Tuesday, August 30, 2011

Thai Green Papaya (Mango) Salad – Som-Tam

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Lo scorso sabato, stufa marcia di non far niente, passati davanti a un banco della frutta ho adocchiato I manghi verdi, e ho deciso che avremmo finalmente cucinato thai. Dovevamo fare qualcosa, non darla vinta alla pioggia incessante.
Abbiamo deciso il menù, abbiamo comprato tutto, e la sera abbiamo preparato I nostri piatti. Devo dire che dopo cena eravamo molto più felici e decisamente soddisfatti!! Tra green papaya salad, pocco con la sweet chilli sauce e lo sticky rice, e il mango coconut sticky rice, la cucina si è riempita di odori conosciuti, amati, che ci sono mancati, e, provando a chiudere gli occhi assoporando I piatti, si poteva quasi sentire il rumore del mare ai nostri piedi e percepire e la luce rossa del tramonto all’orizzonte.
La green papaya salad si fa, come il nome stesso suggerisce, con la papaya verde, che qui non si trova, non c’è verso. Al corso di cucina Thai, però, avevano detto che si poteva anche usare il mango verde. Così, stavolta abbiamo provato, e ci siamo buttati! Il risultato è stato ottimo, addirittura dirò che, mentre per A. non è stata una sorpresa perché è il suo piatto preferito, per me, che il troppo piccante non mi piace e quindi in Thailandia non l’avevo mai mangiata, ma solo assaggiata, stavolta me la sono fatta fuori tutta. E piaciuta mi è!!!

Ingredienti:

per la salsa

2 Tbsp di salsa di pesce (questa puzza tantissimo)
3 Tbsp di succo di lime (in teoria dovrebbero essere solo 2, più 1-3 Tbsp di succo di tamarindo, ma chi lo trova qui?)
2 Tbsp zucchero
3 tsp zucchero di cocco/palma

Mischiate il tutto. Semplice, no?

Per l’insalata

3-4 spicchi d’aglio piccoli
2-3 peperoncini rossi
2 manghi verdi
1 carota
pomodori ciliegini
qualche fagiolino verde (crudo)
gamberetti
basilico (io ho usato quello italiano)
arachidi

In un mortaio grande, col pestello smaciullate aglio e peperoncino. Aggiungete I fagiolini tagliati a pezzetti di circa 3cm, pestate leggermente sempre col pestello. Aggiungete la carota a julienne, I pomodori a tocchetti, sempre pestando leggermente, per creare un po’ di succo. Aggiungete infine I manghi a julienne, il basilico, I gamberetti, poi condite con la salsa (circa 3-4 cucchiai, assaggiate prima), servite, e guarnite con la arachidi pestate grossolanamente.

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Ingredients

For the sauce:

2 Tbsp fish sauce (this really stinks)
3 Tbsp lime juice (if you can get the tamarind juice, put 2 Tbsp of lime juice and 1-3 Tbsp of tamarind juice. I love it, I’d used 3)
2Tbsp sugar
3 tsp of palm or coconut sugar

Mix all the ingredients together (pretty simple huh?).

For the salad:

3 red chillies
3-4 cloves of garlic
2 green mangoes
1 carrot
cherry tomatoes
2 long green beans
shrimps
basil
roasted peanuts

Pound the garlic and chillies in a mortar. Add the green beans cut in 3cm length pieces. Crush them slightly with the pestel. Add the shredded carrot (cut in julienne). Pound again a little. Add the tomatoes cut in pieces, pound again so that some sauce comes out.
Add the shredded mangoes, the shrimps, the basil. Serve, and garnish with some peanuts roughly crashed.

