Monday, October 25, 2010

Assente giustificata!!!

Ragassuole… ci siete ancora??? Beh spero di sì, perché io finalmente sono tornataaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!! Dico subito che non è stata colpa mia e che non mi è presa nessuna perdita d’ispirazione, semplicemente non avevo internet!! Appena arrivata a dire la verità ero convintissima di potermi connettere, ma avendo formattato in Italia qui non mi funzionava più niente, e non ho voluto chiamare il tipo a re-installarmi tutto se tanto poi avrei dovuto traslocare…
Accidenti quante cose avrei dovuto raccontare volta per volta!!! Dal viaggio incasinatissimo, al rientro, a tutti I weekend e ovviamente Lui, il mio bellissimo brillantissimo Prof. Bear!!!
Lo so che portero al vostro suicidio ma DEVO farlo, voglio assolutamente cercare di scrivere quello che riesco a ricordare di queste ultime tre settimane, perche sono stata impegnata ma molto felice… Poi in Italia avevo preparato un post bellissimo e salvato su Windows Live Writer, e poi mi si e cancellato… Daro la precedenza al resto. Ma andiamo con ordine.
Il 7 ottobre il mio papà mi accompagna alla stazione dei pulman per prendere la navetta che mi avrebbe portata a Milano… Sono riuscita a comprare l’ultimo biglietto. Bene dai, giornata fortunata oggi!, Ho pensato. Facevo ciao con la mano a mio papà che è stato lì ad aspettare che la navetta scomparisse alla vista prima di andarsene… cosa che mi ha un pochino imbarazzata perché non è da lui, ma mi ha fatto emozionare… ho capito che, nonostante le varie discussioni quasi quotidiane durante il mio soggiorno in Italia, è sempre contento di me, e anche se non mi approva molto ed è preoccupato per il mio futuro, ancora non l’ho deluso. Il mio papino.
A Milano tutto è andato liscissimo, bagagli di peso perfetto, passati tuttii i controlli, ero al gate ad aspettare parecchio prima, a leggere. E poi non sento il mio nome, urlato in aeroporto, accompagnato dalla richiesta di recarmi al deposito bagagli smarriti??? Miiinchia hanno trovato il formaggio! Ho pensato, imprecando già al pensiero del pecorino che non avrei più potuto portare agli amici. Vado a cercare il posto in cui mi hanno detto di recarmi, e chiedo, e mi dicono che il mio aereo per Bruxelles è in ritardo, e di conseguenza devo cambiare perché non farei in tempo a prendere quello per pechino. Accidenti!!!
Vado col mega-zainone e il trolley e la borsa e il portatile all’agenzia, ancora ottimista, pensando che magari mi ritrovo in business class!! Invece mi dicono che non ci sono altri voli in cui possono inserirmi, l’unico sarebbe dopo 8 ore. Poi ne trovano un altro con la Aeroflot (non so se sapete che fama abbia la Aeroflot). Va beh, meglio rischiare la vita piuttosto che rimandare il volo, ho pensato. Però c’era un altro piccolo problemino, a cui loro non avevano pensato. Avrei perso anche il volo da Pechino a Q. L’agenzia però non era tenuta a risolvermi anche quel problema, così ho dovuto chiamare in Cina alla segretaria che mi cambiasse il volo. Lei era in vacanza, dopo varie peripezie telefoniche ha capito e mi ha detto che si sarebbe occupata lei del volo. Le ho dato tutti i dati, dicendole quale volo prendere, da che terminal e a che ora.
Intanto vado a rifare il check-in per il nuovo volo. E non mi riconoscono il passaporto. Sto 40 minuti ad aspettare che ce la facciano. Rifaccio la coda per la sicurezza. Ritiro fuori il portatile. Mi imbarco.
Dopo 3 ore e mezza sono a Mosca. Un delirio. Se c’è una cosa che non rifarò se potrò evitarlo, sarà passare per l’aeroporto di Mosca. E’ assolutamente vergognoso. La maggior parte delle hostess non parla inglese, gli avvisi vengono dati solo in russo, una disorganizzazione esemplare, seppur l’aeroporto sia nuovo.
Il mio volo aveva un’altra ora di ritardo, cosa scoperta per caso perché non era stato annunciate. Intanto la segretaria stronza mi manda I dettagli per il volo cinese interno, e quella stupida mi aveva preso un volo prima dell’orario richiesto, e da un altro Terminal!!! Ringrazi solo che ero a Mosca perche l’avrei accoppata nel giro di un minuto. Alla fine ho deciso di smetterla di preoccuparmi da Mosca di quello che sarebbe successo a Pechino, e che in qualche modo ce l’avrei fatta, e che, anche se fosse stata piu lunga, nel giro di 24 ore avrei rivisto il mio uomo, e il pensiero mi ha tirata un po’ su.
Alla fine siam partiti, e il viaggio non è andato affatto male, aereo comodo, buon cibo, bei film, e soprattutto un’ottima suddivisione delle ore di volo (Milano-Mosca 3,5 ore, Mosca-Pechino 7,5 ore… perfetto), che ha compensato il servizio scadente delle hostess di volo (“What do you want? Water?” ditto sbuffando e col tono di un gangster da una tizia troppo vecchia per fare la hostess. Quella gentile e carina invece scadeva per la scia di sudore che lasciava ad ogni passaggio, incredibile. Lo steward non parlava inglese).
E alla fine sono arrivata a Pechino! E li e stato tremendo. Credo di non aver mai sudato tanto in vita mia. Dogana. Coda chilometrica, ho aspettato un po’, poi ho detto che avevo un aereo in mezz’ora e sono passata davanti. Corri al ritiro bagagli, ancora non sono arrivati, aspetta. Aspetta, aspetta. Niente. Mezz’ora dopo, ancora niente. Cazzo! Ovviamente i miei erano gli ultimi, e già a momenti piangevo per il sollievo che fossero arrivati entrambi. Poi corri a cercare il pullman per il terminal 3. Check-in. Sicurezza. Gate. Preso!!!!! Non ci volevo credere!!! Ero sull’aereo per Q.!!!!
Quando sono arrivata, avevo un sorriso enorme. Ero proprio contenta di essere a casa. E non ero neanche troppo stanca. E avrei rivisto il mio uomo in poche ore! Ritiro bagagli e uscita, una passeggiata. Intanto accendo il cellulare e lui mi aveva scritto! Visto che ero arrivata in ritardo rispetto a quanto programmato, mi ha chiesto se stavo bene, e se ero a casa. Vado direttamente a registrarmi in Polizia, come lui mi aveva suggerito di fare, ma non posso farlo perché non ho il contratto della casa. Che palle!! Intanto messaggiamo. Arrivo a casa, e quando entro sono cosi felice!!! Mi doccio e mi sistemo, lui intanto va in palestra, poi mi dice di andare la sera, che cucinerà lui. Vado per le 19,30, pensando che gli vorrei saltare al collo ma sapendo già che mi accogliera con un “Hey, dude! What’s up?”. Ma sorrido al pensiero.
Invece mi apre a torso nudo dicendomi che è appena rientrato e che puzza e che si deve docciare, mi dà un bacio e parliamo un po’ poi mi chiede se può docciarsi. Io nel frattempo inizio a vedere come preparare il Jimbalaya che gli ha mandato sua mamma nel pacco.
Poi lui finisce, finiamo di preparare insieme, mangiamo mentre ci raccontiamo le ultime cose, gustando questo piatto tipico di New Orleans.
Poi mi porta nella seconda camera, quella che usa solo per ufficio o per l’armadio, ci sdraiamo sul lettone e lui mi dice “I’m glad you are back”.
Mi spiega che vuole trasformare la stanza in una Huka-room, per rilassarsi, e che se ho voglia nel weekend lo potrò aiutare.
Intanto lo chiamano gli amici ma lui dice che resterà a casa, che io sono tornata.
E stiamo insieme tutta la sera, gli ho detto “I missed you”, e lui ha risposto “Me too”.
E’ stato tutto bellissimo. Gli ho dato le cosine che gli avevo portato dall’Italia, le calamite per il frigo a forma di saxofono, di tartaruga e di macinino da caffé (si è comprato un set tutto manuale per fare il caffé), e non mi ricordo cos’altro, ma abbiamo conservato il pecorino per farlo assaggiare pure a Guillaume.
Lui anche aveva un regalino per me. La cosa meno romantica del mondo, ma apprezzatissima. Carino!
Sabato ho un vuoto totale… Non ricordo cos’abbiamo fatto, ah si il mattino sono andata a registrami con Lisa e Gabi, poi abbiamo raggiunto Sander e Il mio uomo e siamo andati tutti insieme a mangiare al coreano. A. era un po’ strano, ma poi mi ha detto che si sentiva un po’ crabby e non aveva voglia di assecondare i capricci di Gabi… Poi siamo andati a Jimolu per cercare la roba per la sua stanza. Abbiamo comprato 4 grosse coperte arancioni di un materiale morbidissimo, poi ci siamo fatti fare dei cuscinoni a caramella. Tornati a casa abbiamo provato a sistemare il tutto. Poi io non mi ricordo dove sono andata, forse nella casa nuova a dare un’occhiata e a deprimermi un pochino.
La sera non mi ricordo piu… probabilmente siamo andati a mangiare fuori, chissà dove, perché io non avevo niente in casa. Vietnamita con Chris, forse? Non ricordo se era quel giorno lì. La domenica di nuovo insieme, l’ho raggiunto al Kona dopo essere andata chissà dove, e abbiamo parlato di lavoro, perché mi aiuterà in una cosa che voglio fare. La sera abbiamo mangiato la pizza da Cassani, e lì ho trovato due miei colleghi, uno giovane, che mi ha vista con A. e mi ha fatto i complimenti, poi un altro, con la famiglia, che mi ha strizzato l’occhiolino.
Lunedì ho ripreso a lavorare. A. l’ho sentito martedì, quando mi ha chiesto se ero andata a mangiare alla Trattoria Verde, che gli sembrava di avermi vista, e poi mercoledì, quando mi ha invitata a cena con Guillaume.
Quel giorno io avevo in programma la palestra, solo che io ci vado più tardi di lui, perche esco dopo da lavoro. Ma lui mi ha pure chiesto di portare del pane, se ne avevo. Io ho detto che sarei andata a comprarlo dopo la palestra, e lui non I ha più detto nulla. Io mi sono un pochino scazzata, perché, dico io, se tu finisci alle 7 e mezza e io a quell’ora comincio, e abito lontana, e già arriverò in ritardo, e ci metto più tempo a farmi doccia e shampoo, non ci puoi andare tu a prendere il pane, o mandare G. che ha la macchina?
Comunque, alla fine mi ero proposta io di andare a prenderlo, e non mi piacciono le persone che si propongono solo per essere gentili e intanto sperano di sentirsi dire “Ma no figurati, non ti disturbare…”. Se ti proponi di fare una cosa e perche pensi di poterla fare, e che la farai in ogni caso. Poi magari lo fai anche per gentilezza e non hai tanta voglia, ma se la tua offerta viene accettata non ti puoi lamentare. O no? Pero temevo che A. fosse un po’ scazzato perché sarei arrivata tardi per via della palestra, e non mi piace farmi aspettare, cosi andare al Mykal a prendere il pane mi avrebbe portato via altro tempo. Gli ho scritto di cominciare a mangiare, che tanto io dopo la palestra non ho mai molta fame. E di nuovo, era vero, e non l’ho detto per sentirmi rispondere “Ma no figurati, ti aspettiamo”, anche se pensavo che l’avrebbero fatto e questo mi dava solo più fastidio perché mi sentivo pressata a fare in fretta quando non potevo più di tanto.
E invece poi, arrivata, mi ha aperto la porta, non era scazzato per niente, anzi mi ha detto che avevano appena cominciato a preparare.
