Tuesday, November 2, 2010

Trick or Treat? This time I got the Trick... and a bad one

Dopo aver postato l'ultima volta, mi sono resa conto di aver dimenticato una serata importante, davvero davvero carina, una di quelle che davvero ti fanno senire che siete fatti l'uno per l'altra. Eravamo noi due, da lui, e stavamo mangiando quel che restava del dulce de leche, su biscottini al cocco. Non so come mi è preso, ma, dopo aver creato un bellissimo biscotto ricco di crema appicicosissima, gliel'ho semplicemente spalmato addosso. Un mese fa non mi sarei mai osata, come se certe cose per bambini non fossero adatte a un uomo come lui. Ma quella sera mi è venuto così, spontaneo, sarà per la situazione. E lui si è messo a ridere, e mi ha ripagata della stessa moneta. Ci siamo proprio divertiti, finché eravamo talmente pieni di dulce de leche che a momenti non ne avevamo più e abbiamo deciso di smettere di sprecarlo. Abbiamo ingaggiato una lotta in cui ridevamo a crepapelle. Due bambini felici. Che bello è stato. Peccato non essermene ricordata mentre scrivevo l'altro post. Così adesso finisce in questo, tutt'altro che allegro.
Non so chi di voi già mi conoscesse due anni fa, e chi, tra loro, si ricorda del mio Halloween pazzo e indimenticabile. Ne erano successe di tutti i colori, ma alla fine, ogni volta che io, Ale o il mio migliore amico ci ripensiamo, lo facciamo col sorriso, anche se la serata era finite in ambulanza.
L’Halloween di quest’anno, invece, verrà ricordato dalla sottoscritta come la serata in cui ho pianto tanto da disidratarmi, in cui mi sono sentita morire e che vorrei solo dimenticare.
Ma certe cose non si dimenticano, tantomeno se lo vorresti con tutta te stessa, quindi tanto vale metterle per iscritto, tenerle lì, a ricordarti le tue debolezze, le tue sofferenze, quanto sei stata male eppure ti sei ritirata su.
Sabato mattina presto sono andata con altre ragazze a ballare flamenco e jazz per l’inaugurazione di un nuovo quartiere, quindi venerdì sera non sono uscita. Il pomeriggio ho visto A., per un caffè, e per parlare di alcune buone notizie che aveva da darmi su un piccolo business che stiamo facendo insieme. Lui era molto contento ed eccitato per le buone nuove, era più bello del solito e, quando e venuto fuori che la sera ci sarebbe stata una festa in cui il costume era obbligatorio, mi ha aiutata a farmi venire in mente qualcosa per poter partecipare.
Alla fine alla festa in casa non sono andata, perché non ero stata invitata direttamente, e sono andata al Qbar con Ale, Mike e altre ragazze, per poi passare all’Lpg, dove sarebbero andati tutti quelli della festa. Infatti erano tutti li, e pure il mio bel Cow Boy.
Abbiamo bevuto tanto, quella sera, c’era un sacco di gente, un casino incredibile. A. non l’ho visto più di tanto. Poi, a un certo punto, vedo lei. Ma come, cosa ci fa ancora qui? In teoria avrebbe dovuto essere già ripartita, visto che era qui solo due settimane fa!!! Non era bella come quel sabato, ma era pur sempre lei, e la cosa mi ha creato un certo disagio, soprattutto quando ho visto lui leggere un messaggio sul cellulare, poi lei avviucinarsi in maniera sensuale e sentito lui dirle: “Ho appena letto il tuo messaggio”.
Io lo sapevo che era lei!!! Ma che cazzo vuole??? Insomma, io ero già un pochino in crisi, ma che dovevo fare? Una scenata davanti a tutti? E per cosa, perché lei gli scriveva i messaggini?
E invece poi, puff! Lui è sparito. Senza dire niente. La gente ha cominciato a chiedermi dov’è A? E io a dire “Non lo so, forse in bagno”. Passa mezz’ora, e sicuramente non era in bagno. Ma dov’è andato A.? M anon ti ha detto niente? Ma se n’è andato? Il che già mi stava causando un certo imbarazzo, che ha raggiunto il culmine quando la gente e tutti i nostri amici hanno iniziato a notare che pure lei era scomparsa. Io cercavo di far finta di niente, anche perché erano tutti danesi, quindi conoscevano meglio lei di me, e probabilmente erano suoi amici più che miei, ma insomma… Ho iniziato a crollare. Seppure sforzandomi a non pensare tragicamente senza aver nessuna prova, che ci volete fare, sono una donna, certe cose si sentono. E in quel caso era tutto così chiaro che non ero l’unica ad essersi fatta una certa idea.
Ho iniziato ad avere gli occhi lucidi. Ogni volta che qualcuno mi chiedeva, diventavano un pochino più lucidi, fin quando Sanne, una ragazza danese, mi ha presa e mi ha portata fuori. Mi ha parlato, non ricordo tutto, parlava del suo compleanno a cui non mi aveva invitata perché ci sarebbe stata anche l’altra e A. le aveva detto che non si sarebbe sentito a suo agio, e che lei però si era fatta promettere che lui me l’avrebbe detto, e invece io non ne sapevo niente. Poi mi ha detto che forse io pensavo che lei fosse sua amica, perché era danese, ma in realtà no, e che io le piacevo molto e le spiaceva vedermi così. Mi ha detto che lui e lei si erano visti per un caffè, e lui non me l’aveva detto. E io son crollata, sulla sua spalla, piangendo disperata alla conferma che stava pensando anche lei quello che temevo io. Mi diceva che lui era un asshole, che non mi meritava, che le spiaceva, insomma… Poi sono usciti anche Sander e Lisa ma io manco li ho visti, e se ne sono andati. Ormai non potevo più rientrare, così ho convinto Sanne a lasciarmi andare a casa. Erano passate due ore dalla sparizione, non avrei aspettato un minuto di più.
Me ne sono andata a casa, e li ho avuto una crisi tremenda, l’alcol ha reso tutto più forte, ho pianto e singhiozzato urlando come una pazza, senza riuscire a smettere, senza credere che stesse succedendo proprio a me, e con lui. Non so a che ora mi sono accasciata stremata sul letto, piangendo e sperando solo che il risveglio non arrivasse mai per non dover affrontare la verità.
Mi sono svegliata alle 7, confusa, senza capire cosa fosse successo. Quando ho capito che era tutto vero, ho ripreso a piangere. Sono andata in bagno e quando mi sono vista ho avuto un attimo di panico perché ero inguardabile, sembravo malata. I miei occhi!! Come se mi avessero gonfiata di cortisone, un bruciore incredibile e tutti venati. Guardo il cellulare e trovo 2 chiamate e due messaggi. Mi rimetto a letto e leggo. “U went home?” delle 03.20 e “Please answer”, delle 03.46. Gli ho risposto allora, incazzata come una iena, gli ho detto che ero andata a casa perché lui se n’era andato prima di me senza una parola ed ero stufa di sentirmi chiedere da tutti dove fosse. Mi ha risposto un po’ dopo dicendo che era così ubriaco, così dispiaciuto, e così vergognoso di se stesso per avermi trattata così.
Badate bene, io non sapoevo ancora dove cazzo fosse finito, e cosa avesse fatto. Gli ho risposto “Trattata come??? Non so manco dove fossi e a fare cosa!!” e lui mi ha risposto “Per averti lasciata sola e averti fatta preoccupare”. E poi mi ha chiesto se poteva venire da me.
Al che io sono rimasta un po’ interdetta, perché pensavo: è tutto qui? Mi hai solo lasciata sola oppure c’è dell’altro??
Prima di dirgli che poteva venire se voleva ho cercato di risolvere la cosa agli occhi, primo perché era veramente mostruosa, secondo perché non volevo vedesse quanto cazzo avevo pianto.
Ero agitatissima, mi son messa a pulire ascoltando la musica più incazzata che ho.
Alla fine bussano alla porta. Apro, col cuore in mano, e mi trovo il postino che aveva sbagliato porta. E poi bussano di nuovo, e stavolta era lui. Non riuscivo a guardarlo, temendo il peggio e non sapendo assolutamente come comportarmi. Io non litigo mai e tantomeno mi aspettavo mi sarebbe capitato con lui, uomo maturo. E poi, ancora non sapevo esattamente cosa avesse fatto. Io ero agitata e non riuscivo a stare ferma, ero lì a pulire e alla fine lui mi ha chiesto se potevo sedermi un secondo. L’ho raggiunto sul mio letto, agitandomi ancor di più.
Non mi ricordo come ha iniziato né avrei saputo fare un discorso simile, ma il succo è stato il seguente.
Si è scusato prima di tutto, mi ha detto che erano secoli che non era così ubriaco. Mi ha raccontato dal principio, parlando di lei. Mi ha detto che lei era ancora qui perché vivrà a Q. per 5-6 mesi. Mi ha raccontato che quando siamo andati a Shanghai insieme, lui aveva chiuso con lei. E che però ogni tanto aveva pensato a lei, seppur io gli piacessi, semplicemente perché il motivo per cui aveva chiuso con lei era che lei non era qui, non perché avevano avuto problemi o discussioni. E che non ci poteva fare niente, sentiva di avere dei vecchi sentimenti nei suoi confronti, e intanto li aveva anche per me, gli piacevamo entrambe, e che quando la gente dice che è o bianco o nero sono tutte cazzate, perché non è così, e che è assurdo come questa fortuna, di trovare due persone che gli piacevano tanto, fosse allo stesso tempo una sfortuna, perché le aveva trovate in contemporanea.
Insomma, mi ha detto che lei era tornata a fine settembre, con la notizia che si sarebbe fermata qui qualche mese, poi a ottobre, due settimane fa, quando l’avevo vista anche io e lui ci aveva a malapena parlato. Mi ha detto che il giorno dopo, G., a cui lei non era mai piaciuta, gli aveva detto che invece, avendoci parlato tutto il sabato sera, aveva cambiato opinione e la trovava davvero una cool and nice girl, e gli ha chiesto se poteva avere il numero. E lui ci è rimasto di merda. Gliel'ha dato, perché gli aveva promesso di assecondarlo in ogni suo desiderio per stare meglio dopo la sua perdita, senza giudicarlo, però la cosa forse l'ha reso geloso, perché non si sarebbe mai sentito a suo agio sapendo che unoPoi mi ha detto che si erano visti per un caffè e per parlare, perché non avevano mai parlato della loro situazione, ma ancora non avevano risolto, e quindi la sera di Halloween lei gli aveva chiesto di parlare un po’ con calma. così si erano messi a girare per l’isolato, parlando. Dei suoi migliori amici usciva con una ragazza con cui ancora non era proprio chiusa.
Ad Halloween lei gli aveva chiesto di uscire a parlare, e avevano fatto giri e giri intorno all'isolato, parlando. Lei gli ha detto che aveva deciso di fermarsi qualche mese per motivi di lavoro ma anche per provare a fare seriamente con lui. Lui le ha detto che adesso c’ero io e che non sapeva come fare, e che però aveva ancora dei vecchi sentimenti per lei, che non se n’arano andati, e ne aveva anche per me, e che insomma era confuso e non sapeva veramente cosa fare.
Hanno parlato senza riuscire ad arrivare a una soluzione, poi, quando lui è tornato all’Lpg, io me n’ero andata. Mi ha detto che quella sera, vedendo il modo di lei di parlare con lui e con gli altri, si è reso conto che i suoi sentimenti per lei non erano più così forti. così è venuto a bussare alla mia porta, stando mezz’ora sulle scale perché io non rispondevo, e poi alla fine era andato a casa, col dubbio di aver sbagliato porta tanto era ubriaco.
A casa era svenuto sul pavimento e poi qualcuno ha suonato il campanello. Lui pensava fossi io, invece era lei, che voleva parlare. Io quando è arrivato qui ho iniziato a lacrimare perché le mie paure si stavano rivelando esatte, il peggio che poteva accadere stava accadendo. Mi ha detto che voleva dirmi tutta la verità perché non voleva mentirmi mai più e voleva che io sapessi tutto per decidere. Mi ha detto che avevano cominciato a baciarsi e poi a ‘fool around’, finché lui si era sentito disgustato, aveva stoppato tutto e le aveva chiesto di andarsene.