Down

Sono viva… non felice, non serena, ma sempre qui.
Non saprei dire che succede esattamente, non è un bel periodo con lui e questo sicuramente è la causa.
Anche se dopo il mio crollo con lacrime e fiumi di cose non dette nel giro di una settimana le cose tra noi sembravano tornate alla normalità, ovvero a com’erano prima che partisse, poi certe non sono cambiate e io ancora non mi sento amata come so che si può essere. Questo mi rende di pessimo umore, e non aiuta certo lui, che mi vede sempre mogia o triste o lì lì pronta per piangere, ad apprezzarmi di più. Ma non posso farci niente, e l’estate mancata non fa che accentuare questo senso di depressione.
Mi ero promessa che non mi sarei più tenuta dentro niente, per non ricadere nell’errore di buttargli addosso 43 giorni di cose non dette, ma a farsi non è facile come dirlo. Ogni giorno che un motivo che mi frena, problemi di lavoro, problemi di salute, notizie poco buone da casa. E così, accumulo. Quando traboccherà per la seconda volta il mio vaso?
Parliamo di case, parliamo di Florida, parliamo di lavoro, ma siamo ancora qui. Ho quasi l’impressione che faccio prima a farlo io, il primo passo. E l’ho fatto. Piccolo, ma l’ho fatto. Ho scaricato il pdf di tutte le azienda italiane negli USA, sto rifacendo il CV e lo manderò a tutte quelle in Florida. Voglio almeno farlo, anche se non portasse a niente.
Parliamo di andarcene in Florida e di comprare una casa indipendente, ma vedo come stanno andando le cose e mi chiedo se sia la cosa giusta da fare. Questi problemi che io sento non li lasceremo dietro solo perché ci spostiamo. E, se anche fosse, ce ne saranno degli altri. E ogni volta io dovrei stare così per mesi? Mi chiedo se sia giusto anche solo pensare di andare avanti con un passo tanto grande, quando non sono convinta di essere quella che lui vorrebbe se non mi avesse già. Cosa che lui è. O era, prima che le cose cambiassero. So che lo è ancora, è sentire che per lui non è lo stesso che mi fa stare male.
Ci vedo lontani. Ora ha anche ripreso a fumare e non lo sopporto proprio. Sembra che, ogni volta che mi viene voglia di avvicinarmi per abbracciarlo, per riprendere contatto, lui per sfiga accenda la sigaretta, e io mi blocco. E’ una stronzata, piccole cose, eppure ci siamo allontanati. Non so cosa pensa lui. Mi sembra impossibile che non si accorga che così non va, eppure quando gli ho tirato fuori che forse era meglio se io uscissi di scena così che potesse pensare alla sua famiglia senza che io fossi un problema per il suo ritorno a casa, lui è cascato dalle nuvole, letteralmente, mi ha detto che non era cambiato niente tra di noi, assolutamente.
A parte questo, che però a dirla tutta è quasi tutto ciò che conta, il lavoro va bene. Ho avuto un aumento, il mio capo è uno dei miei migliori amici qui e ringrazio che possa parlargli perchè altrimenti sarei già scoppiata più di una volta. Ma certe cose non le dico, sono troppo private e ho rispetto per A., le tengo per noi.
Quello che pensavo oggi, di ritorno dalla palestra, è che, mentre lui era via, dopo un primo periodo di assestamento, in cui mi sentivo totalmente persa, poi ho trovato il mio equilibrio, la mia vita regolare in cui decido solo io, mangiare alla stessa ora, un pasto leggero, la palestra fino all’ora che mi sono prefissata, fare le mie cose, I miei piccoli acquisti, il mio blog, le mie mail. Quando ho questo, sono in pace, sto bene fisicamente, e se sto bene fisicamente, sto bene anche di spirito. Lui mi manca e lo vorrei con me, certo, ma sopporto bene la mancanza.
In due tutto è diverso. Questa vita sregolata, ogni giorno diverso, mi acciacca tantissimo. Palestra saltata per vedersi, cene fuori senza avere fame, a orari assurdi, andare a letto alle 3-4 del mattino e svegliarsi alle 7, passare I weekend senza fare praticamente niente. Questo non mi fa stare bene, e di conseguenza anche il mio spirito è più debole, è più facile abbatterlo, come posso ben vedere in questi giorni. Qualsiasi cosa mi fa venire le lacrime, di ogni cosa vedo il negativo e basta.
Così non va. E stasera pensavo che, se non riesco a gestire una vita di coppia ed essere serena, cosa potrò mai aspettarmi da me stessa con una famiglia? Forse sono solo capace a stare da sola? Ele, quella che fin da piccola era la “donnina”, responsabile e affidabile, che sognava I suoi bambini e di essere una mamma e moglie perfetta e felice, voi vedere che era tutto sbagliato? No, non è possibile. Se solo tutto tornasse come prima……. Era così bello……

