detto che qualcuno li affittava, ma la segretaria diceva il contrario. Alla fine l’abbiamo davvero affittato, grazie a un tipo che ci ha portate in uno scantinato dove c’era di tutto, persino uno specchio lungo lungo che avevamo visto la mattina in corridoio. Così abbiamo affittato il frigo. Tornate a casa ci siamo messe a pulire tutta la stanza e il bagno, di buona lena, fino a tarda sera. Abbiamo pure spostato dei mobili, per fare spazio al frigo, insomma una vera rivoluzione! La stanza e il bagno avevano tutto un altro aspetto!! Ahhh! Che soddisfazione! Abbiamo mangiato della frutta e siamo andate a dormire.
Domenica 1 marzo, 2° giorno
Ci siamo svegliate tardissimo, così abbiamo fatto una colazione abbondante e saltato il pranzo. Obiettivo della giornata: fare due sim cinesi, per poter comunicare con Stefania, una nostra compagna di università che abbiamo scoperto essere a Qingdao da qualche mese. Lo dico adesso per tutte le altre volte, che praticamente vuol dire sempre: grazie ad Ale perché io non capivo una mazza di niente di cinese, proprio il vuoto totale. Io so scrivere, me la cavo se devo esprimere qualcosa di semplice, ma quando si tratta di capire, esce fuori l’incapacità proprio. Lei si è occupata di tutto, dalle sim, alle lamentele, alla casa, alla scuola, all’ospedale. Io sinceramente da sola non so come avrei fatto, me la sarei cavata in qualche modo, ma chissà come… Spero solo che finiti questi mesi io riesca a capire un po’ di più.
Fatte le sim, siamo tornate, abbiamo fatto le lavatrici, lavato i capelli (se vedeste come sono le docce qui, capireste perché un semplice lavaggio richiede tempo: qui le docce non hanno né tende, né piatto doccia, quindi ogni volta che uno si lava, prima di tutto deve sbaraccare il bagno, dopo deve asciugarlo).
La sera ci è venuta a prendere la nostra compagna e abbiam mangiato insieme con un’altra italiana che lavora qui. Poi siamo passate da Cassani, un ristorante italiano molto molto bello (con prezzi da ristorante italiano, purtroppo), gestito da un ragazzo e un cuoco giovani, a abbiamo fatto la loro conoscenza. Anzi il primo ci ha anche fornito il modo per far passare per nazionale una telefonata internazionale!!
Fatte le sim, siamo tornate, abbiamo fatto le lavatrici, lavato i capelli (se vedeste come sono le docce qui, capireste perché un semplice lavaggio richiede tempo: qui le docce non hanno né tende, né piatto doccia, quindi ogni volta che uno si lava, prima di tutto deve sbaraccare il bagno, dopo deve asciugarlo).
La sera ci è venuta a prendere la nostra compagna e abbiam mangiato insieme con un’altra italiana che lavora qui. Poi siamo passate da Cassani, un ristorante italiano molto molto bello (con prezzi da ristorante italiano, purtroppo), gestito da un ragazzo e un cuoco giovani, a abbiamo fatto la loro conoscenza. Anzi il primo ci ha anche fornito il modo per far passare per nazionale una telefonata internazionale!!
Lunedì 2 marzo, 3° giorno
Cerimonia di apertura alle 8,30, poi i tedeschi ci hanno accompagnate a una banca che accettava le nostre carte. Prelevato e poi tornate a casa, a cucinare. Menù del giorno? Beh, essendo a dieta e non avendo nulla per cucinare, se non una pentola, abbiamo mangiato spaghetti di riso e zucca bollita.
Già, perché la cucina che doveva esserci nel dormitorio, non funziona. Noi avevamo fatto la spesa, ma la cucina non era utilizzabile. Ecco perché era così sporca e puzzolente!!
Alla fine la tizia ci ha dato una piastra elettrica, e ancora oggi cuciniamo con quella.