Una della cose che mi piace di lui, è che con lui ci si può dire cosa veramente pensi, e lui fa lo stesso. Entrambi sappiamo che in genere le persone dicono una cosa e ne pensano un’altra, e di conseguenza tu non sai mai cosa rispondere o cosa fare. Ad esempio, se io fossi arrivata e avessi visto che loro avevano già mangiato, tante ragazze ci sarebbero rimaste male, dicendo “Ma come, non mi avete aspettato?”, al che lui avrebbe risposto: “Ma se me l’hai detto tu di cominciare senza di te, che non avevi fame!”. Insomma, io non sono cosi. E lui nemmeno. Ne abbiamo parlato una volta, e abbiamo deciso che è stupido complicarsi le cose. Mangiate pure vuol dire mangiate pure, pago io vuol dire pago io, non c’è problema vuol dire non c’è problema. Punto. Quindi siamo semrpe molto chiari e sinceri, ed è un piacere.
Insomma, avevano fatto le cose in grande, con ottimo vino, il Jimbalaya stavolta con pollo e gamberetti, e poi il mio pecorino con la baguette. E’ piaciuto moltissimo.
La serata scorreva piacevolissima, e io, non so bene perché, forse perche temevo che G. si sentisse a disagio a stare con una coppia (anche se noi con altra gente siamo molto discreti, tanto che all’inizio nessuno aveva capito che c’era qualcosa tra noi), ma apprezzandolo per starci lo stesso, ho fatto comunella con lui ai danni del povero A., tartagliandolo di battutine un pochetto pungenti, con G. che mi dava corda. Tanto che alla fine mi sono imposta di smetterla perché se mi ci metto divento pesante e non volevo certo esagerare.
Poi A. mi ha fatto vedere la camera… All’inizio non voleva, perché diceva che non era finita e non potevo entrare, alla fine poi mi ha dato il permesso. Mi ha detto che G. aveva avuto un’ottima idea, e che avevano tolto la testiera del letto, e sistemata alla parete opposta coprendola con un lenzuolo scuro per fare una mensola su cui poggiare le candele. Adesso il letto era tutta un’altra cosa! In più aveva fatto cucire le coperte per crearne una unica grande da ricoprirlo tutto, anche sui lati. Con le lanterne cinesi e le tende chiuse, la luce era bellissima. Ancora non era finita, ma si vedeva già che sarebbe diventata veramente accogliente.
Finito di mangiare ho chiesto se potevo usare internet per controllare la posta e vedere se la mail che aspettavo era arrivata, e mentre ero sul lettone G. ha detto che andava a casa. Io mi sono un po’ stupita perché credevo saremmo andati via insieme e mi avrebbe dato uno strappo fino a casa, ma dovevo ancora finire di leggere e A. non ha detto niente. Lui e uno che dice quello che pensa, quindi mi aspettavo un “Hey, Ele, why don’t you go home with G.? It’s easier for you. Do you mind, G.?”, E invece non l’ha proposto, quindi ho pensato che gli andava che stessi ancora un po’.
E’ venuto anche lui nella stanza figa, e si è messo sopra di me per leggere la mail. Poi mi ha aiutato a rispondere, e intanto mi coccolicchiava. Era carinissimo, diverso dal solito e non so perché, non cosa cosa gli sia preso, veramente veramente adorabile. Così, finita la mail, mi ha rubata dal computer senza darmi il tempo di inviarla, ed era cosi carino, ma cosi carino, che alla fine ho detto quello che non osavo dirgli. Me ne sono uscita con:
“You know, I don’t know what you think about it, but I think I should be your girlfriend”.
La risposta è stata un “WHAT????” detto tra l’urlo e la risata. Io ormai ero in ballo e dovevo ballare, così gli ho ribadito che era proprio così, che secondo me era cosi che doveva essere.
E lui poi mi ha detto: “Why, weren’t you already?”
“Was I?”
“I mean, I don’t think this way… It’s a little bit…. High school stuff, isn’t it?”
“It is. We don’t like… ‘tag’”.
“Yeah… exactly”.
E io ho sorriso, perché sapevo esattamente cosa voleva dire. E per me vale uguale. Voglio dire, non mi frega niente se ci diciamo che siamo insieme, la qualità del tempo che spendiamo insieme fa sì che non m’importi, perché so che siamo insieme, anche se non è mai stato ‘deciso’. E non mi interessa dirlo per essere sicura di avere l’esclusiva, perche se la qualità del tempo speso io e lui è tanto alta, mi basta per fidarmi completamente, per non avere nessuna paranoia. E ho voluto chiedergli non perché volevo cambiare qualcosa, perché volevo delle conferme, ma perché mi sono resa conto che io mi faccio tante domande e ho tanti dubbi perché lui non mi dice nulla, perché lui mi presenta come la sua ‘amica’, ma allora perché lui non dovrebbe avere gli stessi miei dubbi, visto che io mi comporto uguale? A volte basta dirsele, le cose. E così ho fatto. E, sapete cosa? E’ cambiato completamente.
Quella sera è stata una delle più belle in assoluto, dolcissimo, e non voleva farmi andare via. Era tardi e il giorno dopo avrei lavorato e lui voleva che mi fermassi li, e che al Massimo passassi da casa il mattino, ma sapevo già che sarebbe stata troppo dura. Meglio ritardare un po’ la sera, soprattutto se ne vale la pena. Mi ha detto che dovevo andare ad abitare più vicina. Alla fine l’ho lasciato alle 03,30, e alla porta io ho fatto per dargli il solito pugno e dirgli “Bye dude”, ma lui ha detto “No no no”, e mi ha baciata.
Sono tornata a casa svolazzando sul taxi, andata a dormire alle 4 e svegliata con lo stesso sorriso idiota con cui mi ero addormentata e un pensiero fisso in testa: ho il ragazzo!!! E adesso lo posso dire. Ecco cos’e cambiato: lo posso dire sicura che a lui sta bene! E questo mi fa sentire meglio.
Il giovedì mi ha scritto di nuovo lui, per chiedermi se volevo andare a mangiare al Tedesco. Io non me l’aspettavo assolutamente ed ero coi miei due capi-colleghi a prendere l’aperitivo al Kona e a stordirli con la mia felicità e il mio sonno, e poi dovevo vedere Ale, e per di più avevo due enormi scatoloni presi in azienda per il trasloco. Però era stato troppo carino e farei acrobazie per vederlo anche solo due minuti. E poi i miei due capi-colleghi mi hanno quasi obbligata ad andare, così gli ho scritto che l’avrei raggiunto più tardi. Sono andata da Ale, poi sempre con gli scatoloni sono andata al ristorante. Lui era li con Tom, quasi finito di mangiare. Ci siamo salutati col bacio a stampo, prima volta di fronte ad altri. Vedi che dovevo parlarci allora!! Ho sciolto tutti e due. Insomma, abbiamo passato poco tempo insieme ma e stato piacevolissimo lo stesso. Ognuno poi è andato a casa sua, io stanchissima dalla sera prima ancora.
Venerdì mi ha di nuovo scritto lui, per dirmi che era con G. al Freeman. Li ho raggiunti, mq non siamo stati molto. Di nuovo lui carinissimo, c’è sempre una grande complicita tra noi. Poi ci siamo trasferiti da lui, a finire il mio pecorino e certi biscotti che abbiamo comprato. G. ci ha lasciati presto. Ci siamo addormentati nella stanza figa, poi nel pieno della notte ci siamo trasferiti di là.
Il sabato mattina sono andata presto nella casa nuova per pulirla insieme a una signora, poi i tipi del trasloco mi hanno chiamata chiedendomi di anticipare il tutto di un’ora e mezza… Panicoooo!!! A parte che ero depressa perché stavo odiando quella casa, troppo sporca e trope cose che non vanno, lasciando stare il bagno. Poi persino la signora cinese mi ha detto che non era un granché come casa, e che era sporchissima. Siamo riuscite a pulire la metà di quello che avevo pensato di fare, e anticipando il trasloco non avevo manco il tempo di finire di inscatolare.
Quando sono arrivati i tre tipi, si son messi a darmi una mano, e ho deciso di non guardare. Giravi gli occhi un secondo, e metà degli scatoloni era già stata portata giu e caricata. Impeccabile velocità. In mezz’ora non c’era più niente in giro, compreso il contenuto di frigo e freezer che hanno rovesciato senza tante accortezze in varie buste che trovavano. Insomma, un trasloco rapido ma proprio terra terra eh… Ma nel giro di 45 minuti e con 15 euro ero nell’altra casa, a sistemare le mie cose.
Poco dopo lui mi ha chiesto notizie e, quando ha saputo che ero nella casa nuova, ha insistito per venire a vederla, visto che fino ad allora non gliel’avevo permesso, vergognandomi da morire del mio errore. Insomma, prima avrei voluto sistemarla un po’! La sua approvazione era fondamentale e ci tenevo al suo parere. Alla fine ho ceduto, visto che era già passato uno dei miei capi-colleghi, per portarmi della carta per foderare l’interno dei mobili e a lui era piaciuta, a parte il bagno, anche se ha detto che mi può aiutare a sistemarlo un po’.
A. è venuto e mi ha chiesto “What’s wrong with this house???”. Insomma… Non solo ha detto che non aveva nessun problema, ma anzi… gli piaceva!!! Soprattutto la mia stanza, e ha detto che l’avremmo sistemata e fatta bella come la sua e che mi avrebbe aiutato e che era curioso di vedere l’altra camera una volta finita.
Sabato sera poi siamo andati a mangiare fuori al new Diner perché io ovviamente in quei giorni non avevo nulla in casa, poi siamo andati all’Lpg. Abbiam preso la bottiglia, per una volta non ho voluto pensare ai soldi. E meno male, perche indovinate chi ci ha raggiunti, poco dopo? La danese che lui ha mollato per me!!! Ed era bellissima. Oddio, sempre vestita in modo parecchio discutibile per il rispetto dell’occhio, ma il viso era davvero notevole. Biondissima, caschetto con frangetta, occhi azzurrissimi e truccati, bocca rossa. Lui però e stato splendido, l’ha salutata e ci ha scambiato due parole, però poi finita lì. Lei è andata via, poi è tornata al tavolo, ma lui è stato tutta la sera a parlare con me. Anzi, è arrivata Kelly, una ragazza coreana che ha salvato il suo numero sul cellulare con un appellativo non proprio carino, e lui quella sera si è difeso dicendo che deve cambiare nome, dicendo che io ero la sua ragazza, non stava flirtando con una qualunque, e che è stata dura avermi, perché io sono dura, e perché lui sta diventando vecchio, grasso e perde i capelli, e che non si spiega come ce l’abbia fatta. Insomma, l’ha detto! Ha detto che sono la sua ragazza!! E con la danese lì dietrooooooooo!!!!!!!!!! Poi eravamo un pochino allegri, ed e venuto di nuovo fuori il discorso Hawai’i. Di nuovo mi ha detto che mi piacerebbe e che ha cominciato a guardare i voli ma non riesce a trovarne sotto gli 800. E che suo fratello può prestarci la macchina o la moto e noi possiamo stare con lui e risparmiare. Ha detto che conosce tutti i posti più fighi e che potremmo farci una settimana a Maui e una a Honolulu. Gli ho chiesto se è sicuro che a suo fratello faccia piacere avere una sconosciuta in casa, e lui mi ha detto che non c’è assolutamente nessun problema, che la sua famiglia se dice va bene vuol dire davvero che va bene ed è sicuro che per suo fratello sarà un piacere avere gente in casa.
