Friday, September 23, 2011

Deep Dish Chicago Style Pizza

Inizio questo post scusandomi per le foto ORRENDE, ma non sono al momento in possesso di una macchina fotografica decente, per di più le foto sono state fatte con una luce che faceva altamente pietà. E non sono minimamente capace di usare Photoshop, so… Ma la ricetta è talmente valida e interessante che ho deciso di postarla lo stesso subito e di sostituire le foto alla prossima occasione.
Una sera dell’anno scorso eravamo all’LPG e una ragazza australiana si è avvicinata a me chiedendomi di dove fossi. Sentendo che ero italiana, ha subito iniziato a elogiare la cucina italiana, e ricordando le varie città che aveva visitato e tutte le pizze che si era mangiata.
Poi però, ha detto che, nonostante la fama della pizza italiana, non poteva tuttavia superare la Deep Dish Pizza di Chicago. A sentire questo, il Professore si era messo a ridere, dicendo che capiva benissimo e che era inutile prendermela perché quella pizza è veramente speciale.
Dopo averla cercata invano a Shanghai, avevo fatto alcune ricerche e pensato di provare a farla. Lui ovviamente era contentissmo, dicendo che, se l’avessi fatta, sarebbe stato molto molto colpito.
E così, un anno dopo, mi sono decisa.
Sicuramente non è la stessa cosa, io non avevo alcun ingrediente ‘originale’, ma nonostante tutto mi è piaciuta molto la pasta, che tra l’altro non ho neanche dovuto lavorare a lungo.
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Ingredienti:
258 ml acqua tiepida
503 g farina
1 tsp sale
2 tsp lievito di birra (io ho usato la bustina)
81 ml olio di semi di mais
olio d’oliva (evo)
mozzarella a fette sottilissime molto asciutta
salame/salsiccia cruda
salsa di pomodoro ben scolata
parmigiano, sale, origano, basilico
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Setacciate la farina col sale, poi fate un buco al centro e versateci l’acqua tiepida e il lievito.
Iniziate a mescolare dal centro con una forchetta, prendendo pian piano la farina dai bordi, fino ad avere un miscuglio che potete impastare. Aggiungete l’olio di semi a filo, e continuate a impastare energicamente con le mani, infine formate una palla di pasta. Ungete la palla con un filo d’olio evo, girate la palla per ungerla da tutti I lati, poi lasciatela nella sua ciotola, coperta da un panno, a lievitare.
Io di solito la metto nel forno spento dopo averlo scladato un po’.
Trascorse due ore, la palla dovrebbe essere raddoppiata di volume. Se avete tempo, potete reimpastarla e farla lievitare nuovamente 1 ora-1ora e mezza. Infine, ungete le teglie (a me ne son venute due da 23 e 20cm, più 3 piccole pizzette), e dividete l’impasto. Stendetelo, poi lasciatelo riposare mezz’oretta (renderà più facile stenderlo).
Ristendete bene le pizze, facendo un bordo bello alto.
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Coprite il fondo con la mozzarella (bisognerebbe usare un formaggio asciutto e tagliato sottilissimo), poi distribuite il salame o la salsiccia. Volendo, potete ancora spargere un po’ di mozzarella fresca tritata e del basilico. Coprite tutto con la salsa di pomodoro (che potete anche fare al momento cuocendo brevemente dei pelati con cipolla, aglio e basilico). Salatela se dolce. Infine, cospargete con un mix di parmigiano e origano.
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Cuocete in forno a 230° per 25-30 minuti, nella parte bassa, fino a che il bordo sarà ben dorato.
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Assolutamente impossibile mangiarsi una pizza a testa!!! Ma vale la pena provare, io l’ho fatta con gli ingredienti cinesi e le sottilette invece della mozzarella, ed è riuscita bene!!
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Ingredients:
8.75 oz warm water
17.75 oz All Purpose flour
1 tsp salt
2tsp active dry yeast
2.75 oz corn oil
olive oil
mozzarella cheese
pepperoni or uncooked sausage
6 in 1 crushed tomatoes (drained)
parmesan and oregano mix
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Put the flour and the salt in a bowl (it’s better to sift it first), then make a hole in the centre. Pour the water and the yeast, then start kneading. Add the corn oil, still kneading, and keep kneading until you can form a ball of dough.
Grease well the ball with some olive oil, then let it rise covered with a towel for a couple of hours (I like to let it rise in the warm oven – I heat it up until warm and then I turn it off).
If you have time, after 1.5 hour you can knead it again and let it rise another time.
When the dough has doubled its volume, it’s ready, Grease with olive oil 2 pans (I made one 9inches and one 8inches pan plus 2 small pizzette), and divide the dough equally.
Roll out the pizzas, making high edges.
Spread the slices of mozzarella cheese at the bottom, spread some pepperoni or uncooked sausage, then covered with the tomatoes sauce, add some salt if needed, then add some parmesan-oregano mix at the top, and in the oven at 450°F for 25-30 minutes until the edges become a nice golden brown color.
Enjoy!!

