... Finalmente ho la connessione a casa!!! Ho passato la giornata di ieri e metà di oggi a copiarmi tutte le vostre ricette interessanti degli ultimi due mesi, sono distrutta!!! Ma non ho mollato fino a che non ho finito... che ci volete fare, sono fatta così!!
Thursday, April 16, 2009
Saturday, April 11, 2009
Buone feste da lontano
Augurissimi di buona Pasqua a tutti voi, con tantissimo affetto!
Non riesco a passare da tutti quindi ve li mando da qui, sperando siate tutti felici e sereni e che a Pasquetta ci sia un bel sole!
Con una piccola richiesta, che non dovrebbe costarvi molta fatica...
Qui la Pasqua non esiste, nemmeno solo in veste commerciale, quindi... beh si, avete capito... niente uova!! E quindi??? Ragazze, ve lo mangereste un ovetto per me??? Daaaaiii.... ;)
Felice Pasqua a tutti!!!
Thursday, April 9, 2009
Dalla China con furore: cena chinese-style e corso di jiaozi!
E’ proprio vero: quando le cose vanno bene, viene meno da scrivere!!! Ma ovviamente lo voglio fare, e ne approfitto adesso che Ale dorme e che abbiamo tagliato xiezuo, come ogni mercoledì… Sarò più vaga nella descrizione delle cose, perché sarebbero troppe da raccontare, ma qualcosa ci tengo proprio a scrivere!
Dunque dunque… è arrivato il pacco di sostentamento!! Crema novi, amaretti e pure il fruttosio (per la nostra dieta…)!

Siamo dovute andare a prendercelo in un ufficio postale abbastanza lontano, e l’abbiam trovato tutto rotto… Per fortuna non era caduto niente!! Lo stesso giorno siamo andate inutilmente in Polizia per il visto, perché ci hanno detto che dobbiamo andare da un’altra parte, ma dove, non lo sappiamo. Tra l’altro il nostro visto scade il 31 luglio, quindi non sappiamo ancora come faremo a rinnovarlo, e lo dobbiamo assolutamente fare, visto che i cinesi sono molto severi al riguardo: se scoprono che sei in Cina senza visto, non potrai mai più tornare. Io non lo sapevo, e mi sono spaventata a morte, all’idea che fino all’ultimo mese avremo ancora problemi da risolvere con sto benedetto visto!! Poi siamo andate anche in CHINA Unicom a richiedere la connessione… Stiamo aspettando che ci chiamino.
Siamo state brave: la crema novi non l’abbiamo toccata fino a domenica mattina, quando era in programma un’altra colazione golosa. La settimana è passata in fretta, ed era già venerdì.
La festa di cui vi parlavo l’altra volta, è la Qing ming jie, ovvero la festa dei morti. Purtroppo cadeva di sabato e domenica, così avevamo di vacanza solo il lunedì, ovvero solo 2 ore della nostra materia preferita. Va beh… meglio che niente!
La sera di venerdì ci siamo unite alla compagnia del russo, che andava a mangiare coreano… Ci siamo portate dietro una compagna di classe coreana e abbiamo provato qualcosa di nuovo… I coreani hanno ordinato per noi, quindi abbiamo dovuto mangiare senza sapere manco cosa fosse. Alla fine era tutto pollo: il primo piatto piccantissimo, a base di pollo, dei cosi gommosi, verdure, spaghetti e formaggio fuso. Il secondo era pollo fritto immerso nel ketchup, il terzo pollo fritto. Poi hanno portato anche patatine fritte, delle zuppette a base di riso e verdure, insalatine condite con della salsa rosata, e rape a pezzetti che sapevano di aceto mischiato a qualcosa di dolce. Il primo piatto mi ha quasi causato il soffocamento, invece il resto del pollo era ottimo! Cioè, un omicidio per la nostra dieta, perché il pollo non solo era fritto, ma fritto con tutta la pelle sopra… Immaginate solo!! A me la pelle fa senso, quindi abbiamo cercato di toglierla, però lo devo ammettere: era squisito. Talmente croccante da sembrare quasi leggero, poi con un pochino di pepe era una vera favola! Abbiamo mangiato tantissimo! Mi dispiace non aver fatto le foto ai piatti perché comunque non credo ci tornerò.
Il ragazzo russo non è un tipo che esce molto, così dopo cena ci siamo incontrate col kazaco e il kirghiso, e siamo andate a bere qualcosa al Charlie’s, poi a casa nostra. Sti due ragazzi sono davvero gentili, brillanti e divertenti (almeno, il kazaco, il kirghiso paga e basta… non conosce molto bene l’inglese e noi non abbastanza il cinese, quindi la cosa si fa difficile), però non sono affidabili riguardo a promesse: non volevamo fare tardi per non sprecare tutto il sabato mattina, ma li abbiamo dovuti praticamente sbattere fuori casa!!! La prossima volta non li inviteremo a meno che non venga anche il russo, che così se li porta via.
Sabato è stata una giornata bellissima! Una delle mie studentesse ci ha invitate a casa sua, per una tipica cena cinese! Noi eravamo contentissime!
Vorrei parlare a lungo di questo pomeriggio-serata, perché davvero non capita a tutti di entrare in una vera famiglia cinese ed assaggiare una cena tipica. Siamo andate a casa dei nonni. La nonna è un fenomeno: è una delle pochissime persone anziane che hanno studiato (è medico), poiché era di famiglia ricca, e adesso continua a studiare le lingue, facendosi passare i libri di testo dalla nipote. Non è una cosa bellissima? Siamo state accolte con grande calore, e subito ci hanno offerto roba da mangiare (erano le tre): fragole, manghi, semi di girasole, arachidi e the verde.

Michelle ci ha fatto fare il giro della casa, e ci ha detto il nome di tutte le cose da mangiare che non conoscevamo. Poi ci ha detto che la cena sarebbe cominciata alle 17, e che avremmo fatto i jiaozi!!! Niente po’ po’ di meno che… i dumplings!!! Noi siamo letteralmente esplose dalla gioia, perché desideravamo tanto imparare.
Siamo uscite a farci un giro per questa zona della città a noi sconosciuta, e quando siamo tornate erano già arrivati anche il papà, gli zii e il cugino di Michelle. La mamma aveva già preparato il ripieno (ha messo una verdura strana, sembravano spinaci, poi pochissima carne di maiale, e zenzero)

e la zia stava facendo i jiaozi. Purtroppo la pasta loro l’hanno comprata pronta e già tagliata. Niente da dire, era l’impasto più buono che io abbia mai assaggiato ( e tra l’altro, si è conservato identico per giorni), però in Italia mica vendono la pasta pronta per i ravioli!! Comunque, mi informerò… Ci ha mostrato come fare, e ci abbiamo provato. Ahahahahahahah!!! Che ridere, i primi erano bruttissimi!!! Almeno , i miei… Abbiamo filmato tutto quanto, e a rivedermi mi sembro un’impedita visto che non faccio assolutamente quello che mi dicevano di fare. Alla fine, però, ci siamo riuscite! Michelle è bravissima e ci ha mostrato anche altre due forme, così adesso non vediamo l’ora di ripetere. Quindi, ragazze… state pronte, perché appena av rò internet, posterò il video di un’autentica cinese mentre bao (il termine corretto) i jiaozi! C’è proprio una tecnica precisa, è stato interessantissimo! I cinesi hanno dei grossissimi dischi di paglia intrecciata, su cui sistemano i jiaozi pronti. E’ bellissimo da vedere, tutti sistemati lì in fila precisi precisi.


Poi siamo arrivate noi, e addio precisione!! Giudicate un po’ voi!!

Il jiaozi a forma di baozi di Michelle...

... e il mio!

Il jiaozi di Michelle...

... e il mio!

Al di là di tutto, non cambiava certo il sapore! O no? Ci siam seduti a tavola mentre la zia bolliva i nostri dumplings, e abbiam mangiato: vongole (non so come siano state fatte, ma erano buonissime), gamberoni, pesce, cetriolo in insalata, pomodori (con lo zucchero!!!), una specie di salame di maiale, ali di pollo, e ovviamente i jiaozi!!

Noi abbiam mangiato solo vongole, gamberi, pomodori, pesce e ravioli, ma tanto, ma tanto, che tutti quanti ci dicevano che mangiavamo davvero molto! In effetti… noi non volevamo essere scortesi, però eravamo anche contente di fare scorta di pesce, visto che qui lo vendono per strada, e chi passa lo maneggia sbattendo i poveri animali di qua e di là, per terra. Forse però la cosa che ci è piaciuta di meno sono stati proprio i jiaozi: il ripieno ci ha molto deluse! Quella verdura non ci piace, e la carne sembrava che neanche ci fosse! Comunque sono stati carinissimi, ce ne hanno impacchettati un po’ e ce li hanno dati da portare a casa. Finito di mangiare, ognuno se ne è andato a casa sua: qui funziona diversamente che da noi: da noi se si hanno ospiti a cena loro arrivano a cena pronta, e dopo si sta insieme a chiacchierare, qui invece succede il contrario: gli ospiti arrivano prima, si cucina insieme chiacchierando, e appena terminata la cena tutti si alzano da tavola e se ne vanno. I genitori di Michelle (ah già, questo è il suo nome inglese. Qui tutti gli studenti che studiano lingue straniere si scelgono un nome inglese, francese, o italiano a seconda della lingua) ci hanno accompagnate in macchina fino a casa! Lei e la mamma sono salite, hanno mangiato un amaretto e visto la casa, e la signora ci ha fatto i complimenti perché è pulita e in ordine.
Insomma… una bella esperienza! Per di più, è finita presto e avevamo ancora un bel po’ di tempo davanti, così siamo andate al nostra caro dormitorio su internet e a chiacchierare un po’ coi nostri amici.
Avevano ragione i ragazzi cinesi: con la Qing ming jie arriva anche la primavera! Le temperature si sono alzate alla buon’ora, c’è il sole e gli alberi stanno fiorendo! Domenica avevamo in programma la nostra mega colazione a base di crema novi e altri dolci presi al Jusco, poi di andare a aTaidong a pattinare con Kang Kang e il fratello, giusto per farli contenti e visto che pattinare ci piace, poi dovevamo trovarci con delle studentesse di Ale e fare shopping. Alla fine a Kang kang abbiamo detto che erano arrivati i nostri ragazzi dall’Italia a sorpresa, che si fermeranno qui tre settimane, e che quindi staremo con loro. Noi siamo buone, però quando è troppo è troppo, cribbio!! Le persone troppo insistenti non ci piacciono, quindi a mali estremi estremi rimedi. Se poi vi dico che ciò nonostante, rompono ancora con messaggi e telefonate durante le lezioni, mi direte che abbiamo fatto bene!