Mi ha detto che non ha giustificazioni, che è stato un autentico asshole per la prima volta nella vita e che non gli era mai successo prima, che si vergognava di se stesso e che si sentiva da schifo per avermi trattata così. Mi ha detto che finalmente tutto gli era chiaro, che con questa cazzata era in grado finalmente di fare una scelta. Che in tutti questi mesi ha chiesto consiglio agli amici su cosa fare con noi due, e che per tutti era facile, dicevano che sarebbe stato un pazzo a lasciarmi andare, che io ero di gran lunga la scelta migliore, a molti di loro lei neanche piaceva. Ma per lui non era così facile, eravamo entrambe attrenti ai suoi occhi, in maniera diversa. Mi ha detto che però questa cosa stupida gli ha fatto capire che i vecchi sentimenti che pensava di avere per lei erano scomparsi, che l’assenza o la lontananza rendono i sentimenti più forti e che ricordava solo le cose belle di lei e non quelle brutte, per questo non riusciva a decidere. E che gli era servito fare una cosa tanto stupida da rischiare di perdermi per capire che i sentimenti che ha per me sono più forti, come se avessi costruito qualcosa. Che, se mai avessi potuto perdonarlo, avrebbe fatto di tutto per recuperare.
Mi ha guardata negli occhi, dicendomi che era veramente mortificato, che lui non era così e che non era in sè, e che voleva davvero stare con me e che sperava io potessi perdonarlo, ma che se non l’avessi fatto avrebbe capito. Mi ha detto che se avessi fatto la stessa cosa a lui lui non sa cosa avrebbe fatto perché si sarebbe sentito veramente tanto, tanto ferito, quindi capiva perfettamente che avrei dovuto colpirlo come minimo con un pugno in faccia.
Si, avrei dovuto colpirlo. Forse adesso mi sentirei meglio. Ma io sono un’impulsiva, ho reazioni fortissime sul momento, ma una volta che mi sono sfogata, tutto scema. Ed ero troppo ferita, troppo debole, troppo distrutta per alzare anche solo un braccio. E, lo ammetto, troppo sollevata. Si perché , da come aveva iniziato il discorso, ero convinta mi stesse scaricando, e non l’avrei potuto reggere. Dopo due settimane che mi ero un pochino rilassata sapendo che mi considerava la sua ragazza, adesso questo… E poi perché durante il discorso aveva detto ‘in love with you’ e poi perché alla fine mi stava dicendo che in questi mesi lui non stava bene per questa situazione, e che finalmente adesso aveva tutto chiaro, e che aveva capito qual era la scelta migliore.
Mi ha detto che io sono perfetta e magnifica, e io ho pensato “Sì, perfetta, magnifica e cornuta, e grazie al cazzo!! Preferivo essere imperfetta e non cornuta!”.
Quando mi ha detto che avrebbe fatto tutto quello che volevo per recuperare, guardandomi negli occhi con la faccia da cane bastonato aspettando una mia risposta, non sapevo veramente cosa dire. Sapevo che l'avrei perdonato, perché non posso né voglio fare a meno di lui. Ma così andavo contro i miei principi, per i quali non accetterei mai un tradimento. Alla fine non l'ho tirata per le lunghe, e gli ho detto che avrebbe dovuto occuparsi di un po’ di lavoretti che avevo in sospeso in casa, come sollevare la lavatrice e metterci i piedini di supporto. Era un mio modo per sdrammatizzare e fargli capire che lo perdonavo, senza fare scene da film.
Comunque… Adesso faccio parte anch’io del gruppo delle tradite che decidono di perdonare. Avrò fatto bene? Rimpiango di aver esaurito le mie energie la notte prima, da sola con la mia rabbia, e di essere capitolata così facilmente. Spero non pensi che non abbia carattere o che è stato troppo facile e che non si ripeta mai più. Mi fa paura che abbia la capacità di farmi stare tanto male.
Dopo aver parlato abbiamo fatto il caffè, e ci siam messi a raccontare le nostre esperienze passate. Mi ha detto che lui ha paura di impegnarsi, e che chi lo conosce dice che e perché sua mamma si è sposata e ha perso il marito prestissimo, la sua prima fidanzata, indiana, gli è stata portata via per un matrimonio combinato, la seconda è morta. La terza l’ha scaricato perché doveva andarsene, la quarta è rimasta a Parigi mentre lui è venuto in Cina, la quinta, qui in Cina, l’ha lasciato ed è tornata a casa sua. E questo solo per quanto riguarda le storie importanti. Insomma, mi ha detto che ha paura, che non è bravo con le relazioni.
Tornando alla danese, mi ha detto che quel pomeriggio avrebbe dovuta rivederla per chiudere del tutto, ma che, vivendo lei qui ed avendo gli amici in comune, avrebbe dovuto farlo in un certo modo, e ci sarebbe voluto del tempo.
Gli ho raccontato un po’ di me, del Vj soprattutto, gli ho detto che anche io avevo avuto paura di impegnarmi, perché tendo a stufarmi in fretta. Poi stavamo tremando, un po’ per il post sbronza un po’ perché faceva veramente freddo, così ci siamo messi sotto le coperte. Mi ha chiesto se mi poteva abbracciare e gli ho detto di sì, e mi ha tenuta stretta, sospirandomi tra i capelli. A me è venuto da piangere. Siamo stati lì così, un bel po’, ma io non riuscivo a prendere sonno. Dopo un po’ gli ho detto che avevo paura, tanta paura, perché sapevo che poteva farmi così male. E che mi sarebbe servito un po’ di tempo. Stavamo parlando, e mi ha guardata per un po’, poi mi ha chiesto se mi poteva baciare. Gli ho chiesto se d’ora in avanti pensa di chiedermi il permesso ogni volta. Io lo so perché lo fa. Si sente sporco, e vede me inaccessibile. Mi ha baciata e tutto era ok, però poi nella mia testa si sono formate delle immagini e l’ho fermato, gli ho detto di abbracciarmi e dopo un po’ che era meglio se andava via, che volevo stare un po’ da sola per assimilare tutto.
Se n’è andato a casa di Sander e io ho finito di pulire, ovviamente non prima di aver chiamato Alessia per raccontarle tutto. Ho anche mangiàto qualcosa perché avevo una voragine nello stomaco.
Dopo un paio d’ore mi ha scritto per chiedermi se andava bene se veniva con Sander per sistemarmi il wireless. Sono arrivati lui, Sander, Lisa e Gabby.
Abbiamo passato tutto il pomeriggio da me, la casa nuova e piaciuta a tutti, mi hanno sistemato il computer. Poi ha chiamato Guillaume, gli abbiamo detto di raggiungerci da me, che avremmo ordinato cena. E’ arrivato con una bottiglia di vino come house-warming, abbiamo giocato un po’ con Gabby che ha imparato i nostri nomi (rispettivamente: Abbo per A., mentre prima lo chiamava Dum Dum, che assomigliava molto a dumb dumb, il che era divertente; Biòm per Guillaume, e Ayli o Elle per me), poi è arrivato il cibo.
Dopo cena la famigliola se n'è andata e siamo rimasti io A e G. a chiacchierare e a parlare del piccolo Vince, che adesso e a casa, poi anche G. ci ha lasciati. Io mi sono presa il lunedì libero perché non stavo bene non avendo quasi dormito. Lui si è fermato da me.
Il mattino dopo eravamo infreddoliti ma finalmente riposati, abbiamo preparato colazione, poi lui è andato a vedere l’ufficio nuovo di G., esattamente di fronte a casa mia, io ho fatto qualche commissione poi mi ha accompagnata a pagare il riscaldamento e a fare pranzo. Poi siamo andati a Chengyang per il nostro piccolo business. Siamo tornati tardi e siamo andtai a mangiare con Sander, Lisa, Gabby, Guillaume e Kim, che era appena tornato dalla Danimarca.
Lui poi è venuto a casa mia, abbiamo cazzeggiàto un po’ col computer, poi mi ha chiesto se volevo andare da lui a vedere Last Of The Mohicans ma alla fine era tardi e abbiam lasciato perdere.
Ho apprezzato di essere stata a casa mia una volta tanto, soprattutto dopo che la sua, il nostro rifugio, è stata contaminate da quella zoccolona. Lui non le ha parlato per chiudere ancora, perché è stato tutto il tempo con me. So solo che siam passati un secondo da lui per prendere delle cose e mi son sentita male a stare lì, pensando a lei che suonava, entrava e iniziavano a fare cose sul divano dove tante volte ci siamo addormentati, o nella camera figa che abbiamo creato insieme. Insopportabile.
Voglio riprendere il discorso un’altra volta, un’unica ultima volta, per chiedergli di chiudere davvero e se è davvero convinto. perché io sono quella che, se perdona, lo fa davvero, e resetta, chiuso. E' assolutamente inutile e stupido perdonare se poi si rinfaccia in continuazione lo sbaglio altrui. E' come perdonare per finta, far vedere che si è magnanimi e buoni quando in realtà si vuole solo avere un vantaggio sull’altro, un motivo per cui l’altro si deve sentire in debito o sempre colpevole. Non è un comportamento maturo e non lo approvo, quindi mi rifiuto. Ho deciso di perdonarlo perché so che è una persona che vale, e ho apprezzato come ha affrontato la situazione nei miei confronti, e perché so che, se è quello giusto, non si giocherà la seconda possibilità che gli ho concesso. Spero di non sbagliarmi e che non mi deluda.
Durante la nostra conversazione, mi ha detto che ha capito che non è lei, quella giusta… Non è lei.
Durante la cena Lisa mi ha detto che ha chiesto a Sander cosa si erano detti, e lui le ha detto che A. ha detto che, se io l’avessi perdonato, allora potevo veramente essere io quella con cui fare sul serio, tipo sposarsi e metter su famiglia. Sinceramente parlando, credo Lisa abbia dato una propria interpretazione romantica alle parole del marito. Comunque… Di anni A. ne ha 31, non è più un bambino. Dopo che gli ho detto che se sono in Cina adesso è per lui, credo abbia capito che per me non è un gioco.
Beh, questo e stato il mio Halloween, oggi l’ho raccontato al mio capo-collega e lui si è commosso per me. Carino. Non lo racconterò a nessun altro di nostra conoscenza, perché non voglio che lui venga giudicato dagli amici. Mi costerà, perché tutti, sabato sera, anche se non avevano la certezza, hanno pensato che lui fosse con lei, e di conseguenza che io sia la poveretta di turno. Sarà umiliante riuscire e rivedere tutti, sapendo come mi vedono, ma lo farò lo stesso, senza raccontare nulla, lasciando che la gente pensi ciò che vuole. E lo farò per amor suo, perché perdonare vuol dire cancellare, far finta che niente sia successo, anche se le persone interessate, io e lui, non dimenticheremo.
Mi è capitato di essere infedele in precedenza, anche se non mi sono mai fatta scoprire e di conseguenza non ho mai ferito nessuno per questo, ma per me il tradimento era il segno che non amavo più, il contrario di quello che è successo a lui, a cui invece è servito per capire che ci tiene davvero. Ma capisco cosa vuole dire. Solo quando arrivi a un pelo dal perdere qualcosa, capisci se è prezioso per te o meno, se vale la pena anche solo rischiare di fare la cazzata. Non lo so…
Spero che questo sfogo qui possa sostituire la sberla che non gli ho tirato. Sicuramente mi farà sentire meglio.
Spero non mi giudichiate troppo male e che, nonostante il suo comportamento tutt’altro che esemplare, rimanga sempre il vostro mio uomo preferito. Ma vi farò sapere, se davvero si sforzerà di recuperare, come mi ha detto. Per adesso, sta andando bene. Stasera a momenti mi pagava per restare da lui a dormire. Ma io dovevo o no finire di scrivere alle mie fanciulle preferite??