Il pomeriggio intero è partito per l’iscrizione alla scuola, la scelta del corso da seguire, e i tentativi di spiegare che noi possiamo prelevare solo 2000 (Ale 1700) yuan al giorno, quindi non potevamo pagare subito i 7000 per il corso. Abbiamo anche litigato col tipo che gestisce le connessioni Internet nelle stanze, perché voleva farci aspettare una settimana e farci pagare l’intero mese. Al diavolo! Ce ne siamo andate, per questo ora non ho il mio computer da cui scrivere. Per fortuna questo dormitorio ha una cosa bella: l’accesso gratuito a Internet, nella saletta di sotto. Ovvio, i computer sono 5, di cui uno fuori gioco per un virus, c’è sempre una coda pazzesca, quindi si cerca di connettersi giusto il tempo per scrivere le mail, poi i computer sono vecchissimi e lenti, e si bloccano di continuo. Ma almeno posso comunicare!
Ho chiamato Sabry, la mia bimbetta, perché oggi compiva tre anni. Ho usato il metodo che mi ha detto ieri Simone. Piccolina!! Spero tanto non soffra come l’altra volta per la mia assenza!
Il pomeriggio intero è partito per l’iscrizione alla scuola, la scelta del corso da seguire, e i tentativi di spiegare che noi possiamo prelevare solo 2000 (Ale 1700) yuan al giorno, quindi non potevamo pagare subito i 7000 per il corso. Abbiamo anche litigato col tipo che gestisce le connessioni Internet nelle stanze, perché voleva farci aspettare una settimana e farci pagare l’intero mese. Al diavolo! Ce ne siamo andate, per questo ora non ho il mio computer da cui scrivere. Per fortuna questo dormitorio ha una cosa bella: l’accesso gratuito a Internet, nella saletta di sotto. Ovvio, i computer sono 5, di cui uno fuori gioco per un virus, c’è sempre una coda pazzesca, quindi si cerca di connettersi giusto il tempo per scrivere le mail, poi i computer sono vecchissimi e lenti, e si bloccano di continuo. Ma almeno posso comunicare!
Ho chiamato Sabry, la mia bimbetta, perché oggi compiva tre anni. Ho usato il metodo che mi ha detto ieri Simone. Piccolina!! Spero tanto non soffra come l’altra volta per la mia assenza!
Martedì 3 marzo, 4° giorno
Sono cominciate le lezioni, che hanno luogo dalle 8 alle 12. Qui ci sono 6 classi: A, B1, B2, C1, C2, D ed E. Non c’è un esame di ammissione, quindi sono gli studenti che possono decidere quale corso seguire. La prima settimana è di prova, gli studenti possono ancora spostarsi e cambiare, se non pasticciano i libri. Noi abbiamo cominciato col C2, visto che quando Ale era andata a Pechino aveva fatto il C1. Lei mi ha sempre detto che il primo mese non capiva niente di niente, invece adesso al C2 abbiamo capito quasi tutto, quindi abbiamo deciso di tentare il D. Allora, qui quel che capiamo è poco, ma qualcosa c’è. Ale era giusto che andasse in D, io avrei anche potuto accontentarmi del C2, ma era bello studiare insieme, e poi mi piacciono le sfide, e ho pensato che se davvero lei dal niente nel giro di un mese qualcosa capiva, io da qual cosina in un mese dovrei passare a qualcosa di più, giusto? Così, eccomi in D. In una classe piena zeppa di Coreani che capiscono tutto, anche se leggono malaccio, in cui quando tutti ridono e noi non capiamo come mai, in cui tutti danno l’impressione di guardarci come chiedendosi: ma se queste non capiscono un’acca, non potevano scegliersi un corso più facile? E invece no, perché per non essere indotta in tentazione di cambiare, ho pasticciato i libri del D già il primo giorno, così dopo non avrei più potuto cambiare.
***
I corsi sono strutturati in 4 materie: jingdu (una sorta di grammatica), tingshuo (ascolto), yuedu (lettura) e xiezuo (composizione). Non siamo molto soddisfatte, perché in lettura legge il professore (e allora cosa serve???), e in composizione dobbiamo scrivere delle stronzate immani, sempre uguali, come i pensierini delle elementari, avete presente? Descrivi la famiglia, l’amicizia, il tuo gatto, e così via. Anzi, peggio! Perché se cerchi di dire qualcosa di nuovo, il professore non è contento, devi per forza ripetere come una cretina le stesse frasette stupide in ogni esercizio. Bah!