Monday, August 8, 2011

Dear Maggie


My dear Maggie,
Today it would be your 33th birthday, you would be a little depressed because you’d feel you’re getting older, and you wouldn’t want to celebrate, you would say “It’s not a big deal, it’s just another year gone, there’s nothing to celebrate about getting older”, but then you would thank us for bringing you out for dinner.
But this year it might be different: there would be a little, handsome boy around us, smiling and making funny faces and taking all the attentions. Your kid is just the cutest kid I’ve met, he is SOOOO cute, and lovely, or adorable, as your mother in law would say. Now he’s got two teeth, but you can already see the next two coming out. When they came back from France and I went to visit them, he was so so cool, with a shorter haircut (before he really looked like he got G.’s hair and it was so funny because his hair stays in the exact same way of G.’s hair! Or maybe it was him who liked to have his son wearing his same hairstyle… ; ) ).
I really see a lot of G. in him, but he got your eyes. And your personality, I guess. I really think he’s a very calm and good kid, but he knows what he wants and doesn’t give up until he gets it. And that is just you. He’s strong, and so healthy! You would be so proud, everybody would stop you while you’re bringing him out to look at him. He’s a very good mix of you two.
Everybody loves him.
G. turned out to be a good daddy nevertheless, it had been tough, without you around, but now that the baby is fine and getting stronger and healthier he might be able to relax a little. They’ve already been in Beijing, and France!! Can you believe that? He traveled already more than I have!
Two weekends ago we convinced G. to bring him to the Liuqinghe Beach, and he did it! It was so much fun, we took some nice pictures of him and Zoey playing in the little swimming pool.
You now, he is crazy for A., he LOVES him! I’ve always been good with kids but when he sees A. I don’t exist anymore, he doesn’t see anybody else! I have a photo of the two of them, it’s one of the sweetest things ever.
We’re having a party for his first birthday, but we’ll celebrate on Saturday because we don’t want to associate such a happy event to a sad one; G.’s mum is cooking and I’m in charge of the cake. I’ve already chosen one, according to G. request. You will see the pictures after the party, but I’m sure you would love it too! Guess what? It’s the cake you used to have all the time in Shanghai. Among 30 different types, you always chose that one (by the way, you won’t believe this… Paul closed!!! There’s no Paul in Shanghai anymore, we were just soooo disappointed!).
This year so many things happened. The biggest news is that G. and your baby moved in a new place, right where I used to live when we met the first time. We would have wanted him to get closer to us, that would have made it easier to get together or in case of necessity, but the apartment is really nice and you would like it. Yesterday a family from my company moved in the same neighborhood, they also got a child who is 2 and really funny, so I thought they might become friends.
Few weeks ago they went to France and they visit the whole family. And in two weeks G. is leaving to Denmark, since Kim and Maria’s wedding is the 27th. We won’t go, unless A. will change his mind, but G. knows how important it would have been for you so he’s going anyway.
This year your birthday falls on Monday. If you were here we couldn’t go to to HBR for dinner like we did last year, they changed the whole system, which was working perfectly, and now it’s just so mafan that I don’t think we’ll go again.
Yours parents also are fine, last time I saw your mum she looked healthier than the time before and I was relieved. I think I’ll see them again next Saturday.
You know, the last three days I have been wondering whether to invite G. for dinner tonight, I don’t know if he’d rather stay home alone or get out and keep his mind busy. Maybe A. will arrange to take him out.
Dear Maggie, today won’t be an easy day for all the people who knew you, but I don’t want to make you sad. Your child is just fine, and G. is too, most of the times, that’s all it matters. I wish you could see it. Maybe you can, I have no idea, but it would be really great if it was possible. Wouldn’t it be the perfect birthday gift?
Bye, Maggie. We are missing you.
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Friday, July 29, 2011

I’M SO HAPPY I’M GONNA DIE!!!!!