Monday, October 25, 2010

Assente giustificata!!!

Ragassuole… ci siete ancora??? Beh spero di sì, perché io finalmente sono tornataaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!! Dico subito che non è stata colpa mia e che non mi è presa nessuna perdita d’ispirazione, semplicemente non avevo internet!! Appena arrivata a dire la verità ero convintissima di potermi connettere, ma avendo formattato in Italia qui non mi funzionava più niente, e non ho voluto chiamare il tipo a re-installarmi tutto se tanto poi avrei dovuto traslocare…
Accidenti quante cose avrei dovuto raccontare volta per volta!!! Dal viaggio incasinatissimo, al rientro, a tutti I weekend e ovviamente Lui, il mio bellissimo brillantissimo Prof. Bear!!!
Lo so che portero al vostro suicidio ma DEVO farlo, voglio assolutamente cercare di scrivere quello che riesco a ricordare di queste ultime tre settimane, perche sono stata impegnata ma molto felice… Poi in Italia avevo preparato un post bellissimo e salvato su Windows Live Writer, e poi mi si e cancellato… Daro la precedenza al resto. Ma andiamo con ordine.
Il 7 ottobre il mio papà mi accompagna alla stazione dei pulman per prendere la navetta che mi avrebbe portata a Milano… Sono riuscita a comprare l’ultimo biglietto. Bene dai, giornata fortunata oggi!, Ho pensato. Facevo ciao con la mano a mio papà che è stato lì ad aspettare che la navetta scomparisse alla vista prima di andarsene… cosa che mi ha un pochino imbarazzata perché non è da lui, ma mi ha fatto emozionare… ho capito che, nonostante le varie discussioni quasi quotidiane durante il mio soggiorno in Italia, è sempre contento di me, e anche se non mi approva molto ed è preoccupato per il mio futuro, ancora non l’ho deluso. Il mio papino.
A Milano tutto è andato liscissimo, bagagli di peso perfetto, passati tuttii i controlli, ero al gate ad aspettare parecchio prima, a leggere. E poi non sento il mio nome, urlato in aeroporto, accompagnato dalla richiesta di recarmi al deposito bagagli smarriti??? Miiinchia hanno trovato il formaggio! Ho pensato, imprecando già al pensiero del pecorino che non avrei più potuto portare agli amici. Vado a cercare il posto in cui mi hanno detto di recarmi, e chiedo, e mi dicono che il mio aereo per Bruxelles è in ritardo, e di conseguenza devo cambiare perché non farei in tempo a prendere quello per pechino. Accidenti!!!
Vado col mega-zainone e il trolley e la borsa e il portatile all’agenzia, ancora ottimista, pensando che magari mi ritrovo in business class!! Invece mi dicono che non ci sono altri voli in cui possono inserirmi, l’unico sarebbe dopo 8 ore. Poi ne trovano un altro con la Aeroflot (non so se sapete che fama abbia la Aeroflot). Va beh, meglio rischiare la vita piuttosto che rimandare il volo, ho pensato. Però c’era un altro piccolo problemino, a cui loro non avevano pensato. Avrei perso anche il volo da Pechino a Q. L’agenzia però non era tenuta a risolvermi anche quel problema, così ho dovuto chiamare in Cina alla segretaria che mi cambiasse il volo. Lei era in vacanza, dopo varie peripezie telefoniche ha capito e mi ha detto che si sarebbe occupata lei del volo. Le ho dato tutti i dati, dicendole quale volo prendere, da che terminal e a che ora.
Intanto vado a rifare il check-in per il nuovo volo. E non mi riconoscono il passaporto. Sto 40 minuti ad aspettare che ce la facciano. Rifaccio la coda per la sicurezza. Ritiro fuori il portatile. Mi imbarco.
Dopo 3 ore e mezza sono a Mosca. Un delirio. Se c’è una cosa che non rifarò se potrò evitarlo, sarà passare per l’aeroporto di Mosca. E’ assolutamente vergognoso. La maggior parte delle hostess non parla inglese, gli avvisi vengono dati solo in russo, una disorganizzazione esemplare, seppur l’aeroporto sia nuovo.
Il mio volo aveva un’altra ora di ritardo, cosa scoperta per caso perché non era stato annunciate. Intanto la segretaria stronza mi manda I dettagli per il volo cinese interno, e quella stupida mi aveva preso un volo prima dell’orario richiesto, e da un altro Terminal!!! Ringrazi solo che ero a Mosca perche l’avrei accoppata nel giro di un minuto. Alla fine ho deciso di smetterla di preoccuparmi da Mosca di quello che sarebbe successo a Pechino, e che in qualche modo ce l’avrei fatta, e che, anche se fosse stata piu lunga, nel giro di 24 ore avrei rivisto il mio uomo, e il pensiero mi ha tirata un po’ su.
Alla fine siam partiti, e il viaggio non è andato affatto male, aereo comodo, buon cibo, bei film, e soprattutto un’ottima suddivisione delle ore di volo (Milano-Mosca 3,5 ore, Mosca-Pechino 7,5 ore… perfetto), che ha compensato il servizio scadente delle hostess di volo (“What do you want? Water?” ditto sbuffando e col tono di un gangster da una tizia troppo vecchia per fare la hostess. Quella gentile e carina invece scadeva per la scia di sudore che lasciava ad ogni passaggio, incredibile. Lo steward non parlava inglese).
E alla fine sono arrivata a Pechino! E li e stato tremendo. Credo di non aver mai sudato tanto in vita mia. Dogana. Coda chilometrica, ho aspettato un po’, poi ho detto che avevo un aereo in mezz’ora e sono passata davanti. Corri al ritiro bagagli, ancora non sono arrivati, aspetta. Aspetta, aspetta. Niente. Mezz’ora dopo, ancora niente. Cazzo! Ovviamente i miei erano gli ultimi, e già a momenti piangevo per il sollievo che fossero arrivati entrambi. Poi corri a cercare il pullman per il terminal 3. Check-in. Sicurezza. Gate. Preso!!!!! Non ci volevo credere!!! Ero sull’aereo per Q.!!!!
Quando sono arrivata, avevo un sorriso enorme. Ero proprio contenta di essere a casa. E non ero neanche troppo stanca. E avrei rivisto il mio uomo in poche ore! Ritiro bagagli e uscita, una passeggiata. Intanto accendo il cellulare e lui mi aveva scritto! Visto che ero arrivata in ritardo rispetto a quanto programmato, mi ha chiesto se stavo bene, e se ero a casa. Vado direttamente a registrarmi in Polizia, come lui mi aveva suggerito di fare, ma non posso farlo perché non ho il contratto della casa. Che palle!! Intanto messaggiamo. Arrivo a casa, e quando entro sono cosi felice!!! Mi doccio e mi sistemo, lui intanto va in palestra, poi mi dice di andare la sera, che cucinerà lui. Vado per le 19,30, pensando che gli vorrei saltare al collo ma sapendo già che mi accogliera con un “Hey, dude! What’s up?”. Ma sorrido al pensiero.
Invece mi apre a torso nudo dicendomi che è appena rientrato e che puzza e che si deve docciare, mi dà un bacio e parliamo un po’ poi mi chiede se può docciarsi. Io nel frattempo inizio a vedere come preparare il Jimbalaya che gli ha mandato sua mamma nel pacco.
Poi lui finisce, finiamo di preparare insieme, mangiamo mentre ci raccontiamo le ultime cose, gustando questo piatto tipico di New Orleans.
Poi mi porta nella seconda camera, quella che usa solo per ufficio o per l’armadio, ci sdraiamo sul lettone e lui mi dice “I’m glad you are back”.
Mi spiega che vuole trasformare la stanza in una Huka-room, per rilassarsi, e che se ho voglia nel weekend lo potrò aiutare.
Intanto lo chiamano gli amici ma lui dice che resterà a casa, che io sono tornata.
E stiamo insieme tutta la sera, gli ho detto “I missed you”, e lui ha risposto “Me too”.
E’ stato tutto bellissimo. Gli ho dato le cosine che gli avevo portato dall’Italia, le calamite per il frigo a forma di saxofono, di tartaruga e di macinino da caffé (si è comprato un set tutto manuale per fare il caffé), e non mi ricordo cos’altro, ma abbiamo conservato il pecorino per farlo assaggiare pure a Guillaume.
Lui anche aveva un regalino per me. La cosa meno romantica del mondo, ma apprezzatissima. Carino!
Sabato ho un vuoto totale… Non ricordo cos’abbiamo fatto, ah si il mattino sono andata a registrami con Lisa e Gabi, poi abbiamo raggiunto Sander e Il mio uomo e siamo andati tutti insieme a mangiare al coreano. A. era un po’ strano, ma poi mi ha detto che si sentiva un po’ crabby e non aveva voglia di assecondare i capricci di Gabi… Poi siamo andati a Jimolu per cercare la roba per la sua stanza. Abbiamo comprato 4 grosse coperte arancioni di un materiale morbidissimo, poi ci siamo fatti fare dei cuscinoni a caramella. Tornati a casa abbiamo provato a sistemare il tutto. Poi io non mi ricordo dove sono andata, forse nella casa nuova a dare un’occhiata e a deprimermi un pochino.
La sera non mi ricordo piu… probabilmente siamo andati a mangiare fuori, chissà dove, perché io non avevo niente in casa. Vietnamita con Chris, forse? Non ricordo se era quel giorno lì. La domenica di nuovo insieme, l’ho raggiunto al Kona dopo essere andata chissà dove, e abbiamo parlato di lavoro, perché mi aiuterà in una cosa che voglio fare. La sera abbiamo mangiato la pizza da Cassani, e lì ho trovato due miei colleghi, uno giovane, che mi ha vista con A. e mi ha fatto i complimenti, poi un altro, con la famiglia, che mi ha strizzato l’occhiolino.
Lunedì ho ripreso a lavorare. A. l’ho sentito martedì, quando mi ha chiesto se ero andata a mangiare alla Trattoria Verde, che gli sembrava di avermi vista, e poi mercoledì, quando mi ha invitata a cena con Guillaume.
Quel giorno io avevo in programma la palestra, solo che io ci vado più tardi di lui, perche esco dopo da lavoro. Ma lui mi ha pure chiesto di portare del pane, se ne avevo. Io ho detto che sarei andata a comprarlo dopo la palestra, e lui non I ha più detto nulla. Io mi sono un pochino scazzata, perché, dico io, se tu finisci alle 7 e mezza e io a quell’ora comincio, e abito lontana, e già arriverò in ritardo, e ci metto più tempo a farmi doccia e shampoo, non ci puoi andare tu a prendere il pane, o mandare G. che ha la macchina?
Comunque, alla fine mi ero proposta io di andare a prenderlo, e non mi piacciono le persone che si propongono solo per essere gentili e intanto sperano di sentirsi dire “Ma no figurati, non ti disturbare…”. Se ti proponi di fare una cosa e perche pensi di poterla fare, e che la farai in ogni caso. Poi magari lo fai anche per gentilezza e non hai tanta voglia, ma se la tua offerta viene accettata non ti puoi lamentare. O no? Pero temevo che A. fosse un po’ scazzato perché sarei arrivata tardi per via della palestra, e non mi piace farmi aspettare, cosi andare al Mykal a prendere il pane mi avrebbe portato via altro tempo. Gli ho scritto di cominciare a mangiare, che tanto io dopo la palestra non ho mai molta fame. E di nuovo, era vero, e non l’ho detto per sentirmi rispondere “Ma no figurati, ti aspettiamo”, anche se pensavo che l’avrebbero fatto e questo mi dava solo più fastidio perché mi sentivo pressata a fare in fretta quando non potevo più di tanto.
E invece poi, arrivata, mi ha aperto la porta, non era scazzato per niente, anzi mi ha detto che avevano appena cominciato a preparare.