Invece le professoresse di grammatica e ascolto sono molto valide, a mio parere. La prima parla troppo veloce, però è dolcissima, la seconda sembra molto simpatica, anche se non capisco nulla di quel che dice. Anzi oggi, dopo gli scorsi pomeriggi passati a studiare cercando di metterci al passo dopo la prima settimana in cui abbiamo seguito un po’ di qua e un po’ di là, ho capito qual cosina di più. Meno male!!! Ho anche conosciuto due compagni, entrambi coreani: una ragazza, e un tipo strambo che passa la lezione in piedi, non si fa mai i cazzi suoi, interviene sempre, fa il capoclasse, insomma, tanto che ieri Ale mi ha detto che secondo lei lui è una specie di controllore che bada che noi facciamo i compiti. Ahahahahah!!! Invece no, è solo strano.
Invece le professoresse di grammatica e ascolto sono molto valide, a mio parere. La prima parla troppo veloce, però è dolcissima, la seconda sembra molto simpatica, anche se non capisco nulla di quel che dice. Anzi oggi, dopo gli scorsi pomeriggi passati a studiare cercando di metterci al passo dopo la prima settimana in cui abbiamo seguito un po’ di qua e un po’ di là, ho capito qual cosina di più. Meno male!!! Ho anche conosciuto due compagni, entrambi coreani: una ragazza, e un tipo strambo che passa la lezione in piedi, non si fa mai i cazzi suoi, interviene sempre, fa il capoclasse, insomma, tanto che ieri Ale mi ha detto che secondo lei lui è una specie di controllore che bada che noi facciamo i compiti. Ahahahahah!!! Invece no, è solo strano.
Mercoledì 4, giovedì 5, venerdì 6 marzo, 5°, 6° e 7° giorno
Le giornate sono sempre piene di cose da fare, dalla visita all’ospedale, alla spesa, le lavatrici, l’agenzia, e ovviamente i corsi. Non riuscivamo a capire dove fare le tessere per la mensa, perché ci fornivano le indicazioni sbagliate, poi un giorno abbiamo chiesto a due ragazze cinesi, e loro gentilissime ci hanno accompagnate, così adesso pranziamo sempre qui. Non è male, almeno si può scegliere tra tante cose diverse!! Ho cercato di fotografare alcuni piatti, ma spesso lascio a casa la macchina foto la mattina, perché mi dimentico che mi serve per il pranzo. La ragazza cinese si chiama Jenny, e studia inglese. Ci ha lasciato il suo numero, nel caso avessimo bisogno. Che carina!
Abbiamo contattato l’agenzia, e il giorno dopo John ci ha portate a vedere già tre appartamenti, uno più bello dell’altro, per le nostre aspettative. Il primo era al primo piano, ben tenuto, vicinissimo all’università. Note negative: la cucina terribile, e due camere troppo disuguali, una sontuosa con armadione e tavolo, l’altra solo col lettino. Il bagno senza piatto, ma con la tenda. Il secondo era ai piani alti, ancora abitato quindi più pulito, cucina migliore, camerette uguali e carinissime. Nota negativa: piani e piani di scale da fare coi valigioni, e bagno con la doccia praticamente sopra il gabinetto e la lavatrice, ovviamente senza piatto.
Il terzo ci ha rapite, letteralmente: al secondo piano in un quartiere nuovo, in una via davanti all’entrata principale dell’università (quella dove ci aveva portate il taxi all’arrivo), una via che porta al mare, Haiyou lü. La casa ha una bella entrata, una cucinotta ben tenuta (la migliore di tutte), poi un salone grande grande, molto cinese, coi vasi e le panche, due camere più o meno uguali, coi lettoni grandi, due armadi e due scrivanie, e u bagnetto con finestra!! La doccia non solo ha il piatto, ma è persino idromassaggio!! E la lavatrice! Il tutto per 2500 yuan al mese, che sono circa 300 euro, da dividere in due. Sembrava un sogno!!! E’ bella, luminosissima, spaziosa, perfetta per le nostre esigenze. Da un lato della casa si vede il mare!! (e Ale, conoscendo il mio amore per il mare, mi ha lasciato la camera da quel lato lì!!! Ehhh… che amica!!), e le porte dell’entrata sono alla giapponese!!!! Andata, e quanto eravamo felici!!! Il padrone, che Ale dice che sembrava un magnaccia, ci aveva pure regalato 10 giorni di affitto! Evvai!!