Poi siam tornati a casa sua. Altro risveglio altra giornata insieme… Di nuovo a Jimolu, abbiamo comprato anche roba per il mio divano, stavolta. Poi ci siamo divisi mentre io andavo dalla sarta, e quando ci siam ritrovati lui mi ha detto che aveva trovato un cuscino che gli piaceva ma costava troppo cosi aveva detto alla signora che voleva la mia opinione. Siamo tornati e le tizie del negozio cercavano di convincermi, perche dicevano che lui aveva detto che doveva chiedere l’opinione della sua ragazza. E poi gli hanno detto “Ni de nu pengyou zhen piaoliang! (=la tua fidanzata è molto bella)”, e lui ha risposto: “Wo zhidao (=Lo so)”, e loro si sono messe a ridere. Poi siamo andati di sotto a cercare un batik, e di nuovo ha chiesto a me, e infine ha preso quello che mi piaceva di più. Alla fine siamo usciti da li carichi di borse e buste, siamo andati da me a sistemare la roba, poi da lui. Lui è stato molto soddisfatto sia del mio copridivano rosso che della sua roba, la stanza figa migliorava a vista d’occhio.
Poi credo siamo stati a casa a mangiare e a guardare un film forse, non ricord
Altra settimana… Di notevole c’è che mi ha cercata lunedì, martedì e mercoledì… Una volta ho portato qualcosa da lui e abbiamo mangiato lì, così mi ha fatto vedere la lampada indiana che aveva ordinato per la stanza figa… Un effetto stupendo!!! Quella stanza è diventata il nostro posto rimantico, con quella luce calda e avvolgente, aranciata e rossa, i mille cuscinoni, la lampada, le lanterne cinesi e le mille candele. Li ci coccoliamo fino ad addormentarci, sempre stretti stretti.
Un’altra volta l’ho raggiunto in centro e siamo andati all’indiano. Poi è venuto lui da me e mi ha sistemato un bel po’ di cosette, cambiato le luci, tolto qualche brutta cineseria dalle pareti, dicendo che risolvere i miei piccoli problemi era divertente.
Ci siamo rivisti poi il venerdì sera dopo cena, ho raggiunto lui, Chris e G. a casa di A., poi siamo andati insieme al Freeman, unica donna, poi si sono aggiunti un ragazzo cinese e un Americano sposato con una cinese. Quest’ultimo dopo un po’ ci ha chiesto da quanto tempo stavamo insieme. Prima volta che lo vedevo e nessuno gli aveva detto niente. Che bello adesso è proprio evidente allora!!!!! Durante la serata A. mi ha anche parlato di una cena domenica sera, a cui voleva invitare il suo socio con consorte, e mi ha chiesto “Would you like to accompany me?”. Che figo… Non sapete che sforzo per trattenermi dal mettermi a saltare.
Poi ho visto Sako e Jack… Ovviamente mi sono alzata per salutarli, e loro hanno avuto l’ardire di dirmi “Ma è questa la gente con cui esci adesso?? Complimenti, clap clap clap”. Io ero allegra quindi non ho risposto per le rime, ma come si permettono? Sono sempre convinti di essere i migliori senza sapere nulla della gente di cui parlano male. E loro che erano al tavolo con un tizio russo che va al lavoro ubriaco quando ci va e non lo licenziano solo perché è amico del figlio del proprietario o qualcosa del genere!! Ma io mica vado a commentare!!! Conosco loro e mi basta. Comunque, quella sera ero anche un po’ partita e ho chiesto a Chris come ci vedeva, me e A. Lui ha detto bene ma io ho insistito, volevo sapere se lui pensava che con me stesse solo per divertimento, per passare il tempo, e la sua risposta è stata che, conoscendo A. non sta con una persona solo per passare il tempo, se ci sta e perché… e poi lui e tornato e non abbiamo finito il discorso.
Casa, nanna, risveglio. Sabato entrambi siamo andati al lavoro, io ho fatto cambio con la mia collega visto che lui mi aveva detto avrebbe lavorato anche lui, poi al ritorno mi ha raccolta alla fermata del pullman un collega italiano e mi ha dato uno strappo. Sabato avevo mille cose da fare ma quando mi ha proposto un aperitivo al Kona con l’altro mio capo non ho voluto dire di no, cosi siamo andati, e indovina chi abbiamo incontrato? A. e Tom, cosi ho fatto le presentazioni… Ormai quasi tutti hanno visto il mio RAGAZZO :D.
Quando i miei colleghi sono andati via io mi son fermata ancora un po’ con gli altri due, poi son partita per le mie commissioni. Ho fatto l’abbonamento a Internet, banca, bollette, poi sono andata da lui che mi aveva detto di andare, che aveva fatto qualcosa di very funny… L’ho trovato in uno stato pietoso, lasciamo perdere che aveva combinato, comunque siamo stati insieme il resto del pomeriggio, poi la sera avevo una cena coi colleghi cinesi dell’ufficio design, quindi l’ho lasciato alle 7 meno 10 e sono andata la, poi l’avrei raggiunto con gli altri più tardi.
Dopo cena ancora non mi avevano fatto sapere niente così me la son fatta a piedi da oltre lo Shangrila fino a casa, quasi un’ora, ma il clima era così piacevole e la mia pancia così piena che dopo stavo molto meglio. Ero quasi a casa che mi scrive per dirmi che stavano andando all’Lpg. Li raggiungo poco dopo, serata strana ma lui carino, finiamo sempre per metterci a parlare io e lui, tanto che a volte temo che i suoi amici possano vedermi come quella che quando c’è se lo porta via e lo tiene per se, anche se alla fine ci viene naturale e non escludiamo nessuno. Ogni tanto ci guardiamo fissi e ci sorridiamo un po’ furbetti e stiamo li, a guardarci (o meglio, io me lo rimiro proprio). Sabato sera a un certo punto si è avvicinato per dirmi qualcosa nell’orecchio e poi mi ha baciata, così, a sorpresa, un bel bacio tra collo e guancia. Io beata…
A casa… nanna, poi domenica mattina. Ci siamo svegliati abbastanza presto, dopo ore fantastiche, io poi sono dovuta andare a pulire la casa vecchia, perche martedì sera devo restituire le chiavi e, se tutto è a posto, ricevere indietro la mia caparra.
Mi aveva chiesto di pranzare insieme ma io ero indietro e volevo tenermi per la cena, così l’ho raggiunto poi nel tardo pomeriggio, dopo parecchie commissioni tra cui l’installazione di internet. Ci siamo trovati al Carrefour per fare un po’ di spesa, poi siamo andati a mangiare. Lui era un po’ crabby, come dice lui, perché sta avendo problemi con il pagamento di un ordine, però per la seconda volta in due giorni (il giorno prima me l’aveva gia detto, da sobrio, di iniziare a prendere seriamente in considerazione se voglio andare alle Hawai’i) mi ha parlato di questo viaggio. Domenica siamo passati ai dati più tecnici e concreti, come la cifra che mi serve e come ci organizzeremo per risparmiare il più possible, e sui voli. Mi ha anche chiesto cosa penso di fare a dicembre, quando dovrò prendere una decisione importante in azienda… o stare per almeno 5 anni, o fuori. E quello che voglio io, diciamolo chiaro, dipende da lui. Se lui va, io non potrei mai restare qui. Odierei questa città. Mi mancherebbe troppo. Mi ha anche detto che, se andiamo alle Hawai’i per Natale, lui ne approfitterebbe per fermarsi un po’ di più e vedere di trovarsi un lavoro e capire se la soluzione di vivere li potrebbe andargli a genio. Miiinchia quando mi fa sti discorsi io mi chiudo, non volendo influenzarlo nelle sue scelte, ma chiedendomi se almeno gli passa per la testa la possibilità di una Ele accanto a lui, alle Hawai’i, Argentina, Minneapolis, Italia o Cina che sia.
Poi era proprio crabby quell giorno, diceva che mercoledì e giovedì vuole andarsene per un paio di giorni per respirare, “I need to get out of here”, insomma… Not a good day. Poi mi ha chiesto di andare a vedere un film da lui, e sono andtaa, anche se avrei voluto farmi le mie cose su internet. Abbiam guardato Toy Story, che io non avevo mai visto, poi me lo sono coccolato per tirarlo su e infine son tornata a casa. E questo è tutto, oggi è lunedì e sono al lavoro. Non ero impegnata oggi e ne ho approfittato per portarmi avanti e postare, altrimenti non ho tempo per post cosi lunghi.
Ma il succo del discorso e molto semplice e conciso, in fondo: HO IL RAGAZZOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO ed è la persona migliore che io stessa e tutti quelli che mi vogliono bene e mi conoscono potremmo desiderare per me. E’ una persona che mi arricchisce e mi rende migliore di quanto sono da sola, che mi fa sentire viva e mi dà nuova curiosità nei confronti della vita e di tutto ciò che mi circonda. Che questo paradiso duri finché lo meriterò!!!
Un bacio a tutte, mi siete mancate!!
Ps. Sabato l’ho reso felice proponendogli di organizzare noi una cena del Ringraziamento… Io e Sanne ci siamo gia divise i compiti, lei farà il Turkducken, specialità del Thanksgiving di New Orlenas (turkey+duck+chicken, uno infilato nell’altro… :~o), perché ha il forno grande, io la pumpkin pie e il gravy, e quanlun altro le yams. Non vedo l’oraaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!
Lui era tutto contento e io altrettanto di renderlo felice. Mi ha chiesto se ho bisogno di qualcosa che sua mamma deve spedirgli un altro pacco. Voleva mandarmi il preparato per la pumpkin pie ma… non si fa a mano?? Lui dice che è difficile e mi è presa paura… Insomma voglio che sia tutto perfetto!! Che dite? Viene sempre buona o bisogna avere qualche accortezza o e meglio se mi faccio mandare una scatola di preparato?
POSTILLA DEGLI ULTIMI TWO DAYS…: Oggi mi ero dimenticata il cellulare a casa, e mi è spiaciuto perché lui mi aveva detto che non avrebbe avuto niente da fare quindi magari un po’ di compagnia con un messaggino gliel’avrei potuta fare, e invece… Stasera il mio capo-collega mi ha invitata ad aggregarmi a lui e altri dell’azienda per mangiare la fiorentina, e io ho accettato, perché saremmo stati in pochi, e avevo bisogno di carne. Arrivata a casa trovo un messaggino di A. che mi dice che è annoiato e che, se gli do le misure dello specchio, può occuparsene lui. Che carinoooooo!!! L’ho chiamato e, mi è uscita così, gli ho chiesto se aveva progrmami e se aveva voglia di venire a mangiare con noi, dal momento che ci sarebbero stati dei colleghi dalla Spagna, così lui avrebbe potuto chiacchierare facilmente. Lui ha declinato perchè non aveva l’umore giusto per parlare con estranei, io me l’aspettavo, così niente. Stavo quasi per uscire quando mi ha richiamato per dirmi che aveva cambiato idea e se poteva venire. Se mi avessero fatta santa mi sarei stupita di meno, ma ovviamente ero piacevolmente sorpresa! Ho chiamato subito il mio capo-collega per sapere se era un problema, e poi siamo andati là.
Beh, la serata si è rivelata piacevolissima, anche lui mi ha detto che si è divertito, il mio capo-collega lo conosceva già e han parlato parecchio, mischiando varie lingue, poi è arrivato il Manager della Produzione, quindi adesso lo cnoscono proprio tutti. Abbiamo mangiato tanto e bene e siamo stati tutti contenti. Poi noi abbiamo camminato fino a casa, ci siamo lasciati con lui che mi ha chiesto della mia giornata di domani e che magari ci vediamo.
Arrivata a casa ho scritto un sms di ringraziamento al mio capo, visto che ci ha offerto la cena, e lui mi ha risposto in maniera troppo carina, dicendo che la serata è stata bellissima, ancora più bella perché inaspettata, e dandomi la completa approvazione! Mi ha detto che è rimasto ‘ammaliato’… Ahahahahaah!!! Beh, a chi lo dice!!!!