Una della cose che mi piace di lui, è che con lui ci si può dire cosa veramente pensi, e lui fa lo stesso. Entrambi sappiamo che in genere le persone dicono una cosa e ne pensano un’altra, e di conseguenza tu non sai mai cosa rispondere o cosa fare. Ad esempio, se io fossi arrivata e avessi visto che loro avevano già mangiato, tante ragazze ci sarebbero rimaste male, dicendo “Ma come, non mi avete aspettato?”, al che lui avrebbe risposto: “Ma se me l’hai detto tu di cominciare senza di te, che non avevi fame!”. Insomma, io non sono cosi. E lui nemmeno. Ne abbiamo parlato una volta, e abbiamo deciso che è stupido complicarsi le cose. Mangiate pure vuol dire mangiate pure, pago io vuol dire pago io, non c’è problema vuol dire non c’è problema. Punto. Quindi siamo semrpe molto chiari e sinceri, ed è un piacere.
Insomma, avevano fatto le cose in grande, con ottimo vino, il Jimbalaya stavolta con pollo e gamberetti, e poi il mio pecorino con la baguette. E’ piaciuto moltissimo.
La serata scorreva piacevolissima, e io, non so bene perché, forse perche temevo che G. si sentisse a disagio a stare con una coppia (anche se noi con altra gente siamo molto discreti, tanto che all’inizio nessuno aveva capito che c’era qualcosa tra noi), ma apprezzandolo per starci lo stesso, ho fatto comunella con lui ai danni del povero A., tartagliandolo di battutine un pochetto pungenti, con G. che mi dava corda. Tanto che alla fine mi sono imposta di smetterla perché se mi ci metto divento pesante e non volevo certo esagerare.
Poi A. mi ha fatto vedere la camera… All’inizio non voleva, perché diceva che non era finita e non potevo entrare, alla fine poi mi ha dato il permesso. Mi ha detto che G. aveva avuto un’ottima idea, e che avevano tolto la testiera del letto, e sistemata alla parete opposta coprendola con un lenzuolo scuro per fare una mensola su cui poggiare le candele. Adesso il letto era tutta un’altra cosa! In più aveva fatto cucire le coperte per crearne una unica grande da ricoprirlo tutto, anche sui lati. Con le lanterne cinesi e le tende chiuse, la luce era bellissima. Ancora non era finita, ma si vedeva già che sarebbe diventata veramente accogliente.
Finito di mangiare ho chiesto se potevo usare internet per controllare la posta e vedere se la mail che aspettavo era arrivata, e mentre ero sul lettone G. ha detto che andava a casa. Io mi sono un po’ stupita perché credevo saremmo andati via insieme e mi avrebbe dato uno strappo fino a casa, ma dovevo ancora finire di leggere e A. non ha detto niente. Lui e uno che dice quello che pensa, quindi mi aspettavo un “Hey, Ele, why don’t you go home with G.? It’s easier for you. Do you mind, G.?”, E invece non l’ha proposto, quindi ho pensato che gli andava che stessi ancora un po’.
E’ venuto anche lui nella stanza figa, e si è messo sopra di me per leggere la mail. Poi mi ha aiutato a rispondere, e intanto mi coccolicchiava. Era carinissimo, diverso dal solito e non so perché, non cosa cosa gli sia preso, veramente veramente adorabile. Così, finita la mail, mi ha rubata dal computer senza darmi il tempo di inviarla, ed era cosi carino, ma cosi carino, che alla fine ho detto quello che non osavo dirgli. Me ne sono uscita con:
“You know, I don’t know what you think about it, but I think I should be your girlfriend”.
La risposta è stata un “WHAT????” detto tra l’urlo e la risata. Io ormai ero in ballo e dovevo ballare, così gli ho ribadito che era proprio così, che secondo me era cosi che doveva essere.
E lui poi mi ha detto: “Why, weren’t you already?”
“Was I?”
“I mean, I don’t think this way… It’s a little bit…. High school stuff, isn’t it?”
“It is. We don’t like… ‘tag’”.
“Yeah… exactly”.
E io ho sorriso, perché sapevo esattamente cosa voleva dire. E per me vale uguale. Voglio dire, non mi frega niente se ci diciamo che siamo insieme, la qualità del tempo che spendiamo insieme fa sì che non m’importi, perché so che siamo insieme, anche se non è mai stato ‘deciso’. E non mi interessa dirlo per essere sicura di avere l’esclusiva, perche se la qualità del tempo speso io e lui è tanto alta, mi basta per fidarmi completamente, per non avere nessuna paranoia. E ho voluto chiedergli non perché volevo cambiare qualcosa, perché volevo delle conferme, ma perché mi sono resa conto che io mi faccio tante domande e ho tanti dubbi perché lui non mi dice nulla, perché lui mi presenta come la sua ‘amica’, ma allora perché lui non dovrebbe avere gli stessi miei dubbi, visto che io mi comporto uguale? A volte basta dirsele, le cose. E così ho fatto. E, sapete cosa? E’ cambiato completamente.
Quella sera è stata una delle più belle in assoluto, dolcissimo, e non voleva farmi andare via. Era tardi e il giorno dopo avrei lavorato e lui voleva che mi fermassi li, e che al Massimo passassi da casa il mattino, ma sapevo già che sarebbe stata troppo dura. Meglio ritardare un po’ la sera, soprattutto se ne vale la pena. Mi ha detto che dovevo andare ad abitare più vicina. Alla fine l’ho lasciato alle 03,30, e alla porta io ho fatto per dargli il solito pugno e dirgli “Bye dude”, ma lui ha detto “No no no”, e mi ha baciata.
Sono tornata a casa svolazzando sul taxi, andata a dormire alle 4 e svegliata con lo stesso sorriso idiota con cui mi ero addormentata e un pensiero fisso in testa: ho il ragazzo!!! E adesso lo posso dire. Ecco cos’e cambiato: lo posso dire sicura che a lui sta bene! E questo mi fa sentire meglio.
Il giovedì mi ha scritto di nuovo lui, per chiedermi se volevo andare a mangiare al Tedesco. Io non me l’aspettavo assolutamente ed ero coi miei due capi-colleghi a prendere l’aperitivo al Kona e a stordirli con la mia felicità e il mio sonno, e poi dovevo vedere Ale, e per di più avevo due enormi scatoloni presi in azienda per il trasloco. Però era stato troppo carino e farei acrobazie per vederlo anche solo due minuti. E poi i miei due capi-colleghi mi hanno quasi obbligata ad andare, così gli ho scritto che l’avrei raggiunto più tardi. Sono andata da Ale, poi sempre con gli scatoloni sono andata al ristorante. Lui era li con Tom, quasi finito di mangiare. Ci siamo salutati col bacio a stampo, prima volta di fronte ad altri. Vedi che dovevo parlarci allora!! Ho sciolto tutti e due. Insomma, abbiamo passato poco tempo insieme ma e stato piacevolissimo lo stesso. Ognuno poi è andato a casa sua, io stanchissima dalla sera prima ancora.
Venerdì mi ha di nuovo scritto lui, per dirmi che era con G. al Freeman. Li ho raggiunti, mq non siamo stati molto. Di nuovo lui carinissimo, c’è sempre una grande complicita tra noi. Poi ci siamo trasferiti da lui, a finire il mio pecorino e certi biscotti che abbiamo comprato. G. ci ha lasciati presto. Ci siamo addormentati nella stanza figa, poi nel pieno della notte ci siamo trasferiti di là.
Il sabato mattina sono andata presto nella casa nuova per pulirla insieme a una signora, poi i tipi del trasloco mi hanno chiamata chiedendomi di anticipare il tutto di un’ora e mezza… Panicoooo!!! A parte che ero depressa perché stavo odiando quella casa, troppo sporca e trope cose che non vanno, lasciando stare il bagno. Poi persino la signora cinese mi ha detto che non era un granché come casa, e che era sporchissima. Siamo riuscite a pulire la metà di quello che avevo pensato di fare, e anticipando il trasloco non avevo manco il tempo di finire di inscatolare.
Quando sono arrivati i tre tipi, si son messi a darmi una mano, e ho deciso di non guardare. Giravi gli occhi un secondo, e metà degli scatoloni era già stata portata giu e caricata. Impeccabile velocità. In mezz’ora non c’era più niente in giro, compreso il contenuto di frigo e freezer che hanno rovesciato senza tante accortezze in varie buste che trovavano. Insomma, un trasloco rapido ma proprio terra terra eh… Ma nel giro di 45 minuti e con 15 euro ero nell’altra casa, a sistemare le mie cose.
Poco dopo lui mi ha chiesto notizie e, quando ha saputo che ero nella casa nuova, ha insistito per venire a vederla, visto che fino ad allora non gliel’avevo permesso, vergognandomi da morire del mio errore. Insomma, prima avrei voluto sistemarla un po’! La sua approvazione era fondamentale e ci tenevo al suo parere. Alla fine ho ceduto, visto che era già passato uno dei miei capi-colleghi, per portarmi della carta per foderare l’interno dei mobili e a lui era piaciuta, a parte il bagno, anche se ha detto che mi può aiutare a sistemarlo un po’.
A. è venuto e mi ha chiesto “What’s wrong with this house???”. Insomma… Non solo ha detto che non aveva nessun problema, ma anzi… gli piaceva!!! Soprattutto la mia stanza, e ha detto che l’avremmo sistemata e fatta bella come la sua e che mi avrebbe aiutato e che era curioso di vedere l’altra camera una volta finita.
Sabato sera poi siamo andati a mangiare fuori al new Diner perché io ovviamente in quei giorni non avevo nulla in casa, poi siamo andati all’Lpg. Abbiam preso la bottiglia, per una volta non ho voluto pensare ai soldi. E meno male, perche indovinate chi ci ha raggiunti, poco dopo? La danese che lui ha mollato per me!!! Ed era bellissima. Oddio, sempre vestita in modo parecchio discutibile per il rispetto dell’occhio, ma il viso era davvero notevole. Biondissima, caschetto con frangetta, occhi azzurrissimi e truccati, bocca rossa. Lui però e stato splendido, l’ha salutata e ci ha scambiato due parole, però poi finita lì. Lei è andata via, poi è tornata al tavolo, ma lui è stato tutta la sera a parlare con me. Anzi, è arrivata Kelly, una ragazza coreana che ha salvato il suo numero sul cellulare con un appellativo non proprio carino, e lui quella sera si è difeso dicendo che deve cambiare nome, dicendo che io ero la sua ragazza, non stava flirtando con una qualunque, e che è stata dura avermi, perché io sono dura, e perché lui sta diventando vecchio, grasso e perde i capelli, e che non si spiega come ce l’abbia fatta. Insomma, l’ha detto! Ha detto che sono la sua ragazza!! E con la danese lì dietrooooooooo!!!!!!!!!! Poi eravamo un pochino allegri, ed e venuto di nuovo fuori il discorso Hawai’i. Di nuovo mi ha detto che mi piacerebbe e che ha cominciato a guardare i voli ma non riesce a trovarne sotto gli 800. E che suo fratello può prestarci la macchina o la moto e noi possiamo stare con lui e risparmiare. Ha detto che conosce tutti i posti più fighi e che potremmo farci una settimana a Maui e una a Honolulu. Gli ho chiesto se è sicuro che a suo fratello faccia piacere avere una sconosciuta in casa, e lui mi ha detto che non c’è assolutamente nessun problema, che la sua famiglia se dice va bene vuol dire davvero che va bene ed è sicuro che per suo fratello sarà un piacere avere gente in casa.
