Sunday, May 29, 2011

Confettura di banane e cocco al profumo d’arancia

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Ricetta che ho visto qui e di cui mi sono innamorata all’istante!
A me non è venuta così bianca, non so perché. Il sapore però è ottimo, davvero davvero favolosa! Unica cosa: la prossima volta diminuisco lo zucchero, per me così è troppo dolce. Ma ho trovato la perfetta soluzione… Spalmata su una bella fetta di plumcake neutro, si sposa a nozze!
Vi copio la ricetta di Azabel, perché io ne ho fatti solo 2 vasetti e mezzo e ho diminuito le dosi.
Ingredienti:
  • 700 g di banane, pulite (circa 1kg lorde)
  • 100 g di spremuta d'arancia
  • le zeste di 1 arancia non trattata
  • 500 g di zucchero
  • 250 g di latte di cocco
  • 20 g di cocco essiccato grattugiato
  • 40 g di rum bianco (che io non ho messo)
  • un pizzico di sale
Affettare le banane a rondelle di 1 cm.
Metterle in una pentola bassa e larga adatta per le confetture e  mescolarle subito con la spremuta di arancia per non farle annerire.
Aggiungere le zeste, lo zucchero, il latte di cocco, il cocco essiccato ed un pizzico di sale.
Accendere il fuoco.
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Appena il tutto accenna a bollire spegnere e trasferire in una ciotola.
Lasciar raffreddare, coprire con pellicola per alimenti e far riposare almeno una notte in frigo.
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Il giorno seguente rimettere la pentola sul fuoco e far bollire 5 minuti.
Spegnere il fuoco,  aggiungere il rum e cuocere ancora una decina di secondi.
Frullare il tutto con il Minipimer direttamente nella pentola.
Verificare la consistenza della confettura versandone una goccia su un piattino ben freddo: se risultasse ancora fluida far bollire ancora 5 minuti.
Invasare a caldo e far raffreddare.
Mettere i vasetti in una pentola sufficientemente grande, avvolgendoli con degli strofinacci.
Coprire i vasetti d'acqua fredda in modo che superi di almeno 5 cm i coperchi.
Sterilizzare per 20 minuti, calcolandoli dall'inizio del bollore.
Lasciar raffreddare i vasetti immersi nell'acqua..
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Io non ho fatto la sterilizzazione perché I vasetti erano solo due e li avremmo fatti fuori in fretta.
Assolutamente consigliata, specialmente adesso che viene la stagione estiva e ci vogliamo avvolgere di profumi e sapori che sanno di tropicale… Enjoy!

English:
COCONUT BANANAS AND ORANGE JAM
You gotta try this one, it’s simply fabulous!
  • 700 g peeled bananas
  • 100 g fresh orange juice
  • 1 orange zest
  • 500 g sugar (it’s quite sweet, I suggest to use less than this)
  • 250 coconut milk
  • 20 g dried grated coconut
  • 40 g white rhum (I didn’t use it)
  • 1 pinch of salt

 Cut bananas in 1 cm thickness pieces. Put them in a large pot and stir them with the fresh orange juice so they won’t get black. Add the zest, the sugar, coconut milk, the grated coconut and the pinch of salt. Switch the fire on and, as soon as it starts boiling, switch it off and pour the mixture in a bowl. Let it cool, cover with wrapping paper and let it rest at least one night in the fridge.
The next day transfer in a pot again and let it boil for 5 minutes. Switch the fire off, add the rhum (if you like) and cook for another 10 minutes.
Mix it with an hand blender, checking the thickness. Pour a drop on a cold plate and see, if it’s still too liquid let it boil another 5 minutes.
Put in jars while hot and let it cool.
Put the jars  in a big pot, wrap them with a towel. Cover the jars with cold water (water must cover completely the jars). Sterilize for 20 ‘, counting since it starts boiling.
Let the jars cool in the water
I didn’t sterilize them because I just made two jars and we immediately had a taste.
I really suggest you to try, specially now when summer is coming and we feel like tropical… Enjoy!

Friday, May 27, 2011

I do love cats!

... The cutest thing in the world!!! That's why I love cats!




Tuesday, May 17, 2011

Due crostate al prezzo di un post: crostata di zia Paola e crostata di Gaijina

Era stato amore inaspettato quando, lo scorso settembre, in visita a nonna e zii, io mi sono pappata mezza crostata così.
La crostata è una torta buona, ma c’è chi la ama, e chi invece ne rimane abbastanza indifferente. La mia mamma la adora. Io sto nel mezzo. Un pezzo di crostata, insieme al the, o inzuppata nel caffelatte, o ricoperta di nutella e pucciata nel caffelatte, è la fine del mondo. Ma non è un dolce che mangerei a fine pasto, o neanche a merenda, perché rimane troppo asciutta per I miei gusti. Un dolce da colazione, insomma. Almeno, la crostata per come l’ho sempre conosciuta io, quella di mamma. Che è buonissima, per carità, mia mamma è famosa per le sue crostate, tra l’altro, molto vicine alla vera ricetta della crostata, che non prevede lievito.
Ma quella della zia… completamente diversa. Più torta. Morbida, sbriciolosa, con un accentuatissimo aroma di limone. Sarà stata la giornata, ma continuavo a spiluccare, e alla fine mi son fatta dare la sua ricetta.