Siamo andate in agenzia a firmare il contratto il giorno dopo, e tutto sembrava filare liscissimo, a parte per il fatto che la proprietaria era una donna e non più l’uomo di prima. Ci ha detto che quello là era il fratello. A un tratto la fangdong, la padrona, ha iniziato a litigare coi tipi dell’agenzia, si è alzata, ha strappato il contratto già firmato, e se ne è andata!! Tra i nostri sguardi allibiti, perché ovviamente non capivamo niente. John ci ha detto che le mancava la sua dichiarazione di proprietà, e senza quella l’agenzia non poteva essere sicura che la casa fosse sua. Però qualcosa non ci quadrava. Ma cosa??
Il giorno dopo John ci ha chiamate, ma quando siamo andate la padrona non c’era. Lui ci ha portate a vedere un’altra casa, perché senza quella dichiarazione, l’altra ce la potevamo scordare. L’appartamento è all’interno del campus, all’ultimo piano (ugh!!!) dell’edificio 28. Siamo arrivate e ci hanno dato delle soprascarpe da indossare (???). Era tutto parquet!!!! C’era puzza di cavolo, e l’appartamento era abitato sicuramente. Una cucina coi piatti nel lavello, ma molto occidentale, fornitissima di tutto; un soggiorno pieno di oggetti antichi, e un pianoforte (!!!!!!), un salottino, due camere grandi, piene di roba dentro, vestiti, scarpe, etc, un bagnetto con box doccia. Al piano di sopra, mansardato, altro bagno, lavanderia, studio, sgabuzzino. Una reggia! Io ero intimidita, non ce la vedevo proprio come casa mia, più che altro perché era piena di roba d’altri! Non capivo, come poteva essere affittabile? Poi dico, cosa ci fai mettete le soprascarpe se tanto quando lo affitti non puoi controllare che gli inquilini se le mettano? Insomma, non capivo, e mi sentivo pure in soggezione. Era decisamente troppo. Ale era più convinta, forse perché assomigliava sicuramente più alla sua casa che alla mia, e ovviamente se ce lo avessero affittato a 2500 non avremmo potuto rifiutare. Invece volevano 3000, e meno male, perché io non sarei stata contenta. Poi, dentro l’università! Trooooppo vicino!! L’altra casa rimaneva nei nostri cuori.
Ma le sorprese non erano ancora finite… Il giorno dopo, tornate al dormitorio, ci ferma la tizia e ci consegna un biglietto in cinese, con un numero di telefono. Non capivamo bene i caratteri quindi non riuscivamo a tradurlo, leggevamo solo le parole ‘2500 yuan’,’ non ricevuto’, e ‘ingannare’. “E’ la padrona!!!” ha detto Ale. Ma io avevo paura a sperare. Ha chiamato, e le ha risposto un tizio, mezzo in cinese e mezzo in francese. Ci siamo incontrati nel pomeriggio, ed era un ragazzo. Ci ha spiegato che la padrona volevo contattarci per dirci che aveva cambiato agenzia, e se eravamo ancora interessate alla sua casa. La casa bella, quella nostra!!! Ci ha detto che l’altra agenzia non voleva darle i soldi che le spettavano fino a che non avesse trovato sta ricevuta (qui funziona così: gli inquilini pagano in anticipo i mesi di affitto, più un altro mese di deposito al padrone come caparra assicurativa che viene restituita alla fine se è tutto a posto, più un altro mese all’agenzia per il servizio), così si era rivolta ad un’altra. Ci siamo incontrati tutti nella casa, e stavolta si sono presentate 4 donne, una era la tizia dell’agenzia, le altre mai viste prima. Altre sorelle, ci han detto. Ma non avevano nessun fratello! Boh?? Abbiamo firmato un nuovo contratto, ci siamo accordate e… ci han lasciato una chiave!!!! Evvivaaaaaaaaaa!!! Non riuscivano a crederci, ci siam messe a saltellare per la strada e per la casa!!! E abbiamo festeggiato mangiando a merenda una patata dolce cotta sulla braci!! Mammaaaaaaa che buoneeeeeeeeeee!!! Primo sgarro alla dieta… Ma ne avevano ben motivo!!!