Tuesday, September 6, 2011

Torta alla Ricotta – Ricotta Tarte

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Ricetta presa da qui. E’ stata la prima che ho fatto appena tornata in Italia… Finalmente un dolce alla ricotta!!!I OTTIMA! L’ho fatta una sera che avevamo un’amica di mamma a cena e gliene abbiamo dato un pezzo per sua mamma, la nonna Maddalena, e il giorno dopo Luisa ci ha chiamate per farsi dare la ricetta che quando la badante della nonna ha assaggiato la torta è andata in visibilio e ha voluto la ricetta immediatamente!! Beh, eccola qua…! Smile

Ingredienti:
500 g di ricotta vaccina
200 g di zucchero
4 uova
100 g mandorle tritate (non le avevo…)
uvetta sultanina (se piace)
amaretti 6 (io 3, e bastavano per I miei gusti)
pangrattato per la tortiera
cioccolato a pezzi irregolari (aggiunta mia)
 
Montare 2 uova intere + 2 tuorli con lo zucchero. Quando il composto è ben spumoso aggiungervi la ricotta.
Montare a parte i 2 albumi.
Poi, mescolando delicatamente, incorporare i due albumi, le mandorle, l'uvetta, gli amaretti sbriciolati e il cioccolato tagliato grossolanamente.
Prendere una tortiera da 24 cm di diametro (la torta deve risultare alta): oliarla e cospargerla di pangrattato. Versarvi il composto, livellarlo bene ed infornare: forno statico, 180° per circa 40 minuti. Fate la prova dello stecchino, ma tenete conto che l'impasto non sarà molto asciutto (tuttavia non liquido, ma molto ben sodo!).
Togliete la torta dalla stampo SOLO quando fredda. Cospargere di zucchero a velo.
Conservatela in frigo.
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RICOTTA TARTE
500 g flour
200 g sugar
4 eggs
100 g ground almonds (I didn’t have them)
raisin
3 Amaretti
chocolate
breadcrumbs

Beat the 2 eggs and the yolks with the sugar, until very soft, then add the ricotta cheese.
Beat the eggs whites until stiff, then, incorporate them to the beaten eggs, then add the almonds, the raisin, the crumbled Amaretti and the chocolate roughly cut in irregular pieces.
Grease and cover with breadcrumbs a 9 inches pan. Pour in the batter, then bake at 180°C for 40’.
Use a toothpick to check if the cake is ready. It’s not supposed to be dry, but well firm.
Let the cake cool before cutting it. Keep refrigerated.
Enjoy…!