CROSTATA MORBIDA DELLA ZIA PAOLA
Ingredienti:
100 g burro
6 cucchiai zucchero
3 uova
1 pizzico di sale
buccia di limone grattugiata
8 cucchiai farina
1/2 bustina lievito
1 vasetto di marmellata (io albicocche)

Lavorate burro morbido e zucchero, poi aggiungete le uova, sbattete bene. Aggiungete sale e buccia di limone, infine la farina, poca per volta, e l’ultima insieme al lievito. Lavorate in fretta fino a ottenere una palla morbida e la ciotola pulita.
Imburrate e infarinate una teglia, stendeteci la pasta, facendo un bordino e tenendo da parte un po’ di pasta per le strisce.
Bucate il fodno con una forchetta, poi versate la marmellata di albicocche. Spalmatela bene, poi fate le striscette facendo dei rotolini e sistemandoli a grata sulla marmellata.
Infornate a 180°per una mezz’oretta, prima con calore solo sotto, alla fine sotto e sopra.
Lasciate intiepidire in forno semiaperto.
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Quando ho ripreso la ricetta in mano, dopo mesi, per provarla, mi sono fermata un po’ interdetta. 3 uova?? Mi sembrava strano… Mi è venuto il dubbio di aver scritto male, ma non avevo tempo di telefonare così ho deciso di optare per il mio istinto. Andando avanti pure la quantità di farina non mi quadrava… era assolutamente insufficiente!! E così alla fine ho tirato fuori un’altra ricetta… la MIA, ricetta, oserei dire. L’ho fatta a tatto, a naso, a occhio. Due volte, per potervi dare le dosi. E’ fantastica. L’ho portata al lavoro ed è stata divorata, poi da amici e di nuovo Via! Sparita.b
Sono rimasta proprio contenta e credo che d’ora in poi non abbandonerò più la mia personalissima ricetta!
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CROSTATA SEMI-MORBIDA DI GAIJINA
Ingredienti:
100 g burro    100g butter
6 cucchiai zucchero    6 tbsp sugar
1 uovo e 2 tuorli    1 egg + 2 yolks
1 pizzico di sale    a pinch of salt
buccia di limone grattugiata a piacere    lemon zest as you like
11-13 cucchiai farina (se rasi, se colmi colmi 9 e 1/2-10)    11-13 tbsp flour (you might need a little more)
1/2 bustina lievito    8g baking powder
1 vasetto di marmellata (io albicocche)    a pot of homemade jam (I used apricot)

Lavorate burro morbido e zucchero, poi aggiungete le uova, sbattete bene. Aggiungete sale e buccia di limone, infine la farina, poca per volta, e l’ultima insieme al lievito. Lavorate in fretta fino a ottenere una palla morbida e la ciotola pulita.
Imburrate e infarinate una teglia, stendeteci la pasta, facendo un bordino e tenendo da parte un po’ di pasta per le strisce.
Bucate il fodno con una forchetta, poi versate la marmellata di albicocche. Spalmatela bene, poi fate le striscette facendo dei rotolini e sistemandoli a grata sulla marmellata.
Infornate a 180°per una mezz’oretta, prima con calore solo sotto, alla fine sotto e sopra.
Lasciate intiepidire in forno semiaperto.

Stir butter and sugar, till it becomes creamy. Then add the eggs, stir well. Add the salt and the lemon zest, then the flour, a bit at a time, and the last one together with the baking powder. Use your hands (better cold) to make the dough, until you get a soft ball and your bowl is clean.
Grease a tarte pan and spread a little flour in it, then roll out the dough, after having put away a little for next step (8-10 little balls of dough should be enough to make the grid).
Using a fork, make little holes in the dough, then pour the jam into it. Level it.
Make some long rolls with the remaining dough, then make a grid on top.
Bake for 1/2 hour, 180°, with the heat from the bottom, at the end from top and the bottom.
Let it cool with the oven a little open.
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Entrambe sono crostata morbide, favolose e piacevolissime anche dopo un pasto. Per niente asciutte, unico accorgimento è adottare uno stampo non troppo grande (il mio era circa 23cm), e non essere parsimoniosi con la marmellata.
Beh, vi stupite se vi dico che adesso ho sempre pronto un vasetto della marmellata giusta in dispensa?