Venerdì sera siamo uscite, siamo andate in un locale francese chiamato Lebang, con Stefania e altri suoi amici. Ma… siamo in Cina??? Era pieno zeppo di occidentali!!! Di ogni nazione, ma quasi tutti occidentali!!! Un casino allucinante, non si riusciva a respirare… Poi in Cina non c’è manco la legge contro il fumo nei locali, quindi potete immaginare! Non eravamo molto a nostro agio in realtà, perché sembravano tutti conoscersi già da tempo mentre noi non conoscevamo nessuno. Speriamo di farci una compagnia tutta nostra!
Abbiamo contattato l’agenzia, e il giorno dopo John ci ha portate a vedere già tre appartamenti, uno più bello dell’altro, per le nostre aspettative. Il primo era al primo piano, ben tenuto, vicinissimo all’università. Note negative: la cucina terribile, e due camere troppo disuguali, una sontuosa con armadione e tavolo, l’altra solo col lettino. Il bagno senza piatto, ma con la tenda. Il secondo era ai piani alti, ancora abitato quindi più pulito, cucina migliore, camerette uguali e carinissime. Nota negativa: piani e piani di scale da fare coi valigioni, e bagno con la doccia praticamente sopra il gabinetto e la lavatrice, ovviamente senza piatto.
Il terzo ci ha rapite, letteralmente: al secondo piano in un quartiere nuovo, in una via davanti all’entrata principale dell’università (quella dove ci aveva portate il taxi all’arrivo), una via che porta al mare, Haiyou lü. La casa ha una bella entrata, una cucinotta ben tenuta (la migliore di tutte), poi un salone grande grande, molto cinese, coi vasi e le panche, due camere più o meno uguali, coi lettoni grandi, due armadi e due scrivanie, e u bagnetto con finestra!! La doccia non solo ha il piatto, ma è persino idromassaggio!! E la lavatrice! Il tutto per 2500 yuan al mese, che sono circa 300 euro, da dividere in due. Sembrava un sogno!!! E’ bella, luminosissima, spaziosa, perfetta per le nostre esigenze. Da un lato della casa si vede il mare!! (e Ale, conoscendo il mio amore per il mare, mi ha lasciato la camera da quel lato lì!!! Ehhh… che amica!!), e le porte dell’entrata sono alla giapponese!!!! Andata, e quanto eravamo felici!!! Il padrone, che Ale dice che sembrava un magnaccia, ci aveva pure regalato 10 giorni di affitto! Evvai!!
Siamo andate in agenzia a firmare il contratto il giorno dopo, e tutto sembrava filare liscissimo, a parte per il fatto che la proprietaria era una donna e non più l’uomo di prima. Ci ha detto che quello là era il fratello. A un tratto la fangdong, la padrona, ha iniziato a litigare coi tipi dell’agenzia, si è alzata, ha strappato il contratto già firmato, e se ne è andata!! Tra i nostri sguardi allibiti, perché ovviamente non capivamo niente. John ci ha detto che le mancava la sua dichiarazione di proprietà, e senza quella l’agenzia non poteva essere sicura che la casa fosse sua. Però qualcosa non ci quadrava. Ma cosa??
Il giorno dopo John ci ha chiamate, ma quando siamo andate la padrona non c’era. Lui ci ha portate a vedere un’altra casa, perché senza quella dichiarazione, l’altra ce la potevamo scordare. L’appartamento è all’interno del campus, all’ultimo piano (ugh!!!) dell’edificio 28. Siamo arrivate e ci hanno dato delle soprascarpe da indossare (???). Era tutto parquet!!!! C’era puzza di cavolo, e l’appartamento era abitato sicuramente. Una cucina coi piatti nel lavello, ma molto occidentale, fornitissima di tutto; un soggiorno pieno di oggetti antichi, e un pianoforte (!!!!!!), un salottino, due camere grandi, piene di roba dentro, vestiti, scarpe, etc, un bagnetto con box doccia. Al piano di sopra, mansardato, altro bagno, lavanderia, studio, sgabuzzino. Una reggia! Io ero intimidita, non ce la vedevo proprio come casa mia, più che altro perché era piena di roba d’altri! Non capivo, come poteva essere affittabile? Poi dico, cosa ci fai mettete le soprascarpe se tanto quando lo affitti non puoi controllare che gli inquilini se le mettano? Insomma, non capivo, e mi sentivo pure in soggezione. Era decisamente troppo. Ale era più convinta, forse perché assomigliava sicuramente più alla sua casa che alla mia, e ovviamente se ce lo avessero affittato a 2500 non avremmo potuto rifiutare. Invece volevano 3000, e meno male, perché io non sarei stata contenta. Poi, dentro l’università! Trooooppo vicino!! L’altra casa rimaneva nei nostri cuori.