Monday, September 20, 2010

Rimedi contro la nostalgia... ; )

Ho già le fitte di nostalgia e la sua mancanza è insopportabile!!! Accidenti!!!
Giovedì sera ho saputo che sarei partita il giorno dopo, quindi avevo poche ore per organizzare tutto: rimandare il trasloco, contattare la padrona e avvertirla, fare la valigia cercando i vestiti negli scatoloni già pronti, avvertire la famiglia, sbolognare la poca roba del frigo e le mie piantine a qualcuno, e salutare il mio Prof. Bear, che diciamolo pure, era l'unica cosa di cui mi importava.

Questa partenza anticipata ha mandato a monte il mio ultimo weekend col Professore e i miei piani di chiarimento... Sì insomma, volevo partire sapendo di non essere solo un'amica, e di metterlo bene in chiaro.
Pazienza... Alla fine mi sono rifiutata di rifiutare un favore all'azienda per questo motivo, e credo di aver fatto bene.
Però non sarei mai partita senza salutarlo, quindi giovedì gli ho scritto, lui mi ha chiamata per farsi spiegare e ci siam messi d'accordo per spostare le piante a casa sua il giorno dopo, prima che lui restituisse la macchina affittata. E' arrivato che ho già capito che qualcosa non andava, abbiam fatto tutto di fretta ma era agitatissimo perché c'era un traffico assurdo in ogni dove. Alla fine siamo riusciti ad arrivare alle 17,30 giuste giuste! Speravo si tranquillizzasse un po' visto che mi aveva detto che era stata una giornataccia da dimenticare, e invece siamo stati lì 45 minuti, perché han cercato di fregarlo e di farsi pagare di più. Insomma... Sono arrivate le 18,15 e io a malincuore gli ho detto che dovevo andare, che non c'era tempo per il caffè. Alla fine abbiam cercato di prendere il taxi insieme, ma niente da fare, era l'ora del cambio e nessun taxi libero o disponibile era in giro. Ho temuto che avrei perso l'aereo... Dovevo ancora finire la valigia e andare fino in aeroporto... Ma mica ci penso a ste cose io, se si tratta di vederlo!

Alla fine ho scongiurato una ragazza che ci ha fatti salire sul suo taxi. Lui poi si è fatto lasciare vicino a casa sua, saluto frettoloso sul taxi fermo in coda : (.

Alla fine ce l'ho fatta tranquillamente, stare con lui mi ha resa molto più veloce e pratica in tutto ciò che riguarda il viaggiare. Aspettavo il taxi sotto casa, e lui mi ha scritto. Si è scusato per avermi fatto perdere tempo, mi ha augurato buon viaggio e mi ha detto che si sarebbe sentito solo, da solo in spiaggia... E io son partita tutta contenta!

Il viaggio è stato lungo ma non ho avuto problemi tecnici con la consegna, che già davo per scontati, mi son venuti a prendere a Caselle e mi hanno persino riaccompagnata a casa, dopo il giro delle varie aziende.

La prima cosa che ho fatto è stata cercarlo su Skype e dirgli che ero arrivata, come mi aveva chiesto. Lui era in linea ma non rispondeva, e io già ad angosciarmi, patetica.
Poi mi arriva un'email in cui mi chiede se son viva, com'è casa e che il weekend è stato un po' noioso senza di me... E io ho messo fuori le alucce della felicità, e ho iniziato a volteggiare sul soffitto!!!

Mi manca tanto. Sono andata a guardarmi il suo album su Picasa e tutti i posti in cui è stato e le varie ragazze che erano con lui e mi sono accorta che ho una paura boia di essere solo una di loro, che comparirò in un paio di album fotografici e nulla più. Un passaggio. E invece io vorrei la permanenza, un bel visto di residenza, per stare in tema!! Altrimenti forse è meglio non avere niente. Quando ti accorgi che sai quello che vuoi, e non sei sicura che sia lo stesso che vuole l'altra persona, hai o non hai il diritto di chiederglielo, e di dire basta se le cose che volete sono diverse? Ci sto pensando su. Quelle foto mi hanno illuminata, non voglio essere un passaggio. E basta.