Saturday, April 23, 2011

Reese’s Cake

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E anche il 26° compleanno è passato!
Il 20 l’ho passato con un mal di testa allucinante, temevo di avere una crisi e svenire dal dolore come non mi succede da tanto, poi con lo stress del lavoro… Diciamo che la giornata non è stata leggerissima.
Alla fine è fatta, da domani comincio col nuovo lavoro, con un nuovo capo, che è un mio carissimo amico, al Management Control. Speriamo vada tutto bene. E… l’azienda mi paga il viaggio in Italia, quindi, appena avrò l’occasione per parlare col Prof., gli chiederò di venire con me in Italia. Alla fine G. andrà a luglio e tornerà poi in Danimarca per il matrimonio, quindi noi siamo più liberi. Adesso ho pensato che lo vorrei portare in Sardegna. Ho già parlato coi miei, e spero che alla fine si possa fare, e che lui dica di sì.
La sera del 20 sono tornata a casa, con la spesa, ho aperto il frigo e…
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… l’ho trovato pieno dei miei sorbetti alla frutta che mi piacciono tanto, insieme a un biglietti di auguri. Era proprio pieno, ogni scaffale, per lungo e per largo. Per 5 minuti ho riso come una matta. Adoro il Professore. E’ imprevedibile e dolcissimo.
Dovevamo andare a cena ma alla fine abbiamo fatto serata normale perché era tardi e io stanca morta. Sono felice.
Passando al compleanno…
Ve la ricordate la famosa torta di Shanghai? Quella che non mi faceva dormire perché sognavo beata di annegarci dentro felice? Beh, avvicinandosi il mio compleanno, quale occasione migliore per provare a riprodurla?

Non era difficile, ma non avevo il cerchio alto d’acciaio per costruirla, e mi mancava il tempo necessario per permettere ad ogni strato di solidificarsi bene. Così ho pensato di cercare online qualche ricetta similare.
Inizialmente, doveva essere questa qui. Ok, non una classica e semplice torta allo yogurt, ma insomma! Ho visto di peggio. L’ho presa tranquillamente, pensando di andare sul sicuro, sia come gusto, che come realizzazione. E invece, ovviamente no. Questa torta ha visto di tutto!!! Per un semplice errore ho avuto una nottata d’inferno per recuperare!
Alla fine si può dire che ho inventato una torta. Nata da un errore, quindi presumo si possa ottenere più o meno lo stesso risultato attenendosi all’originale, tuttavia dà sempre una certa soddisfazione, non copiare semplicemente le ricette, ma metterci del proprio.
Ragazzi, questa torta dà un certo lavoro, ma… Beh, la presentazione fa la sua figura, e il gusto… O vi uccide o vi santifica. A noi, ci ha uccisi tutti, perché mangiata dopo una mega cena, ma siamo rimasti ko tutti felici. Il commento del Professore è stato: “Ele, this cake is great!! Even better then the Shanghai one! You really have to open a bakery… How much would people pay for this cake??!”. Il mio collega, che mi aveva anticipato che il burro d’arachidi non gli piaceva, mi ha detto: “Ele, tutto quello che ti ho detto sul burro d’arachidi? Cancellalo!! Non vale più”.
Alessia che, nonostante abbia dei timori per dei dolori che assomigliano all’appendicite, se l’è mangiata tutta.
Insomma, una bella soddisfazione. E già ho dimenticato la fatica, dovuta, tra l’altro, non tanto alla torta, ma a pensare a come rimediare al mio primo errore.
Consiglio, straconsiglio questa ricetta. E dico anche di proporla quando la gente è tanta, in modo che non sia possibile fare il bis, e che non sia dopo una cena. Sta torta è fantastica! Ma va presa a piccole dosi.

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Ingredienti
Per la base numero 1: For the 1st cake:
45 g cioccolato fondente –45g bittersweet chocolate
1.5 cup farina –1.5 cup flour
1/2 cup cacao amaro –1/2 cup cocoa powder
3/4 tsp bicarbonato di sodio –3/4tsp baking soda
1/4 tsp sale –1/4tsp salt
130 g burro morbido –130g softened butter
1 cup brown sugar –1cup brown sugar
1/2 cup zucchero -1/2cup granulated sugar
2uova –2 eggs
1 cup yogurt –1 cup buttermilk/yogurth

Sciogliete il cioccolato e lasciatelo raffreddare.
Setacciate farina, cacao, bicarbonato e sale e mischiateli bene. Mettete da parte.
Sbattete burro e gli zuccheri fino ad avere un composto cremoso, poi aggiungete un uovo per volta, sempre sbattendo. Unite il cioccolato. Poi unite il composto di farina in tre riprese, alternandolo con lo yogurt e terminando con la farina. Sbattete finché è bello liscio. Sarà molto molto denso, una crema da spalmare.
Mettete il composto in una teglia a cerniera da 26, imburrata ai bordi e coperta da carta forno sul fondo, e infornate a poco meno di 180° per circa 40’. Dopo prova stecchino, lasciatela raffreddare dieci minuti, poi capovolgetela su una griglia e lasciatela raffreddare totalmente.
Tenetela d’occhio in cottura, io l’ho bruciata. Così alla fine ho dovuto tagliare il fondo e mi sono ritrovata con una torta troppo bassa per fare quello che avrei voluto. E così ho dovuto rimediare studiando uno stratagemma… e da lì è uscita la seconda base.