Ma le sorprese non erano ancora finite… Il giorno dopo, tornate al dormitorio, ci ferma la tizia e ci consegna un biglietto in cinese, con un numero di telefono. Non capivamo bene i caratteri quindi non riuscivamo a tradurlo, leggevamo solo le parole ‘2500 yuan’,’ non ricevuto’, e ‘ingannare’. “E’ la padrona!!!” ha detto Ale. Ma io avevo paura a sperare. Ha chiamato, e le ha risposto un tizio, mezzo in cinese e mezzo in francese. Ci siamo incontrati nel pomeriggio, ed era un ragazzo. Ci ha spiegato che la padrona volevo contattarci per dirci che aveva cambiato agenzia, e se eravamo ancora interessate alla sua casa. La casa bella, quella nostra!!! Ci ha detto che l’altra agenzia non voleva darle i soldi che le spettavano fino a che non avesse trovato sta ricevuta (qui funziona così: gli inquilini pagano in anticipo i mesi di affitto, più un altro mese di deposito al padrone come caparra assicurativa che viene restituita alla fine se è tutto a posto, più un altro mese all’agenzia per il servizio), così si era rivolta ad un’altra. Ci siamo incontrati tutti nella casa, e stavolta si sono presentate 4 donne, una era la tizia dell’agenzia, le altre mai viste prima. Altre sorelle, ci han detto. Ma non avevano nessun fratello! Boh?? Abbiamo firmato un nuovo contratto, ci siamo accordate e… ci han lasciato una chiave!!!! Evvivaaaaaaaaaa!!! Non riuscivano a crederci, ci siam messe a saltellare per la strada e per la casa!!! E abbiamo festeggiato mangiando a merenda una patata dolce cotta sulla braci!! Mammaaaaaaa che buoneeeeeeeeeee!!! Primo sgarro alla dieta… Ma ne avevano ben motivo!!!
Venerdì sera siamo uscite, siamo andate in un locale francese chiamato Lebang, con Stefania e altri suoi amici. Ma… siamo in Cina??? Era pieno zeppo di occidentali!!! Di ogni nazione, ma quasi tutti occidentali!!! Un casino allucinante, non si riusciva a respirare… Poi in Cina non c’è manco la legge contro il fumo nei locali, quindi potete immaginare! Non eravamo molto a nostro agio in realtà, perché sembravano tutti conoscersi già da tempo mentre noi non conoscevamo nessuno. Speriamo di farci una compagnia tutta nostra!
Sabato 7 marzo, 8° giorno
Oggi siamo andate a Taidong, con Stefania, Jenny e un’altra sua amica studentessa, Vivian. Taidong è una zona a tre quarti d’ora di pullman dall’università, piena di negozietti in cui si può contrattare, e poi c’è la buxingjie, ovvero la via della passeggiata diciamo, che in realtà è una specie di mercato. Abbiamo fatto qualche acquisto, tra cui due set di lenzuola per i letti nuovi a 50 yuan (poco più di 5 euro), due cappotti, e due maglioni lunghi. Jenny e Vivian sono state stupende, non so come abbiano fatto a non stufarsi a stare lì mentre noi sceglievamo la roba, e in più ci hanno aiutate moltissimo!! Poi abbiamo pure fatto qualche foto insieme, adesso ce la devono passare. Due tizie di un negozio ridacchiavano guardandomi i capelli, e mi han chiesto se sono naturali, manco non avessero mai visto un’occidentale passare di lì!!
Domenica 8 marzo, 9°giorno
Giornata a pulire la casa nuova! Abbiamo scoperto che non è tutto oro quello che luccica, però… Tutto ciò che è cinese sembra meraviglioso alla prima occhiata, poi ti avvicini e vedi che in realtà non funziona bene, o nasconde qualcosa. Insomma… Ci siamo fatte un mazzo tanto, ma abbiamo finito le due camere. Appena faremo la cucina e il bagno ci trasferiremo, il soggiorno lo possiamo fare anche una volta lì. Peccato che il termosifone della mia camera non funzioni, così son stata al freddo tutto il tempo… E infatti adesso sono tappata come non mai! In più un coso dell’acqua perde in continuazione, quindi dovremo dire alla padrona che ci sistemi le cose.