Comunque, una delle cose che dobbiamo comprarci, sono due cellulari cinesi, che possano leggere i caratteri. Quindi Jean e Timur ci hanno accompagnate in un posto vicino a Taidong. Qualcuno di voi vorrebbe un Iphone a 50 euro? Me lo dica, e provvederò io! Se il mio amicone lo sapesse, si mangerebbe le mani, visto che se l’è comprato per Natale pagandolo uno sproposito. Comunque, io non ho bisogno di un Iphone, così alla fine non abbiamo trovato nulla di semplice e ancora più economico, e dovremo tornarci la prossima settimana. Poi i nostri amici se ne sono andati, e noi abbiamo incontrato le studentesse. Intanto aveva anche cominciato a piovere, quindi non siamo riuscite a concludere un bel niente! Siamo tornate in pullman ed era tardissimo: avevamo invitato i due e il russo a mangiare da noi i nostri jiaozi avanzati, e per mantenere la promessa di fargli assaggiare la crema novi, e pensavamo di andare a prendere altre cosette ai banchetti dietro il dormitorio, ma abbiamo dovuto telefonare e chiedergli di provvedere loro, se no non facevamo in tempo. Abbiamo mangiato tutti insieme, ma il russo di nuovo non è venuto, quindi è stato un problema farli andare via. In tutto il weekend non avevamo studiato niente, almeno lunedì avremmo voluto farlo! Però è sempre difficile porre fine a queste serate, perché stiamo sempre molto bene. Il nostro salone è accogliente e ci piace sfruttarlo quanto più possibile. Poi loro ci hanno comprato il cavo apposta per collegare il mio pc alle casse enormi della televisione, così quando mettiamo la musica sembra proprio una discoteca! Alla fine di crema novi gliene avevamo avanzata solo mezzo cucchiaino a testa, e meno male perché non l’hanno apprezzata a dovere!
bbiamo promesso che lunedì pomeriggio saremmo andate a vedere una chiesa qui in città, e ce ne siamo andate a dormire. Lunedì però eravamo moribonde… Qui non esistono le tapparelle, quindi la mattina alle 06,00 è già giorno pieno ed è impossibile non svegliarsi. Abbiamo rimandato la chiesa, e abbiamo studiato, da brave bambine.
Martedì eravamo entrambe al lavoro quando Ale irrompe nella mia classe dicendomi che il postino l’aveva chiamata e che doveva correre a prenderlo! Così lei è schizzata via, io ho preso tutte le sue cose e l’ho raggiunta poco dopo. Che bellezza!!!! Il pacco delle nostre mamme è arrivato in metà del tempo previsto, intatto e pieno della nostra roba!!! Proprio in tempo visto che il caldo è arrivato e noi non avevamo che pochissima roba leggera!!! La mia mamma mi ha mandato anche il riduttore per questi fornelli enormi, e così potremo finalmente farci il caffè!! Peccato che il riduttore non stia in equilibrio su questo fornello e sei punte… Ci inventeremo qualcosa.
In questi giorni abbiamo scoperto che ci sono un sacco di cose da fare e da vedere: il parco dei ciliegi in fiore (conoscete il mio amore per l’Hanami giapponese, vero? Ecco, allora immaginate il mio gaudio alla s coperta che c’è anche qui qualcosa di simile !!!), l’isola Gialla su cui andare a raccogliere le fragole, la città vecchia coi negozietti del the, il Laoshan da scalare, piazze e un sacco di posti nuovi!!! Ma perché dobbiamo studiare?? Così abbiamo meno tempo!!!
Spero che questo sia l’ultimo post di resoconto, e che presto potrò postare tante foto e video e qualche cibo tipico! Per adesso siate pazienti, ma non dipende da me!!! Un bacione a tutti!
Siamo dovute andare a prendercelo in un ufficio postale abbastanza lontano, e l’abbiam trovato tutto rotto… Per fortuna non era caduto niente!! Lo stesso giorno siamo andate inutilmente in Polizia per il visto, perché ci hanno detto che dobbiamo andare da un’altra parte, ma dove, non lo sappiamo. Tra l’altro il nostro visto scade il 31 luglio, quindi non sappiamo ancora come faremo a rinnovarlo, e lo dobbiamo assolutamente fare, visto che i cinesi sono molto severi al riguardo: se scoprono che sei in Cina senza visto, non potrai mai più tornare. Io non lo sapevo, e mi sono spaventata a morte, all’idea che fino all’ultimo mese avremo ancora problemi da risolvere con sto benedetto visto!! Poi siamo andate anche in CHINA Unicom a richiedere la connessione… Stiamo aspettando che ci chiamino.
Siamo state brave: la crema novi non l’abbiamo toccata fino a domenica mattina, quando era in programma un’altra colazione golosa. La settimana è passata in fretta, ed era già venerdì.
La festa di cui vi parlavo l’altra volta, è la Qing ming jie, ovvero la festa dei morti. Purtroppo cadeva di sabato e domenica, così avevamo di vacanza solo il lunedì, ovvero solo 2 ore della nostra materia preferita. Va beh… meglio che niente!
La sera di venerdì ci siamo unite alla compagnia del russo, che andava a mangiare coreano… Ci siamo portate dietro una compagna di classe coreana e abbiamo provato qualcosa di nuovo… I coreani hanno ordinato per noi, quindi abbiamo dovuto mangiare senza sapere manco cosa fosse. Alla fine era tutto pollo: il primo piatto piccantissimo, a base di pollo, dei cosi gommosi, verdure, spaghetti e formaggio fuso. Il secondo era pollo fritto immerso nel ketchup, il terzo pollo fritto. Poi hanno portato anche patatine fritte, delle zuppette a base di riso e verdure, insalatine condite con della salsa rosata, e rape a pezzetti che sapevano di aceto mischiato a qualcosa di dolce. Il primo piatto mi ha quasi causato il soffocamento, invece il resto del pollo era ottimo! Cioè, un omicidio per la nostra dieta, perché il pollo non solo era fritto, ma fritto con tutta la pelle sopra… Immaginate solo!! A me la pelle fa senso, quindi abbiamo cercato di toglierla, però lo devo ammettere: era squisito. Talmente croccante da sembrare quasi leggero, poi con un pochino di pepe era una vera favola! Abbiamo mangiato tantissimo! Mi dispiace non aver fatto le foto ai piatti perché comunque non credo ci tornerò.
Il ragazzo russo non è un tipo che esce molto, così dopo cena ci siamo incontrate col kazaco e il kirghiso, e siamo andate a bere qualcosa al Charlie’s, poi a casa nostra. Sti due ragazzi sono davvero gentili, brillanti e divertenti (almeno, il kazaco, il kirghiso paga e basta… non conosce molto bene l’inglese e noi non abbastanza il cinese, quindi la cosa si fa difficile), però non sono affidabili riguardo a promesse: non volevamo fare tardi per non sprecare tutto il sabato mattina, ma li abbiamo dovuti praticamente sbattere fuori casa!!! La prossima volta non li inviteremo a meno che non venga anche il russo, che così se li porta via.
Sabato è stata una giornata bellissima! Una delle mie studentesse ci ha invitate a casa sua, per una tipica cena cinese! Noi eravamo contentissime!
Vorrei parlare a lungo di questo pomeriggio-serata, perché davvero non capita a tutti di entrare in una vera famiglia cinese ed assaggiare una cena tipica. Siamo andate a casa dei nonni. La nonna è un fenomeno: è una delle pochissime persone anziane che hanno studiato (è medico), poiché era di famiglia ricca, e adesso continua a studiare le lingue, facendosi passare i libri di testo dalla nipote. Non è una cosa bellissima? Siamo state accolte con grande calore, e subito ci hanno offerto roba da mangiare (erano le tre): fragole, manghi, semi di girasole, arachidi e the verde.
Michelle ci ha fatto fare il giro della casa, e ci ha detto il nome di tutte le cose da mangiare che non conoscevamo. Poi ci ha detto che la cena sarebbe cominciata alle 17, e che avremmo fatto i jiaozi!!! Niente po’ po’ di meno che… i dumplings!!! Noi siamo letteralmente esplose dalla gioia, perché desideravamo tanto imparare.
Siamo uscite a farci un giro per questa zona della città a noi sconosciuta, e quando siamo tornate erano già arrivati anche il papà, gli zii e il cugino di Michelle. La mamma aveva già preparato il ripieno (ha messo una verdura strana, sembravano spinaci, poi pochissima carne di maiale, e zenzero)
e la zia stava facendo i jiaozi. Purtroppo la pasta loro l’hanno comprata pronta e già tagliata. Niente da dire, era l’impasto più buono che io abbia mai assaggiato ( e tra l’altro, si è conservato identico per giorni), però in Italia mica vendono la pasta pronta per i ravioli!! Comunque, mi informerò… Ci ha mostrato come fare, e ci abbiamo provato. Ahahahahahahah!!! Che ridere, i primi erano bruttissimi!!! Almeno , i miei… Abbiamo filmato tutto quanto, e a rivedermi mi sembro un’impedita visto che non faccio assolutamente quello che mi dicevano di fare. Alla fine, però, ci siamo riuscite! Michelle è bravissima e ci ha mostrato anche altre due forme, così adesso non vediamo l’ora di ripetere. Quindi, ragazze… state pronte, perché appena av rò internet, posterò il video di un’autentica cinese mentre bao (il termine corretto) i jiaozi! C’è proprio una tecnica precisa, è stato interessantissimo! I cinesi hanno dei grossissimi dischi di paglia intrecciata, su cui sistemano i jiaozi pronti. E’ bellissimo da vedere, tutti sistemati lì in fila precisi precisi.
Poi siamo arrivate noi, e addio precisione!! Giudicate un po’ voi!!
Il jiaozi a forma di baozi di Michelle...
... e il mio!
Il jiaozi di Michelle...
... e il mio!
Al di là di tutto, non cambiava certo il sapore! O no? Ci siam seduti a tavola mentre la zia bolliva i nostri dumplings, e abbiam mangiato: vongole (non so come siano state fatte, ma erano buonissime), gamberoni, pesce, cetriolo in insalata, pomodori (con lo zucchero!!!), una specie di salame di maiale, ali di pollo, e ovviamente i jiaozi!!
Noi abbiam mangiato solo vongole, gamberi, pomodori, pesce e ravioli, ma tanto, ma tanto, che tutti quanti ci dicevano che mangiavamo davvero molto! In effetti… noi non volevamo essere scortesi, però eravamo anche contente di fare scorta di pesce, visto che qui lo vendono per strada, e chi passa lo maneggia sbattendo i poveri animali di qua e di là, per terra. Forse però la cosa che ci è piaciuta di meno sono stati proprio i jiaozi: il ripieno ci ha molto deluse! Quella verdura non ci piace, e la carne sembrava che neanche ci fosse! Comunque sono stati carinissimi, ce ne hanno impacchettati un po’ e ce li hanno dati da portare a casa. Finito di mangiare, ognuno se ne è andato a casa sua: qui funziona diversamente che da noi: da noi se si hanno ospiti a cena loro arrivano a cena pronta, e dopo si sta insieme a chiacchierare, qui invece succede il contrario: gli ospiti arrivano prima, si cucina insieme chiacchierando, e appena terminata la cena tutti si alzano da tavola e se ne vanno. I genitori di Michelle (ah già, questo è il suo nome inglese. Qui tutti gli studenti che studiano lingue straniere si scelgono un nome inglese, francese, o italiano a seconda della lingua) ci hanno accompagnate in macchina fino a casa! Lei e la mamma sono salite, hanno mangiato un amaretto e visto la casa, e la signora ci ha fatto i complimenti perché è pulita e in ordine.