Poi siam tornati a casa sua. Altro risveglio altra giornata insieme… Di nuovo a Jimolu, abbiamo comprato anche roba per il mio divano, stavolta. Poi ci siamo divisi mentre io andavo dalla sarta, e quando ci siam ritrovati lui mi ha detto che aveva trovato un cuscino che gli piaceva ma costava troppo cosi aveva detto alla signora che voleva la mia opinione. Siamo tornati e le tizie del negozio cercavano di convincermi, perche dicevano che lui aveva detto che doveva chiedere l’opinione della sua ragazza. E poi gli hanno detto “Ni de nu pengyou zhen piaoliang! (=la tua fidanzata è molto bella)”, e lui ha risposto: “Wo zhidao (=Lo so)”, e loro si sono messe a ridere. Poi siamo andati di sotto a cercare un batik, e di nuovo ha chiesto a me, e infine ha preso quello che mi piaceva di più. Alla fine siamo usciti da li carichi di borse e buste, siamo andati da me a sistemare la roba, poi da lui. Lui è stato molto soddisfatto sia del mio copridivano rosso che della sua roba, la stanza figa migliorava a vista d’occhio.
Poi credo siamo stati a casa a mangiare e a guardare un film forse, non ricord
Altra settimana… Di notevole c’è che mi ha cercata lunedì, martedì e mercoledì… Una volta ho portato qualcosa da lui e abbiamo mangiato lì, così mi ha fatto vedere la lampada indiana che aveva ordinato per la stanza figa… Un effetto stupendo!!! Quella stanza è diventata il nostro posto rimantico, con quella luce calda e avvolgente, aranciata e rossa, i mille cuscinoni, la lampada, le lanterne cinesi e le mille candele. Li ci coccoliamo fino ad addormentarci, sempre stretti stretti.
Un’altra volta l’ho raggiunto in centro e siamo andati all’indiano. Poi è venuto lui da me e mi ha sistemato un bel po’ di cosette, cambiato le luci, tolto qualche brutta cineseria dalle pareti, dicendo che risolvere i miei piccoli problemi era divertente.
Ci siamo rivisti poi il venerdì sera dopo cena, ho raggiunto lui, Chris e G. a casa di A., poi siamo andati insieme al Freeman, unica donna, poi si sono aggiunti un ragazzo cinese e un Americano sposato con una cinese. Quest’ultimo dopo un po’ ci ha chiesto da quanto tempo stavamo insieme. Prima volta che lo vedevo e nessuno gli aveva detto niente. Che bello adesso è proprio evidente allora!!!!! Durante la serata A. mi ha anche parlato di una cena domenica sera, a cui voleva invitare il suo socio con consorte, e mi ha chiesto “Would you like to accompany me?”. Che figo… Non sapete che sforzo per trattenermi dal mettermi a saltare.
Poi ho visto Sako e Jack… Ovviamente mi sono alzata per salutarli, e loro hanno avuto l’ardire di dirmi “Ma è questa la gente con cui esci adesso?? Complimenti, clap clap clap”. Io ero allegra quindi non ho risposto per le rime, ma come si permettono? Sono sempre convinti di essere i migliori senza sapere nulla della gente di cui parlano male. E loro che erano al tavolo con un tizio russo che va al lavoro ubriaco quando ci va e non lo licenziano solo perché è amico del figlio del proprietario o qualcosa del genere!! Ma io mica vado a commentare!!! Conosco loro e mi basta. Comunque, quella sera ero anche un po’ partita e ho chiesto a Chris come ci vedeva, me e A. Lui ha detto bene ma io ho insistito, volevo sapere se lui pensava che con me stesse solo per divertimento, per passare il tempo, e la sua risposta è stata che, conoscendo A. non sta con una persona solo per passare il tempo, se ci sta e perché… e poi lui e tornato e non abbiamo finito il discorso.
Casa, nanna, risveglio. Sabato entrambi siamo andati al lavoro, io ho fatto cambio con la mia collega visto che lui mi aveva detto avrebbe lavorato anche lui, poi al ritorno mi ha raccolta alla fermata del pullman un collega italiano e mi ha dato uno strappo. Sabato avevo mille cose da fare ma quando mi ha proposto un aperitivo al Kona con l’altro mio capo non ho voluto dire di no, cosi siamo andati, e indovina chi abbiamo incontrato? A. e Tom, cosi ho fatto le presentazioni… Ormai quasi tutti hanno visto il mio RAGAZZO :D.
Quando i miei colleghi sono andati via io mi son fermata ancora un po’ con gli altri due, poi son partita per le mie commissioni. Ho fatto l’abbonamento a Internet, banca, bollette, poi sono andata da lui che mi aveva detto di andare, che aveva fatto qualcosa di very funny… L’ho trovato in uno stato pietoso, lasciamo perdere che aveva combinato, comunque siamo stati insieme il resto del pomeriggio, poi la sera avevo una cena coi colleghi cinesi dell’ufficio design, quindi l’ho lasciato alle 7 meno 10 e sono andata la, poi l’avrei raggiunto con gli altri più tardi.
Dopo cena ancora non mi avevano fatto sapere niente così me la son fatta a piedi da oltre lo Shangrila fino a casa, quasi un’ora, ma il clima era così piacevole e la mia pancia così piena che dopo stavo molto meglio. Ero quasi a casa che mi scrive per dirmi che stavano andando all’Lpg. Li raggiungo poco dopo, serata strana ma lui carino, finiamo sempre per metterci a parlare io e lui, tanto che a volte temo che i suoi amici possano vedermi come quella che quando c’è se lo porta via e lo tiene per se, anche se alla fine ci viene naturale e non escludiamo nessuno. Ogni tanto ci guardiamo fissi e ci sorridiamo un po’ furbetti e stiamo li, a guardarci (o meglio, io me lo rimiro proprio). Sabato sera a un certo punto si è avvicinato per dirmi qualcosa nell’orecchio e poi mi ha baciata, così, a sorpresa, un bel bacio tra collo e guancia. Io beata…
A casa… nanna, poi domenica mattina. Ci siamo svegliati abbastanza presto, dopo ore fantastiche, io poi sono dovuta andare a pulire la casa vecchia, perche martedì sera devo restituire le chiavi e, se tutto è a posto, ricevere indietro la mia caparra.
Mi aveva chiesto di pranzare insieme ma io ero indietro e volevo tenermi per la cena, così l’ho raggiunto poi nel tardo pomeriggio, dopo parecchie commissioni tra cui l’installazione di internet. Ci siamo trovati al Carrefour per fare un po’ di spesa, poi siamo andati a mangiare. Lui era un po’ crabby, come dice lui, perché sta avendo problemi con il pagamento di un ordine, però per la seconda volta in due giorni (il giorno prima me l’aveva gia detto, da sobrio, di iniziare a prendere seriamente in considerazione se voglio andare alle Hawai’i) mi ha parlato di questo viaggio. Domenica siamo passati ai dati più tecnici e concreti, come la cifra che mi serve e come ci organizzeremo per risparmiare il più possible, e sui voli. Mi ha anche chiesto cosa penso di fare a dicembre, quando dovrò prendere una decisione importante in azienda… o stare per almeno 5 anni, o fuori. E quello che voglio io, diciamolo chiaro, dipende da lui. Se lui va, io non potrei mai restare qui. Odierei questa città. Mi mancherebbe troppo. Mi ha anche detto che, se andiamo alle Hawai’i per Natale, lui ne approfitterebbe per fermarsi un po’ di più e vedere di trovarsi un lavoro e capire se la soluzione di vivere li potrebbe andargli a genio. Miiinchia quando mi fa sti discorsi io mi chiudo, non volendo influenzarlo nelle sue scelte, ma chiedendomi se almeno gli passa per la testa la possibilità di una Ele accanto a lui, alle Hawai’i, Argentina, Minneapolis, Italia o Cina che sia.
Poi era proprio crabby quell giorno, diceva che mercoledì e giovedì vuole andarsene per un paio di giorni per respirare, “I need to get out of here”, insomma… Not a good day. Poi mi ha chiesto di andare a vedere un film da lui, e sono andtaa, anche se avrei voluto farmi le mie cose su internet. Abbiam guardato Toy Story, che io non avevo mai visto, poi me lo sono coccolato per tirarlo su e infine son tornata a casa. E questo è tutto, oggi è lunedì e sono al lavoro. Non ero impegnata oggi e ne ho approfittato per portarmi avanti e postare, altrimenti non ho tempo per post cosi lunghi.
Ma il succo del discorso e molto semplice e conciso, in fondo: HO IL RAGAZZOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO ed è la persona migliore che io stessa e tutti quelli che mi vogliono bene e mi conoscono potremmo desiderare per me. E’ una persona che mi arricchisce e mi rende migliore di quanto sono da sola, che mi fa sentire viva e mi dà nuova curiosità nei confronti della vita e di tutto ciò che mi circonda. Che questo paradiso duri finché lo meriterò!!!
Un bacio a tutte, mi siete mancate!!
Ps. Sabato l’ho reso felice proponendogli di organizzare noi una cena del Ringraziamento… Io e Sanne ci siamo gia divise i compiti, lei farà il Turkducken, specialità del Thanksgiving di New Orlenas (turkey+duck+chicken, uno infilato nell’altro… :~o), perché ha il forno grande, io la pumpkin pie e il gravy, e quanlun altro le yams. Non vedo l’oraaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!
Lui era tutto contento e io altrettanto di renderlo felice. Mi ha chiesto se ho bisogno di qualcosa che sua mamma deve spedirgli un altro pacco. Voleva mandarmi il preparato per la pumpkin pie ma… non si fa a mano?? Lui dice che è difficile e mi è presa paura… Insomma voglio che sia tutto perfetto!! Che dite? Viene sempre buona o bisogna avere qualche accortezza o e meglio se mi faccio mandare una scatola di preparato?
POSTILLA DEGLI ULTIMI TWO DAYS…: Oggi mi ero dimenticata il cellulare a casa, e mi è spiaciuto perché lui mi aveva detto che non avrebbe avuto niente da fare quindi magari un po’ di compagnia con un messaggino gliel’avrei potuta fare, e invece… Stasera il mio capo-collega mi ha invitata ad aggregarmi a lui e altri dell’azienda per mangiare la fiorentina, e io ho accettato, perché saremmo stati in pochi, e avevo bisogno di carne. Arrivata a casa trovo un messaggino di A. che mi dice che è annoiato e che, se gli do le misure dello specchio, può occuparsene lui. Che carinoooooo!!! L’ho chiamato e, mi è uscita così, gli ho chiesto se aveva progrmami e se aveva voglia di venire a mangiare con noi, dal momento che ci sarebbero stati dei colleghi dalla Spagna, così lui avrebbe potuto chiacchierare facilmente. Lui ha declinato perchè non aveva l’umore giusto per parlare con estranei, io me l’aspettavo, così niente. Stavo quasi per uscire quando mi ha richiamato per dirmi che aveva cambiato idea e se poteva venire. Se mi avessero fatta santa mi sarei stupita di meno, ma ovviamente ero piacevolmente sorpresa! Ho chiamato subito il mio capo-collega per sapere se era un problema, e poi siamo andati là.
Beh, la serata si è rivelata piacevolissima, anche lui mi ha detto che si è divertito, il mio capo-collega lo conosceva già e han parlato parecchio, mischiando varie lingue, poi è arrivato il Manager della Produzione, quindi adesso lo cnoscono proprio tutti. Abbiamo mangiato tanto e bene e siamo stati tutti contenti. Poi noi abbiamo camminato fino a casa, ci siamo lasciati con lui che mi ha chiesto della mia giornata di domani e che magari ci vediamo.
Arrivata a casa ho scritto un sms di ringraziamento al mio capo, visto che ci ha offerto la cena, e lui mi ha risposto in maniera troppo carina, dicendo che la serata è stata bellissima, ancora più bella perché inaspettata, e dandomi la completa approvazione! Mi ha detto che è rimasto ‘ammaliato’… Ahahahahaah!!! Beh, a chi lo dice!!!!