English:
Melt the chocolate and let it cool.
Sift the flour, cocoa, baking soda and salt and stir. Set aside.
Beat butter and both sugars with an electric mixer until creamy, then add the eggs, one at a time, always beating. Add the melted chocolate.
Add the flour mixture in three times, alternating with the buttermilk (flour-buttermilk-flour-buttermilk-flour). Mix until smooth.
Pour the batter in a 26cm (butter the sides and cover the bottom with baking paper), and bake at 350°F for about 30’, until a toothpick inserted at the centre comes out clean). Cool in pan for 10’, then invert the cake into a wire rack and let it cool.

Per la seconda base: -For the 2nd cake:
3 uova –3eggs
130 g zucchero (ho sbagliato, ne avrei dovuti mettere in tutto 105) -130g sugar
70 g burro –70g butter
1.8 cucchiai di cacao amaro –1.8 tbsp bitter cocoa
0.6 cucchiaini di lievito –0.6 tsp baking powder
60 g farina –60g flour
60 g cioccolato fondente fuso e intiepidito –60g melted bittersweet chocolate

Sciogliete il cioccolato e lasciate intiepidire. Montate I 3 albumi con un pizzico di sale e mettete in frigo (in teoria gli albumi van sbattuti con 1/3 dello zucchero totale, 105 g).
Montate il burro con lo zucchero (io ho sbagliato, ho messo troppo zucchero e tutto insieme, qui avrei dovuto usare I 2/3 di 105 g).
Aggiungete I tuorli uno alla volta, continuando a montare. Unite il cioccolato.
Unite farina, cacao e lievito setacciati. Mescolate con una spatola, poi unite gli albumi, delicatamente.
Amalgamate bene e infornate a forno caldo 180° per circa 35-40’ (teglia 26 cm, non deve venire alta per il mio uso).
Fate raffreddare.

English:
Melt the chocolate and let it cool. Whip the 3 egg whites with a pinch of salt and then put in the fridge.
Beat butter and sugar until creamy, then add the yolks, one at a time, still beating. Add the chocolate. Add the flour, cocoa and baking powder (sifted). Use a spatula and mix gently.
Bake in pre-heated oven (350°F) for about 35-40’ (26cm pan).
Let it cool.

Per la mousse al burro di arachidi: -For the peanut butter mousse
(aumentate le dosi, io l’ho dovuta rifare una seconda volta separatamente, facendo la mousse con 65 g Philadelphia, 65 g burro d’arachidi, panna e zucchero a occhio)
(I suggest to increase the quantities of each ingredient, I had to prepare the mousse a sencod time because it wasn’t enough)
170 g cream cheese (io Philadelphia) –170g cream cheese
170 g burro d’arachidi cremoso –170g creamy peanut butter
3/4 cup zucchero a velo –3/4cup powdered sugar
1 cup panna –1cup heavy cream
vanillina –vanilla

Sbattete il formaggio col burro d’arachidi. Unite lo zucchero a velo. A parte sbattete la panna con la vanillina, e unitela al composto cremoso. Verrà una mousse.

English:
Beat the cheese with the peanut butter, then add the sugar. In another bowl, whip the cream with vanilla, then add it gently to the peanut butter and cheese mixture. It will become a mousse.
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Dalla prima base, dopo averla rigirata, tagliata un disco centrale lasciando un bordo e un fondo di 2.5 cm. Di nuovo, ho fatto casino… praticamente il fondo non mi è rimasto, e la torta era mezza distrutta. Così ho rimediato facendo un altro fondo con la seconda base.
Dalla seconda base tagliate il disco centrale, della stessa misura del buco della prima base. Tagliatelo per farlo più sottile, e mettetelo con la parte alta (più croccante) rivolta verso il fondo (per rafforzare il fondo). Compattate un po’, poi bagnate con latte e cacao.
Mettete un po’ di mousse all’interno del buco, e copritela con qualche briciola dell’impasto tolto.
Spalmate altra mousse sul contorno.

English:
Invert on a plate the 1st cake, and cut out the centre of the cake, leaving 1” edge around the cake and 1” deep.
Cut out the centre of the 2nd cake, of the same diameter of the hole in the 1st one. Cut it in half to make it thinner, and put it in the 1st cake’s hole (with the crunchy upper part down). Press a little bit, then moisten with milk and cocoa powder mixture.
Spread about 1/3 of the mousse into the cavity.
Break the pieces of cakes you removed and use some of it to cover the mousse. Spread other mousse on the edges.
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Prendete la cornice della seconda base, e sovrapponetela al contorno della prima. Potete anche farlo in due volte, se non è facile spostarla da intera.

English:
Take the frame of the 2nd cake and place it on the frame of the 1st cake. You will have a double level cake.
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Adesso avrete una torta alta, da fuori apparirà come base-mousse-base.
You will have a 1st cake base, then a layer of mousse, then 2nd cake base.
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Ora prendete tutto l’impasto rimasto di entrambe le basi, fatelo a pezzettini o semplicemente sbriciolatelo, e sistematelo sopra la torta, facendo una cupoletta.

