La dieta è cominciata, ferrea, difficile ed ostinata. Ma noi non ci lasciamo vincere dalle tentazioni, e proseguiamo senza indugi… Sì va beh… ci piacerebbe!!! No in realtà è piuttosto dura… non ci sentiamo abbastanza motivate, anche se poi quando ci guardiamo allo specchio promettiamo che non sgarreremo più.
Anyway, fossero questi i problemi maggiori! Almeno la dieta dipende esclusivamente dalla nostra volontà, non come tutte le sfighe cinesi che sembrano non finire mai e che chissà chi ce le manda…
Domenica, mentre ancora barcollavamo dall’abbuffata del mattino, appena siamo state in grado di muoverci siamo andate a fare due passi per il campus: non l’avevamo ancora girato tutto, e volevamo scoprire se c’era un campetto sportivo per allenarci. Per la strada ci siamo imbattute in un edificio scolastico, e ci siamo fermate a leggere la scritta. Proprio in quel momento si è fermato un macchinone, ne è sceso un cinese grassissimo, e ci ha chiesto in inglese che cosa stavamo cercando. Parlotta parlotta, ne abbiamo subito approfittato per dirgli che stavamo cercando un lavoretto, possibilmente come insegnanti di italiano/inglese (qui gli insegnanti prendono uno stipendio da occidentale in un Paese in cui si vive con moooolto meno), nel caso sentisse di qualche scuola che ne avesse bisogno. Lui ci ha detto che nella sua scuola (appunto l’edificio che stavamo guardando) insegnavano inglese, ma cercavano insegnanti di madrelingua; tuttavia potevamo andare nel suo ufficio a conoscere il suo staff, per vedere se potevano trovarci qualcosa. Tutte speranzose ce ne siamo tornate in camera, e poi preparate per la nostra ultima cena (quella descritta nel post precedente).
Lunedì abbiamo pagato la casa, in ritardo di due giorni (il contratto partiva dal 14, ma per i vari motivi che sapete non abbiamo potuto trasferirci in tempo), poi nel pomeriggio siamo andate nell’ufficio del tizio. Il suo staff era composto da una sola donna cinese che parlava inglese, che ci ha osservate al microscopio per un tempo interminabile. Ci ha detto che cercavano insegnanti di madrelingua, che noi abbiamo l’accento italiano e lei aveva paura che potessimo influenzare gli studenti. Poi alcuni di loro erano già stati a studiare in America e in Scozia, quindi il livello è molto alto. Per la serie: non andate bene, dove cacchio credete di andare? Noi non aspiravamo certo a un incarico nell’Università, ma sto tipo insisteva a dire che aveva apprezzato il nostro spirito d’iniziativa e la nostra buona volontà e desiderio di metterci in gioco, che anche sua figlia sta studiando negli USA, insomma… ci ha prese in simpatia, e tanto ha detto e tanto ha fatto, che è sceso a compromessi con la donna, che alla fine ha dovuto capitolare, anche perché lui è il capo quindi l’ultima parola è la sua. Ci ha offerto di lavorare in Università non proprio come insegnanti, ma come… boh non so come definirlo… In pratica, faremo 4 ore a testa a settimana, separatamente, ore non obbligatorie per gli studenti, in cui dovremo farli parlare. Lezione di speaking, praticamente. Saremo in prova un mese, e vedremo se gli studenti verranno, se lo troveranno utile, o se invece si lamenteranno o non verranno proprio. In base al loro giudizio, quindi, procederemo. La paga non è altissima rispetto a quel che prendono degli insegnanti, ma non è male, e ci permetterebbe di pagarci le spese. Per di più, l’università è all’interno del nostro stesso campus, quindi risparmieremmo in tempo e trasporti. Non sarebbe malaccio, se ci sentissimo all’altezza… Ma Ale non è convinta, sebbene il suo inglese sia ottimo e abbia già lavorato come assistente a un’insegnante in Finlandia; e a me viene da ridere anche solo a pensarci, visto che ho una pronuncia inglese orribile. Ma ci siamo trovate impantanate in questa situazione, e cosa potevamo fare? Abbiamo pensato di parlarne tra noi, mentre aspettavamo l’incontro per ulteriori chiarimenti.
Martedì è venuto un tecnico nella casa nuova, chiamato dalla padrona ad aggiustare il riscaldamento… e una l’abbiamo risolta. Mercoledì invece è venuto un altro tizio ad aggiustare il gabinetto… siamo sfortunate coi gabinetti!! Questi tecnici cinesi lasciano un po’ perplessi… il primo si è presentato a mani nude, e ha solo pacioccato le manopole qua e là… fatto sta che poi tutto funzionava. Il secondo è venuto con uno “spara-silicone” avvolto in un foglio di giornale… ha sistemato il gabinetto, il lavandino (non sapete che puzza c’era in quel bagno… immaginate: tutto il gabinetto si alzava dal pavimento!!), poi già che c’era ha siliconato pure il lavandino e il rubinetto della cucina. Non era il metodo di risoluzione problemi che avrebbe adottato un tecnico italiano, ma qui non si può pretendere, perciò ringraziamo già che sia venuto. Da lunedì mi ha ripreso il male al ginocchio, stavolta il sinistro: troppe posizioni proibitive per me in questi giorni, dal bidè nella bacinella al pulire il box doccia ai milioni di scale salite e scese. Mi è venuto talmente male che non riuscivo manco a fare le scale normalmente, dovevo mettermi a fare dei piccoli saltelli ridicoli, e in dormitorio siamo al secondo piano, e va ancora bene, anche perché c’è l’ascensore, ma le lezioni sono al 4° piano, e la casa nuova al 3°, quindi è stato un suicidio!