Tuesday, August 30, 2011

Thai Green Papaya (Mango) Salad – Som-Tam

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Lo scorso sabato, stufa marcia di non far niente, passati davanti a un banco della frutta ho adocchiato I manghi verdi, e ho deciso che avremmo finalmente cucinato thai. Dovevamo fare qualcosa, non darla vinta alla pioggia incessante.
Abbiamo deciso il menù, abbiamo comprato tutto, e la sera abbiamo preparato I nostri piatti. Devo dire che dopo cena eravamo molto più felici e decisamente soddisfatti!! Tra green papaya salad, pocco con la sweet chilli sauce e lo sticky rice, e il mango coconut sticky rice, la cucina si è riempita di odori conosciuti, amati, che ci sono mancati, e, provando a chiudere gli occhi assoporando I piatti, si poteva quasi sentire il rumore del mare ai nostri piedi e percepire e la luce rossa del tramonto all’orizzonte.
La green papaya salad si fa, come il nome stesso suggerisce, con la papaya verde, che qui non si trova, non c’è verso. Al corso di cucina Thai, però, avevano detto che si poteva anche usare il mango verde. Così, stavolta abbiamo provato, e ci siamo buttati! Il risultato è stato ottimo, addirittura dirò che, mentre per A. non è stata una sorpresa perché è il suo piatto preferito, per me, che il troppo piccante non mi piace e quindi in Thailandia non l’avevo mai mangiata, ma solo assaggiata, stavolta me la sono fatta fuori tutta. E piaciuta mi è!!!

Ingredienti:

per la salsa

2 Tbsp di salsa di pesce (questa puzza tantissimo)
3 Tbsp di succo di lime (in teoria dovrebbero essere solo 2, più 1-3 Tbsp di succo di tamarindo, ma chi lo trova qui?)
2 Tbsp zucchero
3 tsp zucchero di cocco/palma

Mischiate il tutto. Semplice, no?

Per l’insalata

3-4 spicchi d’aglio piccoli
2-3 peperoncini rossi
2 manghi verdi
1 carota
pomodori ciliegini
qualche fagiolino verde (crudo)
gamberetti
basilico (io ho usato quello italiano)
arachidi

In un mortaio grande, col pestello smaciullate aglio e peperoncino. Aggiungete I fagiolini tagliati a pezzetti di circa 3cm, pestate leggermente sempre col pestello. Aggiungete la carota a julienne, I pomodori a tocchetti, sempre pestando leggermente, per creare un po’ di succo. Aggiungete infine I manghi a julienne, il basilico, I gamberetti, poi condite con la salsa (circa 3-4 cucchiai, assaggiate prima), servite, e guarnite con la arachidi pestate grossolanamente.

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Ingredients

For the sauce:

2 Tbsp fish sauce (this really stinks)
3 Tbsp lime juice (if you can get the tamarind juice, put 2 Tbsp of lime juice and 1-3 Tbsp of tamarind juice. I love it, I’d used 3)
2Tbsp sugar
3 tsp of palm or coconut sugar

Mix all the ingredients together (pretty simple huh?).

For the salad:

3 red chillies
3-4 cloves of garlic
2 green mangoes
1 carrot
cherry tomatoes
2 long green beans
shrimps
basil
roasted peanuts

Pound the garlic and chillies in a mortar. Add the green beans cut in 3cm length pieces. Crush them slightly with the pestel. Add the shredded carrot (cut in julienne). Pound again a little. Add the tomatoes cut in pieces, pound again so that some sauce comes out.
Add the shredded mangoes, the shrimps, the basil. Serve, and garnish with some peanuts roughly crashed.