Insomma… una bella esperienza! Per di più, è finita presto e avevamo ancora un bel po’ di tempo davanti, così siamo andate al nostra caro dormitorio su internet e a chiacchierare un po’ coi nostri amici.
Avevano ragione i ragazzi cinesi: con la Qing ming jie arriva anche la primavera! Le temperature si sono alzate alla buon’ora, c’è il sole e gli alberi stanno fiorendo! Domenica avevamo in programma la nostra mega colazione a base di crema novi e altri dolci presi al Jusco, poi di andare a aTaidong a pattinare con Kang Kang e il fratello, giusto per farli contenti e visto che pattinare ci piace, poi dovevamo trovarci con delle studentesse di Ale e fare shopping. Alla fine a Kang kang abbiamo detto che erano arrivati i nostri ragazzi dall’Italia a sorpresa, che si fermeranno qui tre settimane, e che quindi staremo con loro. Noi siamo buone, però quando è troppo è troppo, cribbio!! Le persone troppo insistenti non ci piacciono, quindi a mali estremi estremi rimedi. Se poi vi dico che ciò nonostante, rompono ancora con messaggi e telefonate durante le lezioni, mi direte che abbiamo fatto bene!
Comunque, una delle cose che dobbiamo comprarci, sono due cellulari cinesi, che possano leggere i caratteri. Quindi Jean e Timur ci hanno accompagnate in un posto vicino a Taidong. Qualcuno di voi vorrebbe un Iphone a 50 euro? Me lo dica, e provvederò io! Se il mio amicone lo sapesse, si mangerebbe le mani, visto che se l’è comprato per Natale pagandolo uno sproposito. Comunque, io non ho bisogno di un Iphone, così alla fine non abbiamo trovato nulla di semplice e ancora più economico, e dovremo tornarci la prossima settimana. Poi i nostri amici se ne sono andati, e noi abbiamo incontrato le studentesse. Intanto aveva anche cominciato a piovere, quindi non siamo riuscite a concludere un bel niente! Siamo tornate in pullman ed era tardissimo: avevamo invitato i due e il russo a mangiare da noi i nostri jiaozi avanzati, e per mantenere la promessa di fargli assaggiare la crema novi, e pensavamo di andare a prendere altre cosette ai banchetti dietro il dormitorio, ma abbiamo dovuto telefonare e chiedergli di provvedere loro, se no non facevamo in tempo. Abbiamo mangiato tutti insieme, ma il russo di nuovo non è venuto, quindi è stato un problema farli andare via. In tutto il weekend non avevamo studiato niente, almeno lunedì avremmo voluto farlo! Però è sempre difficile porre fine a queste serate, perché stiamo sempre molto bene. Il nostro salone è accogliente e ci piace sfruttarlo quanto più possibile. Poi loro ci hanno comprato il cavo apposta per collegare il mio pc alle casse enormi della televisione, così quando mettiamo la musica sembra proprio una discoteca! Alla fine di crema novi gliene avevamo avanzata solo mezzo cucchiaino a testa, e meno male perché non l’hanno apprezzata a dovere!
bbiamo promesso che lunedì pomeriggio saremmo andate a vedere una chiesa qui in città, e ce ne siamo andate a dormire. Lunedì però eravamo moribonde… Qui non esistono le tapparelle, quindi la mattina alle 06,00 è già giorno pieno ed è impossibile non svegliarsi. Abbiamo rimandato la chiesa, e abbiamo studiato, da brave bambine.
Martedì eravamo entrambe al lavoro quando Ale irrompe nella mia classe dicendomi che il postino l’aveva chiamata e che doveva correre a prenderlo! Così lei è schizzata via, io ho preso tutte le sue cose e l’ho raggiunta poco dopo. Che bellezza!!!! Il pacco delle nostre mamme è arrivato in metà del tempo previsto, intatto e pieno della nostra roba!!! Proprio in tempo visto che il caldo è arrivato e noi non avevamo che pochissima roba leggera!!! La mia mamma mi ha mandato anche il riduttore per questi fornelli enormi, e così potremo finalmente farci il caffè!! Peccato che il riduttore non stia in equilibrio su questo fornello e sei punte… Ci inventeremo qualcosa.
In questi giorni abbiamo scoperto che ci sono un sacco di cose da fare e da vedere: il parco dei ciliegi in fiore (conoscete il mio amore per l’Hanami giapponese, vero? Ecco, allora immaginate il mio gaudio alla s coperta che c’è anche qui qualcosa di simile !!!), l’isola Gialla su cui andare a raccogliere le fragole, la città vecchia coi negozietti del the, il Laoshan da scalare, piazze e un sacco di posti nuovi!!! Ma perché dobbiamo studiare?? Così abbiamo meno tempo!!!
Spero che questo sia l’ultimo post di resoconto, e che presto potrò postare tante foto e video e qualche cibo tipico! Per adesso siate pazienti, ma non dipende da me!!! Un bacione a tutti!
Ps. Oggi e giovedi, e ieri rileggendo mi sono accorta di aver omesso troppe cose, ma ora come ora non me le ricordo!! Sono appena tornata dalla Polizia dopo una scarpinata incredibile e inutile visto che avevano bisogno di un altro documento che noi non sapevamo di doverci procurare... Ho un deja-vu... mi sembra di essere tornata al primo mese quando andava tutto storto... E invece no!! Perche stavolta ci ha accompagnate uno studente di Ale, cosi almeno abbiamo capito tutto, e poi ci ha pure invitate a cena... domani sera. Quindi non tutti i mali vengono per nuocere, dico io ;)!
Monday, March 30, 2009
Blog compleanno e ultime news... meno tragiche!
E’ passata una settimana dall’ultima volta che ho scritto, e ovviamente non mi ricordo più un sacco di cose che volevo raccontare… Cercherò di riassumere le notizie meno recenti per meglio narrare quelle fresche, visto che, una volta tanto, non sono disgrazie… Ce ne siamo andate a scuola cercando di dimenticare i laghetti sparsi per la casa e il freddo glaciale che ci avrebbe accolte una volta tornate, siamo andate a fare spese per la casa a Taidong, e quasi arrivate a casa, visto che eravamo cariche come mule, abbiamo deciso di passare per una scorciatoia, un cancelletto sempre aperto dietro casa. Ovviamente, visto che avevamo deciso di passare di lì, vuoi che non fosse chiuso? Abbiamo lanciato tutte le borse e abbiamo scavalcato. A casa abbiamo aspettato di nuovo il tecnico del riscaldamento…
La prima volta era venuto un uomo, da solo. La seconda volta si era portato dietro il figlio 21enne, questa terza volta è venuto solo il figlio. Ha pasticciato un po’ con le manopole, poi ha visto che in camera di Ale il tubo era caduto da muro, e così l’acqua non poteva certo scorrere in salita e raggiungere le altre camere (qui le tubature sono tutte belle in vista…), allora cos’ha fatto il nostro eroe? Si è fatto prestare il nostro nastro biadesivo che avevamo usato per foderare gli armadi e l’ha ‘fissato’ lì con quello. Mmmmmmmmhhhhh!!! Non fatemi direte!!! (ovviamente 8 minuti dopo che se n’è andato il nastro ha ceduto e il tubo era di nuovo in pendenza, così, per evitare che le camere si raffreddassero nuovamente, abbiamo sacrificato una delle nostre due tazze, e abbiamo risolto così:)
Il tecnico è stato gentile, ci ha detto di chiamarlo tranquillamente se avessimo avuto ancora bisogno, e ci ha dato il numero e il nome (Kang Kang). Alla nostra replica “Ma è la padrona che ti deve chiamare, così paga lei”, ha risposto che non avremmo dovuto pagare. Ah beh, in questo caso… Comunque, speravamo di non aver più bisogno!
Martedì è stato il nostro primo giorno di ‘lezione’. Eravamo agitatissime!
Ci siamo lasciate con un ‘in bocca al lupo’ alle 13,30, e io sono entrata in classe. I miei studenti hanno tutti dai 19 ai 23 anni, anche se quanto a maturità direi che non superano i 18. Il loro livello di inglese è abbastanza basso, e sono piuttosto restii a parlare. In compenso, non sono affatto timidi per quanto riguarda il prendersi certe confidenze, visto che hanno passato le due ore a farmi fotografie, filmini e a farmi complimenti! Ma dico io, siamo a scuola!! O no? E io che pensavo che nelle scuole cinesi vigesse ancora la disciplina italiana degli anni ‘60!! Comunque, sono state due ore lunghissime!! Quando io sono l’allieva e facciamo lezione di speaking, mi scoccia sempre dover parlare, e gli argomenti di discussione non mi sembrano mai abbastanza interessanti, oppure lo sono ma non mi va di sbandierare a tutti i compagni i fattacci miei, quindi volevo evitare una situazione del genere, e rendere il tutto meno formale. Così ho fatto, ma, sarà perché l’inglese lo masticavano poco, sarà la timidezza della prima volta, ho praticamente parlato io la maggior parte del tempo. All’uscita un ragazzo mi ha chiesto di fare una foto insieme a lui, e tutti mi hanno detto che ci saremmo visti la prossima settimana, poi chissà se verranno davvero?
Ad Ale invece è toccata martedì una classe di soli 6 allievi, ma tutti più bravi, e tutti intenzionati ad andare all’estero a studiare, e mercoledì le è capitata una classe identica alla mia, ovvero piena di ragazzini il cui livello di inglese è decisamente basso.
Giovedì è stato il mio secondo giorno con alunni nuovi, e di nuovo ero agitatissima. La classe era di nuovo numerosa, ma stavolta si trattava di studenti e studentesse molto meglio preparati, che trascorreranno in America o in Gran Bretagna l’ultimo anno di università. La mia agitazione è cresciuta parecchio, visto che il mio livello di inglese non è certo quello di un’insegnante. Però loro erano molto più loquaci, non si son fatti pregare più di tanto e hanno chiacchierato abbastanza volentieri. Dopo la pausa qualcuno è andato via, e per fortuna tra questi c’era una ragazza che se fosse rimasta lì avrei preso probabilmente a schiaffi, visto che ha passato l’ora sdraiata sulla sedia, masticando la sua gomma a bocca aperta, e facendo commenti a bassa voce su tutto ciò che dicevano i compagni. Già io ero agitata, lei mi innervosiva ancora di più. Dopo la pausa l’atmosfera si è rilassata, ci siamo messi tutti in fondo, sui banchi, e abbiamo chiacchierato come tra amici. Una ragazza, la più sveglia, Helen, è stata carinissima: mi ha detto che mi vedeva nervosa e che non dovevo esserlo, che loro mi consideravano una possibile amica e non un’insegnante, quindi avrebbero anche potuto aiutarmi col cinese. Mi ha detto che in me vedeva i suoi prossimi anni: da sola, all’estero, probabilmente a insegnare una lingua senza essere una vera insegnante, e che quindi mi capiva benissimo. Mi hanno raccontato la vita dei ragazzi cinse all’università: studio, studio e ancora studio. Generalmente studiano dal mattino alle 7 fino alle 22 di sera, poi c’è qualche eccezione che si sveglia alle 05,30 e fino alle 23 sta sui libri. Io ero pressoché sconvolta. Abbiamo davvero parlato tanto, confrontando due culture diverse; mi hanno detto come sono i loro dormitori (da 9 a 16 persone per appartamento, e gli appartamenti hanno 2 camere e 1 solo bagno, oppure il bagno è in corridoio), e com’è il loro rapporto coi genitori. Insomma… è passata più in fretta dell’altra volta, anche se questo lavoro non fa per me, perché non riesco a viverlo serenamente.