I’M SO HAPPY I’M GONNA DIE!!!!!
(from Despicable Me, that scene is so cute!!!)
Non posso non essere felice, non posso neanche lamentarmi: è proprio lui fatto così, o lo accetto tale e quale o niente. E io accetto eccome! Sia chiaro: gli parlerò. Gli farò sicuramente notare che per me non è facile capire né accettare certe sue mancanze, ma lo farò con garbo e quando capiterà l’occasione.
Ora, passiamo a noi. Ieri sera tornata dal lavoro ancora non avevo avuto notizie. Arrivato, non arrivato, chissà. Casa da fuori sembrava vuota. Mi son fatta la mia cena, poi mi sono decisa a stirare un po’, pensando che, se anche non l’avessi sentito ieri sera, l’avrei poi sicuramente visto il giorno dopo, e le occasioni per stirare si sarebbero fatte molto più rare e meno allettanti.
E’ incredibile come sappia se è lui o non è lui quando il telefono fa “Bip-Bip! Bip-Bip!”. Calma, l’ho preso, immaginando la frase che ci avrei trovato. Oh, c’ho azzeccato in pieno. “I’m back”, recitava. Anche se me l’aspettavo, improvvisamente è venuta a me, l’idea di aspettare a vederci l’indomani. Freddamente gli ho risposto “Welcome back! Hope yout trip was ok”. Lì si è allargato un pochino, dicendo che casa sua era così pulita (chissà perché, ma perlomeno se n’è accorto) e ringraziandomi per le cose che gli ho portato dall’Italia, e dicendomi che aveva anche lui un regalo per me. Mentre era là un giorno mi aveva mandato un link per articoli di pasticceria in silicone, dicendomi che voleva essere una sorpresa ma non sapeva cosa mi servisse e quindi chiedendomi di scegliere. Avendo già tutto e non volendo accumulare troppa roba qui gli avevo chiesto di lasciar perdere. Quindi non sapevo che cosa mi avesse portato.
Poi, silenzio. Si son fatte le dieci e ancora nulla. Io non gli avrei chiesto di vederci neanche morta, anche perché non mi sentivo proprio una dolce metà, al momento. Poi non ce l’ho più fatta e, pensando che non lo avevo certo incoraggiato a chiedermi di vederci, gli ho chiesto se riusciva a dormire. Risposta: “Not sleeping yet”.
Ok, ultimo consiglio per addormentarsi (a parte la botta in testa che gli avrei tirato in quel momento), e poi basta, mi arrendo, e fanculo. E finalmente, dio santo, mi dice “I want to see you now”. Alla buon’ora, cacchio! Ce n’è voluto, eh!!
Sono andata io da lui, pensando alla fredda accoglienza che avrei ricevuto. “Hey dude, how are you?”.
Ha aperto la porta, si era appena docciato, abbronzato e a petto nudo, profumato, accidenti! Già un pochino più debole ma no, no No! non posso ammorbidirmi, diamine!! Resto gelidina e molto, molto composta. Per essere un’italiana del segno dell’ariete, o imparo in fretta o ho un’ottima capacità di imitazione.
E poi, è lui il più tenero. Mi fa sedere e mi dice che vuole mostrarmi tutti I doni. La prima cosa che tira fuori sono le medicine per il mal di testa, l’unica cosa che gli avevo chiesto. E poi, è tutta una sorpresa.
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Pian piano tira fuori 2 pacchi di caffé hawaiiano vanilla e macadamia (uno dei quali era veramente ‘per la mia amica’ blogger Laura, a cui devo un favore e a cui l’avevo promesso), 1Kg e 100 grammi di Reeses, che per chi non li conosce sono degli Smarties ma con dentro il burro d’arachidi (ODDIO!!! UN CHILO!!! SONO ROVINATA!),
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poi le carte per giocare a Truco, un gioco argentino che mi ha insegnato e che ci ha occupato tutta la scorsa estate, una crema solare dalle Hawai’I, un mini spremi-agrumi carinissimo, che non ti fa sporcare le mani, e poi. Quelli importanti.
Mi tira fuori un libro, vecchio, usato, che profuma di cucine lontane, nel tempo e nello spazio, quei libri che hanno fatto la storia di una cucina, di una famiglia, su cui I bimbi golosi hanno lasciato impronte appiccicose, un libro che è stato messo sul tavolo per essere letto a mano a mano che si buttavano gli ingredienti nella ciotola, un libro di quelli che io ritengo affascinanti. Un libro che è del 1976, che è stato di sua nonna, che l’ha passato a sua mamma. Il libro da cui viene il Banana Bread, la Pumkin Pie, e I Cinnamon Rolls, e tante altre tipiche ricette che lui ricorda con l’acquolina. Il libro che la sua mamma ha deciso di lasciare a me adesso. Dicendo che, se avevo quello, non potevo averne anche un altro, che però è nuovo ed è la raccolta di tutte le ricette più tipiche del Minnesota.
Ero talmente emozionata che sono rimasta senza parole, e giuro che non è da poco. C’era pure un libro di piante. E poi, un pensierino da sua nipote, 4 anni e mezzo. Credo sia un portagioie, fatto a mano, lo apri facendo scorrere il coperchio e dentro ci sono due fosse, immagino per metterci qualcosa, anche se non so se troverò qualcosa di abbastanza piccolo. Isn’t that cute??
Insomma, in quel momento non ho avuto più alcun dubbio sul fatto che gli fossi mancata, che mi avesse pensata, e che avesse parlato di me alla sua famiglia.
E poi è stato dolcissimo. Era stanco, l’aereo da New York ha avuto anche un problemino (è andato in tilt il pilota automatico e c’è voluto un bel minuto prima che il pilota umano riprendesse il controllo), ma è stato a-do-ra-bi-le.
Ho dormito lì, col sorriso, me lo sentivo proprio, e quando è suonata la sveglia si è girato per abbracciarmi a mo’ di koala.
Insomma… My love is back.