Down

Sono viva… non felice, non serena, ma sempre qui.
Non saprei dire che succede esattamente, non è un bel periodo con lui e questo sicuramente è la causa.
Anche se dopo il mio crollo con lacrime e fiumi di cose non dette nel giro di una settimana le cose tra noi sembravano tornate alla normalità, ovvero a com’erano prima che partisse, poi certe non sono cambiate e io ancora non mi sento amata come so che si può essere. Questo mi rende di pessimo umore, e non aiuta certo lui, che mi vede sempre mogia o triste o lì lì pronta per piangere, ad apprezzarmi di più. Ma non posso farci niente, e l’estate mancata non fa che accentuare questo senso di depressione.
Mi ero promessa che non mi sarei più tenuta dentro niente, per non ricadere nell’errore di buttargli addosso 43 giorni di cose non dette, ma a farsi non è facile come dirlo. Ogni giorno che un motivo che mi frena, problemi di lavoro, problemi di salute, notizie poco buone da casa. E così, accumulo. Quando traboccherà per la seconda volta il mio vaso?
Parliamo di case, parliamo di Florida, parliamo di lavoro, ma siamo ancora qui. Ho quasi l’impressione che faccio prima a farlo io, il primo passo. E l’ho fatto. Piccolo, ma l’ho fatto. Ho scaricato il pdf di tutte le azienda italiane negli USA, sto rifacendo il CV e lo manderò a tutte quelle in Florida. Voglio almeno farlo, anche se non portasse a niente.
Parliamo di andarcene in Florida e di comprare una casa indipendente, ma vedo come stanno andando le cose e mi chiedo se sia la cosa giusta da fare. Questi problemi che io sento non li lasceremo dietro solo perché ci spostiamo. E, se anche fosse, ce ne saranno degli altri. E ogni volta io dovrei stare così per mesi? Mi chiedo se sia giusto anche solo pensare di andare avanti con un passo tanto grande, quando non sono convinta di essere quella che lui vorrebbe se non mi avesse già. Cosa che lui è. O era, prima che le cose cambiassero. So che lo è ancora, è sentire che per lui non è lo stesso che mi fa stare male.
Ci vedo lontani. Ora ha anche ripreso a fumare e non lo sopporto proprio. Sembra che, ogni volta che mi viene voglia di avvicinarmi per abbracciarlo, per riprendere contatto, lui per sfiga accenda la sigaretta, e io mi blocco. E’ una stronzata, piccole cose, eppure ci siamo allontanati. Non so cosa pensa lui. Mi sembra impossibile che non si accorga che così non va, eppure quando gli ho tirato fuori che forse era meglio se io uscissi di scena così che potesse pensare alla sua famiglia senza che io fossi un problema per il suo ritorno a casa, lui è cascato dalle nuvole, letteralmente, mi ha detto che non era cambiato niente tra di noi, assolutamente.
A parte questo, che però a dirla tutta è quasi tutto ciò che conta, il lavoro va bene. Ho avuto un aumento, il mio capo è uno dei miei migliori amici qui e ringrazio che possa parlargli perchè altrimenti sarei già scoppiata più di una volta. Ma certe cose non le dico, sono troppo private e ho rispetto per A., le tengo per noi.
Quello che pensavo oggi, di ritorno dalla palestra, è che, mentre lui era via, dopo un primo periodo di assestamento, in cui mi sentivo totalmente persa, poi ho trovato il mio equilibrio, la mia vita regolare in cui decido solo io, mangiare alla stessa ora, un pasto leggero, la palestra fino all’ora che mi sono prefissata, fare le mie cose, I miei piccoli acquisti, il mio blog, le mie mail. Quando ho questo, sono in pace, sto bene fisicamente, e se sto bene fisicamente, sto bene anche di spirito. Lui mi manca e lo vorrei con me, certo, ma sopporto bene la mancanza.
In due tutto è diverso. Questa vita sregolata, ogni giorno diverso, mi acciacca tantissimo. Palestra saltata per vedersi, cene fuori senza avere fame, a orari assurdi, andare a letto alle 3-4 del mattino e svegliarsi alle 7, passare I weekend senza fare praticamente niente. Questo non mi fa stare bene, e di conseguenza anche il mio spirito è più debole, è più facile abbatterlo, come posso ben vedere in questi giorni. Qualsiasi cosa mi fa venire le lacrime, di ogni cosa vedo il negativo e basta.
Così non va. E stasera pensavo che, se non riesco a gestire una vita di coppia ed essere serena, cosa potrò mai aspettarmi da me stessa con una famiglia? Forse sono solo capace a stare da sola? Ele, quella che fin da piccola era la “donnina”, responsabile e affidabile, che sognava I suoi bambini e di essere una mamma e moglie perfetta e felice, voi vedere che era tutto sbagliato? No, non è possibile. Se solo tutto tornasse come prima……. Era così bello……