Giovedì sera siamo andate a comprare i baozi per cena, perché abbiamo trovato dei posti dove sono buonissimi!! Visto che la camera del dormi torio era ancora pagata, abbiamo deciso di sfruttarla fino all’ultimo, e siamo andate a mangiare lì. Poi siamo ri-uscite a comprare altre vivande, perché eravamo affamatissime e i bazi e i jiaozi erano così piccoli!! ;) Abbiamo preso dei panini piastrati con ripieno di doufu (il tofu, come lo chiamiamo noi) e verdure, e siamo ritornate nella nostra stanzetta. Qualcuno ha bussato alla porta, ed era il ragazzo russo. Si è fermato un po’ a chiacchierare con noi, ci ha detto che non aveva voglia di studiare e parlando parlando gli abbiamo detto che noi il giorno dopo avremmo tagliato i corsi per andare a fare shopping a Taidong senza la calca del weekend, e, visto che anche lui voleva andarci, è venuto spontaneo proporgli di venire con noi. Mentre tornavamo a casa ci è preso il panico perché noi sto qui lo conosciamo appena, non avevamo nessuna voglia di portarcelo dietro mentre provavamo i vestiti!! Poi figuriamoci, dopo 5 minuti si sarebbe stufato… che cosa gli era saltato in mente di unirsi?? Per fortuna la mattina dopo ci ha scritto che sarebbe andato nel pomeriggio, così tutte contente ci siamo avviate. E cosa scopriamo appena giunte a destinazione? Che il mattino…. Il mercato non c’è!!! Ma pooooooooooorca miseriaaaaaaaaaaa!!!! Accidenti che sfortuna!! Così, visto che ormai eravamo lì, abbiamo girato qualche grosso centro, e abbiamo comprato qualcosina, tra cui le scarpe. A Taidong è possibile contrattare su tutto, e noi ormai siamo diventate bravissime: abbiamo pagato le scarpe 60 anziché 90 yuan, e 70 anziché 125!! Tutte soddisfatte e orgogliose di noi ce ne stavamo tranquille a mangiare un gelato quando si avvicina un gruppo di ragazzi che voleva a tutti i costi tagliarci i capelli. “Niente da fare, i nostri capelli non si toccano” gli abbiamo detto. E dàlli, mica si arrendevano. Ci hanno seguite un bel po’ poi finalmente li abbiamo depistati.
Venerdì sera avevamo in programma di uscire col kazaco, che ci aveva parlato di un locale carino in cui facevano musica rock, così siamo tornate a casa, ci siamo preparate, e siamo andate al New York Club. Il posto ci è piaciuto molto!! La musica era ottima e il locale bello e non troppo fumoso. Non trovavamo Jean ed eravamo lì confuse a guardarci intorno quando un ragazzo cinese ci ha preso sotto la sua ala protettrice e ci ha aiutate a trovarlo, offrendoci pure da bere. Niente da dire, un ragazzo affascinante. Non bello, ma decisamente ci sapeva fare con la gente e le ragazze! Un cinese che non puzza di aglio, ben vestito e intraprendente è cosa altamente rara da queste parti, in più questo era pure carino quindi siamo state ben contente di farci dare il numero. Poi sono arrivati Jean e Timur, ed è cominciata la nostra prima vera serata.
E’ stata una serata davvero piacevole, lo devo dire, siamo stati lì, e abbiamo consociuto pure il console italiano, che è venuto a presentarsi e a darci il numero nel caso avessimo bisogno; poi siamo andati al Lebang, ma era vuoto, così ci siamo spostati al Jazz Club. Ogni volta prendevamo il taxi, pagavano tutto i ragazzi, ci aprivano le portiere e ci aiutavano pure a scendere, ma senza modi affettati o pretenziosi, semplicemente perché davvero l’ospite è sacro dalle loro parti. Eravamo tranquilli a bere la Birra Qingdao quando è nato un problema: una ragazza piangeva, diceva di essere stata picchiata da un tizio. Visto che entrambi i nostri amici la conoscevano, sono andati a parlarle. Poi sono iniziati i disordini: un ragazzo cinese che loro ci han detto che è mezzo matto e fa parte della mafia cinese, ha iniziato a minacciare che voleva trovare questo tale e ucciderlo. Noi non ci abbiamo neanche creduto, ma Timur in tutta fretta ci ha scortate fuori, quasi correndo, e ci ha detto che era necessario andarsene, perché lui conosce quel tipo, e due settimane prima aveva ucciso un ragazzo. Ommioddio!!!! Ma roba da non credere!!! Comunque, siamo andati a giocare a biliardo. Nel frattempo si sono fatte le 04,30, noi eravamo stanche e non volevamo passare a letto tutto il sabato mattina, così ci hanno accompagnate a casa.
Devo dire che in una serata abbiamo recuperato tutte le volte che non siamo uscite!!
Sabato avevamo in programma la cena italiana, e dopo la gentilezza dei ragazzi nei nostri confronti, ci tenevamo a fare bella figura. Abbiamo comprato le ultime cose, poi nel pomeriggio abbiamo iniziato a preparare (avendo un solo gas, siamo state costrette a fare le cose in anticipo). Il menù prevedeva ovviamente pasta al pomodoro (abbiamo trovato la Barilla ma costava troppo, così abbiamo ripiegato su spaghetti spagnoli, pelati sconosciuti e niente basilico né parmigiano), e poi, pensando che forse in Kazakisthan non mangiano carne di maiale, abbiamo pensato di fare un rotolo di frittata. Qui non c’è il prosciutto, così per il ripieno abbiamo optato per zucchini e sottilette.
Abbiamo preparato tutto, apparecchiato il tavolino in soggiorno, e sistemato i lenzuoli del dormitorio a mò di cuscini. Abbiamo fuso due culture diverse, visto che in Kazakisthan si mangia sempre per terra, sui tavoli ancora più bassi.
Gli invitati sono arrivati alle 20, hanno portato il vino (cinese, puah!) e il narghilè.
Per fortuna non avevamo preso la carne, perché davvero il kazaco non mangia il maiale! Fiùùùùùù!
La pasta era buona, ma loro non hanno proprio la cultura, continuavano a chiacchierare e hai voglia a dirgli che la pasta è buona calda!!! In più di sugo ce n’era un po’ poco rispetto alla pasta, e la nostra pentola era troppo piccola… Comunque, ce la siamo cavata, e la pasta è finita senza alcuna difficoltà.
Ma il pezzo forte è stato il rotolo! Mai più avremmo pensato che l’avrebbero gradito così tanto! Continuavano a fare il bis, il tris, finché li hanno finiti entrambi. Io non capisco, erano quasi freddi, tutti mezzi rotti, insomma, non erano granché, eppure… Bah, meglio così! Invece i cioccolatini che avevamo comprato non li hanno quasi guardati, così ce li siamo finiti tutti noi… Accidenti!
Poi la serata è andata benissimo: abbiamo fumato il narghilè, quello original, abbiamo scherzato, chiacchierato, ballato e fatto tantissime foto!!! Ci siamo proprio divertiti!! Unica nota negativa: il tanfo incredibile in bagno (la solita fogna che ovviamente avendo ospiti ha raggiunto i massimi livelli), e l’allagamento della cucina. E’ successo un pandemonio, ed è una settimana che compriamo giornali cinesi (tra cui quelli di economia e finanza che sono più spessi) per asciugare i pavimenti! Abbiamo giornali e acqua dappertutto. Jean ha dato un’occhiata e ci ha detto che nel tubo doveva essersi fermato del cibo, quindi l’acqua non riusciva a passare.
Alle 2 abbiamo salutato tutti perché noi la domenica dovevamo studiare per il dettato dei caratteri nuovi.
Insomma… Questa serata è stata preziosa, perché il rapporto si è fatto più saldo. Sabato prossimo vogliamo andare a scalare il Laoshan, vedere la città vecchia, e provare vari ristoranti (coreano, russo, giapponese, cinese, arabo)… Speriamo faccia bel tempo, visto che oggi ha piovuto tutto il giorno. Qui la primavera non è ancora arrivata, fa freddo e c’è sempre un vento gelido. Il 4,5 e 6 aprile sarà vecanza per il Qing ming, una festività cinese ( mi devo informare, questa mi mancava), e dicono che dopo diventerà sempre più caldo. Speriamo! Persino Ale che odia il caldo e ama il freddo polare si è stancata di tutto sto gelo!
Domenica eravamo nel letto e ha telefonato la padrona, e dopo 10 minuti si è presentata a casa col figlioletto. Noi eravamo ancora in pigiama (erano le 9 del mattino cribbio!), ma visto che stava per venire con un altro tecnico per la cucina, siamo saltate su sperando di risolvere almeno il problema più grosso. Il tizio ha sistemato la cucina e pure la doccia (si allagava pure quella), poi la padrona ha visto il termosifone di Ale che perdeva e ha chiamato il tecnico del riscaldamento. Noooooooooooooooo Kang Kang nooooooooooooooooo!!!!!! E’ tutta la settimana che Kang Kang, il tecnico figlio, ci assilla, mandandoci sms ogni ora. Domenica quando ho acceso il cellulare ho trovato una sua chiamata delle 06.23. Insomma… è una persecuzione!! Assillante al massimo! Eravamo riuscite con una scusa a evitare di incontrarci come gli avevamo detto, e invece domenica pomeriggio si è presentato tutto bello contento, non ha fatto una mazza, se non chiacchierare tranquillo con noi, sempre più a suo agio. Ha impuzzolentito di colla tutta la camera di Ale, ha riusato il dentifricio per tappare il buco, e ci ha fatto diecimila foto. Ma si può??? Continuava a dirci che siamo belle, e io e lei a sganasciarci dal ridere, visto che sembravamo due profughe. Comunque… Visto che ormai era lì, e non aveva niente da fare se non farci perdere tempo, ci siamo fatte fare i compiti… Tanto a lui non costa niente, no??
Stamattina il dettato è andato benone, siamo riuscite ancora a sfruttare la connessione del dormitorio (abbiamo fatto il check out ieri, ma la fuwuhuan è talmente rimbambita che oggi manco si è accorta che sotto i cappucci delle giacche c’eravamo noi che ci introducevamo di soppiatto), poi pomeriggio di studio. Domani vedremo quanti studenti si presenteranno alla seconda lezione… Non siamo entusiaste di questo lavoro, quasi quasi speriamo che dopo il periodo di prova ci lascino a casa, per trovarci qualcos’altro, magari con dei bambini. Sperando che la casa non ci dia nuovi problemi, appena smette questo gelo vorremmo andare per le scuole a chiedere.