Wednesday, July 27, 2011

Esame di comportamento a distanza: Bocciato!

La mia vacanza in Italia è stata una manna dal cielo dopo una brutta infuenza, una congiuntivite, l’assenza da qualche giorno del compagno, la prossima definitiva partenza di alcuni amici, un clima costantemente deprimente.
Ho passato tantissimo tempo con mia mamma, che si è presa vacanze, e anche parecchio tempo con mio papà. Dopo le prime 4 ore ero talmente sotto shock che mia madre voleva darmi il Lexotan, ma poi le cose sono migliorate e abbiamo anche passato insieme una mattinata piacevolissima.
L’operazione agli occhi è andata bene, adesso la secchezza ancora non si è risolta del tutto ma pian piano migliora.
Non ho fatto proprio tutto quel che avrei voluto fare, né ho visto tutte le persone che avrei voluto vedere, ma sono andata via soddisfatta e anche un po’ triste, l’idea di tornarmene qui, con sto tempo angosciante e da sola non mi piaceva proprio.
Col Professore, beh… Il rapporto a distanza non fa proprio per noi. Posso contare su una mano le volte che ci siamo sentiti a voce, e su due mani le volte totali in cui siamo stati in contatto, e I giorni che abbiam passato lontani sono oggi 40. Ho passato alcuni momenti veramente giù, qualche lacrimuccia è pure scesa sul mio cuscino di casa, come ai vecchi tempi del Gaijin, del Vj, e chi vuole continuare?
E poi arrivava una mail, o una telefonata nel giorno dell’operazione, ed era sole di nuovo. Non si deve neanche giustificare, l’ho già fatto io. Sua mamma è stata portata d’urgenza in ospedale tre volte in queste settimane, e lo stesso suo nonno, e credo che, dopo I primi giorni di relax, lui abbia avuto un periodo persino più stressante di quello che aveva qui.
Non ho mai avuto problemi a giustificare chiunque per confortarmi e non sentirmi ‘assillante’, non ho mai avuto difficoltà a mettermi nei panni altrui, anzi… Mi riesce particolarmente facile. Quello che invece sembra nessuno che io conosca dal punto di vista sentimentale sappia fare è mettersi nei panni miei e capire come mi sento. Non sapere cosa sta succedendo, come sta andando, non sapere se prepararmi per una brutta notizia e pensare a come confortarlo, o se posso essere ottimista e distrarlo quando mi chiama, è stato stressante quasi come viverlo in prima persona. Non avevo neanche voglia di mangiare, nonostante mi trovassi in Italia dopo quasi un anno dall’ultima volta.
Non c’era molto che avrei potuto fare per lui, e immagino che le sue giornate fossero a dir poco terribili, e che fosse stanco, e che non avesse alcuna voglia di attaccarsi al computer, tuttavia there’s something wrong, non sembra giusto, se io mi fossi trovata dall’altra parte lui sarebbe stata l’unica cosa della giornata che sarebbe riuscita a farmi vedere un po’ di luce, a farmi uscire un sorriso, a tranquillizzarmi. Sarebbe stato il porto della mia giornata, quello nel quale attraccare per sentirsi al sicuro, sentire che tutto andrà bene e che, se anche non fosse, ci sarà qualcuno pronto a prendersi cura di me.
Lui non è certo una persona su cui posso contare dal punto di vista delle parole, non dice ti voglio bene, non dice mi manchi, non dice sei importante, non dice sei bella. Però quando è qui fa delle cose che parlano da sé, e io non ho nessun bisogno di semplici parole che in realtà non dimostrano niente.
"Saying "I love you"
Is not the words I want to hear from you
It's not that I want you
Not to say, but if you only knew how easy
It would be to show me how you feel
More than words
Is all you have to do to make it real
Then you wouldn't have to say that you love me
'Cause I'd already know”
Però quando si è lontani se non si tratta di parole si tratta di chat, telefonate, mail, qualcosa che possa rendere la distanza meno insormontabile. E io invece una cosa mi aspettavo, e non l’ho avuta. Immaginavo che mi avrebbe chiamata spesso, che mi avrebbe implorata di accendere la webcam perché voleva vedermi, che io avrei accettato, che lui mi avrebbe mostrato le sue nipoti, che mi avrebbe mandato qualche foto, che mi avrebbe scritto di più. E invece non c’è stato nulla di tutto questo. E vedere che persino mia sorella l’ha notato, e mi ha chiesto con aria incredula se lo sentissi mai, mi ha causato un grande dispiacere. Per tutto questo tempo I never felt missed, or loved, or needed.
Lo scorso weekend pensavo sarebbe stata durissima, invece sabato sera alla fine siamo usciti con G., Walid, e poi ho incontrato Sk, ed è venuta fuori una serata pazza come non avevo da tempo. In tanti mi hanno detto che manca la Ele pre-Professore, quella sempre in giro e pronta a far festa. Beh sabato non mi son fatta pregare. Domenica anche mi è passata in frettissima, e la sera ero quasi turbata, mi sentivo in colpa per aver passato la serata con Sk e aver visto che comunque c’è ancora complicità e la cosa mi fa piacere, mi sentivo una brutta sensazione, come se, a forza di tirare la corda, anche il Professore rischiava di perdere quello che gli ho dato finora, come se, anche se più lentamente, anche questa volta finirò per scoppiare. Mi sentivo talmente in colpa che sono andata a casa sua e gli ho pulito l’appartamento.
Oggi sono andata l’ultima volta a casa sua a innaffiare le piante, accendere il frigo e fargli un po’ di spesa, e tornata a casa, mentre mi lavavo I capelli, mi sono resa conto che non so nemmeno a che cavolo di ora arriva! So che parte il 27, quindi per lui domani pomeriggio, ma non ho idea di a che ora atterrerà né di quando lo vedrò, e sono crollata. Ho gli occhi rossi e ho parlato per un’ora da sola dicendogli tutto quello che mi sto tenendo dentro.
Questo non va bene. Anche se tornasse e fosse carino, anche se tutto tornasse alla perfetta normalità pre-partenza, non voglio lasciar correre. Io sono stufa di stare sempre male! Vorrei dirgli qualcosa, almeno per fargli capire che non è il modo in cui dovrebbe essere, e che forse dovrebbe pensare un attimo se è lui che è così, o se sono io che non lo faccio sentire come dovrebbe sentirsi se fosse innamorato e sicuro che vuole stare con me. So che questi discorsi lo farebbero cascare dalle nuvole perchè gli sembrerebbero esagerati, però non mi sembra neanche giusto essere sempre io quella che accetta comprensiva e non pretende mai niente dagli altri. Eccheccazzo!
Benissimo, a scrivere qua mi son sfogata, la crisi è passata e io mi son sentita anche meno stupida a scrivere invece di parlare da sola! Flirt maleSmile with tongue outOpen-mouthed smile