Monday, August 8, 2011

Dear Maggie


My dear Maggie,
Today it would be your 33th birthday, you would be a little depressed because you’d feel you’re getting older, and you wouldn’t want to celebrate, you would say “It’s not a big deal, it’s just another year gone, there’s nothing to celebrate about getting older”, but then you would thank us for bringing you out for dinner.
But this year it might be different: there would be a little, handsome boy around us, smiling and making funny faces and taking all the attentions. Your kid is just the cutest kid I’ve met, he is SOOOO cute, and lovely, or adorable, as your mother in law would say. Now he’s got two teeth, but you can already see the next two coming out. When they came back from France and I went to visit them, he was so so cool, with a shorter haircut (before he really looked like he got G.’s hair and it was so funny because his hair stays in the exact same way of G.’s hair! Or maybe it was him who liked to have his son wearing his same hairstyle… ; ) ).
I really see a lot of G. in him, but he got your eyes. And your personality, I guess. I really think he’s a very calm and good kid, but he knows what he wants and doesn’t give up until he gets it. And that is just you. He’s strong, and so healthy! You would be so proud, everybody would stop you while you’re bringing him out to look at him. He’s a very good mix of you two.
Everybody loves him.
G. turned out to be a good daddy nevertheless, it had been tough, without you around, but now that the baby is fine and getting stronger and healthier he might be able to relax a little. They’ve already been in Beijing, and France!! Can you believe that? He traveled already more than I have!
Two weekends ago we convinced G. to bring him to the Liuqinghe Beach, and he did it! It was so much fun, we took some nice pictures of him and Zoey playing in the little swimming pool.
You now, he is crazy for A., he LOVES him! I’ve always been good with kids but when he sees A. I don’t exist anymore, he doesn’t see anybody else! I have a photo of the two of them, it’s one of the sweetest things ever.
We’re having a party for his first birthday, but we’ll celebrate on Saturday because we don’t want to associate such a happy event to a sad one; G.’s mum is cooking and I’m in charge of the cake. I’ve already chosen one, according to G. request. You will see the pictures after the party, but I’m sure you would love it too! Guess what? It’s the cake you used to have all the time in Shanghai. Among 30 different types, you always chose that one (by the way, you won’t believe this… Paul closed!!! There’s no Paul in Shanghai anymore, we were just soooo disappointed!).
This year so many things happened. The biggest news is that G. and your baby moved in a new place, right where I used to live when we met the first time. We would have wanted him to get closer to us, that would have made it easier to get together or in case of necessity, but the apartment is really nice and you would like it. Yesterday a family from my company moved in the same neighborhood, they also got a child who is 2 and really funny, so I thought they might become friends.
Few weeks ago they went to France and they visit the whole family. And in two weeks G. is leaving to Denmark, since Kim and Maria’s wedding is the 27th. We won’t go, unless A. will change his mind, but G. knows how important it would have been for you so he’s going anyway.
This year your birthday falls on Monday. If you were here we couldn’t go to to HBR for dinner like we did last year, they changed the whole system, which was working perfectly, and now it’s just so mafan that I don’t think we’ll go again.
Yours parents also are fine, last time I saw your mum she looked healthier than the time before and I was relieved. I think I’ll see them again next Saturday.
You know, the last three days I have been wondering whether to invite G. for dinner tonight, I don’t know if he’d rather stay home alone or get out and keep his mind busy. Maybe A. will arrange to take him out.
Dear Maggie, today won’t be an easy day for all the people who knew you, but I don’t want to make you sad. Your child is just fine, and G. is too, most of the times, that’s all it matters. I wish you could see it. Maybe you can, I have no idea, but it would be really great if it was possible. Wouldn’t it be the perfect birthday gift?
Bye, Maggie. We are missing you.
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Friday, July 29, 2011

I’M SO HAPPY I’M GONNA DIE!!!!!