English:
Now let’s take all the remained cake crumbs and place them on topo of the centre, making a hill.
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Poi spalmate la restante mousse su tutta la torta, lati compresi. Questo è un po’ una palla perché la mousse si attacca alla briciole e le porta via, io ho fatto parecchio con spatola e mani.

English:
Then spread all the mousse all over the cake, also on sides. This is a little annoying because the mousse is very sticky, but.. be patient, it will be worth.
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Mettete in frigo per far solidificare un po’. Io l’ho lasciata tutta la notte.

Refrigerate until the mousse is firm (I let it in the fridge the all night)

Per la glassa: -For the ganache:
250ml panna –250ml heavy cream
250g cioccolato fondente –250g bittersweet chocolate
1 tbsp burro –1tbsp butter

2 Reeses’s Cups –2 peanut butter Reeses’s Cups

Scaldate panna e burro senza farli bollire, poi spegnete, unite il cioccolato tritato grossolanamente e fatelo sciogliere girando bene. Lasciate addensare un po’, poi colate la glassa sulla torta e copritela bene. Io mi sono accorta troppo tardi che presentava molto meglio con la glassa che da sola scendeva sui lati lasciando intravedere la mousse sotto, ma ormai avevo iniziato il lavoro di spatola così ho dovuto coprirla tutta.

English:
Heat cream and butter without boiling. Add the chocolate (roughly chopped) and mix until melted.
Let the ganache cool and thicken for 20-30’.
Spread the ganache over the cake, and top with roughly chopped peanut butter Reese’s Cups.
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Terminate guarnendo con 2 Reeses’s a pezzettini.
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Godetevela... Ah! E, ovviamente...

BUONA PASQUA A TUTTI!!

Tuesday, April 19, 2011

Tiriamo le somme alla soglia del 26esimo…

Oggi è l’ultimo giorno del mio 26° anno… Domani entrerò nel 27°. Sono un pochino emozionata, e poco poco malinconica. Lo ero di più qualche settimana fa, prima di organizzare ‘la festa’ (=mega abbuffata generale con e gelato finale torta finale prima di spostarsi nei bar).
Adesso invece è il momento dei pensieri maturi. Ricordo che da piccola vedevo le 26enni come donne fatte, in genere già sposate e col primo figlio. Io sono nata quando mia mamma di anni ne aveva già 33, e a quell’epoca era vecchia per il primo figlio. Invidiavo ai miei compagni le loro mamme giovani e carine, quelle con cui ci puoi parlare apertamente, a cui puoi confidare le pene d’amore, quelle che ti coprono col papà. Mia mamma non mi ha fatto mai mancare nulla, si è fatta in quattro per me e mia sorella, scorrazzandoci a musica, pallavolo, basket, scuola, nuoto, feste di compleanno, e lavorando part-time. Era presente per i compiti, per la merenda, per organizzare le feste, per coccolarmi quando avevo i miei mal di testa atroci, per dirmi che se avesse potuto, se lo sarebbe preso lei, pur di recarmi sollievo. Mia madre è stata una gran mamma, e non la cambierei per nulla al mondo. Ma pensando a me, sin da piccola, mi vedevo con un ruolo diverso, giovanile, la mamma amica come in Gilmore Girls. Avevo un piano ben preciso: a 27 anni matrimonio, 2 anni col mio uomo, poi a 29 primo figlio. E poi da lì si sarebbe scelto insieme, in base a quanta ciccia avevo messo su col primo e alle disponibilità economiche. Il primo sarebbe stato maschio, Alessandro o Tristan, la seconda una bambina, Matilde o Alena. E il terzo sarebbe stato una sorpresa!
Insomma… vedevo una ragazza della mia attuale età come già donna di famiglia, o almeno sulla via.
E invece, eccomi qua. Dove nessuno, io per prima, mi avrebbe immaginata, mai.
Ma non importa, perché se penso all’ultimo anno, ho fatto tante conquiste. Un anno fa a quest’ora stavo picchiando Aura, dopo ‘aver ricevuto il suo regalo di compleanno’. Adesso l’abbraccerei solo, per ringraziarla di avermi regalato una fonte di felicità.
Alla soglia dei 26, saluto i 25 pensando che sono alla fine laureata, con la triennale ma meglio che niente; che, anche fuori dal mio mondo natale, ho tanti amici a cui tengo moltissimo, più quelli veri che mi aspettano laggiù a Torino; che sono innamorata di una persona con cui non mi annoio mai, che mi arricchisce e rende il mondo più interessante da scoprire, che ha tante storie da raccontare, che mi protegge, che non è mai scontata; che domani, gran giorno, avrò un colloquio per una nuova posizione all’interno dell’azienda, e che, se è vero che, come si dice, nel giorno del compleanno ‘Chiedi e ti sarà dato’, se mi va bene domani saprò di potermi permettere il viaggio in Italia, dintorni, e Danimarca, e convincere il Mister a venire con me.