Sempre mercoledì siamo andate a incontrare la donna dello staff. E’ palese che ci odia, non ci ha minimamente considerate e quando si rivolge a noi si capisce chiaramente cosa pensa. Noi ci sentiamo molto a disagio con questo suo atteggiamento, e non siamo molto convinte. Ma lei ci ha già presentato il contratto pronto da firmare, ci ha chiarito tutti i dubbi, quindi lo abbiamo firmato… Ci ha mostrato le classi e ce ne siamo andate, tutt’altro che gioiose… Secondo noi lei stessa ci saboterà: non dirà a nessuno studente di queste lezioni, così che nessuno verrà e potrà interrompere il contratto. Ci spiace anche non lavorare insieme, anche se almeno possiamo fare le stesse lezioni visto che abbiamo gruppi diversi, ma forse sarà la volta buona che sarò costretta a cavarmela in inglese e cinese senza che Ale mi risolva sempre tutto. Cominciamo martedì.
Giovedì, tutte bene informate da una compagna inglese che l’ha già fatto, ci siamo mosse per il permesso di soggiorno: siamo andate in ospedale a ritirare gli esiti dei nostri esami (anche lì, al momento di farli c’era stato da discutere per convincerli a non farci rifare gli esami del sangue, visto che le avevamo già fatte –e pagate- in Italia). Prendi i vari bus, cammina cammina, entra, chiedi, vai a quello sportello, spostati nell’altro, indovinate un po’? Ma ovvio, no? Ci voleva un modulo che noi non avevamo portato. Alessia era stanca, male al piede, provata, si è semi-accasciata davanti allo sportello e ha chiesto col più grande scazzo del mondo se non potevano fare in altro modo, perché eravamo già piene di problemi, quindi di altri non ce n’era proprio bisogno. Alessia è piccolina come me, sembra innocua, poi però quando si stufa si stufa: ha un modo di parlare che ti stende, hai paura a non assecondarla. E’ quello che devono aver provato le due infermiere, che ci hanno detto di scrivere una dichiarazione e ci hanno dato sti benedetti esami. E un’altra è andata.
Al ritorno, visto che ne abbiamo trovata una per strada, siamo passate dalla China Unicom, a chiedere di installare Internet in casa. Fatta una coda di mezz’ora, viene fuori che senza permesso di soggiorno, niente connessione. Vi risparmio i mille problemi di udito della ragazza, che continuava a ripeterci che non era possibile anche se noi avevamo cambiato domanda, comunque niente, tornate a casa stanche e scoglionatissime, visto che a nessuno era venuto in mente di dirci che senza permesso di soggiorno non potevamo avere la connessione. Tra tutte le beghe di queste settimane, sapendo che per il permesso di soggiorno avevamo tempo fino al 25, abbiamo dato la precedenza alla casa. Ma se avessimo saputo che ci giocavamo l’Internet, magari ci saremmo mosse prima. Invece, visto che la polizia a quanto dicono ci metterà 2 settimane a rilasciarci il permesso, fino a metà aprile non se ne parlerà, e allora cosa facciamo?? Non ha senso pagare un mese intero per usarla solo 15 giorni. Insomma… che barba!! E non avremo neanche più l’internet gratis e lentissimo del dormitorio, visto che non risiederemo più lì.
Venerdì con tutto il po’ po’ di documenti, andiamo nella pausa tra una lezione e l’altra nell’ufficio dei visti studenti. Prima passiamo a fare delle fotocopie, e mentre siamo nel gabbiotto della portinaia c’è una ragazza cinese molto frou frou (capelli arricciati e gonfissimi… più gonfi dei miei, il che è tutto dire…) che mi fissa, poi mi si avvicina e blatera qualcosa in cinese. Io capivo solo “Wo zai xun zhao piaoliang de nu er, ni hen piaoliang” (=sto cercando belle ragazze, tu sei bella), ma l’ho sbolognata dicendole di aspettare, visto che avevamo le braccia colme di fotocopie e fogli vari. Ma questa era un osso duro, ci ha seguite in ufficio e mi ha fatta parlare col professore, che mi ha parlato di foto e di soldi che avrei ricevuto se avessi accettato. Io non stavo capendo niente, volevo solo risolvere sta cosa del visto, ma poi ho visto fuori dalla porta altre due ragazze che conoscevo di vista, tedesche, perplesse quanto me, reclutate dalla stessa tizia. Per fortuna c’era pure un ragazzo che faceva da interprete per tutte, e ci ha spiegato che volevano farci delle foto, e ci avrebbero pagate 100 yuan all’ora. Più di quel che ci dà l’università per le lezioni di speaking!! Insomma… non ero sola, quindi ho lasciato il numero dicendo di sì. Ora vediamo se mi chiamano o se era tutto un bluff. Ahahahhhaha!!! Solamente in Cina io, tappa come sono, avrei potuto essere reclutata come modella!!!