Monday, September 20, 2010

Rimedi contro la nostalgia... ; )

Ho già le fitte di nostalgia e la sua mancanza è insopportabile!!! Accidenti!!!
Giovedì sera ho saputo che sarei partita il giorno dopo, quindi avevo poche ore per organizzare tutto: rimandare il trasloco, contattare la padrona e avvertirla, fare la valigia cercando i vestiti negli scatoloni già pronti, avvertire la famiglia, sbolognare la poca roba del frigo e le mie piantine a qualcuno, e salutare il mio Prof. Bear, che diciamolo pure, era l'unica cosa di cui mi importava.

Questa partenza anticipata ha mandato a monte il mio ultimo weekend col Professore e i miei piani di chiarimento... Sì insomma, volevo partire sapendo di non essere solo un'amica, e di metterlo bene in chiaro.
Pazienza... Alla fine mi sono rifiutata di rifiutare un favore all'azienda per questo motivo, e credo di aver fatto bene.
Però non sarei mai partita senza salutarlo, quindi giovedì gli ho scritto, lui mi ha chiamata per farsi spiegare e ci siam messi d'accordo per spostare le piante a casa sua il giorno dopo, prima che lui restituisse la macchina affittata. E' arrivato che ho già capito che qualcosa non andava, abbiam fatto tutto di fretta ma era agitatissimo perché c'era un traffico assurdo in ogni dove. Alla fine siamo riusciti ad arrivare alle 17,30 giuste giuste! Speravo si tranquillizzasse un po' visto che mi aveva detto che era stata una giornataccia da dimenticare, e invece siamo stati lì 45 minuti, perché han cercato di fregarlo e di farsi pagare di più. Insomma... Sono arrivate le 18,15 e io a malincuore gli ho detto che dovevo andare, che non c'era tempo per il caffè. Alla fine abbiam cercato di prendere il taxi insieme, ma niente da fare, era l'ora del cambio e nessun taxi libero o disponibile era in giro. Ho temuto che avrei perso l'aereo... Dovevo ancora finire la valigia e andare fino in aeroporto... Ma mica ci penso a ste cose io, se si tratta di vederlo!

Alla fine ho scongiurato una ragazza che ci ha fatti salire sul suo taxi. Lui poi si è fatto lasciare vicino a casa sua, saluto frettoloso sul taxi fermo in coda : (.

Alla fine ce l'ho fatta tranquillamente, stare con lui mi ha resa molto più veloce e pratica in tutto ciò che riguarda il viaggiare. Aspettavo il taxi sotto casa, e lui mi ha scritto. Si è scusato per avermi fatto perdere tempo, mi ha augurato buon viaggio e mi ha detto che si sarebbe sentito solo, da solo in spiaggia... E io son partita tutta contenta!

Il viaggio è stato lungo ma non ho avuto problemi tecnici con la consegna, che già davo per scontati, mi son venuti a prendere a Caselle e mi hanno persino riaccompagnata a casa, dopo il giro delle varie aziende.

La prima cosa che ho fatto è stata cercarlo su Skype e dirgli che ero arrivata, come mi aveva chiesto. Lui era in linea ma non rispondeva, e io già ad angosciarmi, patetica.
Poi mi arriva un'email in cui mi chiede se son viva, com'è casa e che il weekend è stato un po' noioso senza di me... E io ho messo fuori le alucce della felicità, e ho iniziato a volteggiare sul soffitto!!!

Mi manca tanto. Sono andata a guardarmi il suo album su Picasa e tutti i posti in cui è stato e le varie ragazze che erano con lui e mi sono accorta che ho una paura boia di essere solo una di loro, che comparirò in un paio di album fotografici e nulla più. Un passaggio. E invece io vorrei la permanenza, un bel visto di residenza, per stare in tema!! Altrimenti forse è meglio non avere niente. Quando ti accorgi che sai quello che vuoi, e non sei sicura che sia lo stesso che vuole l'altra persona, hai o non hai il diritto di chiederglielo, e di dire basta se le cose che volete sono diverse? Ci sto pensando su. Quelle foto mi hanno illuminata, non voglio essere un passaggio. E basta.

A proposito di visti di residenza... Dovrò andare a Milano due volte in questi giorni, per cercare di ottenere il mio, visto. Insomma, stavo organizzando tutto mentre scrivevo qui, e indovinate la sorpresa??? Beh, verrà Laura ad aspettarmi in stazione!!! Ahahahaha chi l'avrebbe mai detto??? Stavo organizzando l'incontro con Delia, che ho scoperto frequentare un posto fantastico in comune, e mi becco un'altra blogger!!!! Fighissimo, Laura mi ha pure anticipato che mi porta in un posto che mi piacerà... Diciamo che mi fido ciecamente di lei, e che non vedo l'ora??!!??

Beh ragassuole, ora è meglio che vada a preparare tavola... A prestissimo con aggiornamenti vari!!!


Saturday, September 18, 2010

Crostata ai kiwi con frolla al cacao

Avrei dovuto partire martedì in treno per Pechino, per poi salire sull’aereo la mattina dopo, ma sono stata mandata in ‘missione speciale’ dall’azienda per cui lavoro, per fare una consegna importante entro venerdì mattina. Così, dopo aver deciso tutto giovedì sera, 24 ore dopo, dopo avergli lasciato le mie piantine e aver quasi perso l’aereo dopo aver accompagnato il mio Prof. Bear a restituire la macchina affittata,  sono partita. Insomma, sono in Italia per quasi tre settimane!
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Ingredienti:

Per la frolla al cacao:

180 g burro
130 g zucchero/zucchero a velo
1 uovo e 1 tuorlo
290 g farina
40 g cacao amaro
pizzico di sale
1 bustina di vanillina
un po’ di lievito

Per la crema:
1 tuorlo
4 cucchiai di zucchero
70 g farina
1/2 litro di latte
1 bustina di vanillina

il succo di 1 arancia
4 figli di gelatina
200 g di cioccolato bianco
il succo di 1 limone
1/2 bustina di gelatina in polvere
2 kiwi

Fate la frolla lavorando il burro a pezzetti con lo zucchero, poi unite le uova. Mescolate, aggiungete il sale e pian piano la farina mescolata al cacao, il lievito e la vanillina.
Appena possibile lavorate a mano, fate una palla di pasta, avvolgete in pellicola e mettete in frigo mezz’oretta.
Foderate uno stampo da 28 cm, bucherellate il fondo, ricopritelo con carta forno, riempite di riso o fagioli, e cuocete a 180° per 15-20 minuti.

Intanto preparate la crema: sbattete il tuorlo con lo zucchero, aggiungete la farina e poi il latte freddo con la vanillina. Mettete sul fuoco e mescolate fino al raddensamento. Unite il cioccolato bianco che avrete fuso nel frattempo.
Sciogliete 2 fogli di gelatina nel succo d’arancia scaldato, unitelo alla crema. Unite altri 2 fogli di gelatina e fateli sciogliere nella crema.
Versate la crema nel guscio di frolla, livellatela. Tagliate i kiwi a fettine sottili e sistemateli sopra la crema.
Preparate la gelatina sciogliendo mezza bustina nel succo del limone e acqua, che avrete zuccherato leggermente.