I’M SO HAPPY I’M GONNA DIE!!!!!
(from Despicable Me, that scene is so cute!!!)
Non posso non essere felice, non posso neanche lamentarmi: è proprio lui fatto così, o lo accetto tale e quale o niente. E io accetto eccome! Sia chiaro: gli parlerò. Gli farò sicuramente notare che per me non è facile capire né accettare certe sue mancanze, ma lo farò con garbo e quando capiterà l’occasione.
Ora, passiamo a noi. Ieri sera tornata dal lavoro ancora non avevo avuto notizie. Arrivato, non arrivato, chissà. Casa da fuori sembrava vuota. Mi son fatta la mia cena, poi mi sono decisa a stirare un po’, pensando che, se anche non l’avessi sentito ieri sera, l’avrei poi sicuramente visto il giorno dopo, e le occasioni per stirare si sarebbero fatte molto più rare e meno allettanti.
E’ incredibile come sappia se è lui o non è lui quando il telefono fa “Bip-Bip! Bip-Bip!”. Calma, l’ho preso, immaginando la frase che ci avrei trovato. Oh, c’ho azzeccato in pieno. “I’m back”, recitava. Anche se me l’aspettavo, improvvisamente è venuta a me, l’idea di aspettare a vederci l’indomani. Freddamente gli ho risposto “Welcome back! Hope yout trip was ok”. Lì si è allargato un pochino, dicendo che casa sua era così pulita (chissà perché, ma perlomeno se n’è accorto) e ringraziandomi per le cose che gli ho portato dall’Italia, e dicendomi che aveva anche lui un regalo per me. Mentre era là un giorno mi aveva mandato un link per articoli di pasticceria in silicone, dicendomi che voleva essere una sorpresa ma non sapeva cosa mi servisse e quindi chiedendomi di scegliere. Avendo già tutto e non volendo accumulare troppa roba qui gli avevo chiesto di lasciar perdere. Quindi non sapevo che cosa mi avesse portato.
Poi, silenzio. Si son fatte le dieci e ancora nulla. Io non gli avrei chiesto di vederci neanche morta, anche perché non mi sentivo proprio una dolce metà, al momento. Poi non ce l’ho più fatta e, pensando che non lo avevo certo incoraggiato a chiedermi di vederci, gli ho chiesto se riusciva a dormire. Risposta: “Not sleeping yet”.
Ok, ultimo consiglio per addormentarsi (a parte la botta in testa che gli avrei tirato in quel momento), e poi basta, mi arrendo, e fanculo. E finalmente, dio santo, mi dice “I want to see you now”. Alla buon’ora, cacchio! Ce n’è voluto, eh!!
Sono andata io da lui, pensando alla fredda accoglienza che avrei ricevuto. “Hey dude, how are you?”.
Ha aperto la porta, si era appena docciato, abbronzato e a petto nudo, profumato, accidenti! Già un pochino più debole ma no, no No! non posso ammorbidirmi, diamine!! Resto gelidina e molto, molto composta. Per essere un’italiana del segno dell’ariete, o imparo in fretta o ho un’ottima capacità di imitazione.
E poi, è lui il più tenero. Mi fa sedere e mi dice che vuole mostrarmi tutti I doni. La prima cosa che tira fuori sono le medicine per il mal di testa, l’unica cosa che gli avevo chiesto. E poi, è tutta una sorpresa.
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Pian piano tira fuori 2 pacchi di caffé hawaiiano vanilla e macadamia (uno dei quali era veramente ‘per la mia amica’ blogger Laura, a cui devo un favore e a cui l’avevo promesso), 1Kg e 100 grammi di Reeses, che per chi non li conosce sono degli Smarties ma con dentro il burro d’arachidi (ODDIO!!! UN CHILO!!! SONO ROVINATA!),
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poi le carte per giocare a Truco, un gioco argentino che mi ha insegnato e che ci ha occupato tutta la scorsa estate, una crema solare dalle Hawai’I, un mini spremi-agrumi carinissimo, che non ti fa sporcare le mani, e poi. Quelli importanti.
Mi tira fuori un libro, vecchio, usato, che profuma di cucine lontane, nel tempo e nello spazio, quei libri che hanno fatto la storia di una cucina, di una famiglia, su cui I bimbi golosi hanno lasciato impronte appiccicose, un libro che è stato messo sul tavolo per essere letto a mano a mano che si buttavano gli ingredienti nella ciotola, un libro di quelli che io ritengo affascinanti. Un libro che è del 1976, che è stato di sua nonna, che l’ha passato a sua mamma. Il libro da cui viene il Banana Bread, la Pumkin Pie, e I Cinnamon Rolls, e tante altre tipiche ricette che lui ricorda con l’acquolina. Il libro che la sua mamma ha deciso di lasciare a me adesso. Dicendo che, se avevo quello, non potevo averne anche un altro, che però è nuovo ed è la raccolta di tutte le ricette più tipiche del Minnesota.
Ero talmente emozionata che sono rimasta senza parole, e giuro che non è da poco. C’era pure un libro di piante. E poi, un pensierino da sua nipote, 4 anni e mezzo. Credo sia un portagioie, fatto a mano, lo apri facendo scorrere il coperchio e dentro ci sono due fosse, immagino per metterci qualcosa, anche se non so se troverò qualcosa di abbastanza piccolo. Isn’t that cute??
Insomma, in quel momento non ho avuto più alcun dubbio sul fatto che gli fossi mancata, che mi avesse pensata, e che avesse parlato di me alla sua famiglia.
E poi è stato dolcissimo. Era stanco, l’aereo da New York ha avuto anche un problemino (è andato in tilt il pilota automatico e c’è voluto un bel minuto prima che il pilota umano riprendesse il controllo), ma è stato a-do-ra-bi-le.
Ho dormito lì, col sorriso, me lo sentivo proprio, e quando è suonata la sveglia si è girato per abbracciarmi a mo’ di koala.
Insomma… My love is back.