Tornata in ufficio, dopo la coda, finalmente arriva il nostro turno. Ovviamente, vuoi che non ci siano diecimila problemi? Ma certo che sì. Un casino allucinante solo perché ci trasferivamo. Insomma… abbiamo perso l’ora di lezione. Un casino incredibile, e alla fine il pomeriggio siamo andate dove ci ha indicato a lasciare passaporto e tutto il resto, lunedì dovremo portare il foglietto a Liu laoshi (prof. Liu), poi il 30 andare a ritirare il passaporto e il permesso di soggiorno. Dopodiché, dovremo andare dalla Polizia a dire che abbiamo cambiato casa. Non so cosa farà la polizia, sarebbe troppo bello se modificasse l’indirizzo al computer e ci lasciasse andare col nostro permesso, e noi potessimo passare subito a farci fare la connessione a internet. Sappiamo che non andrà così liscia, ormai conosciamo bene la nostra sfortuna.
Siamo andate nella casa nuova a pulire cucina e salone. Tutto funzionava perfettamente, a parte le prese nelle nostre camere, ma le avevamo già provate e andavano, quindi credevamo fosse un problema di ciabatta, e non ci siamo preoccupate più di tanto. Il trasloco era previsto per sabato, primo giorno di primavera: nonostante le varie beghe burocratiche, il sole splendeva nel cielo limpido, la casa era calda e pulita, e noi eravamo contente. La sera abbiamo lavorato sulle relazioni sociali chiacchierando tutta la sera con un ragazzo russo che mi aveva approcciata il giorno prima, e uno del Kazakistan mezzo poliglotta. Insomma, serata piacevole, e invito a uscire per la sera dopo, a vedere qualche parte della città. Alèèèèèèèèèèèèè!!!
Sabato ci siamo svegliate sotto la pioggia. Nooooooooooo e ti pareva che dovevamo traslocare e la sera uscire!!! Mattinata passata a impacchettare e a depilarsi.. per sfruttare fino all’ultimo la corrente del dormitori! Poi, cariche come muli sardi, siamo partite sotto la pioggia con zainoni enormi a spalle, il trolley, borsa coi libri, altre borse, e ombrello. Ce la siamo fatta a piedi fino alla casa nuova, arrivando non so come. Saranno 10 minuti abbondanti credo, ma vi giuro sono sembrati un’eternità. Abbiamo smollato la roba e siamo tornate indietro per il secondo giro. Per strada abbiamo preso una patata dolce per pranzare. Ci siamo innamorate delle patate dolci e la signora ormai ci conosce e ci saluta sempre.
Abbiamo terminato di impacchettare tutto, poi abbiamo portato tutto giù per chiamare un taxi. La fuwuyuan alla reception ci ha chiesto se stavamo traslocando, e ci ha detto, sapete cosa?? Che per spostarci dovevamo avere il permesso di Liu laoshi!!! Lo stesso dei visti!!! Ma è una persecuzione!!! Ma adesso bisogna pure avere i permessi per traslocare??? Ma cosa pensano, di tirarmi per le gambe se io voglio andare via? Adesso ci manca solo più sto professore non ci voglia dare il permesso finché non abbiamo quello di soggiorno, perché se succede così la Cina o almeno Qingdao scomparirà dalla faccia della terra, e se accadrà saprete chi è stato.
Comunque, abbiamo traslocato. Abbiamo dato la mancia al taxi per farlo stare fermo mentre noi portavamo su la roba, visto che pioveva, ma sto cafone si è preso la mancia, ha scaricato tutto lì sotto la pioggia e se ne è andato. Che furbone! Va beh, ormai a ste inezie non ci facciamo manco più caso, quindi ci siamo fatte i nostri 4 giri su e giù. Arriviamo in casa, e non avevamo ancora finito di dire “Oooohhhh, ce l’abbiamo fatta, il grosso è andato!”, che ci siamo accorte che… il riscaldamento non funzionava!!! Avete presente quando davvero non sai più cosa pensare, e non ti viene altro che da ridere? Cosa dovevamo fare? Avevamo appena finito di traslocare, e la casa stava diventando fredda e non aveva l’acqua calda. Per di più… un terribile odore di gas. Oddio!!!! Ma basta, che cos’avremmo mai fatto di male??? Sarà mica perché sporcavamo il bagno delle fuwuyuan? Che poi lo lasciavamo sempre bello lindo…
Chiama l’agenzia, che chiama la padrona e ci dice che un tecnico arriverà dalle 15 alle 16. Noi stiamo in casa tutto il pomeriggio ad aspettarlo e… l’avete visto voi? Noi no. Poi mi sono accorta che anche le luci non funzionavano… Allora era saltata la corrente!! Meno male, abbiamo pensato, non è un problema del riscaldamento. Ma la sera si avvicinava, cosa facevamo noi senza luci? Poi, mentre pulivamo, foderavamo gli armadi e sistemavamo la roba, raffreddandoci sempre più, all’improvviso la corrente è tornata! E con lei anche il riscaldamento e l’acqua calda. Per fortuna!! Ovviamente aveva smesso di piovere non appena noi avevamo finito di traslocare… quando si dice il caso.