Ragazze, oggi è anche una giornata importante per me: è il mio blog-compleanno!!! Quante cose sono cambiate da un anno fa! Dalle persone ai luoghi della mia vita, alle mie passioni, alle mie amicizie… Anzi direi che quest’anno per le amicizie è stato importantissimo, visto che ne sono sbocciate alcune che credo mi porterò avanti per tutta la vita. Mi sono laureata, ora sono in Cina… I miei buoni propositi per l’anno nuovo si stanno realizzando: sono Dottoressa, ho imparato a usare la lavatrice (persino quella cinese, wé!), non mi mangio più le unghie, sono in Cina e… ok, spero che il mio cinese migliori in questi sei mesi, anche se per ora non posso ancora dirmi contenta.
Avrei tanto voluto fare un dolcino per il mio blog, credo se lo meriti proprio visto che si è sorbito tutti i miei sfoghi e i miei pensieri, ma come sapete qui manca tutto… E’ una vera tortura!! Il ragazzo di Ale ci ha spedito la crema Novi e gli amaretti, e avevo deciso di festeggiare così, ma il pacco non è ancora arrivato… Siamo terrorizzate all’idea che la crema Novi vada persa! Quindi non potrò festeggiare con una dolce LLL. Se qualcuna di voi per caso oggi sfornasse qualcosa di buono, che ne direste di regalarmene un pezzettino? Non per me eh, per il blog!!! ;);););P
Un bacio grande a tutte quante (vorrà dire che sono in debito di una torta… recupererò… non temete!!)!!
Poi la serata è andata benissimo: abbiamo fumato il narghilè, quello original, abbiamo scherzato, chiacchierato, ballato e fatto tantissime foto!!! Ci siamo proprio divertiti!! Unica nota negativa: il tanfo incredibile in bagno (la solita fogna che ovviamente avendo ospiti ha raggiunto i massimi livelli), e l’allagamento della cucina. E’ successo un pandemonio, ed è una settimana che compriamo giornali cinesi (tra cui quelli di economia e finanza che sono più spessi) per asciugare i pavimenti! Abbiamo giornali e acqua dappertutto. Jean ha dato un’occhiata e ci ha detto che nel tubo doveva essersi fermato del cibo, quindi l’acqua non riusciva a passare.
Alle 2 abbiamo salutato tutti perché noi la domenica dovevamo studiare per il dettato dei caratteri nuovi.
Insomma… Questa serata è stata preziosa, perché il rapporto si è fatto più saldo. Sabato prossimo vogliamo andare a scalare il Laoshan, vedere la città vecchia, e provare vari ristoranti (coreano, russo, giapponese, cinese, arabo)… Speriamo faccia bel tempo, visto che oggi ha piovuto tutto il giorno. Qui la primavera non è ancora arrivata, fa freddo e c’è sempre un vento gelido. Il 4,5 e 6 aprile sarà vecanza per il Qing ming, una festività cinese ( mi devo informare, questa mi mancava), e dicono che dopo diventerà sempre più caldo. Speriamo! Persino Ale che odia il caldo e ama il freddo polare si è stancata di tutto sto gelo!
Domenica eravamo nel letto e ha telefonato la padrona, e dopo 10 minuti si è presentata a casa col figlioletto. Noi eravamo ancora in pigiama (erano le 9 del mattino cribbio!), ma visto che stava per venire con un altro tecnico per la cucina, siamo saltate su sperando di risolvere almeno il problema più grosso. Il tizio ha sistemato la cucina e pure la doccia (si allagava pure quella), poi la padrona ha visto il termosifone di Ale che perdeva e ha chiamato il tecnico del riscaldamento. Noooooooooooooooo Kang Kang nooooooooooooooooo!!!!!! E’ tutta la settimana che Kang Kang, il tecnico figlio, ci assilla, mandandoci sms ogni ora. Domenica quando ho acceso il cellulare ho trovato una sua chiamata delle 06.23. Insomma… è una persecuzione!! Assillante al massimo! Eravamo riuscite con una scusa a evitare di incontrarci come gli avevamo detto, e invece domenica pomeriggio si è presentato tutto bello contento, non ha fatto una mazza, se non chiacchierare tranquillo con noi, sempre più a suo agio. Ha impuzzolentito di colla tutta la camera di Ale, ha riusato il dentifricio per tappare il buco, e ci ha fatto diecimila foto. Ma si può??? Continuava a dirci che siamo belle, e io e lei a sganasciarci dal ridere, visto che sembravamo due profughe. Comunque… Visto che ormai era lì, e non aveva niente da fare se non farci perdere tempo, ci siamo fatte fare i compiti… Tanto a lui non costa niente, no??
Stamattina il dettato è andato benone, siamo riuscite ancora a sfruttare la connessione del dormitorio (abbiamo fatto il check out ieri, ma la fuwuhuan è talmente rimbambita che oggi manco si è accorta che sotto i cappucci delle giacche c’eravamo noi che ci introducevamo di soppiatto), poi pomeriggio di studio. Domani vedremo quanti studenti si presenteranno alla seconda lezione… Non siamo entusiaste di questo lavoro, quasi quasi speriamo che dopo il periodo di prova ci lascino a casa, per trovarci qualcos’altro, magari con dei bambini. Sperando che la casa non ci dia nuovi problemi, appena smette questo gelo vorremmo andare per le scuole a chiedere.
Ragazze, oggi è anche una giornata importante per me: è il mio blog-compleanno!!! Quante cose sono cambiate da un anno fa! Dalle persone ai luoghi della mia vita, alle mie passioni, alle mie amicizie… Anzi direi che quest’anno per le amicizie è stato importantissimo, visto che ne sono sbocciate alcune che credo mi porterò avanti per tutta la vita. Mi sono laureata, ora sono in Cina… I miei buoni propositi per l’anno nuovo si stanno realizzando: sono Dottoressa, ho imparato a usare la lavatrice (persino quella cinese, wé!), non mi mangio più le unghie, sono in Cina e… ok, spero che il mio cinese migliori in questi sei mesi, anche se per ora non posso ancora dirmi contenta.
Avrei tanto voluto fare un dolcino per il mio blog, credo se lo meriti proprio visto che si è sorbito tutti i miei sfoghi e i miei pensieri, ma come sapete qui manca tutto… E’ una vera tortura!! Il ragazzo di Ale ci ha spedito la crema Novi e gli amaretti, e avevo deciso di festeggiare così, ma il pacco non è ancora arrivato… Siamo terrorizzate all’idea che la crema Novi vada persa! Quindi non potrò festeggiare con una dolce LLL. Se qualcuna di voi per caso oggi sfornasse qualcosa di buono, che ne direste di regalarmene un pezzettino? Non per me eh, per il blog!!! ;);););P
Un bacio grande a tutte quante (vorrà dire che sono in debito di una torta… recupererò… non temete!!)!!
(per le foto della cena aspettate un pochino perche devo scappare a lezione adesso!! Si si e vero, sono di nuovo entrata a sgamo nel dormitorio, ma oggi e il mio blog compleanno!!! Insomma, era per una buona causa!! O no???)
Monday, March 23, 2009
Quando la "fine" sembra non arrivare mai...
Mi sono svegliata alle 06,30, un po’ per il freddo, un po’ per il vento, e un po’ per il mal di testa. La mia camera è a sud-est, quindi la mattina, se mi metto sulla sponda sinistra del letto, posso farmi baciare dal sole. Stamattina sembrava di essere nel bel mezzo di un uragano: un vento così forte forse non l’avevo mai sentito. Avevo quasi timore ad alzarmi dal letto, me ne son stata raggomitolata al calduccio il più possibile, poi appena ho sentito dei movimenti in camera di Ale, sono uscita dal mio giaciglio accogliente. Che bello! Ci siamo dette, riferendoci ovviamente alle camere, ai lettoni, alla luminosità di tutta la casa. Però, che freddo! Abbiamo fatto colazione nella nostra casa, scaldando la roba sul fuoco e non sulla piastra elettrica delle fuwuyuan. Il programma di oggi prevedeva ultime pulizie, poi uscita a Taidong (il mercato dove si trova di tutto a prezzi stracciati), per procurarci cuscini (per adesso abbiamo preso ‘in prestito’ quelli del dormitorio), lenzuola di cambio, una padella, stracci, spugne (quelli che avevamo comprato erano ridotti così male dopo i primi lavaggi che li abbiamo dovuti buttar via), una ciabatta, e altre cose per la casa. Ma l’idea di uscire con un tale vento ci ha fatte desistere, anche perché non eravamo sicure che avrebbero tenuto ugualmente il mercato. Abbiamo pulito fino a mezzogiorno incessantemente, dopo eravamo fradice e stanchissime. Anche un po’ tristi visto che nel bagno si risentiva un pochino di odore di fogna… i cinesi lavorano veramente male!!
Ho cucinato orzo e riso venere, e abbiamo riempito i nostri pancini vuoti e provati da ore di pulizie. Poi abbiamo deciso di sperimentare la lavatrice. Quelle del dormitorio sono molto semplici da usare: non hanno programmi né gradi, quindi non è molto difficile. So che tra i miei propositi per l’anno nuovo c’era anche ‘imparare a usare la lavatrice’, ma sarò onesta e non farò valere le lavatrici pacche delle fuwuyuan. Quella della casa invece ricorda molto più le nostre, coi programmi, i gradi e tutto. Abbiamo deciso di sperimentare lavando gli stracci e due tappeti che abbiamo trovato, così che se avessimo combinato disastri, non ce ne sarebbe importato molto. E’ stato abbastanza un gioco d’azzardo, perché non capivamo certi caratteri. Così l’abbiamo fatta partire… Il rumore era quello giusto, ma non c’era ombra di acqua nell’oblò. Mah? Abbiamo pacioccato un pochino, e improvvisamente ha iniziato a scendere un sacco di acqua… l’oblò si riempiva sempre di più, mentre saliva anche la nostra angoscia… Oddio che abbiamo fatto??? Per fortuna che mi ero accorta che c’era il tubo da mettere nella doccia, perché all’improvviso ne è uscito un tale fiume d’acqua, da arrivare fin quasi al bordo del box, e ci siam prese una paura!! “Ma non avevi detto che sarebbe uscito solo un rivolo???” ho chiesto ad Alessia. “Ma che ne so, da mia nonna succede così!” mi ha risposto. Dopo manco due minuti di lavaggio, la lavatrice ha cominciato a centrifugare. Ah beh, bella pulizia!! Poi ho voltato la testa e ho detto ad Ale che filmava il funzionamento della lavatrice cinese: ”Oddio Ale, non ti voltare…”. C’era acqua dappertutto!! Usciva da sotto la doccia, si allargava sul pavimento appena pulito… In pratica tutto il fiume uscito dal tubo era diventato un lago lì per terra. Siamo rimaste inebetite a guardare, poi basta, ho detto che dovevo uscire. Abbiam lasciato tutto così e ci siamo preparate per andare in dormitorio per le ultime cosucce da prendere, andare all’Internet e al mercatino a fare la spesa. All’Internet troviamo il ragazzo russo, che ci dice che ieri sera è venuto a bussare alla nostra porta ma non rispondeva nessuno… Ovviamente, è venuto subito dopo che noi eravamo andate via, dopo che eravamo state in giro a cercarlo per non so quanto. E va beh!