Thursday, June 23, 2011

Cake salato alle olive e basilico

E’ ormai quasi una settimana che è partito, ma sembra molto di più, forse perché abbiamo passato insieme ogni momento degli ultimi giorni.
Una delle ultime sere mi semntivo particolarmente creativa così, anche se il programma prevedeva gli involtini vietnamiti, ho cambiato all’ultimo e mi sono presentata da lui con un bel plumcake salato. Dire che è stato un successo è poco, era ottimo, lo consiglio a tutti. Facile, veloce, gustoso e perfetto in ogni occasione, in casa propria o da portare da amici. Specialmente adesso che è tempo di picnic, gite al mare, vi salverà un pranzo e farà fare una porca figura!
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Ingredienti:
3 uova
100 ml olio
100 ml latte
180 g farina
sale
pepe
150 g olive nere e verdi
2 fette di scamorza
125 g prosciutto cotto affumicato
parmigiano grattuggiato
1 bustina lievito per torta salate
foglie di basilico

Plumcake Salato Olive e Basilico
Sciacquate e sgocciolate le olive . In una ciotola sbattete leggermente le uova con l’olio e il latte. Incorporate la farina setacciata, le fette di scamorza, il prosciutto affumicato a cubetti, il parmigiano grattugiato e le olive. Regolate di sale e di pepe, il basilico a pezzetti, quindi mescolate aggiungendo da ultimo il lievito.
Versate il composto in uno stampo da cake rivestito di carta da forno  bagnata e strizzata, livellate bene e cuocete nel forno già caldo a 180° per circa 50 minuti (vale prova stecchino).
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Ancora caldo o tiepido è la fine del mondo, freddo non lo so perché noi in due ce lo siamo fatto fuori in pochi minuti, un plumcake intero!! E a lui manco piacciono le olive, eppure… Flirt male
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BASIL AND OLIVES CAKE
Ingredients:
3 eggs
100 ml oil
100 ml milk
180 g flour
salt, pepper
150 g black and green olives
2 slices of Scamorza
125 g smocked ham (cut in pieces)
grated parmesan
16 g yeast for pizza and quiches
fresh basil leaves
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Rinse the olives and let them drain a little. Beat the eggs with the milk and the oil with a whisk. Add the flour, the Scamorza and the smocked ham cut in pieces, the olives, the grated parmesan. Add salt and pepper, stir and add the basil and the yeast at least.
Pour into a bread pan covered with wet and squeezed baking paper, level off and bake in pre-heat oven at 180°C for more or less 50’ (check with a toothpick if the inside is cooked and adjust the oven settings in case you need to).
It’s amazing when it’s still warm, we finished it in few minutes just me and him just because it was too good to let it go.
Perfect for an outside picnic or a beach day, you can eat it cold as well. Trust me you’ll love it!