Una volta pronta versatela sopra la torta. Mettete in frigo.
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La mia amica Mary aveva fatto questa torta un paio di anni fa, e mi era piaciuta da morire, sebbene io non sia una fanatica delle crostate. Eppure, quella crema aranciata e avvolgente per via del cioccolato bianco, che contrasta con la frolla scura. Un piacere per gli occhi e per il palato.
E passato tempo, e ancora non avevo avuto il tempo di rifarla.
Ieri è stata l’occasione giusta: oggi saremmo andate da nonna, zii e cugini, e loro mi avrebbero accoppata se mi fossi osata presentarmi senza torta, per cui mi sono dovuta mettere all’opera, cercando di riprodurla come mi ricordavo. I miei strumenti di pasticceria sono in Cina, e gli ingredienti in casa non erano molti, così ho optato per una crostata, che fosse però golosa per loro che hanno sempre voglia di qualcosa di nuovo e inusuale in famiglia, dove le torte che mia zia prepara, seppur buonissime, sono sempre le stesse. Questa crostata mi è sembrata perfetta: e avevo ragione, perché è stato un successone, ben oltre le mie aspettative. Mio cugino mi ha detto che è la torta in assoluto più buona che abbia mai mangiato, insieme a un’altra al cioccolato che avevo fatto, e di cui io non mi ricordo. Io non sono d’accordo, penso di averne fatte di migliori, ma mi ha fatto davvero piacere sentire simili commenti ovviamente! La prossima volta voglio usare l’aroma arancia al posto del succo, perché secondo me si sentiva pochino.
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Abbiate un occhio particolare per la frolla, a cui ho aggiunto un poco di lievito perché, quando Mary l’aveva fatta, era talmente dura che si doveva sudare per tagliarla in fette tutte spezzettate. Spegnete il forno anche se non vi sembra troppo molle… Raffreddandosi, si indurirà.
Si possono sostituire i kiwi con altra frutta, le fragole ad esempio sarebbero ottime. Anche le pesche credo, e in tal caso suggerirei di aggiungere degli amaretti polverizzati nell’impasto della frolla, e di aromatizzate la crema con succo di pesca anziché arancia. Insomma… Vi potete sbizzarrire! Sempre buona sarà!

Wednesday, September 8, 2010

Buona Ninna

Forse in fondo in fondo lo sapevamo già tutti da tempo, ma forse in fondo in fondo continuavamo a sperare perché sapevamo che non potevi andartene. Quando ieri me lo hanno comunicato, non ci ho nemmeno creduto, sicura fosse un altro errore.

E' buffo come a due, otto, quindici o trent'anni, si continui a vedere sempre una possibilità.

Siamo tutti contenti che l'unico dolore che tu abbia dovuto sopportare, da quando il 12 agosto ti sei addormentata per non svegliarti più, sia stato un forte mal di testa.

Lasci moltissime persone che ti volevano bene, amici e familiari che non ti hanno abbandonata un attimo, durante queste ultime settimane. Da quelli che ti conoscono da una vita, e conoscono i tuoi più piccoli segreti, a quelle che, come me, ti hanno incontrata dopo, ma gli sei subito piaciuta. Lasci ricordi, filmati e fotografie, una casa che parla di te, coi tuoi libri di cucina francese e sulla gravidanza ancora aperti, e tante cose ancora non fatte. Come la nostra super-cena a quattro mani. Come il nostro prossimo viaggio insieme. Si pensa sempre di avere più tempo di quello che si ha.
Lasci un ragazzo che sta dando prova di una forza ammirevole, e siamo convinti che abbia imparato da te. Come dice lui, ci piace pensare che stessi aspettando che Vincent stesse meglio, per andartene. Speriamo abbia preso la tua forza, e che ce la possa fare, per avere un ricordo di te, e per dare a G. una ragione di serenità. Stai tranquilla che gli staremo tutti accanto, anche se non potremo mai sostituirti.

So già che ci saranno tante occasioni in cui ci fermeremo e staremo in silenzio, ricordandoci di te. In uno dei ristorantini dove siamo stati, se mai ritornerò a Shanghai, quando vedrò una Lemon Tarte, o quando giocheremo a Truco e ci verrai in mente tu, quanto eri competitiva e prefessionale in tutto, anche a giocare a carte. E quando discuteremo su qualche argomento impegnato, e non ci sarà più la tua passione e la tua forza di convincimento, che A. ha sempre apprezzato perché difendevi le tue posizioni in modo ammirevole, e in quella che non era la tua lingua. 'Argomenta in modo superbo... Sarebbe una perfetta italiana', aggiungevo io. E tutti concordavano e ci scappava un sorriso di nostalgia.

Tu queste cose non le sai, stavi già dormendo.
Beh, non ti disturbo oltre... Ssshhh!! Riposa serena.

Ciao Maggie.


Sunday, September 5, 2010

Home-made American breakfast… The joy of cooking together

Beh, ve l’avevo promesso… Però ho dovuto aspettare che lo chef si sentisse ‘in vena’.
Venerdì sera ho raggiunto il mio professor Bear all’Lpg, con altri amici. Lui è stato carinissimo con me, mi ha servita tutta la sera e si è completamente dedicato a me, tutto il tempo. Mi ha anche detto che aveva qualcosa per me, ma non posso dire cosa. Comunque, una carineria. Abbiamo diviso un Whiskey e dopo che avevo bevuto lui ha detto che adesso sapeva di me e che era ancora più buono. Michael, il suo amico, mi ha anche detto che A. gli aveva raccontato del viaggio che avremmo dovuto fare, e la cosa mi ha stupita, perché ero convintissima che non avrebbe informato nessuno al riguardo, e tantomeno avrebbe specificato che in viaggio saremmo stati solo io e lui. E invece…
Poi siam andati a casa, l’unico posto in cui ormai riesco a dormire come un ghiro e col sorriso. Lui doveva lavorare un po’ ancora e la mattina dopo mi ha detto che mi sono addormentata sul divano nel giro di un minuto.
Venerdì sera mi aveva proposto di fare di nuovo i pancakes, ma non era la prima volta che lo dice quando è un po’ brillo, quindi non mi sono illusa… E invece, sabato mattina si è ricordato, e pancakes sono stati!! A dire la verità mancava il burro, così ho fatto che fare una scappata a casa mia a prenderlo, e approfittarne per fare un paio di commissioni. Non vedo l’ora di abitare nell’altra casa, sarà molto più facile!! Comunque, al mio ritorno aveva già preparato tutto… Impasto per i pancakes
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e per le uova strapazzate
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Anche Sander sarebbe venuto a colazione. Mentre lo chef si accingeva a mescolare, l’ha chiamato suo fratello dalle Hawaii, così, visto che la cosa durava per le lunghe, mi ha chiesto prima di mescolare… Poi è dovuto andare a comprare le forchette (in casa ha due forchette e un coltello che taglia, che gli ho fatto comprare io), così ho fatto che mettermi all’opera. Quando è tornato mi ha detto che ho un talento naturale e che erano molto più belli dei suoi, così ho fatto che finire. Lui si è occupato delle uova. Beh, non so se si tratti di talento naturale, fatto sta che anche i suoi la prima volta erano buonissimi e bellissimi!!! Così li voglio comunque considerare qualcosa che lui ha cucinato per me, e che tra l’altro, è stata la prima volta in vita mia (che un ragazzo abbia cucinato per me, intendo).

A.’S PANCAKES

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Ingredienti:
1 confezione di preparato per pancakes
uova
latte
burro salato
maple syrup

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Beh sì, lui usa il preparato in scatola, e poi ci aggiunge uova e latte… Che vi aspettavate?? Ma suvvia, state tranquille… Appena mi trasferisco ci penserò io a farli dall’inizio alla fine, e ovviamente ri-posterò! Per adesso, solo foto, e due semplici regole:
-seguite le istruzioni sulla confezione, aggiungendo cosa è necessario. Poi sbattete bene fino ad ottenere un impasto liscio… Lui fa tutto a occhio, e al massimo aggiunge un po’ di preparato. E sbatte con una forchettina. Dice che, se anche non viene perfetto, è più ‘rustico’. Io sono pienamente d’accordo, anche se la mania di perfezionismo ha fatto sì che, mentre lui era al telefono, cominciassi la mia guerra contro i grumi, uscendone vittoriosa e soddisfatta, anche se cosciente di avere un problema.


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-lo volete un piccolo trucco? Quello che trasformerà i vostri pancakes in qualcosa di veramente speciale?
Beh, usate il burro salato per cuocerli… Giusto un pochino per il primo, poi potete proseguire a farne altri senza bisogno di ri-ungere… Ogni tanto, ripetete l’operazione.
Anche da soli, appena spadellati, sono la fine del mondo!!! Se non avessi dovuto fare le foto, li avrei fatti fuori tutti a mano a mano che erano pronti… Esattamente come abbiamo fatto l’altra volta ;)!
Insomma ungete con un po’ di burro salato il padellino, poi quando è bello caldo mettete al centro un mestolo di impasto. Quando inizia a fare le bolle (molto in fretta), girate il vostro pancake.

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Et voilà!!! Pronto!! Proseguite fino a finire l’impasto, ri-ungendo quando necessario.
Poi fate le uova, con latte, uova, formaggio grattugiato, sale, origano (almeno, lui le ha fatte così).

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Ed ecco qua la nostra colazione americana:

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E il mio modello:

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Allora la foto di sopra sotto al titolo ce l’avevo in mente da una vita… La prima volta aveva fatto una torre di pancakes fantastica… Il burro era ben distribuito e lo sciroppo colava ad arte… E io non avevo la macchina con me. –.-‘
Stavolta ce l’avevo ma lui ha accettato di farmi da modello ma rifiutato di cambiarsi la maglia (io volevo una T-shirt blu), e soprattutto ho dimenticato tutti gli insegnamenti di Ivan riguardo a Photoshop. Accidenti che peccato, era fantastica nella mia testa, ma tra il dire e il fare c’è la mia incapacità e la sua scarsa collaborazione… Non che lo possa proprio rimproverare, visto che prima di permettergli di mangiare gli avrò spostato le mani dieci volte… Diciamo che non ho voluto tirar troppo la corda. Comunque, quella camicia gli sta benissimo, e coi pancakes davanti, fa proprio ‘rustico’, come ce piace a noi.