Alle 18 siamo tornate al dormitorio per l’ultimo giro di trasporti, e per nutrirci. A me l’idea di fare la spesa nel mercatino puzzolente, tornare a casa e mettermi a cucinare verdura bollita in una cucina non ancora sistemata dava sui nervi, così ho detto ad Ale che le offrivo la cena, e siamo uscite prestissimo perché eravamo mezze svenute dalla fame. Volevamo andare al solito posto della zona che conosciamo, ma poi ci siamo trovate nella via piena dei banchetti nel pieno del movimento: fumi e odori diversi da tutte le parti, e un sacco di gente che cenava così. Abbiamo pensato di prenderci il pane dell’altra volta e di provare a portarcelo al ristorante come accompagnamento, ma poi abbiamo trovato lo stesso pane farcito con carne di pollo... carne!!! Lo abbiamo preso.. e abbiamo fatto bene, perché sapeva di kebab, ed era molto buono. Abbiamo mangiato ancora qualcosa e poi siamo tornate a casa. In dormitorio abbiamo riempito gli zaini ancora una volta e ci siamo dirette a casa. Che bello!! Non più gelata, già con le nostre cosine in giro, gli asciugamani in bagno, i nostri prodotti, le lenzuola colorate sui letti… Ora sì che sembrava una casa!! E soprattutto, non era andata a fuoco come ormai ci saremmo quasi aspettate. Proviamo ad attaccare l’altra ciabatta funzionante alle prese in camera e… non va! Noooooooooo ma come!!! Una volta andava, ma com’è possibile??? Insomma, vuol dire che manco il portatile possiamo attaccare!! Poi vado a leggere sui contatori, ce ne sono due giù. In uno mi sembra ci sia scritto ‘camere’, nell’altro ‘soggiorno’. Proviamo a tirarli su? Ale era preoccupatissima, temeva succedesse qualcosa, ma in fondo eran solo contatori no? Così li abbiamo alzati e… Ooooohhh là! Era proprio quella la cosa da fare!! Adesso funziona tutto! Io ho inaugurato personalmente il bagno –con una certa ansia, devo dire, visto che qui gli scarichi sono molto deboli e non abbiamo più il bagno delle fuwuyuan come ripiego-, e tutto è andato bene, poi ho pure inaugurato la doccia, e di nuovo tutto è andato benone!! L’acqua non esce più, e anche la puzza è sparita! E’ stato bellissimo farsi la doccia all’ora che volevo, senza dover rispettare degli orari per l’acqua calda, che non sono mai puntuali, lavarsi senza allagare tutto quanto, dentro il box, e non doversi cambiare le ciabatte ogni volta che entri ed esci, perché è tutto bagnato. Adesso sono nel mio lettone, sotto la coperta, ho passato la serata a scrivere. Che le cose inizino ad andar bene? Non osiamo sperarlo. Però siamo in casa, che è ancora bella fredda, rispetto al dormitorio, ma speriamo si scaldi presto. Fuori soffia un vento fortissimo, spero spazzi via tutte le nuvole e domani di svegliarmi con la luce del sole che si riflette sul mare che vedo dalla finestra.
Stasera alla fine non siamo uscite coi due ragazzi perché non li abbiamo più trovati, tra i vari traslochi, ma tanto fa così freddo e siamo così distrutte che rimandare non ci dispiace poi così tanto. Sono contenta di essere riuscita a scrivere tutte le ultime avventure. Il male al ginocchio è molto migliorato, quindi vado a nanna col sorriso con le labbra, nella mia nuova casa!!
Anyway, fossero questi i problemi maggiori! Almeno la dieta dipende esclusivamente dalla nostra volontà, non come tutte le sfighe cinesi che sembrano non finire mai e che chissà chi ce le manda…
Domenica, mentre ancora barcollavamo dall’abbuffata del mattino, appena siamo state in grado di muoverci siamo andate a fare due passi per il campus: non l’avevamo ancora girato tutto, e volevamo scoprire se c’era un campetto sportivo per allenarci. Per la strada ci siamo imbattute in un edificio scolastico, e ci siamo fermate a leggere la scritta. Proprio in quel momento si è fermato un macchinone, ne è sceso un cinese grassissimo, e ci ha chiesto in inglese che cosa stavamo cercando. Parlotta parlotta, ne abbiamo subito approfittato per dirgli che stavamo cercando un lavoretto, possibilmente come insegnanti di italiano/inglese (qui gli insegnanti prendono uno stipendio da occidentale in un Paese in cui si vive con moooolto meno), nel caso sentisse di qualche scuola che ne avesse bisogno. Lui ci ha detto che nella sua scuola (appunto l’edificio che stavamo guardando) insegnavano inglese, ma cercavano insegnanti di madrelingua; tuttavia potevamo andare nel suo ufficio a conoscere il suo staff, per vedere se potevano trovarci qualcosa. Tutte speranzose ce ne siamo tornate in camera, e poi preparate per la nostra ultima cena (quella descritta nel post precedente).