Friday, June 17, 2011

Gone… :(

Non mi piacciono gli addii. Né I saluti, né le partenze. Ho preso in questo da mia madre. Sin da quando sono piccola, ogni volta che si parte o si debbe salutare qualcuno, mi commuovo. Alla fine, ho realizzato che forse non sono io, ma è vedere mia madre piangere, che mi fa piangere. Anyway…
Pensavo di essere diventata più forte, una “dura”, quasi, piangevo di meno per un film drammatico, riuscivo a trattenermi se non ero sola, riuscivo a mantenere il controllo nelle situazioni a rischio commozione quando non sarei mai riuscita prima. La Cina, quest’esperienza, mi ha cambiata, e la relazione col Professore, norvegese-americano, composto, rigido, sicuro di sè, sempre controllato, nelle emozioni e in tutto, mi ha resa un pochino più come lui. E lui un pochino più come me. Siamo nel mezzo, adesso, non ci sono messaggini sdolcinati tra noi, non ci sono frasi mielose al telefono, è tutto molto pratico, nonostante si sia poi dolcissimi e coccolosi nel privato. Ma ora ogni tanto esce un “I want some cuddling”, e l’altro giorno ha persino usato 3 punti esclamativi!!! (forse non sapete che l’utilizzo dei punti esclamativi fuori dai paesi latini è considerato assolutamente superfluo e eccessivo).
Mercoledì mi sono ammalata, mi son svegliata con un mal di gola insopportabile che mi ha impedito di dormire per due notti di fila e mi ha tolto l’appetito e qualsiasi voglia di parlare (non facile), fino a giovedì dopo pranzo quando stavo gelando con 30 gradi e me ne sono tornata a casa con la febbre.
Lui mi ha chiamato chiedendomi se volevo cenare con lui e l’amico danese che si sposa a fine agosto e che viene qui ogni 4-5 mesi. Io gli ho detto di cenare tranquillo e che ci saremmo visti dopo, e lui mi ha detto che preferiva stare con me, quindi è venuto a cena qui. Mentre io tremavo sotto le coperte mentre guardavo Gilmore Girls lui si è fatto tutto il back-up del computer che doveva vendere, poi mi sono addormentata sul divano. E’ stato da me anche se stavo male e avevo paura di contagiarlo, poi al mattino è andato via per lavoro, e io dal dottore. Mi è stata diagnosticata una tonsillite acuta, ma venerdì stavo già molto meglio, anche se ho preferito non uscire. Ho persino fatto dei biscotti.
Mi ha chiamata per chiedermi di unirmi a lui per cena con lo stesso amico danese, e quando non mi ha sentita entusiasta mi ha detto che l’avrebbe fatto felice se fossi andata anch’io, così… cosa dovevo fare?
Abbiamo ricevuto un vero e proprio invito ufficiale al matrimonio, in una pochette di velluto rosso con sopra scritti I nostri due nomi a lettere d’oro (ve lo devo dire? Lui ha buttato la pochette che conteneva la scatolina nel primo bidone che ha visto, al mio urlo “Noooooo!!!!” lui tranquillissimo mi ha detto che non avrebbe buttato l’invito, di stare tranquilla, così ho dovuto dimenticare la prima volte in cui I nostri due nomi sono stati accoppiati), dentro c’era una scatolina lunga, e dentro una pergamena, il tutto bordeaux e oro. Figo. Mi dispiace un po’ non andare al matrimonio.
Comunque, ho fatto compagnia ai ragazzi senza mangiare niente (non ho assolutamente fame, non capisco), ma non è stata una buona idea perché hanno mangiato fuori e io stavo morendo dal freddo. Sulla strada di casa A. mi ha ringraziata per essere andata con loro, mi ha detto che anche se non avevo mangiato niente e avevo preso freddo l’avevo però fatto felice (??? what’s going on here????).
A casa poi stavo di merda. Non riuscivo neanche a respirare perché poi ingoiare saliva faceva malissimo. Ho dormito più o meno, e alle 7 è suonata la sveglia. Il giorno è arrivato.
C’era una cosa che avrei voluto dirgli negli ultimi giorni ma non ce l’ho mai fatta. Già due volte ultimamente, al ritorno dai bar il venerdì sera, mi tira fuori il discorso “lasciare la Cina”, e la seconda volta mi ha anche chiesto se io sarei disposta ad andare con lui, nel caso trovasse un’opportunità. Quando me l’ha chesto, però, non eravamo soli, lui era un po’ brillo, e mi sono rifiutata di prenderlo seriamente. Insomma, questa è una cosa seria, e volevo che me lo chiedesse come si deve.