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Comunque, condite con qualche pezzetto di burro salato e una bella colata di maple syrup, inforchettate e… Godete!!! Insieme a una bella tazza di caffè fumante americano (il nostro, vanilla e macadamia nut).
Una colazione da re.
Sabato pomeriggio mi sono addormentata sul divano. Non so cos’abbia casa sua, ma dormirei sempre. Fatto sta che mi ha presa in braccio, mi ha sistemata meglio sulla parte lunga del divano, e mi ha coperta. Poi lui e Sander sono rimasti in cucina parlottando piano, finché è suonato il citofono, al che mi sono svegliata e non ho più voluto dormire nonostante le sue insistenze.
Così abbiamo guardato un poi di loro foto vecchie, di Halloween o altre feste… Io non c’ero allora, ma mi sarebbe piaciuto avere tante foto ricordo di noi… Non ne ho più fatte e se non sono io nessuno ci pensa.
Quando i suoi ospiti sono andati a casa io e lui ci siamo dedicati al suo ‘regalo per me’ della sera prima, poi ci siamo addormentati tutti e due, di nuovo. Ve l’ho detto, quella casa è portentosa.
Io la sera avevo una cena coi colleghi, quindi sono andata a casa di corsa e poi a mangiare, e dopo gli ho chiesto dov’era e lui era a casa, così l’ho raggiunto lì. Abbiamo finito di vedere un film e poi siamo andati a dormire che erano già le 3.
In questo weekend lui è stato di nuovo dolcissimo, abbiamo sempre dormito abbracciati tutti intrecciati. Mica ci riesci con tutti!! Io in genere se non ho il mio spazio nel letto col cavolo che dormo! Invece lui mi prende mi stringe e voilà, mi ritrovo nella posizione più comoda e beata! E’ fantastico. Lui adora che gli accarezzi i capelli, esattamente come me, così ci coccoliamo parecchio. I’m so in love.
Domenica siamo andati da B&Q per cercare la vernice e altre cose. Lui si è messo in testa di aggiungere delle piante e di trapiantare quelle che ha già, così l’ho aiutato a scegliere vasi e sottovasi della misura giusta. Accidenti glieli ho fatti scegliere alcuni blu e altri color crema chiarissimo, insieme sono bellissimi!
Poi abbiamo incontrato Bettina e abbiamo pranzato insieme. E poi, dopo varie discussioni e scambi di consigli su progetti vari, ci siamo avviati a casa.
Stavamo aspettando un taxi quando lui mi ha detto:
”You look pretty today”, e intanto mi ha tolto qualcosa dai capelli.
Io subito gli ho chiesto cos’avevo che non andava e lui mi ha detto “Nothing”.
”So why are you making fun of me?”
”I’m not making fun, I just said that you are pretty today”
”Yea, but that’s weird!”
”Yes, it's so weird... because you usually look soooo orrible. Why is that weird?”
”Because it’s… weird” e sono arrossita.
”Mmh… That’s not good”.
Insomma, mi ha detto che ero bella oggi!!! E non ero manco truccata ed ero orrenda perché ero a casa sua e non avevo nulla per rendermi decente!! Che bello che bello!! E così almeno ha pure capito che i suoi complimenti sono talmente rari che faccio fatica a crederci!!! :D
A quest’ora saremmo dovuti essere a Xi’an, a mangiare e passeggiare nella Muslim Street… Ne parlavamo con Bettina e io mi lamentavo del tempo, che l’estate qui è stata pessima, che mi manca il mare, che voglio andare in un posto estivo, e lei se ne esce con un “Go to Hawaai, to A.’s brother”.
Io le ho detto che lui probabilmente sarebbe andato, e lei, imperterrita: “Go with him”. Ho lasciato cadere il discorso, ma spero che lui abbia sentito. Io veramente già ci pensavo da secoli, ma mica posso decidere di aggregarmi così. Comunque…
Siamo tornati a casa, io ancora a pensare a quel “You look pretty”, poi Guillaume ha chiamato, e ci ha raggiunti mentre portavamo fuori le piante.
Ero un attimo in bagno che mi chiamano dicendo che avevano bisogno del mio aiuto, così mi ci son messa, e ho diretto il trapianto delle felci e altre piante coi bulbi enormi. Era una scena abbastanza buffa, Guillaume a guardare a distanza, dando consigli, A. a tenermi sollevate le foglie delle piantine e io, in jeans, maglia lunga e scarpette col tacco a ficcare le braccia nel sacco di terra e a fare il lavoro sporco. Dopo un po’ si è creato un gruppetto di persone che sono venute a vedere. Un vecchio signore ci ha pure regalato altre piantine da piantare. Così, adesso casa sua sembra un orto botanico! Ma il mio basilico è il più bello di tutti! Anzi, a casa sua sta molto meglio che da me, le condizioni sono perfette lì.
Credo che entrambi avessimo immaginato una fine diversa per quel pomeriggio, ma non importa. Siamo usciti per un caffè e io li ho lasciati andare per conto loro. Credo che Guillaume avesse piacere di parlare da solo con A. Insomma… Io ritengo che ognuno abbia bisogno dei suoi spazi e visto che sono da A. ogni weekend e facciamo tutto insieme in quei tre giorni, magari gli fa piacere starsene coi suoi amici, senza di me. Quindi ho detto che sarei andata a casa. Al suo: “Why??”, a momenti mi scioglievo. Mi manca già. Io e il mio essere rispettosa!!!! Accidenti a me! Accidenti ho una sorta di dipendenza ormai… Con Bettina parlavamo del ragazzo cinese con cui sta uscendo e lui se n’è uscito dicendo che, se fosse perfetto, sai che noia… Che noia essere sempre d’accordo su tutto, essere uguali, non avere mai nulla su cui scontrarsi. Beh… Finora a dir la verità per noi è così. Non c’è cosa su cui abbiamo pareri diversi. E non riesco a immaginare motivo per cui potremmo litigare. E spero tanto che non dicesse proprio sul serio, perché io non sono affatto annoiata né stufa, neanche un po’.
Mi ha detto che la prossima volta mi fa i pancakes alla banana. Can’t wait for that.
Devo fare una precisazione: non hanno spento le macchine a Maggie. La notizia era stata interpretata male per via della lingua e dei vari passaggi. Insomma… Un po’ i medici non dicono chiaramente che succede, un po’ G. non capisce il cinese, un po’ passaparola telefonico. Maggie ha avuto un peggioramento e han detto che non avrebbe passato la notte, invece poi si è stabilizzata. Sappiamo che è questione di tempo, giorni, settimane o mesi che siano, ma per adesso è ancora con noi, almeno fisicamente.
Il bimbo invece ha preso un pochino di peso e sono riusciti a nutrirlo un minimo.
Queste le ultime di oggi.

Thursday, September 2, 2010

Whatever.

Sono giorni che non dormo, che sono nervosa, stanca e stressata. Ho problemi di soldi, di tempo e di salute. Ho spesso delle coliche addominali dolorose, mal di testa, male agli occhi, troppe cose da fare in pochissimo tempo e il mio stupido carattere per cui prendo tutto troppo sul serio e se non faccio tutto alla perfezione non va bene.
Tra il viaggio con A. da pianificare (dovevo occuparmene io perché è dovuto partire in fretta e furia per Shanghai per lavoro), ed era la primissima volta che devo fare un piano di viaggio e lui è fantastico a pianificare, mica potevo essere da meno, il biglietto per tornare qua da prendere, che costa una cifra spropositata tra la fine dell'Expo e la festa della repubblica, tra gli alberghi per stare una notte a Pechino e prenotare i treni in tempo. E pensare a chi lasciare le piante quando non sarai qui, e occuparsi del loro trasporto. Oltre a tutto si mettono le agenzie per farmi vedere le case, e spesso ti portano in posti che ti chiedi come possano pensare che qualcuno ci possa vivere. E poi ne trovi una e allora devi incontrare il padrone, e discutere sul prezzo e le condizioni, e pagare, e poi inscatolare tutto per il trasloco, e fare i bagagli per il viaggio, e poi quelli per l'Italia. E lavorare full-time, a un'ora di pullman da dove abiti. E lavarti, cucinarti, fare le lavatrici, e tutto il resto.
Ti chiedi come farai a pagare tutto, cerchi di calcolare se ti bastano i soldi, e se ci arrivi a malapena ti dici che però non puoi rinunciare a niente, perché l'unica cosa a cui potresti rinunciare sarebbe l'unica cosa figa di tutto quanto.

E poi trovi il volo, finalmente, a un prezzo alto ma sempre più basso di quello che sembrava saresti stata costretta a spendere, il tuo collega te lo compra, e ti rilassi un pochettino, e riesci ad addormentarti prima delle 4.
E il giorno dopo devi incontrare i padroni della casa e controllarla e decidere se si può raggiungere un accordo. E il tuo viaggio col tuo uomo è l'unica cosa per cui pensi valga la pena fare tutto questo. E l'idea di avvicinarti a lui e poter raggiungere casa sua a piedi è quello che ti spinge a traslocare adesso senza aspettare tre mesi, e farlo con più calma senza tutto il resto di mezzo.

E poi ti arriva una telefonata, stamattina, proprio da lui, che ti dice che è tornato e senti già il cuore che aumenta i battiti, e poi lui ti dice che stanno spegnendo le macchine a Maggie. Proprio in quel momento. E tutto si ferma. Cerchi il tasto del rewind, credi ci sia stato un errore di percorso, ma tutto è inceppato e non vuol saperne di funzionare.

Si sapeva, eravamo in attesa. Ma ci eravamo come abituati, in fondo era come se ognuno di noi continuasse a sperare che le previsioni dei medici continuassero a rivelarsi sbagliate. Un terno al lotto, insomma, speravamo di vincere. Ci eravamo abituati alla sua presenza/assenza, era come se, anche se non realmente, lei fosse sempre con noi, che fosse solo questione di tempo. La stavamo aspettando, insomma.

E invece no, come una doccia fredda ti rendi conto che era solo una stupida illusione, e che bisogna svegliarsi.

Abbiamo cancellato il viaggio. A. mi ha detto di riflettere se volevo andarci lo stesso da sola, nel caso non ci avessero risarcito i biglietti. Ma non se ne parla, come potrei? Oltre a non goderselo affatto e a sentirsi in colpa, anche se si sa che non si ha il potere di cambiare le cose, magari G. avrà bisogno di gente vicino. Magari non di me, magari i non familiari non saranno ammessi al funerale, non sappiamo come funzioni, ma voglio essere qui.

Così, oggi ho incontrato la nuova padrona, e siamo giunte a un accordo. Ho preso la casa. Non so ancora se ho fatto bene o no, ma non ero in grado di ragionare totalmente in maniera razionale ed ero stanca, stufa, e riuscivo solo a pensare che sono solo soldi, è solo una casa.

Quindi mettiamola così: spenderò lo stesso che avrei speso stando qui, dove il bagno è migliore e tutto funziona, per una casa in pieno centro, da cui posso raggiungere a piedi tutti i posti che uso frequentare, e prenderò un solo pullman per andare in azienda. E finito, non ne voglio più sapere. So che avrei voluto avere un'opinione altrui prima di decidere, ma alla fine non m'importa poi tanto... L'importante è avere un letto e che io possa risparmiare.

Dopo sono andata da A. e insieme siamo andati in stazione a restituire i biglietti. Ci hanno dato qualcosa indietro, non tutto ma meglio che niente.

A. mi ha detto "I was really looking forward to go on this trip". Sapessi io... Più che altro, perché chissà quando ricapiterà l'occasione. Mi ha anche detto che il programma che avevo fatto era molto buono... Promossa!

Insomma... Tutto ciò che mi ha stressata in questi giorni, tutto ciò che mi preoccupava tanto... E' buffo come, all'improvviso... I don't care. I really don't. Vuoi un affitto troppo alto? Va bene, non importa, starò dove sono, chi se ne frega. Ah, accetti le mie condizioni? Cool. Non riesco ad accettare quando la vita è così dura per qualcuno che si meriterebbe solo di essere sereno e felice e non chiedeva altro. E' inutile farsi i piani, tanto basta un niente e tutto va a farsi benedire.

Oggi, l'unica parola che direi a chiunque mi si metta davanti sarebbe: WHATEVER.