Tornate in stanza non avevamo l’acqua calda!!! Ma che cavolo!!! Ma la sera dovevamo uscire, quindi doccia fredda… Ahiahiahi!
La sera c’era il buffet gratuito al Cassani, in onore della festa delle donne! Abbiamo mangiato italiano, molto bene devo dire!!! Un cinese mi ha chiesto il permesso di fotografarmi insieme ad un altro ragazzo biondo, che ho poi scoperto essere dell’Arizona. Qui tutti sono convinti che siamo russe, chissà perché. Serata piacevole, comunque! Stavolta abbiamo invitato noi Jenny e Vivian, per ricambiarle, ma Vivian non poteva e quindi è venuta un’altra ragazza ancora, Alyce (credo si scriva così, comunque si pronuncia Àlis).
E’ finita la prima settimana!
Tornate in stanza non avevamo l’acqua calda!!! Ma che cavolo!!! Ma la sera dovevamo uscire, quindi doccia fredda… Ahiahiahi!
La sera c’era il buffet gratuito al Cassani, in onore della festa delle donne! Abbiamo mangiato italiano, molto bene devo dire!!! Un cinese mi ha chiesto il permesso di fotografarmi insieme ad un altro ragazzo biondo, che ho poi scoperto essere dell’Arizona. Qui tutti sono convinti che siamo russe, chissà perché. Serata piacevole, comunque! Stavolta abbiamo invitato noi Jenny e Vivian, per ricambiarle, ma Vivian non poteva e quindi è venuta un’altra ragazza ancora, Alyce (credo si scriva così, comunque si pronuncia Àlis).
E’ finita la prima settimana!
Lunedì 9 marzo, 10° giorno
Riprese le lezioni, pomeriggi a fare i compiti e varie commissioni.
Martedì 10 marzo, 11° giorno
Oggi spesa e una brutta sorpresa… Non riusciamo a prelevare. Se non preleviamo tutti i giorni non riusciremo ad avere la somma sufficiente per pagare la casa giovedì. Brutta storia.
Mercoledì 11 marzo, 12° giorno
Ale non riesce ancora a prelevare… Io ce l’ho fatta, ma 1000 yuan per volta anziché 2000, così come una stupida ho pagato 10 euro di commissione!! Accidenti!! Abbiamo sfogato la rabbia e la tristezza mangiando porcate, esattamente come ieri. Io sto pagando le conseguenze del freddo nella casa nuova con raffreddore e mal di gola, Ale ha problemi intestinali.
Giovedì 12 marzo, 13° giorno
Ale non riesce a prelevare perché ha superato il tetto massimo mensile, io boh. Oggi non possiamo pagare la casa, quindi faremo tutto sabato, sperando che io possa prelevare e anticipare i soldi per tutte e due. Quando finiranno tutte queste beghe???
Oggi piove…
Ecco qui!! Otto pagine di resoconto di questi primi giorni… Non mi aspetto certo che qualcuno lo legga, ma l’ho scritto per me, perché voglio avere un ricordo di questa esperienza, e già così un sacco di impressioni, di piccole avventure, non sono state scritte, perché non me le ricordo. Da oggi in poi voglio scrivere tutti i giorni, poi copierò sulla pennina e cercherò di pubblicare i post dai computer dell’università, finché non avrò la connessione in casa.
Qui va bene, anche se abbiamo sempre un nuovo problema imprevisto e stiam spendendo molto più del previsto, ma dobbiamo anticipare molte cose, quindi si spera che dopo questo mese di spese folli, i restanti cinque guardino all’economia e si viva di rendita!!
Vorrei scrivere le mie opinioni sui cinesi, mettere qualche foto, ma credo di esagerare in un unico post e non sono sicura che i computer qui sotto siamo in grado di caricare una foto senza impallarsi, quindi dovrete avere ancora un pochino di pazienza, care amiche… Io una sbirciatina alle foto dei vostri piatti riesco a darla, ma non riesco a fare di più per ora. Non ho nemmeno riletto questo po' po' di roba ma mi serve per ricordare meglio, chi legge non ci faccia caso please!!!