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BUON COMPLEANNO E IN BOCCA AL LUPO A ME!!
E a voi occhio alla torta che arriva….. (sempre se mi riesce)!

Monday, April 11, 2011

Quando a Shanghai parlarono di un viaggio in Italia……….

Il weekend è stato fantastico e Shanghai è sempre meravigliosa. Ha un fascino ineguagliabile tutto particolare. Ogni volta che ci andiamo ci chiediamo se vorremmo vivere lì, avessimo la possibilità.
Siamo stati fortunati: il tempo è stato clemente, niente pioggia e temperature quasi estive. Viaggio ok, io ero sotto antibiotico + Actigrip ed ero tutta rincoglionita, mi sono addormentata ancora prima di decollare e risvegliata una volta a terra. Lui mi ha detto che abbiamo avuto tre brutte perturbazioni ma io manco mi sono mossa.
Abbiamo camminato tutti e tre I giorni dal mattino alla sera, tanto non ti stuferesti mai. Shanghai è troppo bella anche solo da guardare, annusare, scoprire. Il cibo fantastico, l’ultimo pranzo è stato ufficialmente approvato da un americano vero come degno d’America.
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Il concerto… AWESOME!!! Bob ha 70 anni, è stato mitico a farcela. Ci ha messo un bel po’ a scaldarsi, all’inizio la voce gracchiava un pochetto ma lui era troppo un figo, coi suoi stivali da cowboy, la camicia brillante e pantaloni e giacca con la riga blu sui lati… E il cappello bianco!!! Eravamo lontani, ma lui era distinguibilissimo. Momento best, quando ha suonato l’armonica, e quando ha fatto gli ultimi tre pezzi, finendo con Like a Rolling Stone e Forever Young.
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La sera siamo usciti con un altro amico che era venuto al concerto e una coppia australiana, il sabato l’abbiamo passato di nuovo a girare, girare, girare… E la sera siamo usciti di nuovo. Combinazione, abbiamo trovato due tipi di Qingdao, anche loro a Shanghai per il weekend. Siamo andati in un bel posto, a tre piani, col biliardo, calcio balilla, altri giochi, che autoproduceva la birra. A me la birra non piace ma devo ammettere che si sentiva la differenza. Ma non era certo la birra che attirava me… Era il menù!! Già parlava da sè, ma dopo aver sentito le recensioni degli altri, DOVEVO prendere qualcosa! Soprattutto perché avevamo fatto cena piuttosto presto, quindi avevo ancora un posticino… E avevo già adocchiato cosa la mia pancina voleva…. Una torta che solo dal nome ti faceva sapere per certo che doveva essere la fine del mondo. Ci ho pensato per tre ore poi alla fine mi sono decisa: machissene, sono in vacanza! E l’ho presa.
Non l’ho manco fotografata, anche se era bellissima. Avevo troppa foga di provarla e una volta assaggiata non ho più potuto manco pensare di fare foto… urgeva mangiarla, mangiarla subito!!! Soprattutto quando gli altri che ho invitato ad assaggiarla ci hanno preso un po’ troppo gusto…
Una base di cioccolato, leggera, bagnata, fresca… intervallata da una mousse al cioccolato spessa ma scioglievolissima, con all’interno dei fiocchi di riso soffiato al cioccolato. E poi, the heaven. Una mousse alta quasi 10 cm al burro d’arachidi. E sopra, colata di cioccolato. Indescrivibile. Soprattutto se pensate che la torta è stata servita in porzioni americane, e che sembrava sarebbe stata una batosta dopo il primo boccone. E invece…! Il tutto insieme, se riuscivi a farlo stare sul cucchiaio, era la perfezione del gusto, del sapore, della consistenza, era l'Armonia dei sensi e del palato. Non esagero. E la torta non era pesante!!! Dopo averla finita avevo già adocchiato un’altra metà che qualcuno aveva abbandonato sul bancone per andare al bagno. Faccio schifo, lo so. Ma è stata la scoperta dell’ottava meraviglia del mondo.
La voglio assolutamente ricreare.
L’unico momento NO della serata e di tutto il weekend è stato quando il nostro amico ci ha detto che il prossimo step sarebbe stato salutare delle Danesi in visita… Danesi che conoscono il Professor Bear e che erano a Qd lo scorso weekend. Io so perché sono stata informata da amici che LEI, la danese che odio come la peste, quella di Halloween, quella che vedevo dappertutto in Thailandia, quella che ancora adesso, ogni tanto, mi manda gli incubi la notte. Lo scorso weekend non so come ce la siamo scampata. Poi non so se lui l’abbia vista per conto suo, ma non mi interessa perché che mi darebbe solo fastidio. Questo weekend saremmo stati a Shanghai, ‘se ho culo stavolta la scampo!’, ho pensato! E per un po’ se ne starà fuori Cina di nuovo. E mò me la trovo lì??? Non ci ho potuto fare niente, appena sono state nominate le danesi, e detto che avevano chiesto del mio Prof. il weekend precedente, e senza sapere I nomi, io mi sono chiusa. Cercavo di parlare e far come se niente fosse ma non mi veniva nulla da dire. Lui invece ha reagito in modo opposto, ridendo troppo per il suo stile e facendo battute ogni frase che diceva. Alla fine, il nostro amico se ne stava andando, e il Prof. mi ha detto che gli avrebbe detto due parole. So che gli ha chiesto se tra le danesi c’era LEI, e lui ha detto di no. Da lì, tutta la serata è andata liscissima. Io sono rinata, lui pure e la torta ha fatto il resto.
Quella sera più tardi abbiamo raggiunto il nostro amico ad un party in un locale sulla riva del fiume, in alto in alto. La vista era ineguagliabile ma il locale completamente inappropriato a noi, stracaro, strapieno di ragazze completamente andate e mezze nude. E così, ce ne siamo stati io e lui, a parlare fitto fitto fino a quando abbiamo tolto le tende e ce ne siamo tornati in hotel.