Lunedì abbiamo pagato la casa, in ritardo di due giorni (il contratto partiva dal 14, ma per i vari motivi che sapete non abbiamo potuto trasferirci in tempo), poi nel pomeriggio siamo andate nell’ufficio del tizio. Il suo staff era composto da una sola donna cinese che parlava inglese, che ci ha osservate al microscopio per un tempo interminabile. Ci ha detto che cercavano insegnanti di madrelingua, che noi abbiamo l’accento italiano e lei aveva paura che potessimo influenzare gli studenti. Poi alcuni di loro erano già stati a studiare in America e in Scozia, quindi il livello è molto alto. Per la serie: non andate bene, dove cacchio credete di andare? Noi non aspiravamo certo a un incarico nell’Università, ma sto tipo insisteva a dire che aveva apprezzato il nostro spirito d’iniziativa e la nostra buona volontà e desiderio di metterci in gioco, che anche sua figlia sta studiando negli USA, insomma… ci ha prese in simpatia, e tanto ha detto e tanto ha fatto, che è sceso a compromessi con la donna, che alla fine ha dovuto capitolare, anche perché lui è il capo quindi l’ultima parola è la sua. Ci ha offerto di lavorare in Università non proprio come insegnanti, ma come… boh non so come definirlo… In pratica, faremo 4 ore a testa a settimana, separatamente, ore non obbligatorie per gli studenti, in cui dovremo farli parlare. Lezione di speaking, praticamente. Saremo in prova un mese, e vedremo se gli studenti verranno, se lo troveranno utile, o se invece si lamenteranno o non verranno proprio. In base al loro giudizio, quindi, procederemo. La paga non è altissima rispetto a quel che prendono degli insegnanti, ma non è male, e ci permetterebbe di pagarci le spese. Per di più, l’università è all’interno del nostro stesso campus, quindi risparmieremmo in tempo e trasporti. Non sarebbe malaccio, se ci sentissimo all’altezza… Ma Ale non è convinta, sebbene il suo inglese sia ottimo e abbia già lavorato come assistente a un’insegnante in Finlandia; e a me viene da ridere anche solo a pensarci, visto che ho una pronuncia inglese orribile. Ma ci siamo trovate impantanate in questa situazione, e cosa potevamo fare? Abbiamo pensato di parlarne tra noi, mentre aspettavamo l’incontro per ulteriori chiarimenti.
Martedì è venuto un tecnico nella casa nuova, chiamato dalla padrona ad aggiustare il riscaldamento… e una l’abbiamo risolta. Mercoledì invece è venuto un altro tizio ad aggiustare il gabinetto… siamo sfortunate coi gabinetti!! Questi tecnici cinesi lasciano un po’ perplessi… il primo si è presentato a mani nude, e ha solo pacioccato le manopole qua e là… fatto sta che poi tutto funzionava. Il secondo è venuto con uno “spara-silicone” avvolto in un foglio di giornale… ha sistemato il gabinetto, il lavandino (non sapete che puzza c’era in quel bagno… immaginate: tutto il gabinetto si alzava dal pavimento!!), poi già che c’era ha siliconato pure il lavandino e il rubinetto della cucina. Non era il metodo di risoluzione problemi che avrebbe adottato un tecnico italiano, ma qui non si può pretendere, perciò ringraziamo già che sia venuto. Da lunedì mi ha ripreso il male al ginocchio, stavolta il sinistro: troppe posizioni proibitive per me in questi giorni, dal bidè nella bacinella al pulire il box doccia ai milioni di scale salite e scese. Mi è venuto talmente male che non riuscivo manco a fare le scale normalmente, dovevo mettermi a fare dei piccoli saltelli ridicoli, e in dormitorio siamo al secondo piano, e va ancora bene, anche perché c’è l’ascensore, ma le lezioni sono al 4° piano, e la casa nuova al 3°, quindi è stato un suicidio!
Sempre mercoledì siamo andate a incontrare la donna dello staff. E’ palese che ci odia, non ci ha minimamente considerate e quando si rivolge a noi si capisce chiaramente cosa pensa. Noi ci sentiamo molto a disagio con questo suo atteggiamento, e non siamo molto convinte. Ma lei ci ha già presentato il contratto pronto da firmare, ci ha chiarito tutti i dubbi, quindi lo abbiamo firmato… Ci ha mostrato le classi e ce ne siamo andate, tutt’altro che gioiose… Secondo noi lei stessa ci saboterà: non dirà a nessuno studente di queste lezioni, così che nessuno verrà e potrà interrompere il contratto. Ci spiace anche non lavorare insieme, anche se almeno possiamo fare le stesse lezioni visto che abbiamo gruppi diversi, ma forse sarà la volta buona che sarò costretta a cavarmela in inglese e cinese senza che Ale mi risolva sempre tutto. Cominciamo martedì.
