What a Man! What a Man I married. Dovrei ricordare a me stessa più spesso quanto sia fortunata, invece di soccombere alle difficoltà quotidiane che tendono a prendersi tutta la mia attenzione.
Qualche mese fa abbiamo fatto testamento. La cosa mi ha turbata un po', perché mi sono resa conto, per la prima volta, che ho paura di morire. Prima non ci pensavo più di tanto, invece ora è diverso. Non per il morire di per sé, ma per tutto ciò che mi perderei. Vedere i miei figli crescere, imparare cose nuove, incontrare nuovi amici, fare i primi viaggi, farsi la barba e depilarsi la gambe la prima volta, il primo fidanzato/a, la prima sigaretta, la prima sbornia, la scuola, le vacanze, le prime delusioni d'amore, e poi vederli diventare adulti e mettere la testa a posto, portare a casa la persona che hanno scelto, potermi sentire felice per loro, i nipotini, il Natale, il Ringraziamento. Voglio esserci per tutto questo. Voglio che loro abbiamo una mamma con cui condividere queste cose. So che se mi dovesse succedere qualcosa sarebbe meglio per loro se Adam si risposasse e loro avessero un'altra persona, ma la verità è che sta prospettiva non mi piace affatto. Evviva l'onestà! Sarò egoista, ma non mi va giù l'idea di essere rimpiazzata, che qualcun'altra possa vivere quello che io mi sono persa. Quindi niente, non voglio morire giovane.
Durante questo momento di turbamento, ho chiesto ad Adam che cosa avrebbe detto ai miei figli di me, se io fossi morta presto e loro gli avessero chiesto di parlargli di me. Lui, dopo almeno un minuto di silenzio, non è riuscito a spiccicare parola e ha iniziato a balbettare dicendo che l'avevo colto alla sprovvista. Alla fine ha tirato fuori un paio di frasi di una banalità imbarazzante che mi hanno solo ferita e accresciuto la mia paura di morire, sapendo che avrei lasciato un ricordo cosí banale. Ero tanto sconvolta che ho anche pianto, e il giorno dopo ho scritto a Willy e Denise chiedendogli il permesso di fare i loro nomi nella lettera ai miei figli, dove mi raccomandavo di rivolgersi a loro se mai avessero voluto sapere qualcosa su di me.
Adam mi ha conosciuta dopo tutti i miei amici, e la Ele che conosce lui è, evidentemente, molto diversa da quella che io e i miei amici di sempre conoscono. È come se la Ele di adesso, moglie e madre, in un paese straniero in cui non mi sento ancora a casa, fosse scollegata con la Ele originale, che io sento ancora di essere, e di cui lui non sospetta nemmeno l'esistenza. Per me è importante essere ricordata anche per le cose che sono successe prima di diventare la persona che sono adesso. Per questo ho scritto una lettera ai miei figli, e ho messo l'indirizzo di questo blog. C'è una parte importante di vita, scritta qui, e se loro vorranno (e se conosceranno l'italiano abbastanza bene da poterlo leggere), potranno entrarci e scoprire i miei segreti.
Adam non è un romantico. Non lo è mai stato, e quando l'ho scelto lo sapevo benissimo. Ho deciso che preferivo i fatti alle parole, e lui i fatti portava. Però, con gli anni, a una romantica come me le parole cominciano a mancare. Le parole, i gesti, siamo talmente alienati da tutto ciò, che io ho imparato a non aspettarmeli, cosí da non restare delusa. Non solo, faccio anche finta che non mi piacciano, mascherando dietro un falso cinismo quanto in realtà li desideri.
Io adoro libri e film strappalacrime, le commedie a lieto fine, anche sapendo che il principe azzurro non c'è e che è tutta finzione, tiro comunque un lungo sospiro in presenza dell'Amore vero sugli schermi. Adam farebbe una faccia e si farebbe una grassa risata.
Oggi era il nostro settimo anniversario. Non abbiamo mai fatto nulla se non forse mangiare fuori prima che arrivassero i bambini. Stamattina lui ha preparato la colazione per tutti, con uova e pancakes, e poi a tavola c'erano un pacco e un biglietto per me. Io non me l'aspettavo, e non avevo nulla. La curiosità ha vinto e ho aperto il pacco, dove c'era il set dei Lego di Friends. L'idea era di darmi qualcosa da fare con Tristan, visto che sa che a volte lo sento distante. E il biglietto... Beh il biglietto conteneva una lettera, su cui c'era scritto "Da leggere ai ragazzi dopo il funerale di Ele...".
Mi ha fatto ridere e ho capito subito di cosa si trattava. Ho messo via la lettera perché volevo leggermela poi in pace perché sapevo che avrei voluto essere sola.
Quando finalmente l'ho letta, ho pianto 5 volte. È la prima lettera che Adam mi scrive, ed è bellissima. In realtà è una lettera ai nostri figli, dove parla di me come se io fossi morta. Siamo entrambi vecchi, però, quindi non è macabra o niente di che. Dipinge un ritratto di me in cui non mi riconosco per niente. Ma invece di darmi fastidio, di pensare che non ha capito nulla di come sono in realtà, mi sono resa conto che forse è cosí che lui mi vede, forse sono cambiata, o forse lui conosce solo questo lato di me. E va bene cosí. Non c'è una Ele con una faccia sola, le sfaccettature sono tantissime, e lui ne conosce alcune che altri non conoscono, e ne ignora altre che invece sono familiari ai miei amici di prima.
Ho appena riletto la lettera, è davvero bella come la prima volta. Questo è quello che mi ha fatto innamorare di te, questo tuo sorprendermi con cose facili, semplici, ma che colpiscono perché dimostrano che in realtà mi senti. Questo gesto romantico dietro una presentazione buffa era proprio quello che mi serviva, che mi mancava, la cui assenza ho fatto finta per anni di non notare.
Grazie, Prof. Bear. Sei troppo buono con me. No, non ho rimpianti. Ma in momenti come questo penso che non ti merito.
Ma ti amo sempre, sempre, sempre.
Non rimpiangerò mai tutta la fatica fatta per averti. Sei mio, mio, mio.
:)