Eravamo tranquille a studiare nella nostra camera quando ci chiama l’agenzia per dirci che il tecnico è davanti a casa, e noi non ci siamo. Accidenti!! Era oggi che doveva venire, non ieri! Mandiamo a monte la spesa e i compiti e ci precipitiamo a casa… Fuori dalla porta aspettavano due tecnici. Ci siamo scusate e siamo entrati tutti.
Io dico, siamo state brave: dopo due giorni che puliamo senza interruzione, vedere quattro piedoni camminare per tutta la casa lasciando orme ovunque avrebbe sconfitto chiunque. Noi l’abbiamo presa con filosofia, facendoci battutine tutto il tempo, approfittando del fatto che loro non capivano. Oh, non hanno saltato una stanza eh!! Dovevano andare solo in bagno e nell’ingresso, e invece hanno zampettato da tutte le parti! Il bagno era ancora allagato da prima, e ovviamente loro ci hanno ben bene pucciato i piedi dentro, per poi andarseli a pulire dove invece era ancora asciutto. Avevano portato un termosifone nuovo (si fa per dire… era meglio l’altro, questo è tutto giallino) da montare nell’ingresso al posto di quello che perde, ma anche in camera di Ale il termosifone perde, così abbiamo chiesto se non potevano montarlo lì. E loro, sapete cosa hanno fatto?? E questa l’abbiamo fotografata, per raccontarla ai posteri: ci hanno messo un sacco per farsi capire, poi hanno preso il dentifricio, e l’hanno usato per tappare il buco sul termosifone!!!!
Eravamo tranquille a studiare nella nostra camera quando ci chiama l’agenzia per dirci che il tecnico è davanti a casa, e noi non ci siamo. Accidenti!! Era oggi che doveva venire, non ieri! Mandiamo a monte la spesa e i compiti e ci precipitiamo a casa… Fuori dalla porta aspettavano due tecnici. Ci siamo scusate e siamo entrati tutti.
Io dico, siamo state brave: dopo due giorni che puliamo senza interruzione, vedere quattro piedoni camminare per tutta la casa lasciando orme ovunque avrebbe sconfitto chiunque. Noi l’abbiamo presa con filosofia, facendoci battutine tutto il tempo, approfittando del fatto che loro non capivano. Oh, non hanno saltato una stanza eh!! Dovevano andare solo in bagno e nell’ingresso, e invece hanno zampettato da tutte le parti! Il bagno era ancora allagato da prima, e ovviamente loro ci hanno ben bene pucciato i piedi dentro, per poi andarseli a pulire dove invece era ancora asciutto. Avevano portato un termosifone nuovo (si fa per dire… era meglio l’altro, questo è tutto giallino) da montare nell’ingresso al posto di quello che perde, ma anche in camera di Ale il termosifone perde, così abbiamo chiesto se non potevano montarlo lì. E loro, sapete cosa hanno fatto?? E questa l’abbiamo fotografata, per raccontarla ai posteri: ci hanno messo un sacco per farsi capire, poi hanno preso il dentifricio, e l’hanno usato per tappare il buco sul termosifone!!!!
Noi eravamo paralizzate dallo stupore, lì imbambolate a guardare e a dirci ‘Noooooooo… non ci credo!!! La macchina fotografica!!’. Ma non era finita. Per sostituire il termosifone hanno dovuto spegnere il riscaldamento, e far colare tutta l’acqua all’interno di una bacinella. Non sto a dirvi l’acqua che è uscita andando mica nella bacinella, ma per terra. Poi, all’improvviso, il ragazzo svita un coso, spruzza una fontana d’acqua dappertutto e lui, non una nonchalance degna di nota, si gira verso il padre e dice “Weishenme hai you shui?” (=perché c’è ancora acqua?). Ah caro mio, se non lo sai tu!! Io ero tutta impegnata a guardare la pozza che inesorabilmente si allargava per terra… Ovviamente poi loro ci hanno messo i piedi sopra miliardi di volte, giusto per portare l’acqua ovunque. Alessia ha pure provato a mettergli lo scottex sotto i piedi (questa mi ha fatto troppo ridere), ma loro manco se ne sono accorti, e quando han visto che avevano della carta che pendeva dalle scarpe si son messi ad agitare i piedi per liberarsene!!! Ahahah!! Il tecnico era in vena di chiacchiere, ci ha chiesto un sacco di cose sull’Italia, e ci ha raccontato che il ragazzo era il suo figlio più piccolo, e che ne aveva altri due (ma la politica del figlio unico dov’è finita? Avrei tanto voluto chiederglielo ma i cinesi sono molto sensibili a questi argomenti, quindi ho preferito tacere). Poi c’’è stato il riempimento della latta: In pratica qui il riscaldamento funziona così: c’è un contenitore di latta in alto sopra la caldaia, e bisogna riempirlo d’acqua fino a un certo punto. Per arrivarci il ragazzo cinese è dovuto salire su uno gabellino messo sopra una sedia, mentre Alessia gli portava avanti e indietro bottiglie d’acqua. Finito tutto, erano ormai le sette passate, noi avevamo famissima, e dovevamo ancora fare la spesa, tornare a casa, cucinare… Bon, abbiamo optato di nuovo per i banchetti abusivi in cui mangi con 1 yuan, e rimandato la spesa a domani. Abbiamo mangiato nella nostra camera del dormitorio (fino al 27 possiamo usarla perché abbiamo pagato), poi siamo scese e abbiamo trovato il ragazzo kazaco. Anche lui ci aveva cercate ieri sera! Così ci siamo scambiati i numeri e lo abbiamo invitato insieme a un suo amico per una cena italiana nella casa nuova! Dobbiamo darci dentro con le public relations, perché siamo in ritardassimo!!! Con tutte queste beghe, non abbiamo potuto manco accorgerci di chi viva nel nostro stesso dormitorio. Lui era tutto contento, ha detto che porterà il vino, anche se quello cinese non è buono, e ci siamo lasciati. Stavamo per uscire e andare a casa quando abbiamo incontrato di nuovo il ragazzo russo insieme a un amico, con due racchette da pingpong in mano. Ma nel dormitorio c’è un pingpong?? Così ci hanno invitate a giocare. Dopo aver dato prova della nostra incapacità, abbiamo guardato loro giocare, chiacchierando, senza pensare a cosa ci aspettava tornate a casa. Parlando parlando, è venuto fuori che quando cucinavamo nel bagno, si sentiva l’odore per tutto il corridoio!! Ahahahhahha!! Siamo state fortunate, allora… Pensa se ci avessero sentite le fuwuyuan!! Così abbiamo raccontato le nostre imprese culinarie di nascosto… Ci hanno detto che l’odore era buono. Ma se abbiamo cucinato sempre riso e verdure bollite, che odore avran sentito? Mah! Comunque abbiamo invitato pure loro alla cena italiana. Poi ce ne siamo andate a casa.
Bon, con un ultimo sforzo abbiamo ripassato tutti i pavimenti, per non doverlo fare domani. I compiti li abbiamo bellamente saltati, anche se erano quelli di jingdu, la cui insegnante ci ha detto che studiamo tanto e siamo brave… Giusto per confermare la sua opinione! Non vogliamo vedere uno spazzolone per una settimana almeno!! Domani salteremo xiezuo (scrittura), perché in quelle ore faremo la lavatrice al dormitorio, poi dopo pranzo andremo a Taidong a comprare, e poi in teoria dovremmo iniziare gli allenamenti… In pratica, evitiamo di programmare troppo, visto che ogni cosa, alla fine, non va mai come l’avremmo pensata. Ma vediamo tutto con più positività, ora che abbiamo cominciato a conoscere gente! Dobbiamo recuperare il tempo perduto, e non vogliamo certo perderne altro dietro ai pavimenti.
Ps. NOTA DEL GIORNO LUNEDì 23: Svegliate dopo una dormita colossale, tiro fuori un braccio da sotto i due piumoni (di cui uno del dormitorio), e lancio un urlo: che freddo fa??? Con coraggio, veniamo fuori dalle coperte… Il nostro buongiorno? Riscaldamento non funzionante e nuovamente piscina in bagno. Passo e chiudo.
Sunday, March 22, 2009
Due italiane in Cina: le ultime (dis)avventure
La dieta è cominciata, ferrea, difficile ed ostinata. Ma noi non ci lasciamo vincere dalle tentazioni, e proseguiamo senza indugi… Sì va beh… ci piacerebbe!!! No in realtà è piuttosto dura… non ci sentiamo abbastanza motivate, anche se poi quando ci guardiamo allo specchio promettiamo che non sgarreremo più.
Anyway, fossero questi i problemi maggiori! Almeno la dieta dipende esclusivamente dalla nostra volontà, non come tutte le sfighe cinesi che sembrano non finire mai e che chissà chi ce le manda…
Domenica, mentre ancora barcollavamo dall’abbuffata del mattino, appena siamo state in grado di muoverci siamo andate a fare due passi per il campus: non l’avevamo ancora girato tutto, e volevamo scoprire se c’era un campetto sportivo per allenarci. Per la strada ci siamo imbattute in un edificio scolastico, e ci siamo fermate a leggere la scritta. Proprio in quel momento si è fermato un macchinone, ne è sceso un cinese grassissimo, e ci ha chiesto in inglese che cosa stavamo cercando. Parlotta parlotta, ne abbiamo subito approfittato per dirgli che stavamo cercando un lavoretto, possibilmente come insegnanti di italiano/inglese (qui gli insegnanti prendono uno stipendio da occidentale in un Paese in cui si vive con moooolto meno), nel caso sentisse di qualche scuola che ne avesse bisogno. Lui ci ha detto che nella sua scuola (appunto l’edificio che stavamo guardando) insegnavano inglese, ma cercavano insegnanti di madrelingua; tuttavia potevamo andare nel suo ufficio a conoscere il suo staff, per vedere se potevano trovarci qualcosa. Tutte speranzose ce ne siamo tornate in camera, e poi preparate per la nostra ultima cena (quella descritta nel post precedente).