A proposito di visti di residenza... Dovrò andare a Milano due volte in questi giorni, per cercare di ottenere il mio, visto. Insomma, stavo organizzando tutto mentre scrivevo qui, e indovinate la sorpresa??? Beh, verrà Laura ad aspettarmi in stazione!!! Ahahahaha chi l'avrebbe mai detto??? Stavo organizzando l'incontro con Delia, che ho scoperto frequentare un posto fantastico in comune, e mi becco un'altra blogger!!!! Fighissimo, Laura mi ha pure anticipato che mi porta in un posto che mi piacerà... Diciamo che mi fido ciecamente di lei, e che non vedo l'ora??!!??

Beh ragassuole, ora è meglio che vada a preparare tavola... A prestissimo con aggiornamenti vari!!!


Saturday, September 18, 2010

Crostata ai kiwi con frolla al cacao

Avrei dovuto partire martedì in treno per Pechino, per poi salire sull’aereo la mattina dopo, ma sono stata mandata in ‘missione speciale’ dall’azienda per cui lavoro, per fare una consegna importante entro venerdì mattina. Così, dopo aver deciso tutto giovedì sera, 24 ore dopo, dopo avergli lasciato le mie piantine e aver quasi perso l’aereo dopo aver accompagnato il mio Prof. Bear a restituire la macchina affittata,  sono partita. Insomma, sono in Italia per quasi tre settimane!
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Ingredienti:

Per la frolla al cacao:

180 g burro
130 g zucchero/zucchero a velo
1 uovo e 1 tuorlo
290 g farina
40 g cacao amaro
pizzico di sale
1 bustina di vanillina
un po’ di lievito

Per la crema:
1 tuorlo
4 cucchiai di zucchero
70 g farina
1/2 litro di latte
1 bustina di vanillina

il succo di 1 arancia
4 figli di gelatina
200 g di cioccolato bianco
il succo di 1 limone
1/2 bustina di gelatina in polvere
2 kiwi

Fate la frolla lavorando il burro a pezzetti con lo zucchero, poi unite le uova. Mescolate, aggiungete il sale e pian piano la farina mescolata al cacao, il lievito e la vanillina.
Appena possibile lavorate a mano, fate una palla di pasta, avvolgete in pellicola e mettete in frigo mezz’oretta.
Foderate uno stampo da 28 cm, bucherellate il fondo, ricopritelo con carta forno, riempite di riso o fagioli, e cuocete a 180° per 15-20 minuti.

Intanto preparate la crema: sbattete il tuorlo con lo zucchero, aggiungete la farina e poi il latte freddo con la vanillina. Mettete sul fuoco e mescolate fino al raddensamento. Unite il cioccolato bianco che avrete fuso nel frattempo.
Sciogliete 2 fogli di gelatina nel succo d’arancia scaldato, unitelo alla crema. Unite altri 2 fogli di gelatina e fateli sciogliere nella crema.
Versate la crema nel guscio di frolla, livellatela. Tagliate i kiwi a fettine sottili e sistemateli sopra la crema.
Preparate la gelatina sciogliendo mezza bustina nel succo del limone e acqua, che avrete zuccherato leggermente.

Una volta pronta versatela sopra la torta. Mettete in frigo.
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La mia amica Mary aveva fatto questa torta un paio di anni fa, e mi era piaciuta da morire, sebbene io non sia una fanatica delle crostate. Eppure, quella crema aranciata e avvolgente per via del cioccolato bianco, che contrasta con la frolla scura. Un piacere per gli occhi e per il palato.
E passato tempo, e ancora non avevo avuto il tempo di rifarla.
Ieri è stata l’occasione giusta: oggi saremmo andate da nonna, zii e cugini, e loro mi avrebbero accoppata se mi fossi osata presentarmi senza torta, per cui mi sono dovuta mettere all’opera, cercando di riprodurla come mi ricordavo. I miei strumenti di pasticceria sono in Cina, e gli ingredienti in casa non erano molti, così ho optato per una crostata, che fosse però golosa per loro che hanno sempre voglia di qualcosa di nuovo e inusuale in famiglia, dove le torte che mia zia prepara, seppur buonissime, sono sempre le stesse. Questa crostata mi è sembrata perfetta: e avevo ragione, perché è stato un successone, ben oltre le mie aspettative. Mio cugino mi ha detto che è la torta in assoluto più buona che abbia mai mangiato, insieme a un’altra al cioccolato che avevo fatto, e di cui io non mi ricordo. Io non sono d’accordo, penso di averne fatte di migliori, ma mi ha fatto davvero piacere sentire simili commenti ovviamente! La prossima volta voglio usare l’aroma arancia al posto del succo, perché secondo me si sentiva pochino.
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Abbiate un occhio particolare per la frolla, a cui ho aggiunto un poco di lievito perché, quando Mary l’aveva fatta, era talmente dura che si doveva sudare per tagliarla in fette tutte spezzettate. Spegnete il forno anche se non vi sembra troppo molle… Raffreddandosi, si indurirà.
Si possono sostituire i kiwi con altra frutta, le fragole ad esempio sarebbero ottime. Anche le pesche credo, e in tal caso suggerirei di aggiungere degli amaretti polverizzati nell’impasto della frolla, e di aromatizzate la crema con succo di pesca anziché arancia. Insomma… Vi potete sbizzarrire! Sempre buona sarà!

Wednesday, September 8, 2010

Buona Ninna

Forse in fondo in fondo lo sapevamo già tutti da tempo, ma forse in fondo in fondo continuavamo a sperare perché sapevamo che non potevi andartene. Quando ieri me lo hanno comunicato, non ci ho nemmeno creduto, sicura fosse un altro errore.

E' buffo come a due, otto, quindici o trent'anni, si continui a vedere sempre una possibilità.

Siamo tutti contenti che l'unico dolore che tu abbia dovuto sopportare, da quando il 12 agosto ti sei addormentata per non svegliarti più, sia stato un forte mal di testa.

Lasci moltissime persone che ti volevano bene, amici e familiari che non ti hanno abbandonata un attimo, durante queste ultime settimane. Da quelli che ti conoscono da una vita, e conoscono i tuoi più piccoli segreti, a quelle che, come me, ti hanno incontrata dopo, ma gli sei subito piaciuta. Lasci ricordi, filmati e fotografie, una casa che parla di te, coi tuoi libri di cucina francese e sulla gravidanza ancora aperti, e tante cose ancora non fatte. Come la nostra super-cena a quattro mani. Come il nostro prossimo viaggio insieme. Si pensa sempre di avere più tempo di quello che si ha.
Lasci un ragazzo che sta dando prova di una forza ammirevole, e siamo convinti che abbia imparato da te. Come dice lui, ci piace pensare che stessi aspettando che Vincent stesse meglio, per andartene. Speriamo abbia preso la tua forza, e che ce la possa fare, per avere un ricordo di te, e per dare a G. una ragione di serenità. Stai tranquilla che gli staremo tutti accanto, anche se non potremo mai sostituirti.

So già che ci saranno tante occasioni in cui ci fermeremo e staremo in silenzio, ricordandoci di te. In uno dei ristorantini dove siamo stati, se mai ritornerò a Shanghai, quando vedrò una Lemon Tarte, o quando giocheremo a Truco e ci verrai in mente tu, quanto eri competitiva e prefessionale in tutto, anche a giocare a carte. E quando discuteremo su qualche argomento impegnato, e non ci sarà più la tua passione e la tua forza di convincimento, che A. ha sempre apprezzato perché difendevi le tue posizioni in modo ammirevole, e in quella che non era la tua lingua. 'Argomenta in modo superbo... Sarebbe una perfetta italiana', aggiungevo io. E tutti concordavano e ci scappava un sorriso di nostalgia.

Tu queste cose non le sai, stavi già dormendo.
Beh, non ti disturbo oltre... Ssshhh!! Riposa serena.

Ciao Maggie.


Sunday, September 5, 2010

Home-made American breakfast… The joy of cooking together

Beh, ve l’avevo promesso… Però ho dovuto aspettare che lo chef si sentisse ‘in vena’.
Venerdì sera ho raggiunto il mio professor Bear all’Lpg, con altri amici. Lui è stato carinissimo con me, mi ha servita tutta la sera e si è completamente dedicato a me, tutto il tempo. Mi ha anche detto che aveva qualcosa per me, ma non posso dire cosa. Comunque, una carineria. Abbiamo diviso un Whiskey e dopo che avevo bevuto lui ha detto che adesso sapeva di me e che era ancora più buono. Michael, il suo amico, mi ha anche detto che A. gli aveva raccontato del viaggio che avremmo dovuto fare, e la cosa mi ha stupita, perché ero convintissima che non avrebbe informato nessuno al riguardo, e tantomeno avrebbe specificato che in viaggio saremmo stati solo io e lui. E invece…
Poi siam andati a casa, l’unico posto in cui ormai riesco a dormire come un ghiro e col sorriso. Lui doveva lavorare un po’ ancora e la mattina dopo mi ha detto che mi sono addormentata sul divano nel giro di un minuto.
Venerdì sera mi aveva proposto di fare di nuovo i pancakes, ma non era la prima volta che lo dice quando è un po’ brillo, quindi non mi sono illusa… E invece, sabato mattina si è ricordato, e pancakes sono stati!! A dire la verità mancava il burro, così ho fatto che fare una scappata a casa mia a prenderlo, e approfittarne per fare un paio di commissioni. Non vedo l’ora di abitare nell’altra casa, sarà molto più facile!! Comunque, al mio ritorno aveva già preparato tutto… Impasto per i pancakes
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e per le uova strapazzate
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Anche Sander sarebbe venuto a colazione. Mentre lo chef si accingeva a mescolare, l’ha chiamato suo fratello dalle Hawaii, così, visto che la cosa durava per le lunghe, mi ha chiesto prima di mescolare… Poi è dovuto andare a comprare le forchette (in casa ha due forchette e un coltello che taglia, che gli ho fatto comprare io), così ho fatto che mettermi all’opera. Quando è tornato mi ha detto che ho un talento naturale e che erano molto più belli dei suoi, così ho fatto che finire. Lui si è occupato delle uova. Beh, non so se si tratti di talento naturale, fatto sta che anche i suoi la prima volta erano buonissimi e bellissimi!!! Così li voglio comunque considerare qualcosa che lui ha cucinato per me, e che tra l’altro, è stata la prima volta in vita mia (che un ragazzo abbia cucinato per me, intendo).