E finalmente arriva domenica, che è il giorno cruciale per questo post. Eravamo da Mister Donut a fare colazione, e lui mi dice che gli è arrivato un invito per il matrimonio a fine agosto di una coppia di amici danesi che anni fa vivevano qui e poi sono tornati in Danimarca per la nascita dei figli.
Dovete sapere che io, per il suo compleanno, stavo cercando di pianificare un regalo per lui… Non ero ancora sicura di poterlo affrontare, dipendeva molto da certi accordi che ho sul lavoro, ma, nel migliore dei casi, avrei voluto pagargli metà del viaggio, e portarlo con me in Italia. A Torino, e poi magari a fare un giro da qualche altra parte. Ho pensato alla Costiera Amalfitana, perché non ci è mai stato, alla Costa Azzurra, alla Sardegna. Ma tutto è proibitivo, così avevo deciso di iniziare a pensare al viaggio.
Già il venerdì però, mi aveva informata della sua necessità di andare a casa sua, presto. O cacchio, mi son detta… E lo sapevo io che mi rovinava I piani!! E poi ho pensato freneticamente e ho pensato che magari avrebe potuto venire con me una settimana, e poi volare da Milano a casa sua, mentre io dedicavo gli ultimi giorni a farmi le mie cose, parrucchiera, estetista, ginecologa, etc. E invece mi dice che vuole andare a casa a maggio. Acc!!!
Comunque, domenica parlava del matrimonio e gli ho chiesto se pensava di andarci. E lui mi ha detto che ero invitata anch’io. Io ho subito detto che sarei andata a casa a fine luglio, che quindi non avrei potuto. E che, se non ci fosse andato lui, mica ci potevo andare da sola, sono amici suoi che hanno conosciuto me di conseguenza, quindi… E lui mi dice che se io fossi andata, lui avrebbe preso in considerazione la possibilità. Mmmmmhhhh.
Un matrimonio tradizionale danese, in grande stile, in un castello che si dice sia infestato da tre fantasmi, con la possibilità di alloggiare presso una delle residenze estive dei nostri amici, in una Danimarca verde d’estate… Allettante. Tutti i miei piani di nuovo a farsi benedire! Abbiam lasciato cascare il discorso, fino al pomeriggio, mentre camminavamo presso un laghetto aspettando l’ora di pranzo. Quando lui se ne esce con: “You know, I was thinking… I think you really should go to the wedding. It would be cool. I could go to Italy with you, if it would be ok for you, we can see your family, you can show me your city, and then fly together to Denmark for the wedding, and then come back to China”. Devo aver fatto una faccia da baccalà estrema perché si è subito affrettato ad aggiungere “You don’t have to be stressed out about this, it was just an idea”. E così ho svuotato il sacco, gli ho parlato del mio piano precedente, e che volevo portarlo in Italia a luglio perchè, dovendo scegliere, è sicuramente migliore che agosto, in cui la città è assolutamente vuota, locali e ristoranti chiusi, afosa da star male e noiosa al suicidio. Ma lui mi ha detto che la cosa non gli suonava affatto male, dopo mesi di Cina, e che comunque si andava per stare con la mia famiglia, e che se volevo saremmo potuti andare al mare, con loro magari, insomma…
Accidenti!! Ma avete capito??? Alla fine, è stato lui a propormi di venire in Italia con me!! E io che pensavo che tutte le allusioni  “Andiamo in Sardegna!”, “It would be nice to go to Italy” fossero soltanto pour parler. Beh, lo penso anche adesso, a dir la verità. Costa troppo il tutto. E se lui deve davvero andare a casa a maggio, come può poi permettersi un altro viaggio intercontinentale? E solo adesso mi viene in mente che ci sarebbe pure il regalo da fare…
Ma quanto vorrei portarmelo in Italia!!! Andrei in giro fiera come un pavone, e l’idea che lui voglia conoscere la mia famiglia mi fa girare la testa!!! So che I miei sarebbero assolutamente pazzi di lui. Mi spiacerebbe solo se la città fosse veramente morta, e non potessi portarlo dove vorrei etc.
Insomma, questa la grande novità. Probabilmente resteranno solo parole, e non lo dico per pessimismo, ma per cercare di stare coi piedi per terra. Ho visto I prezzi, conosco la nostra situazione finanziaria, e la cosa non è semplice da fare. Senza contare altre beghe minori come scadenza del contratto della casa che prevede che io stia qui esattamente nel periodo in cui dovrei essere via per far vedere l’appartamento ad altri possibili acquirenti. E se non ci sono vuol dire che devo rinnovare il contratto, il che vuol dire niente progetti di casa insieme.
Però l’idea che lui l’abbia proposto mi rende felice a due metri da terra! Ho anche pensato che LEI è sicuramente stata invitata. O magari no, ma mi sembrerebbe troppo strano… Hanno invitato tutta la Danimarca! Non sarebbe un bel po’ awkward? Anzi… sarebbe terribile. Ma adesso direi che è l’ultimo dei problemi. E poi lui è così dolce e fantastico con me, non ci sono parole, non avrei mai sperato di vivere una cosa così.
Oggi è arrivato qui il Capo delle Risorse Umane della mia azienda e mi ha già detto che vuole parlarmi. Tutto credo verrà deciso in questa settimana. Il mio posto, le condizioni, tutto.
Non posso che chiedervi gentilmente di sperare per me.
Nel frattempo un abbraccio di gratitudine e di complimenti se siete arrivate fino a qui!! La logorrìa è un male che non sono ancora riuscita a curare.
E vi lascio un Donut! Consiglio quelli più scuri, sono una favola paradisiaca anche il giorno dopo.
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Thursday, April 7, 2011