Lunedì abbiamo pagato la casa, in ritardo di due giorni (il contratto partiva dal 14, ma per i vari motivi che sapete non abbiamo potuto trasferirci in tempo), poi nel pomeriggio siamo andate nell’ufficio del tizio. Il suo staff era composto da una sola donna cinese che parlava inglese, che ci ha osservate al microscopio per un tempo interminabile. Ci ha detto che cercavano insegnanti di madrelingua, che noi abbiamo l’accento italiano e lei aveva paura che potessimo influenzare gli studenti. Poi alcuni di loro erano già stati a studiare in America e in Scozia, quindi il livello è molto alto. Per la serie: non andate bene, dove cacchio credete di andare? Noi non aspiravamo certo a un incarico nell’Università, ma sto tipo insisteva a dire che aveva apprezzato il nostro spirito d’iniziativa e la nostra buona volontà e desiderio di metterci in gioco, che anche sua figlia sta studiando negli USA, insomma… ci ha prese in simpatia, e tanto ha detto e tanto ha fatto, che è sceso a compromessi con la donna, che alla fine ha dovuto capitolare, anche perché lui è il capo quindi l’ultima parola è la sua. Ci ha offerto di lavorare in Università non proprio come insegnanti, ma come… boh non so come definirlo… In pratica, faremo 4 ore a testa a settimana, separatamente, ore non obbligatorie per gli studenti, in cui dovremo farli parlare. Lezione di speaking, praticamente. Saremo in prova un mese, e vedremo se gli studenti verranno, se lo troveranno utile, o se invece si lamenteranno o non verranno proprio. In base al loro giudizio, quindi, procederemo. La paga non è altissima rispetto a quel che prendono degli insegnanti, ma non è male, e ci permetterebbe di pagarci le spese. Per di più, l’università è all’interno del nostro stesso campus, quindi risparmieremmo in tempo e trasporti. Non sarebbe malaccio, se ci sentissimo all’altezza… Ma Ale non è convinta, sebbene il suo inglese sia ottimo e abbia già lavorato come assistente a un’insegnante in Finlandia; e a me viene da ridere anche solo a pensarci, visto che ho una pronuncia inglese orribile. Ma ci siamo trovate impantanate in questa situazione, e cosa potevamo fare? Abbiamo pensato di parlarne tra noi, mentre aspettavamo l’incontro per ulteriori chiarimenti.
Martedì è venuto un tecnico nella casa nuova, chiamato dalla padrona ad aggiustare il riscaldamento… e una l’abbiamo risolta. Mercoledì invece è venuto un altro tizio ad aggiustare il gabinetto… siamo sfortunate coi gabinetti!! Questi tecnici cinesi lasciano un po’ perplessi… il primo si è presentato a mani nude, e ha solo pacioccato le manopole qua e là… fatto sta che poi tutto funzionava. Il secondo è venuto con uno “spara-silicone” avvolto in un foglio di giornale… ha sistemato il gabinetto, il lavandino (non sapete che puzza c’era in quel bagno… immaginate: tutto il gabinetto si alzava dal pavimento!!), poi già che c’era ha siliconato pure il lavandino e il rubinetto della cucina. Non era il metodo di risoluzione problemi che avrebbe adottato un tecnico italiano, ma qui non si può pretendere, perciò ringraziamo già che sia venuto. Da lunedì mi ha ripreso il male al ginocchio, stavolta il sinistro: troppe posizioni proibitive per me in questi giorni, dal bidè nella bacinella al pulire il box doccia ai milioni di scale salite e scese. Mi è venuto talmente male che non riuscivo manco a fare le scale normalmente, dovevo mettermi a fare dei piccoli saltelli ridicoli, e in dormitorio siamo al secondo piano, e va ancora bene, anche perché c’è l’ascensore, ma le lezioni sono al 4° piano, e la casa nuova al 3°, quindi è stato un suicidio!
Sempre mercoledì siamo andate a incontrare la donna dello staff. E’ palese che ci odia, non ci ha minimamente considerate e quando si rivolge a noi si capisce chiaramente cosa pensa. Noi ci sentiamo molto a disagio con questo suo atteggiamento, e non siamo molto convinte. Ma lei ci ha già presentato il contratto pronto da firmare, ci ha chiarito tutti i dubbi, quindi lo abbiamo firmato… Ci ha mostrato le classi e ce ne siamo andate, tutt’altro che gioiose… Secondo noi lei stessa ci saboterà: non dirà a nessuno studente di queste lezioni, così che nessuno verrà e potrà interrompere il contratto. Ci spiace anche non lavorare insieme, anche se almeno possiamo fare le stesse lezioni visto che abbiamo gruppi diversi, ma forse sarà la volta buona che sarò costretta a cavarmela in inglese e cinese senza che Ale mi risolva sempre tutto. Cominciamo martedì.
Giovedì, tutte bene informate da una compagna inglese che l’ha già fatto, ci siamo mosse per il permesso di soggiorno: siamo andate in ospedale a ritirare gli esiti dei nostri esami (anche lì, al momento di farli c’era stato da discutere per convincerli a non farci rifare gli esami del sangue, visto che le avevamo già fatte –e pagate- in Italia). Prendi i vari bus, cammina cammina, entra, chiedi, vai a quello sportello, spostati nell’altro, indovinate un po’? Ma ovvio, no? Ci voleva un modulo che noi non avevamo portato. Alessia era stanca, male al piede, provata, si è semi-accasciata davanti allo sportello e ha chiesto col più grande scazzo del mondo se non potevano fare in altro modo, perché eravamo già piene di problemi, quindi di altri non ce n’era proprio bisogno. Alessia è piccolina come me, sembra innocua, poi però quando si stufa si stufa: ha un modo di parlare che ti stende, hai paura a non assecondarla. E’ quello che devono aver provato le due infermiere, che ci hanno detto di scrivere una dichiarazione e ci hanno dato sti benedetti esami. E un’altra è andata.
Al ritorno, visto che ne abbiamo trovata una per strada, siamo passate dalla China Unicom, a chiedere di installare Internet in casa. Fatta una coda di mezz’ora, viene fuori che senza permesso di soggiorno, niente connessione. Vi risparmio i mille problemi di udito della ragazza, che continuava a ripeterci che non era possibile anche se noi avevamo cambiato domanda, comunque niente, tornate a casa stanche e scoglionatissime, visto che a nessuno era venuto in mente di dirci che senza permesso di soggiorno non potevamo avere la connessione. Tra tutte le beghe di queste settimane, sapendo che per il permesso di soggiorno avevamo tempo fino al 25, abbiamo dato la precedenza alla casa. Ma se avessimo saputo che ci giocavamo l’Internet, magari ci saremmo mosse prima. Invece, visto che la polizia a quanto dicono ci metterà 2 settimane a rilasciarci il permesso, fino a metà aprile non se ne parlerà, e allora cosa facciamo?? Non ha senso pagare un mese intero per usarla solo 15 giorni. Insomma… che barba!! E non avremo neanche più l’internet gratis e lentissimo del dormitorio, visto che non risiederemo più lì.
Venerdì con tutto il po’ po’ di documenti, andiamo nella pausa tra una lezione e l’altra nell’ufficio dei visti studenti. Prima passiamo a fare delle fotocopie, e mentre siamo nel gabbiotto della portinaia c’è una ragazza cinese molto frou frou (capelli arricciati e gonfissimi… più gonfi dei miei, il che è tutto dire…) che mi fissa, poi mi si avvicina e blatera qualcosa in cinese. Io capivo solo “Wo zai xun zhao piaoliang de nu er, ni hen piaoliang” (=sto cercando belle ragazze, tu sei bella), ma l’ho sbolognata dicendole di aspettare, visto che avevamo le braccia colme di fotocopie e fogli vari. Ma questa era un osso duro, ci ha seguite in ufficio e mi ha fatta parlare col professore, che mi ha parlato di foto e di soldi che avrei ricevuto se avessi accettato. Io non stavo capendo niente, volevo solo risolvere sta cosa del visto, ma poi ho visto fuori dalla porta altre due ragazze che conoscevo di vista, tedesche, perplesse quanto me, reclutate dalla stessa tizia. Per fortuna c’era pure un ragazzo che faceva da interprete per tutte, e ci ha spiegato che volevano farci delle foto, e ci avrebbero pagate 100 yuan all’ora. Più di quel che ci dà l’università per le lezioni di speaking!! Insomma… non ero sola, quindi ho lasciato il numero dicendo di sì. Ora vediamo se mi chiamano o se era tutto un bluff. Ahahahhhaha!!! Solamente in Cina io, tappa come sono, avrei potuto essere reclutata come modella!!!
Tornata in ufficio, dopo la coda, finalmente arriva il nostro turno. Ovviamente, vuoi che non ci siano diecimila problemi? Ma certo che sì. Un casino allucinante solo perché ci trasferivamo. Insomma… abbiamo perso l’ora di lezione. Un casino incredibile, e alla fine il pomeriggio siamo andate dove ci ha indicato a lasciare passaporto e tutto il resto, lunedì dovremo portare il foglietto a Liu laoshi (prof. Liu), poi il 30 andare a ritirare il passaporto e il permesso di soggiorno. Dopodiché, dovremo andare dalla Polizia a dire che abbiamo cambiato casa. Non so cosa farà la polizia, sarebbe troppo bello se modificasse l’indirizzo al computer e ci lasciasse andare col nostro permesso, e noi potessimo passare subito a farci fare la connessione a internet. Sappiamo che non andrà così liscia, ormai conosciamo bene la nostra sfortuna.
Siamo andate nella casa nuova a pulire cucina e salone. Tutto funzionava perfettamente, a parte le prese nelle nostre camere, ma le avevamo già provate e andavano, quindi credevamo fosse un problema di ciabatta, e non ci siamo preoccupate più di tanto. Il trasloco era previsto per sabato, primo giorno di primavera: nonostante le varie beghe burocratiche, il sole splendeva nel cielo limpido, la casa era calda e pulita, e noi eravamo contente. La sera abbiamo lavorato sulle relazioni sociali chiacchierando tutta la sera con un ragazzo russo che mi aveva approcciata il giorno prima, e uno del Kazakistan mezzo poliglotta. Insomma, serata piacevole, e invito a uscire per la sera dopo, a vedere qualche parte della città. Alèèèèèèèèèèèèè!!!
Sabato ci siamo svegliate sotto la pioggia. Nooooooooooo e ti pareva che dovevamo traslocare e la sera uscire!!! Mattinata passata a impacchettare e a depilarsi.. per sfruttare fino all’ultimo la corrente del dormitori! Poi, cariche come muli sardi, siamo partite sotto la pioggia con zainoni enormi a spalle, il trolley, borsa coi libri, altre borse, e ombrello. Ce la siamo fatta a piedi fino alla casa nuova, arrivando non so come. Saranno 10 minuti abbondanti credo, ma vi giuro sono sembrati un’eternità. Abbiamo smollato la roba e siamo tornate indietro per il secondo giro. Per strada abbiamo preso una patata dolce per pranzare. Ci siamo innamorate delle patate dolci e la signora ormai ci conosce e ci saluta sempre.
Abbiamo terminato di impacchettare tutto, poi abbiamo portato tutto giù per chiamare un taxi. La fuwuyuan alla reception ci ha chiesto se stavamo traslocando, e ci ha detto, sapete cosa?? Che per spostarci dovevamo avere il permesso di Liu laoshi!!! Lo stesso dei visti!!! Ma è una persecuzione!!! Ma adesso bisogna pure avere i permessi per traslocare??? Ma cosa pensano, di tirarmi per le gambe se io voglio andare via? Adesso ci manca solo più sto professore non ci voglia dare il permesso finché non abbiamo quello di soggiorno, perché se succede così la Cina o almeno Qingdao scomparirà dalla faccia della terra, e se accadrà saprete chi è stato.