Un forte abbraccio a tutte dalla vostra Gaijina!!!
Oggi piove…
Ecco qui!! Otto pagine di resoconto di questi primi giorni… Non mi aspetto certo che qualcuno lo legga, ma l’ho scritto per me, perché voglio avere un ricordo di questa esperienza, e già così un sacco di impressioni, di piccole avventure, non sono state scritte, perché non me le ricordo. Da oggi in poi voglio scrivere tutti i giorni, poi copierò sulla pennina e cercherò di pubblicare i post dai computer dell’università, finché non avrò la connessione in casa.
Qui va bene, anche se abbiamo sempre un nuovo problema imprevisto e stiam spendendo molto più del previsto, ma dobbiamo anticipare molte cose, quindi si spera che dopo questo mese di spese folli, i restanti cinque guardino all’economia e si viva di rendita!!
Vorrei scrivere le mie opinioni sui cinesi, mettere qualche foto, ma credo di esagerare in un unico post e non sono sicura che i computer qui sotto siamo in grado di caricare una foto senza impallarsi, quindi dovrete avere ancora un pochino di pazienza, care amiche… Io una sbirciatina alle foto dei vostri piatti riesco a darla, ma non riesco a fare di più per ora. Non ho nemmeno riletto questo po' po' di roba ma mi serve per ricordare meglio, chi legge non ci faccia caso please!!!
Un forte abbraccio a tutte dalla vostra Gaijina!!!
davvero una bellissima esperienza!!!
ReplyDeletebellissima,sono felice che ti sia svagata un po'.
ragazze sono arrivata a metà della lettura perche devo scappare(appena rientro mi fiondo a rileggervi:-) ma mi sto davvero appassionando al vostro racconto pieno do momenti anche esilaranti:-)mi raccomando tenete duro e nn smettete di raccontarmi le vostre avventure cinesi...baci imma
ReplyDeleteCarissima...quanti casini! Spero davvero che riuscirete a prelevare altrimenti ti consiglio di informarti sul moneygram e farti spedire dei soldi in tempo reale in un'agenzia accreditata, spero che anche in cina ci siano! La storia della padrona col fratello che poi è sparito un pò mi puzza ma vabbè, se la casa è bella e tutto va bene sono contenta per voi! Spero riuscirete ad avere anche un pò di calduccio così ti passa il raffreddore...anche se almeno adesso tiene a bada le varie puzze! Dai su, io faccio il tifo per voi e spero che alla fine quest'esperienza si riveli solo positiva!! Un bacio
ReplyDeleteGaijina, tesorina!!! Ciao! Ho letto il tuo bellissimo post tutto d'un fiato! Vi sono successe un sacco di cose, un bel po' di casini direi, ma alla fine almeno una bella casetta l'avete trovata e spero che riuscirete presto a risolvere il problema dei prelievi! Vedrai che passato questo primo periodo di ambientazione burrascoso troverete un buon equilibrio. Fai benissimo a scrivere questo diario, è un tesoro prezioso! Aspetto il tuo prossimo resoconto Gaiji! Tantissimi baci :)
ReplyDeleteInvece ti sbagli perchè io ho letto tutto tutto... deve essere dura e mi dispiace ma resisti e vadrai che presto tutto si sistemarà e riuscirai a goderti questa bella avventura, un abbraccio
ReplyDeleteIo me lo sono letto tutto... e mi sembra un odissea!!! Ciccina ci manchiii
ReplyDeleteIo me lo sono letto tutto... e mi sembra un odissea!!! Ciccina ci manchiii
ReplyDeleteho letto tutto e aspetto altri post nella speranza che riusciate a risolvere tutti i problemi ... ma che coraggiose che siete!
ReplyDeleteun abbraccio forte forte forte
ma quanto starai via???io ti continuo a leggere;)baci a presto
ReplyDeleteWow! interessantissimo!
ReplyDeleteho letto tutto d'un fiato, è davvero bello leggere della tua "nuova vita" (credoo sia nuova, non conoscendoti non saprei=)) Mi rendo conto che è difficile iniziare così, però dev'essere davvero interessante vivere in un paese così lontano dall'italia. Seguirò il tuo blog, sperando di vedere com'è questa casa in stile giapponese che tanto ami!
Brava cmq, nn smettere di scrivere!
Ciao!!!!!