Beh, domenica scorsa l’ha fatto. Eravamo al Kona, per un caffè, e mi cercava di dire come si sentiva, ma non trovava le parole. Quando le ho trovate io, per esprimere quello che provava, si è stupito che lo capissi così bene, e poi l’ha sparata. Mi ha detto che, anche se prima non avrebbe mai voluto vivere in Minneapolis, perché fa freddo troppi mesi, e perché voleva andare da qualche altra parte più calda e più cool, è arrivato al punto da averne talmente le palle piene della Cina e di certe cose qui, che sarebbe disposto, pur di andarsene, a prendere in considerazione qualsiasi città. E poi mi ha chiesto, se lui trovasse un’occasione negli States, se io andrei con lui o tornerei in Italia. Io mi sono limitata a fissarlo per un po’, senza saper cosa dire, mentre la testa mi girava, e alla fine mi è uscito un “No, I wouldn’t go back to Italy” balbettato. Insomma, I freaked out.
Avrei voluto dirgli che con lui andrei ovunque, ma che la cosa mi spaventa perché dovrei essere dipendente da lui, e questo potrebbe portare stress e problemi, e fights, e incomprensioni, e potrebbe rovinare la nostra relazione. Che mi spaventa che vivendo insieme lui scoprirebbe un sacco di cose di me che non sa e che non gli piacerebbero. Che non voglio che mi chieda di andare con lui solo perché sono la sua ragazza adesso. Avrei voluto dirgli che con lui sarei pronta ad andare ovunque, anche in Alaska, a una condizione: che lui voglia che io ci vada non perché al momento sta con me, ma solo se, anche se non mi conoscesse, anche se non ci fossimo mai incontrati, io fossi quella che lui vorrebbe incontrare. Solo se, anche senza sapere che io esisto, sono io quella che lui vorrebbe che fosse la sua ragazza. Non so spiegarlo, ma non importa. E poi mi dico che è stupido, che dovrei pensare di meno, che complico le cose, e che non è mai il momento buono per esprimere certi concetti, soprattutto quando si è malati e più sensibili e più a rischio pianto soprattutto se lui sta partendo.
Stamattina abbiamo preparto le ultime cose per il suo viaggio, poi lui mi ha abbracciata e mi ha detto “I’m gonna miss you… I’ll miss you a lot”, e mi ha detto che non voleva lasciarmi e non era felice, ma era contento di potersene andar via da qui per un po’.
Alla macchina, abbiamo ristretto I saluti al minimo. Solite cose, mi ha detto che mi chiamerà, gli ho fatto le mie raccomandazioni e poi gli ho detto di cercare opportunità perché, giusto perché lui lo sappia, andrei negli States con lui, se lui volesse. Lui ha sorriso, ha davvero sorriso, e mi ha detto “Well, let’s try to find an opportunity then”. Bacio veloce e via, ho girato I tacchi e son partita spedita verso casa. Ho sentito che stavo per piangere e a me paice piangere da sola e non vista.
Ma non ero diventata una “dura”? Un piantino me lo sono fatta, e mi son stupita. Non c’è motivo, è solo l’idea di stare lontani per 37 giorni. Mi manca già. Mi mancherà quando vedrò la sua casa vuota, mi mancherà sapere che posso anche non affrettarmi dalla palestra perché non ci sarà la possibilità che lui mi chiami per un film o per cena. Mi mancheranno le nostra chiacchierate, mi mancherà il suo faccione, mi mancherà addormentarmi con lui vicino che fa mille versi strani mentre dorme. Mi mancherà restare abbracciati sul divano ascoltando musica fino ad addormentarsi. Mi mancheranno le lezioni di cucina. Mi mancherà andare con lui a cercare I regali per le sue nipoti, ascoltare le telefonate con sua mamma or the little girls.
Ma sono felice, sono felice per quel sorriso quando gli ho detto che sono pronta a seguirlo. Sono contenta che lui sappia che può contare su di me nella sua vita, ovunque sia.
Domani alle 10 mi chiamerà, dall’altra parte del mondo.
Buon viaggio, Professore.