A.’S PANCAKES

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Ingredienti:
1 confezione di preparato per pancakes
uova
latte
burro salato
maple syrup

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Beh sì, lui usa il preparato in scatola, e poi ci aggiunge uova e latte… Che vi aspettavate?? Ma suvvia, state tranquille… Appena mi trasferisco ci penserò io a farli dall’inizio alla fine, e ovviamente ri-posterò! Per adesso, solo foto, e due semplici regole:
-seguite le istruzioni sulla confezione, aggiungendo cosa è necessario. Poi sbattete bene fino ad ottenere un impasto liscio… Lui fa tutto a occhio, e al massimo aggiunge un po’ di preparato. E sbatte con una forchettina. Dice che, se anche non viene perfetto, è più ‘rustico’. Io sono pienamente d’accordo, anche se la mania di perfezionismo ha fatto sì che, mentre lui era al telefono, cominciassi la mia guerra contro i grumi, uscendone vittoriosa e soddisfatta, anche se cosciente di avere un problema.


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-lo volete un piccolo trucco? Quello che trasformerà i vostri pancakes in qualcosa di veramente speciale?
Beh, usate il burro salato per cuocerli… Giusto un pochino per il primo, poi potete proseguire a farne altri senza bisogno di ri-ungere… Ogni tanto, ripetete l’operazione.
Anche da soli, appena spadellati, sono la fine del mondo!!! Se non avessi dovuto fare le foto, li avrei fatti fuori tutti a mano a mano che erano pronti… Esattamente come abbiamo fatto l’altra volta ;)!
Insomma ungete con un po’ di burro salato il padellino, poi quando è bello caldo mettete al centro un mestolo di impasto. Quando inizia a fare le bolle (molto in fretta), girate il vostro pancake.

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Et voilà!!! Pronto!! Proseguite fino a finire l’impasto, ri-ungendo quando necessario.
Poi fate le uova, con latte, uova, formaggio grattugiato, sale, origano (almeno, lui le ha fatte così).

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Ed ecco qua la nostra colazione americana:

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E il mio modello:

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Allora la foto di sopra sotto al titolo ce l’avevo in mente da una vita… La prima volta aveva fatto una torre di pancakes fantastica… Il burro era ben distribuito e lo sciroppo colava ad arte… E io non avevo la macchina con me. –.-‘
Stavolta ce l’avevo ma lui ha accettato di farmi da modello ma rifiutato di cambiarsi la maglia (io volevo una T-shirt blu), e soprattutto ho dimenticato tutti gli insegnamenti di Ivan riguardo a Photoshop. Accidenti che peccato, era fantastica nella mia testa, ma tra il dire e il fare c’è la mia incapacità e la sua scarsa collaborazione… Non che lo possa proprio rimproverare, visto che prima di permettergli di mangiare gli avrò spostato le mani dieci volte… Diciamo che non ho voluto tirar troppo la corda. Comunque, quella camicia gli sta benissimo, e coi pancakes davanti, fa proprio ‘rustico’, come ce piace a noi.

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Comunque, condite con qualche pezzetto di burro salato e una bella colata di maple syrup, inforchettate e… Godete!!! Insieme a una bella tazza di caffè fumante americano (il nostro, vanilla e macadamia nut).
Una colazione da re.
Sabato pomeriggio mi sono addormentata sul divano. Non so cos’abbia casa sua, ma dormirei sempre. Fatto sta che mi ha presa in braccio, mi ha sistemata meglio sulla parte lunga del divano, e mi ha coperta. Poi lui e Sander sono rimasti in cucina parlottando piano, finché è suonato il citofono, al che mi sono svegliata e non ho più voluto dormire nonostante le sue insistenze.
Così abbiamo guardato un poi di loro foto vecchie, di Halloween o altre feste… Io non c’ero allora, ma mi sarebbe piaciuto avere tante foto ricordo di noi… Non ne ho più fatte e se non sono io nessuno ci pensa.
Quando i suoi ospiti sono andati a casa io e lui ci siamo dedicati al suo ‘regalo per me’ della sera prima, poi ci siamo addormentati tutti e due, di nuovo. Ve l’ho detto, quella casa è portentosa.
Io la sera avevo una cena coi colleghi, quindi sono andata a casa di corsa e poi a mangiare, e dopo gli ho chiesto dov’era e lui era a casa, così l’ho raggiunto lì. Abbiamo finito di vedere un film e poi siamo andati a dormire che erano già le 3.
In questo weekend lui è stato di nuovo dolcissimo, abbiamo sempre dormito abbracciati tutti intrecciati. Mica ci riesci con tutti!! Io in genere se non ho il mio spazio nel letto col cavolo che dormo! Invece lui mi prende mi stringe e voilà, mi ritrovo nella posizione più comoda e beata! E’ fantastico. Lui adora che gli accarezzi i capelli, esattamente come me, così ci coccoliamo parecchio. I’m so in love.
Domenica siamo andati da B&Q per cercare la vernice e altre cose. Lui si è messo in testa di aggiungere delle piante e di trapiantare quelle che ha già, così l’ho aiutato a scegliere vasi e sottovasi della misura giusta. Accidenti glieli ho fatti scegliere alcuni blu e altri color crema chiarissimo, insieme sono bellissimi!
Poi abbiamo incontrato Bettina e abbiamo pranzato insieme. E poi, dopo varie discussioni e scambi di consigli su progetti vari, ci siamo avviati a casa.
Stavamo aspettando un taxi quando lui mi ha detto:
”You look pretty today”, e intanto mi ha tolto qualcosa dai capelli.
Io subito gli ho chiesto cos’avevo che non andava e lui mi ha detto “Nothing”.
”So why are you making fun of me?”
”I’m not making fun, I just said that you are pretty today”
”Yea, but that’s weird!”
”Yes, it's so weird... because you usually look soooo orrible. Why is that weird?”
”Because it’s… weird” e sono arrossita.
”Mmh… That’s not good”.
Insomma, mi ha detto che ero bella oggi!!! E non ero manco truccata ed ero orrenda perché ero a casa sua e non avevo nulla per rendermi decente!! Che bello che bello!! E così almeno ha pure capito che i suoi complimenti sono talmente rari che faccio fatica a crederci!!! :D
A quest’ora saremmo dovuti essere a Xi’an, a mangiare e passeggiare nella Muslim Street… Ne parlavamo con Bettina e io mi lamentavo del tempo, che l’estate qui è stata pessima, che mi manca il mare, che voglio andare in un posto estivo, e lei se ne esce con un “Go to Hawaai, to A.’s brother”.
Io le ho detto che lui probabilmente sarebbe andato, e lei, imperterrita: “Go with him”. Ho lasciato cadere il discorso, ma spero che lui abbia sentito. Io veramente già ci pensavo da secoli, ma mica posso decidere di aggregarmi così. Comunque…
Siamo tornati a casa, io ancora a pensare a quel “You look pretty”, poi Guillaume ha chiamato, e ci ha raggiunti mentre portavamo fuori le piante.
Ero un attimo in bagno che mi chiamano dicendo che avevano bisogno del mio aiuto, così mi ci son messa, e ho diretto il trapianto delle felci e altre piante coi bulbi enormi. Era una scena abbastanza buffa, Guillaume a guardare a distanza, dando consigli, A. a tenermi sollevate le foglie delle piantine e io, in jeans, maglia lunga e scarpette col tacco a ficcare le braccia nel sacco di terra e a fare il lavoro sporco. Dopo un po’ si è creato un gruppetto di persone che sono venute a vedere. Un vecchio signore ci ha pure regalato altre piantine da piantare. Così, adesso casa sua sembra un orto botanico! Ma il mio basilico è il più bello di tutti! Anzi, a casa sua sta molto meglio che da me, le condizioni sono perfette lì.
Credo che entrambi avessimo immaginato una fine diversa per quel pomeriggio, ma non importa. Siamo usciti per un caffè e io li ho lasciati andare per conto loro. Credo che Guillaume avesse piacere di parlare da solo con A. Insomma… Io ritengo che ognuno abbia bisogno dei suoi spazi e visto che sono da A. ogni weekend e facciamo tutto insieme in quei tre giorni, magari gli fa piacere starsene coi suoi amici, senza di me. Quindi ho detto che sarei andata a casa. Al suo: “Why??”, a momenti mi scioglievo. Mi manca già. Io e il mio essere rispettosa!!!! Accidenti a me! Accidenti ho una sorta di dipendenza ormai… Con Bettina parlavamo del ragazzo cinese con cui sta uscendo e lui se n’è uscito dicendo che, se fosse perfetto, sai che noia… Che noia essere sempre d’accordo su tutto, essere uguali, non avere mai nulla su cui scontrarsi. Beh… Finora a dir la verità per noi è così. Non c’è cosa su cui abbiamo pareri diversi. E non riesco a immaginare motivo per cui potremmo litigare. E spero tanto che non dicesse proprio sul serio, perché io non sono affatto annoiata né stufa, neanche un po’.
Mi ha detto che la prossima volta mi fa i pancakes alla banana. Can’t wait for that.
Devo fare una precisazione: non hanno spento le macchine a Maggie. La notizia era stata interpretata male per via della lingua e dei vari passaggi. Insomma… Un po’ i medici non dicono chiaramente che succede, un po’ G. non capisce il cinese, un po’ passaparola telefonico. Maggie ha avuto un peggioramento e han detto che non avrebbe passato la notte, invece poi si è stabilizzata. Sappiamo che è questione di tempo, giorni, settimane o mesi che siano, ma per adesso è ancora con noi, almeno fisicamente.
Il bimbo invece ha preso un pochino di peso e sono riusciti a nutrirlo un minimo.
Queste le ultime di oggi.