Wednesday, July 27, 2011

Esame di comportamento a distanza: Bocciato!

La mia vacanza in Italia è stata una manna dal cielo dopo una brutta infuenza, una congiuntivite, l’assenza da qualche giorno del compagno, la prossima definitiva partenza di alcuni amici, un clima costantemente deprimente.
Ho passato tantissimo tempo con mia mamma, che si è presa vacanze, e anche parecchio tempo con mio papà. Dopo le prime 4 ore ero talmente sotto shock che mia madre voleva darmi il Lexotan, ma poi le cose sono migliorate e abbiamo anche passato insieme una mattinata piacevolissima.
L’operazione agli occhi è andata bene, adesso la secchezza ancora non si è risolta del tutto ma pian piano migliora.
Non ho fatto proprio tutto quel che avrei voluto fare, né ho visto tutte le persone che avrei voluto vedere, ma sono andata via soddisfatta e anche un po’ triste, l’idea di tornarmene qui, con sto tempo angosciante e da sola non mi piaceva proprio.
Col Professore, beh… Il rapporto a distanza non fa proprio per noi. Posso contare su una mano le volte che ci siamo sentiti a voce, e su due mani le volte totali in cui siamo stati in contatto, e I giorni che abbiam passato lontani sono oggi 40. Ho passato alcuni momenti veramente giù, qualche lacrimuccia è pure scesa sul mio cuscino di casa, come ai vecchi tempi del Gaijin, del Vj, e chi vuole continuare?
E poi arrivava una mail, o una telefonata nel giorno dell’operazione, ed era sole di nuovo. Non si deve neanche giustificare, l’ho già fatto io. Sua mamma è stata portata d’urgenza in ospedale tre volte in queste settimane, e lo stesso suo nonno, e credo che, dopo I primi giorni di relax, lui abbia avuto un periodo persino più stressante di quello che aveva qui.
Non ho mai avuto problemi a giustificare chiunque per confortarmi e non sentirmi ‘assillante’, non ho mai avuto difficoltà a mettermi nei panni altrui, anzi… Mi riesce particolarmente facile. Quello che invece sembra nessuno che io conosca dal punto di vista sentimentale sappia fare è mettersi nei panni miei e capire come mi sento. Non sapere cosa sta succedendo, come sta andando, non sapere se prepararmi per una brutta notizia e pensare a come confortarlo, o se posso essere ottimista e distrarlo quando mi chiama, è stato stressante quasi come viverlo in prima persona. Non avevo neanche voglia di mangiare, nonostante mi trovassi in Italia dopo quasi un anno dall’ultima volta.
Non c’era molto che avrei potuto fare per lui, e immagino che le sue giornate fossero a dir poco terribili, e che fosse stanco, e che non avesse alcuna voglia di attaccarsi al computer, tuttavia there’s something wrong, non sembra giusto, se io mi fossi trovata dall’altra parte lui sarebbe stata l’unica cosa della giornata che sarebbe riuscita a farmi vedere un po’ di luce, a farmi uscire un sorriso, a tranquillizzarmi. Sarebbe stato il porto della mia giornata, quello nel quale attraccare per sentirsi al sicuro, sentire che tutto andrà bene e che, se anche non fosse, ci sarà qualcuno pronto a prendersi cura di me.
Lui non è certo una persona su cui posso contare dal punto di vista delle parole, non dice ti voglio bene, non dice mi manchi, non dice sei importante, non dice sei bella. Però quando è qui fa delle cose che parlano da sé, e io non ho nessun bisogno di semplici parole che in realtà non dimostrano niente.