Giovedì, tutte bene informate da una compagna inglese che l’ha già fatto, ci siamo mosse per il permesso di soggiorno: siamo andate in ospedale a ritirare gli esiti dei nostri esami (anche lì, al momento di farli c’era stato da discutere per convincerli a non farci rifare gli esami del sangue, visto che le avevamo già fatte –e pagate- in Italia). Prendi i vari bus, cammina cammina, entra, chiedi, vai a quello sportello, spostati nell’altro, indovinate un po’? Ma ovvio, no? Ci voleva un modulo che noi non avevamo portato. Alessia era stanca, male al piede, provata, si è semi-accasciata davanti allo sportello e ha chiesto col più grande scazzo del mondo se non potevano fare in altro modo, perché eravamo già piene di problemi, quindi di altri non ce n’era proprio bisogno. Alessia è piccolina come me, sembra innocua, poi però quando si stufa si stufa: ha un modo di parlare che ti stende, hai paura a non assecondarla. E’ quello che devono aver provato le due infermiere, che ci hanno detto di scrivere una dichiarazione e ci hanno dato sti benedetti esami. E un’altra è andata.
Al ritorno, visto che ne abbiamo trovata una per strada, siamo passate dalla China Unicom, a chiedere di installare Internet in casa. Fatta una coda di mezz’ora, viene fuori che senza permesso di soggiorno, niente connessione. Vi risparmio i mille problemi di udito della ragazza, che continuava a ripeterci che non era possibile anche se noi avevamo cambiato domanda, comunque niente, tornate a casa stanche e scoglionatissime, visto che a nessuno era venuto in mente di dirci che senza permesso di soggiorno non potevamo avere la connessione. Tra tutte le beghe di queste settimane, sapendo che per il permesso di soggiorno avevamo tempo fino al 25, abbiamo dato la precedenza alla casa. Ma se avessimo saputo che ci giocavamo l’Internet, magari ci saremmo mosse prima. Invece, visto che la polizia a quanto dicono ci metterà 2 settimane a rilasciarci il permesso, fino a metà aprile non se ne parlerà, e allora cosa facciamo?? Non ha senso pagare un mese intero per usarla solo 15 giorni. Insomma… che barba!! E non avremo neanche più l’internet gratis e lentissimo del dormitorio, visto che non risiederemo più lì.
Venerdì con tutto il po’ po’ di documenti, andiamo nella pausa tra una lezione e l’altra nell’ufficio dei visti studenti. Prima passiamo a fare delle fotocopie, e mentre siamo nel gabbiotto della portinaia c’è una ragazza cinese molto frou frou (capelli arricciati e gonfissimi… più gonfi dei miei, il che è tutto dire…) che mi fissa, poi mi si avvicina e blatera qualcosa in cinese. Io capivo solo “Wo zai xun zhao piaoliang de nu er, ni hen piaoliang” (=sto cercando belle ragazze, tu sei bella), ma l’ho sbolognata dicendole di aspettare, visto che avevamo le braccia colme di fotocopie e fogli vari. Ma questa era un osso duro, ci ha seguite in ufficio e mi ha fatta parlare col professore, che mi ha parlato di foto e di soldi che avrei ricevuto se avessi accettato. Io non stavo capendo niente, volevo solo risolvere sta cosa del visto, ma poi ho visto fuori dalla porta altre due ragazze che conoscevo di vista, tedesche, perplesse quanto me, reclutate dalla stessa tizia. Per fortuna c’era pure un ragazzo che faceva da interprete per tutte, e ci ha spiegato che volevano farci delle foto, e ci avrebbero pagate 100 yuan all’ora. Più di quel che ci dà l’università per le lezioni di speaking!! Insomma… non ero sola, quindi ho lasciato il numero dicendo di sì. Ora vediamo se mi chiamano o se era tutto un bluff. Ahahahhhaha!!! Solamente in Cina io, tappa come sono, avrei potuto essere reclutata come modella!!!
Tornata in ufficio, dopo la coda, finalmente arriva il nostro turno. Ovviamente, vuoi che non ci siano diecimila problemi? Ma certo che sì. Un casino allucinante solo perché ci trasferivamo. Insomma… abbiamo perso l’ora di lezione. Un casino incredibile, e alla fine il pomeriggio siamo andate dove ci ha indicato a lasciare passaporto e tutto il resto, lunedì dovremo portare il foglietto a Liu laoshi (prof. Liu), poi il 30 andare a ritirare il passaporto e il permesso di soggiorno. Dopodiché, dovremo andare dalla Polizia a dire che abbiamo cambiato casa. Non so cosa farà la polizia, sarebbe troppo bello se modificasse l’indirizzo al computer e ci lasciasse andare col nostro permesso, e noi potessimo passare subito a farci fare la connessione a internet. Sappiamo che non andrà così liscia, ormai conosciamo bene la nostra sfortuna.