Thursday, September 2, 2010

Whatever.

Sono giorni che non dormo, che sono nervosa, stanca e stressata. Ho problemi di soldi, di tempo e di salute. Ho spesso delle coliche addominali dolorose, mal di testa, male agli occhi, troppe cose da fare in pochissimo tempo e il mio stupido carattere per cui prendo tutto troppo sul serio e se non faccio tutto alla perfezione non va bene.
Tra il viaggio con A. da pianificare (dovevo occuparmene io perché è dovuto partire in fretta e furia per Shanghai per lavoro), ed era la primissima volta che devo fare un piano di viaggio e lui è fantastico a pianificare, mica potevo essere da meno, il biglietto per tornare qua da prendere, che costa una cifra spropositata tra la fine dell'Expo e la festa della repubblica, tra gli alberghi per stare una notte a Pechino e prenotare i treni in tempo. E pensare a chi lasciare le piante quando non sarai qui, e occuparsi del loro trasporto. Oltre a tutto si mettono le agenzie per farmi vedere le case, e spesso ti portano in posti che ti chiedi come possano pensare che qualcuno ci possa vivere. E poi ne trovi una e allora devi incontrare il padrone, e discutere sul prezzo e le condizioni, e pagare, e poi inscatolare tutto per il trasloco, e fare i bagagli per il viaggio, e poi quelli per l'Italia. E lavorare full-time, a un'ora di pullman da dove abiti. E lavarti, cucinarti, fare le lavatrici, e tutto il resto.
Ti chiedi come farai a pagare tutto, cerchi di calcolare se ti bastano i soldi, e se ci arrivi a malapena ti dici che però non puoi rinunciare a niente, perché l'unica cosa a cui potresti rinunciare sarebbe l'unica cosa figa di tutto quanto.

E poi trovi il volo, finalmente, a un prezzo alto ma sempre più basso di quello che sembrava saresti stata costretta a spendere, il tuo collega te lo compra, e ti rilassi un pochettino, e riesci ad addormentarti prima delle 4.
E il giorno dopo devi incontrare i padroni della casa e controllarla e decidere se si può raggiungere un accordo. E il tuo viaggio col tuo uomo è l'unica cosa per cui pensi valga la pena fare tutto questo. E l'idea di avvicinarti a lui e poter raggiungere casa sua a piedi è quello che ti spinge a traslocare adesso senza aspettare tre mesi, e farlo con più calma senza tutto il resto di mezzo.

E poi ti arriva una telefonata, stamattina, proprio da lui, che ti dice che è tornato e senti già il cuore che aumenta i battiti, e poi lui ti dice che stanno spegnendo le macchine a Maggie. Proprio in quel momento. E tutto si ferma. Cerchi il tasto del rewind, credi ci sia stato un errore di percorso, ma tutto è inceppato e non vuol saperne di funzionare.

Si sapeva, eravamo in attesa. Ma ci eravamo come abituati, in fondo era come se ognuno di noi continuasse a sperare che le previsioni dei medici continuassero a rivelarsi sbagliate. Un terno al lotto, insomma, speravamo di vincere. Ci eravamo abituati alla sua presenza/assenza, era come se, anche se non realmente, lei fosse sempre con noi, che fosse solo questione di tempo. La stavamo aspettando, insomma.

E invece no, come una doccia fredda ti rendi conto che era solo una stupida illusione, e che bisogna svegliarsi.

Abbiamo cancellato il viaggio. A. mi ha detto di riflettere se volevo andarci lo stesso da sola, nel caso non ci avessero risarcito i biglietti. Ma non se ne parla, come potrei? Oltre a non goderselo affatto e a sentirsi in colpa, anche se si sa che non si ha il potere di cambiare le cose, magari G. avrà bisogno di gente vicino. Magari non di me, magari i non familiari non saranno ammessi al funerale, non sappiamo come funzioni, ma voglio essere qui.

Così, oggi ho incontrato la nuova padrona, e siamo giunte a un accordo. Ho preso la casa. Non so ancora se ho fatto bene o no, ma non ero in grado di ragionare totalmente in maniera razionale ed ero stanca, stufa, e riuscivo solo a pensare che sono solo soldi, è solo una casa.

Quindi mettiamola così: spenderò lo stesso che avrei speso stando qui, dove il bagno è migliore e tutto funziona, per una casa in pieno centro, da cui posso raggiungere a piedi tutti i posti che uso frequentare, e prenderò un solo pullman per andare in azienda. E finito, non ne voglio più sapere. So che avrei voluto avere un'opinione altrui prima di decidere, ma alla fine non m'importa poi tanto... L'importante è avere un letto e che io possa risparmiare.

Dopo sono andata da A. e insieme siamo andati in stazione a restituire i biglietti. Ci hanno dato qualcosa indietro, non tutto ma meglio che niente.

A. mi ha detto "I was really looking forward to go on this trip". Sapessi io... Più che altro, perché chissà quando ricapiterà l'occasione. Mi ha anche detto che il programma che avevo fatto era molto buono... Promossa!

Insomma... Tutto ciò che mi ha stressata in questi giorni, tutto ciò che mi preoccupava tanto... E' buffo come, all'improvviso... I don't care. I really don't. Vuoi un affitto troppo alto? Va bene, non importa, starò dove sono, chi se ne frega. Ah, accetti le mie condizioni? Cool. Non riesco ad accettare quando la vita è così dura per qualcuno che si meriterebbe solo di essere sereno e felice e non chiedeva altro. E' inutile farsi i piani, tanto basta un niente e tutto va a farsi benedire.

Oggi, l'unica parola che direi a chiunque mi si metta davanti sarebbe: WHATEVER.

Sunday, August 29, 2010

Dulce de leche e due biglietti… ;)