"Saying "I love you"
Is not the words I want to hear from you
It's not that I want you
Not to say, but if you only knew how easy
It would be to show me how you feel
More than words
Is all you have to do to make it real
Then you wouldn't have to say that you love me
'Cause I'd already know”
Però quando si è lontani se non si tratta di parole si tratta di chat, telefonate, mail, qualcosa che possa rendere la distanza meno insormontabile. E io invece una cosa mi aspettavo, e non l’ho avuta. Immaginavo che mi avrebbe chiamata spesso, che mi avrebbe implorata di accendere la webcam perché voleva vedermi, che io avrei accettato, che lui mi avrebbe mostrato le sue nipoti, che mi avrebbe mandato qualche foto, che mi avrebbe scritto di più. E invece non c’è stato nulla di tutto questo. E vedere che persino mia sorella l’ha notato, e mi ha chiesto con aria incredula se lo sentissi mai, mi ha causato un grande dispiacere. Per tutto questo tempo I never felt missed, or loved, or needed.
Lo scorso weekend pensavo sarebbe stata durissima, invece sabato sera alla fine siamo usciti con G., Walid, e poi ho incontrato Sk, ed è venuta fuori una serata pazza come non avevo da tempo. In tanti mi hanno detto che manca la Ele pre-Professore, quella sempre in giro e pronta a far festa. Beh sabato non mi son fatta pregare. Domenica anche mi è passata in frettissima, e la sera ero quasi turbata, mi sentivo in colpa per aver passato la serata con Sk e aver visto che comunque c’è ancora complicità e la cosa mi fa piacere, mi sentivo una brutta sensazione, come se, a forza di tirare la corda, anche il Professore rischiava di perdere quello che gli ho dato finora, come se, anche se più lentamente, anche questa volta finirò per scoppiare. Mi sentivo talmente in colpa che sono andata a casa sua e gli ho pulito l’appartamento.
Oggi sono andata l’ultima volta a casa sua a innaffiare le piante, accendere il frigo e fargli un po’ di spesa, e tornata a casa, mentre mi lavavo I capelli, mi sono resa conto che non so nemmeno a che cavolo di ora arriva! So che parte il 27, quindi per lui domani pomeriggio, ma non ho idea di a che ora atterrerà né di quando lo vedrò, e sono crollata. Ho gli occhi rossi e ho parlato per un’ora da sola dicendogli tutto quello che mi sto tenendo dentro.
Questo non va bene. Anche se tornasse e fosse carino, anche se tutto tornasse alla perfetta normalità pre-partenza, non voglio lasciar correre. Io sono stufa di stare sempre male! Vorrei dirgli qualcosa, almeno per fargli capire che non è il modo in cui dovrebbe essere, e che forse dovrebbe pensare un attimo se è lui che è così, o se sono io che non lo faccio sentire come dovrebbe sentirsi se fosse innamorato e sicuro che vuole stare con me. So che questi discorsi lo farebbero cascare dalle nuvole perchè gli sembrerebbero esagerati, però non mi sembra neanche giusto essere sempre io quella che accetta comprensiva e non pretende mai niente dagli altri. Eccheccazzo!
Benissimo, a scrivere qua mi son sfogata, la crisi è passata e io mi son sentita anche meno stupida a scrivere invece di parlare da sola! Flirt maleSmile with tongue outOpen-mouthed smile