Siamo andate nella casa nuova a pulire cucina e salone. Tutto funzionava perfettamente, a parte le prese nelle nostre camere, ma le avevamo già provate e andavano, quindi credevamo fosse un problema di ciabatta, e non ci siamo preoccupate più di tanto. Il trasloco era previsto per sabato, primo giorno di primavera: nonostante le varie beghe burocratiche, il sole splendeva nel cielo limpido, la casa era calda e pulita, e noi eravamo contente. La sera abbiamo lavorato sulle relazioni sociali chiacchierando tutta la sera con un ragazzo russo che mi aveva approcciata il giorno prima, e uno del Kazakistan mezzo poliglotta. Insomma, serata piacevole, e invito a uscire per la sera dopo, a vedere qualche parte della città. Alèèèèèèèèèèèèè!!!
Sabato ci siamo svegliate sotto la pioggia. Nooooooooooo e ti pareva che dovevamo traslocare e la sera uscire!!! Mattinata passata a impacchettare e a depilarsi.. per sfruttare fino all’ultimo la corrente del dormitori! Poi, cariche come muli sardi, siamo partite sotto la pioggia con zainoni enormi a spalle, il trolley, borsa coi libri, altre borse, e ombrello. Ce la siamo fatta a piedi fino alla casa nuova, arrivando non so come. Saranno 10 minuti abbondanti credo, ma vi giuro sono sembrati un’eternità. Abbiamo smollato la roba e siamo tornate indietro per il secondo giro. Per strada abbiamo preso una patata dolce per pranzare. Ci siamo innamorate delle patate dolci e la signora ormai ci conosce e ci saluta sempre.
Abbiamo terminato di impacchettare tutto, poi abbiamo portato tutto giù per chiamare un taxi. La fuwuyuan alla reception ci ha chiesto se stavamo traslocando, e ci ha detto, sapete cosa?? Che per spostarci dovevamo avere il permesso di Liu laoshi!!! Lo stesso dei visti!!! Ma è una persecuzione!!! Ma adesso bisogna pure avere i permessi per traslocare??? Ma cosa pensano, di tirarmi per le gambe se io voglio andare via? Adesso ci manca solo più sto professore non ci voglia dare il permesso finché non abbiamo quello di soggiorno, perché se succede così la Cina o almeno Qingdao scomparirà dalla faccia della terra, e se accadrà saprete chi è stato.
Comunque, abbiamo traslocato. Abbiamo dato la mancia al taxi per farlo stare fermo mentre noi portavamo su la roba, visto che pioveva, ma sto cafone si è preso la mancia, ha scaricato tutto lì sotto la pioggia e se ne è andato. Che furbone! Va beh, ormai a ste inezie non ci facciamo manco più caso, quindi ci siamo fatte i nostri 4 giri su e giù. Arriviamo in casa, e non avevamo ancora finito di dire “Oooohhhh, ce l’abbiamo fatta, il grosso è andato!”, che ci siamo accorte che… il riscaldamento non funzionava!!! Avete presente quando davvero non sai più cosa pensare, e non ti viene altro che da ridere? Cosa dovevamo fare? Avevamo appena finito di traslocare, e la casa stava diventando fredda e non aveva l’acqua calda. Per di più… un terribile odore di gas. Oddio!!!! Ma basta, che cos’avremmo mai fatto di male??? Sarà mica perché sporcavamo il bagno delle fuwuyuan? Che poi lo lasciavamo sempre bello lindo…
Chiama l’agenzia, che chiama la padrona e ci dice che un tecnico arriverà dalle 15 alle 16. Noi stiamo in casa tutto il pomeriggio ad aspettarlo e… l’avete visto voi? Noi no. Poi mi sono accorta che anche le luci non funzionavano… Allora era saltata la corrente!! Meno male, abbiamo pensato, non è un problema del riscaldamento. Ma la sera si avvicinava, cosa facevamo noi senza luci? Poi, mentre pulivamo, foderavamo gli armadi e sistemavamo la roba, raffreddandoci sempre più, all’improvviso la corrente è tornata! E con lei anche il riscaldamento e l’acqua calda. Per fortuna!! Ovviamente aveva smesso di piovere non appena noi avevamo finito di traslocare… quando si dice il caso.