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L’ho visto martedì per cena, perché mi ha detto che voleva illustrarmi qualcosa (portate pazienza, bambine… Vi informerò per tempo!). Gli ho portato un regalino, che so che adora e che non avevo mai fatto, quindi ci tenevo ad avere un’opinione prima di utilizzarlo per un’altra ricetta che so che adora, visto che su internet ho letto alcune recensioni negative su questo metodo per fare il dulce de leche (si legge: dulse de lece). Così, gli ho portato un barattolino con quello che avevo provato a fare il giorno prima.
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Ingredienti:
1 lattina di latte condensato
una pentola d’acqua
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Mettete la lattina dentro la pentola, in modo che sia coperta completamente, poi cuocete per due ore, parzialmente coperto in modo che l’acqua non evapori troppo in fretta. Fate solo attenzione che la lattina sia sempre coperta d’acqua, potete fare come me che ho messo a bollire dell’acqua in un altro pentolino e la aggiungevo alla pentola grande ogni volta che vedevo che il livello scendeva.
Fate raffreddare nella pentola. Gustate.
Ero curiosissima di assaggiarlo, e sono stata delusa. Per me il sapore è esattamente come quello del latte condensato, cambia solo la consistenza. E poi è troppo dolce, non ho potuto mangiarne più di un cucchiaino. L’ho travasato in un barattolo di vetro e l’ho messo in frigo.
Il giorno dopo, prima di darglielo, l’ho assaggiato di nuovo… Aaaahhhhhh!!!!! Ora sì che ci siamo!!!!! Va assolutamente mangiato freddo, almeno a mio parere. Tutta un’altra cosa. Anche se da solo per me è sempre troppo dolce.
Il professore ha gradito ed era contento come un bambino!!! L’ha assaggiato direttamente al ristorante, e mi ha detto che era perfetto, esattamente identico a come doveva essere!! Quando gli ho detto come si fa, ha perso un po’ di entusiasmo perché credeva fosse qualcosa di difficilissimo, ma ha davvero apprezzato molto. Poi mi ha anche chiesto di andare a prendere un caffè così poteva mangiarselo coi biscottini mentre mi illustrava il programma che aveva preparato sul computer.
L’ho rivisto mercoledì, dopo il mega pranzo da Sako e Jack. Doveva accompagnarmi in agenzia per vedere case, ma prima ha fatto merenda col mio dulce de leche. Tra l’altro, io devo imparare a non dimenticarmi più la macchina fotografica quando sono da lui, perché mentre si preparava i toast e spalmava la crema mi sentivo così ispirata, sarebbero venute un sacco di foto fantastiche, coi coltelli e i piatti giusti e qualcuno che teneva sollevata la fetta. L’agenzia era già chiusa quindi niente, ce ne siamo andati in palestra.
Il giorno dopo ci siamo incontrati la mattina, sono andata da lui, abbiamo preso il suo miticissimo caffè che suo fratello gli manda dalle Hawaii, Vanilla and Macadamia Nut, che è la fine del mondo, tanto che spesso e volentieri apriamo la busta per sniffarcelo un po’,
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poi siamo andati alla libreria inglese. Pioveva, come sta facendo da ormai dieci giorni, ininterrottamente, quindi siamo arrivati lì già fradici. Abbiamo trovato un paio di libri (poi spiegherò perché ci servivano i libri eh… state buone e siate pazienti! ;) ), il mio tra l’altro consigliato da lui, sono proprio curiosa di conoscere i suoi gusti letterari, anche se mi sa che distano parecchio dai miei, comunque…
Eravamo alla cassa per pagare, quando io mi sono accorta che mi ero portata il portatile dietro tutto il tempo perché dopo sarei andata direttamente in azienda a insegnare italiano e volevo far vedere un film, ma… avevo dimenticato l’hard disk esterno, dove tengo tutti i film!!! Accidenti, mi sono trascinata sto coso per niente!!! (si è offerto di portarmelo eh… ma io odio chi si porta la roba dietro e poi la fa trasportare agli altri, così mi sono opposta, testona come un mulo). Insomma, ero tutta indispettita con me stessa, e lui mi guardava col sorrisetto e poi mi ha detto qualcosa che non ho capito e poi mi ha guardata e mi ha chiamata
‘muñeca’ (si legge ‘munieca’)!!!! MI HA CHIAMATA MUñECA!!!!!!!!!!!!!!! ODDIOOOOOOOOOOOOOO immaginate cosa mi è partito e che fatica ho fatto per contenere la mia esplosione di gioia!!! Beh per forza non lo immaginate, visto che probabilmente non conoscete questa parola, stupida che sono!
Dunque dovete sapere che mi sono messa a studiare spagnolo. Perché ho sempre desiderato farlo e perché ritengo che, con l’inglese e il cinese sia l’altra lingua da conoscere, e perché se la mia favola si dovesse avverare e io dovessi andare a vivere col mio principe in qualche posto in Sud America (soooognaaaaaaaaaaaaaareeeeeee… oooooooooo-oooooooooo), almeno non sarei spaesata e potrei trovare un lavoro. Insomma non si può dire che la mia fantasia non cavalchi. Va beh. Un giorno gli stavo chiedendo elucidazioni e siamo finiti per metterci a cercare come si dicono tutte le parti del corpo, alcune delle quali lui non ricordava. Quando siamo arrivati a ‘polso’, che si dice appunto muñeca, lui mi ha spiegato che in Argentina c’è un detto, che recita più o meno che da fidanzati si è legati per i polsi, perché ci si dà la mano, da sposati si è legati con le manette. E per questo motivo, l’appellativo corrispondente a ‘honey’, ‘sweety’, ‘darling’, per loro è muñeca.
A me questa parola piace moltissimo, e da quel giorno ho sempre desiderato che mi chiamasse così. Lui non è il tipo da ‘honey’, ‘tesoro’, ‘baby’… No way! Non ce lo vedo proprio. Però muñeca detto da lui è perfetto. Ma mica gli posso chiedere, di chiamarmi così. E, quando l’ha fatto, io mi son sentita spuntare le alucce dietro la schiena!!! :)))))))))))))))))))))))
Ok basta sdolcinerie, che faccio venire il diabete a tutte.
Dopo siamo andati a mangiare i noodles, e dopo sono andata a lavorare. Lui è stato di nuovo carinissimo con me.
La sera dopo abbiamo portato Guillaume a cena fuori. La serata è stata piacevole, il mio Professor Bear e io eravamo in perfetta sintonia, tanto che alcune volte ho avuto paura che Guillaume potesse sentirsi di troppo. Ma stava abbastanza bene anche lui, siamo riusciti a farlo ridere più di una volta. E’ stato bello vederlo sorridere. Poi io e il mio Prof. Bear siamo andati all’Lpg, dove abbiamo giocato a freccette contro Bettina e Kelly e abbiamo vinto! Poi casina… Io il sabato mattina dovevo lavorare e lui me l'ha fatta pesare abbastanza, manco fosse una scelta mia, cercando di convincermi a non andare. E invece, alle 8.15, dopo 3 ore esatte di sonno (tra una cosa e l’altra, olé!! il tempo vola né!!), mi son dovuta alzare e prendere il pullman, diretta verso l’altra parte della città. Ero quasi giunta a destinazione quando il tipo per cui lavoro mi chiama dicendo che c’è stata una specie di ribellione, che i progettisti non vogliono venire al sabato, e quindi non c’era nessuno per cui tradurre, e che se volevo potevo tornarmene a casa. Quante ne ho tirate giù, lo sanno solo le persone presenti sul pullman!!! Avrò usato 3 lingue diverse ma esprimere tutta la mia rabbia per essermi persa la mia mattinata solita col Prof. Bear!!! E dire che per convincermi a non andare, mi aveva pure detto che, se restavo a casa, mi avrebbe preparato i pancakes!!!! GRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Comunque, ho fatto buon viso a cattivo gioco e ne ho approfittato per andare da Decathlon a comprare uno zainone da viaggio, perché il 23 torno in Italia e non ho nessuna intenzione di portarmi la valigia.
Poi ho concluso la mattinata visitando appartamenti, ma senza trovarne nessuno per cui dire: ‘E’ lui, è il mio’.
Ce n’era uno però per cui volevo un parere esterno, così nel pomeriggio sono andata dal Prof. Bear per andarci insieme. Intanto gli ho portato una delle mie piantine di basilico, perché quando sarò in Italia ho bisogno di un babysitter e prima di affidargli le mie bambine lo voglio testare. E poi, ama il basilico almeno quanto me, il che è assolutamente amazing!!!
La casa alla fine non l’abbiamo vista, perché lui dice che se è quella giusta lo sai senza bisogno di pareri, e che non devo avere fretta, se non sono convinta.
Insomma, abbiamo poltrito un po’, poi ci siam messi a fare lavatrici e pulizie… Senza parole, non le faccio a casa mia, e le faccio con lui nella sua, bah. Abbiamo lavato le federe del divano, poi lui ha fatto la cucina e io il bagno, perché non mi piace star lì a guardare senza far niente. Poi Guillaume ha chiamato ed è venuto a cena, abbiamo ordinato una pizza e guardato un film. Poi G. è andato via, ma noi non siamo usciti. Ci siam guardati un altro film, dandoci la mano per metà tempo (che teneri!!!!!!!!)----- occhi a cuore, mi son sparite le faccine e non posso più esprimermi con quelle!! -.-' :'(((
Stamattina era la prima giornata di sole dopo secoli di pioggia senza tregua, così abbiamo deciso di andare in stazione a comprare i biglietti……….
Ma come i biglietti per cosa? Ma come, non ve l’ho detto??? Oh, che sbadata!! Ma certo certo, adesso vi racconto tutto.
Dunque l’ultima domenica di mare, mi pare la settimana scorsa, lui mi ha chiesto se avrei potuto prendermi dei giorni di ferie. Io ero un po’ titubante, nel senso… Magari me li danno, ma deve esserci un motivo. La settimana prima avevo lavorato part-time e lui non c’era mai stato, mò devo prendere le ferie per far niente?? Ma lui non mi ha detto nient’altro, quindi boh, ho lasciato perdere. Solo tipo due ore dopo mi ha detto che avrebbe voluto fare un viaggio in una città della Cina, ed era per questo che mi aveva chiesto se potevo prendermi dei giorni. Un viaggio?? I miei neuroni era già partiti.
La farò breve, ho chiesto i giorni il giorno successivo, e li ho ottenuti!!! Ancora non sapevo se le mie date sarebbero coincise con le sue, ma lo speravo davvero. Un viaggio!!!
La sera del martedì davanti a caffelatte e dulce de leche abbiamo fatto una bozza dell’itinerario e di come raggiungere il posto e come rientrare. Sarà un viaggio fighissimo!!!! Andremo qui:
http://wikitravel.org/en/Xiahe
http://www.google.com/images?q=xiahe&hl=en&rlz=1G1GGLQ_ENUS364&prmd=im&source=lnms&tbs=isch:1&ei=9fBxTKy6Fo2msQOTlZWFCw&sa=X&oi=mode_link&ct=mode&ved=0CAsQ_AU&biw=1280&bih=648
http://www.google.com/images?hl=en&rlz=1G1GGLQ_ENUS364&biw=1280&bih=648&tbs=isch%3A1&sa=1&q=langmusi&aq=f&aqi=&aql=&oq=&gs_rfai=
E poi, visto che io non ci sono mai stata, lui ha avuto la carinerie di pensare a un modo di raggiungere la nostra destinazione in maniera da passare per qui:
http://wikitravel.org/en/Xian
http://www.google.com/images?hl=en&source=imghp&biw=1503&bih=647&q=xian&gbv=2&aq=f&aqi=g10&aql=&oq=&gs_rfai=
Insomma, non è fantastico???!!!
E’ una regione anticamente appartenente al Tibet, dove voglio andare da tempo. L’hanno riaperta solo dopo marzo, e la cultura tibetana si sente parecchio.
E, cosa fighissima che faremo, sarà la horse riding!!! Per questa non sto più nella pelle!!! Anche perché mi ha raccontato che, qui è Cina, insomma… Ti mettono in groppa e vai, senza tanti complimenti. Quando lui l’ha fatta la prima volta, la guida aveva il figlio sedicenne con lui. Il padre aveva dovuto accompagnare qualcuno indietro, e loro avevano chiesto al ragazzino se potevano andare più veloci, e il ragazzino ovviamente tutto contento aveva acconsentito… così erano partiti al galoppo per queste distese verdi!!! Non è fighissimo??
Unico problema, abbiamo appena scoperto che la settimana che saremo via da Q., qui il tempo sarà meraviglioso, mentre la pioggia si sposterà… indovinate dove?? A Lanzhou!!!! Ma poooooooorrrrrrrrrrrrrrrrrrr…….!!!!!!!!!!
Comunque, stamattina abbiamo preso i biglietti, eccoli qua
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quindi si va!!!! Nove giorni di avventura col mio Prof. Bear!!!! Trullallà trullallà!!!!
Dopo l’acquisto abbiamo mangiato un panino su una panchina, poi abbiamo iniziato a girare… Chocolate Sundae del Mc Donald’s in mancanza di gelato autentico, poi aléé!!! Siamo partiti. Abbiamo camminato tutto il pomeriggio. Abbiamo scoperto una zona sconosciuta, troppo bella. Intanto, parlando mi son presa malissimo perché ha detto qualcosa circa andare e cercare di sistemarsi alle Hawaii... 40 minuti di agonia per me. Poi ha parlato di comprare una macchina qua... ho ripreso a respirare. Ma che cacchio vuole fare???? Oltre a farmi morire d'angoscia, intendo.
Insomma… Sono arrivata stanca morta, mi son messa a tirar giù il nostro itinerario (mi ha assegnato la pianificazione di Xi’an, lui si occuperà di Xiahe), ed eccomi qua! Però adesso pulzelle vi vedo salutare, perché da domani inizia una settimana dura, lavoro fino a sera tardi, poi palestra, poi viaggio da preparare, valigie da fare, volo Italia-Cina da comprare, insomma… Meglio se vado a dormire!!! Un bacione a tutte!!!