E ritorno a Shanghai…

Ragassuole quando leggerete questo post io starò già volando verso la Parigi d’Oriente, assieme all’uomo e verso un weekend di prelibatezze e passeggiate.
Volevo solo lasciarvi un saluto, ci risentiremo dopo, quando vi racconterò del concerto di Bob Dylan, dei brunch da Element Fresh e della Chicago Deep Dish Style pizza. Mi sto curando in maniera abbastanza pesante e rimbecillente per evitare di passarmi il weekend col naso tappato e le papille gustative fuori uso!
Gli ultimi giorni li ho passati tutti col Professore, a guardare film, mangiare banana bread, e a passeggiare. Ieri (martedì) siamo andati a vedere case. Non ho ancora capito cos’ha in mente. Credo che stia facendo un pensierino sulla possibilità di vivere insieme ma non l’ha mai detto chiaramente, e io non colgo, così impara a dire chiaramente quello che pensa! Parla sempre al plurale, mi chiede se mi piacciono le varie case, va a guardare quelle che sicuramente da solo non può permettersi, però non mi ha mai parlato seriamente delle cose burocratiche, come la fine diversa dei nostri contratti etc.
Però a volte è dura, ieri mi sono dovuta trattenere dal saltargli al collo e riempirlo di mille bacetti in piazza! In pratica qualche weekend fa siamo andati a cena da alcuni amici, ricchissimi, che hanno una casa delle meraviglie. L’arredamento è molto lussuoso, e I divani e le poltrone sono tutti in pelle, visto che è di questo che si occupano. Fatto sta che ho trovato LA SEDIA, una poltrona nera morbida e avvolgente in cui potevo addirittura mettermi comodamente di traverso e dormire beata, tanto io sono piccina. Ci stavamo anche in due e vi assicuro lassù avrei potuto viverci. Invece mi sono limitata ad occuparla tutto il tempo, senza manco andare in bagno per paura che me la fregassero.
Ieri chiacchieravamo e lui mi parlava della sua intenzione di liberarsi di un po’ di cose, tra cui la sua giacca di pelle. Mi ha detto che pensava di venderla appunto a questo nostro amico, che è grosso abbastanza. E poi mi ha detto che pensava di barattarla per la poltrona nera. Gli ho fatto notare che non avrebbe il posto dove metterla, in casa, quella poltrona. Al che lui mi fa “Ma è per te, ti piaceva tanto!”. Prima lacrimuccia. Ma io, stoica, “Ma neanche io ho il posto dove metterla!”. “Ma lo avrai nella tua nuova casa!”. Oh-oh….E io, stronza, “I’m not gonna have a new place”. Me ne son pentita perché così l’ho proprio scoraggiato facendogli pensare che non mi voglio muovere da dove sono. Lui ha cambiato totalmente argomento e mi ha fatto una domanda che non c’entrava niente. E pazienza, imparerà, prima o poi??
Comunque, è dolcissimo, davvero una meraviglia, non ho nulla da dire, nulla nulla nulla che cambierei.
Oh oh mi gira la testa e mi sento svenire, temo di dovervi lasciare e pure in fretta, sono rincoglionita dalle medicine…. Un bacione a tutti I lettori che passeranno di qui e a presto coi racconti shanghaiesi!!!!