Alle 18 siamo tornate al dormitorio per l’ultimo giro di trasporti, e per nutrirci. A me l’idea di fare la spesa nel mercatino puzzolente, tornare a casa e mettermi a cucinare verdura bollita in una cucina non ancora sistemata dava sui nervi, così ho detto ad Ale che le offrivo la cena, e siamo uscite prestissimo perché eravamo mezze svenute dalla fame. Volevamo andare al solito posto della zona che conosciamo, ma poi ci siamo trovate nella via piena dei banchetti nel pieno del movimento: fumi e odori diversi da tutte le parti, e un sacco di gente che cenava così. Abbiamo pensato di prenderci il pane dell’altra volta e di provare a portarcelo al ristorante come accompagnamento, ma poi abbiamo trovato lo stesso pane farcito con carne di pollo... carne!!! Lo abbiamo preso.. e abbiamo fatto bene, perché sapeva di kebab, ed era molto buono. Abbiamo mangiato ancora qualcosa e poi siamo tornate a casa. In dormitorio abbiamo riempito gli zaini ancora una volta e ci siamo dirette a casa. Che bello!! Non più gelata, già con le nostre cosine in giro, gli asciugamani in bagno, i nostri prodotti, le lenzuola colorate sui letti… Ora sì che sembrava una casa!! E soprattutto, non era andata a fuoco come ormai ci saremmo quasi aspettate. Proviamo ad attaccare l’altra ciabatta funzionante alle prese in camera e… non va! Noooooooooo ma come!!! Una volta andava, ma com’è possibile??? Insomma, vuol dire che manco il portatile possiamo attaccare!! Poi vado a leggere sui contatori, ce ne sono due giù. In uno mi sembra ci sia scritto ‘camere’, nell’altro ‘soggiorno’. Proviamo a tirarli su? Ale era preoccupatissima, temeva succedesse qualcosa, ma in fondo eran solo contatori no? Così li abbiamo alzati e… Ooooohhh là! Era proprio quella la cosa da fare!! Adesso funziona tutto! Io ho inaugurato personalmente il bagno –con una certa ansia, devo dire, visto che qui gli scarichi sono molto deboli e non abbiamo più il bagno delle fuwuyuan come ripiego-, e tutto è andato bene, poi ho pure inaugurato la doccia, e di nuovo tutto è andato benone!! L’acqua non esce più, e anche la puzza è sparita! E’ stato bellissimo farsi la doccia all’ora che volevo, senza dover rispettare degli orari per l’acqua calda, che non sono mai puntuali, lavarsi senza allagare tutto quanto, dentro il box, e non doversi cambiare le ciabatte ogni volta che entri ed esci, perché è tutto bagnato. Adesso sono nel mio lettone, sotto la coperta, ho passato la serata a scrivere. Che le cose inizino ad andar bene? Non osiamo sperarlo. Però siamo in casa, che è ancora bella fredda, rispetto al dormitorio, ma speriamo si scaldi presto. Fuori soffia un vento fortissimo, spero spazzi via tutte le nuvole e domani di svegliarmi con la luce del sole che si riflette sul mare che vedo dalla finestra.
Stasera alla fine non siamo uscite coi due ragazzi perché non li abbiamo più trovati, tra i vari traslochi, ma tanto fa così freddo e siamo così distrutte che rimandare non ci dispiace poi così tanto. Sono contenta di essere riuscita a scrivere tutte le ultime avventure. Il male al ginocchio è molto migliorato, quindi vado a nanna col sorriso con le labbra, nella mia nuova casa!!
Oh care ragazze mie! scusatemi ma mi viene da pensare 'ma chi ve lo ha fatto fare????' ma conosco già la risposta per cui vi dico solo di andare avanti a denti stretti, il sole splenderà ... prima o poi!
ReplyDeletevi abbraccio forte forte forte
dida
mi leggo le tue avventure tutte di un fiato! ormai sei un appuntamento fisso... Notizie dalla cina!!!! Dai vedi che piano piano va tutto A posto! e brava la nostra nuova insegnate di conversazione inglese,modella, azienda trasporti.... insomma tuttologa anche per necessità;D eheheh!!! Un abbraccio!!!!
ReplyDeleteCome mi piace leggere delle tue disavventure! :)
ReplyDeleteDai Gaijina, alla fine però le cose si stanno mettendo a posto: diventerai una grande top-model in Cina, eh eh! Dai, siete riuscite a traslocare, anche se sotto la pioggia vabbè, e avete pure trovato un lavoro... per quello, magari mettete dei volantini in giro per il campus per chiamare gli studenti a raccolta... o bisogna chiedere i permessi pure per appiccicare foglietti sui muri??? Spero di no! Buona fortuna!!!
ReplyDeleteDIDA: ma quando?? quando quando quando??? ciao carissima, percepisco la tua ansia di mamma attraverso internet, pensa un po'!! stai tranquilla che nonostante tutto non ci facciamo abbattere!!
ReplyDeleteMAYA: ma cara, ma dici davvero??? ma che bello!!! almeno qualcosa di positivo c'e, nonostante tutto!! azienda trasporti mi mancava... e la tizia alla fine non mi ha mica chiamata per fare le foto... mi sembrava strano e troppo bello per eesere vero!!
NIGHTY: come mi piace leggere le tue ricette, guardare le tue fotografie! come mi dispiace non poterle cucinareeeeeeeeee!!!
BABI: ahahhaha si, probabile che ci voglia un permesso davvero!!! ma ci siamo gia mosse in tal senso: abbiamo chiesto ad un amico di dire al ragazzo cinese di una sua amica di andare tutti alle lezioni delle due italiane... giusto per smacco alla boss cattiva!!!