Comunque, abbiamo traslocato. Abbiamo dato la mancia al taxi per farlo stare fermo mentre noi portavamo su la roba, visto che pioveva, ma sto cafone si è preso la mancia, ha scaricato tutto lì sotto la pioggia e se ne è andato. Che furbone! Va beh, ormai a ste inezie non ci facciamo manco più caso, quindi ci siamo fatte i nostri 4 giri su e giù. Arriviamo in casa, e non avevamo ancora finito di dire “Oooohhhh, ce l’abbiamo fatta, il grosso è andato!”, che ci siamo accorte che… il riscaldamento non funzionava!!! Avete presente quando davvero non sai più cosa pensare, e non ti viene altro che da ridere? Cosa dovevamo fare? Avevamo appena finito di traslocare, e la casa stava diventando fredda e non aveva l’acqua calda. Per di più… un terribile odore di gas. Oddio!!!! Ma basta, che cos’avremmo mai fatto di male??? Sarà mica perché sporcavamo il bagno delle fuwuyuan? Che poi lo lasciavamo sempre bello lindo…
Chiama l’agenzia, che chiama la padrona e ci dice che un tecnico arriverà dalle 15 alle 16. Noi stiamo in casa tutto il pomeriggio ad aspettarlo e… l’avete visto voi? Noi no. Poi mi sono accorta che anche le luci non funzionavano… Allora era saltata la corrente!! Meno male, abbiamo pensato, non è un problema del riscaldamento. Ma la sera si avvicinava, cosa facevamo noi senza luci? Poi, mentre pulivamo, foderavamo gli armadi e sistemavamo la roba, raffreddandoci sempre più, all’improvviso la corrente è tornata! E con lei anche il riscaldamento e l’acqua calda. Per fortuna!! Ovviamente aveva smesso di piovere non appena noi avevamo finito di traslocare… quando si dice il caso.
Alle 18 siamo tornate al dormitorio per l’ultimo giro di trasporti, e per nutrirci. A me l’idea di fare la spesa nel mercatino puzzolente, tornare a casa e mettermi a cucinare verdura bollita in una cucina non ancora sistemata dava sui nervi, così ho detto ad Ale che le offrivo la cena, e siamo uscite prestissimo perché eravamo mezze svenute dalla fame. Volevamo andare al solito posto della zona che conosciamo, ma poi ci siamo trovate nella via piena dei banchetti nel pieno del movimento: fumi e odori diversi da tutte le parti, e un sacco di gente che cenava così. Abbiamo pensato di prenderci il pane dell’altra volta e di provare a portarcelo al ristorante come accompagnamento, ma poi abbiamo trovato lo stesso pane farcito con carne di pollo... carne!!! Lo abbiamo preso.. e abbiamo fatto bene, perché sapeva di kebab, ed era molto buono. Abbiamo mangiato ancora qualcosa e poi siamo tornate a casa. In dormitorio abbiamo riempito gli zaini ancora una volta e ci siamo dirette a casa. Che bello!! Non più gelata, già con le nostre cosine in giro, gli asciugamani in bagno, i nostri prodotti, le lenzuola colorate sui letti… Ora sì che sembrava una casa!! E soprattutto, non era andata a fuoco come ormai ci saremmo quasi aspettate. Proviamo ad attaccare l’altra ciabatta funzionante alle prese in camera e… non va! Noooooooooo ma come!!! Una volta andava, ma com’è possibile??? Insomma, vuol dire che manco il portatile possiamo attaccare!! Poi vado a leggere sui contatori, ce ne sono due giù. In uno mi sembra ci sia scritto ‘camere’, nell’altro ‘soggiorno’. Proviamo a tirarli su? Ale era preoccupatissima, temeva succedesse qualcosa, ma in fondo eran solo contatori no? Così li abbiamo alzati e… Ooooohhh là! Era proprio quella la cosa da fare!! Adesso funziona tutto! Io ho inaugurato personalmente il bagno –con una certa ansia, devo dire, visto che qui gli scarichi sono molto deboli e non abbiamo più il bagno delle fuwuyuan come ripiego-, e tutto è andato bene, poi ho pure inaugurato la doccia, e di nuovo tutto è andato benone!! L’acqua non esce più, e anche la puzza è sparita! E’ stato bellissimo farsi la doccia all’ora che volevo, senza dover rispettare degli orari per l’acqua calda, che non sono mai puntuali, lavarsi senza allagare tutto quanto, dentro il box, e non doversi cambiare le ciabatte ogni volta che entri ed esci, perché è tutto bagnato. Adesso sono nel mio lettone, sotto la coperta, ho passato la serata a scrivere. Che le cose inizino ad andar bene? Non osiamo sperarlo. Però siamo in casa, che è ancora bella fredda, rispetto al dormitorio, ma speriamo si scaldi presto. Fuori soffia un vento fortissimo, spero spazzi via tutte le nuvole e domani di svegliarmi con la luce del sole che si riflette sul mare che vedo dalla finestra.
Stasera alla fine non siamo uscite coi due ragazzi perché non li abbiamo più trovati, tra i vari traslochi, ma tanto fa così freddo e siamo così distrutte che rimandare non ci dispiace poi così tanto. Sono contenta di essere riuscita a scrivere tutte le ultime avventure. Il male al ginocchio è molto migliorato, quindi vado a nanna col sorriso con le labbra, nella mia nuova casa!!
Anyway, fossero questi i problemi maggiori! Almeno la dieta dipende esclusivamente dalla nostra volontà, non come tutte le sfighe cinesi che sembrano non finire mai e che chissà chi ce le manda…
Domenica, mentre ancora barcollavamo dall’abbuffata del mattino, appena siamo state in grado di muoverci siamo andate a fare due passi per il campus: non l’avevamo ancora girato tutto, e volevamo scoprire se c’era un campetto sportivo per allenarci. Per la strada ci siamo imbattute in un edificio scolastico, e ci siamo fermate a leggere la scritta. Proprio in quel momento si è fermato un macchinone, ne è sceso un cinese grassissimo, e ci ha chiesto in inglese che cosa stavamo cercando. Parlotta parlotta, ne abbiamo subito approfittato per dirgli che stavamo cercando un lavoretto, possibilmente come insegnanti di italiano/inglese (qui gli insegnanti prendono uno stipendio da occidentale in un Paese in cui si vive con moooolto meno), nel caso sentisse di qualche scuola che ne avesse bisogno. Lui ci ha detto che nella sua scuola (appunto l’edificio che stavamo guardando) insegnavano inglese, ma cercavano insegnanti di madrelingua; tuttavia potevamo andare nel suo ufficio a conoscere il suo staff, per vedere se potevano trovarci qualcosa. Tutte speranzose ce ne siamo tornate in camera, e poi preparate per la nostra ultima cena (quella descritta nel post precedente).
Lunedì abbiamo pagato la casa, in ritardo di due giorni (il contratto partiva dal 14, ma per i vari motivi che sapete non abbiamo potuto trasferirci in tempo), poi nel pomeriggio siamo andate nell’ufficio del tizio. Il suo staff era composto da una sola donna cinese che parlava inglese, che ci ha osservate al microscopio per un tempo interminabile. Ci ha detto che cercavano insegnanti di madrelingua, che noi abbiamo l’accento italiano e lei aveva paura che potessimo influenzare gli studenti. Poi alcuni di loro erano già stati a studiare in America e in Scozia, quindi il livello è molto alto. Per la serie: non andate bene, dove cacchio credete di andare? Noi non aspiravamo certo a un incarico nell’Università, ma sto tipo insisteva a dire che aveva apprezzato il nostro spirito d’iniziativa e la nostra buona volontà e desiderio di metterci in gioco, che anche sua figlia sta studiando negli USA, insomma… ci ha prese in simpatia, e tanto ha detto e tanto ha fatto, che è sceso a compromessi con la donna, che alla fine ha dovuto capitolare, anche perché lui è il capo quindi l’ultima parola è la sua. Ci ha offerto di lavorare in Università non proprio come insegnanti, ma come… boh non so come definirlo… In pratica, faremo 4 ore a testa a settimana, separatamente, ore non obbligatorie per gli studenti, in cui dovremo farli parlare. Lezione di speaking, praticamente. Saremo in prova un mese, e vedremo se gli studenti verranno, se lo troveranno utile, o se invece si lamenteranno o non verranno proprio. In base al loro giudizio, quindi, procederemo. La paga non è altissima rispetto a quel che prendono degli insegnanti, ma non è male, e ci permetterebbe di pagarci le spese. Per di più, l’università è all’interno del nostro stesso campus, quindi risparmieremmo in tempo e trasporti. Non sarebbe malaccio, se ci sentissimo all’altezza… Ma Ale non è convinta, sebbene il suo inglese sia ottimo e abbia già lavorato come assistente a un’insegnante in Finlandia; e a me viene da ridere anche solo a pensarci, visto che ho una pronuncia inglese orribile. Ma ci siamo trovate impantanate in questa situazione, e cosa potevamo fare? Abbiamo pensato di parlarne tra noi, mentre aspettavamo l’incontro per ulteriori chiarimenti.
Martedì è venuto un tecnico nella casa nuova, chiamato dalla padrona ad aggiustare il riscaldamento… e una l’abbiamo risolta. Mercoledì invece è venuto un altro tizio ad aggiustare il gabinetto… siamo sfortunate coi gabinetti!! Questi tecnici cinesi lasciano un po’ perplessi… il primo si è presentato a mani nude, e ha solo pacioccato le manopole qua e là… fatto sta che poi tutto funzionava. Il secondo è venuto con uno “spara-silicone” avvolto in un foglio di giornale… ha sistemato il gabinetto, il lavandino (non sapete che puzza c’era in quel bagno… immaginate: tutto il gabinetto si alzava dal pavimento!!), poi già che c’era ha siliconato pure il lavandino e il rubinetto della cucina. Non era il metodo di risoluzione problemi che avrebbe adottato un tecnico italiano, ma qui non si può pretendere, perciò ringraziamo già che sia venuto. Da lunedì mi ha ripreso il male al ginocchio, stavolta il sinistro: troppe posizioni proibitive per me in questi giorni, dal bidè nella bacinella al pulire il box doccia ai milioni di scale salite e scese. Mi è venuto talmente male che non riuscivo manco a fare le scale normalmente, dovevo mettermi a fare dei piccoli saltelli ridicoli, e in dormitorio siamo al secondo piano, e va ancora bene, anche perché c’è l’ascensore, ma le lezioni sono al 4° piano, e la casa nuova al 3°, quindi è stato un suicidio!
Sempre mercoledì siamo andate a incontrare la donna dello staff. E’ palese che ci odia, non ci ha minimamente considerate e quando si rivolge a noi si capisce chiaramente cosa pensa. Noi ci sentiamo molto a disagio con questo suo atteggiamento, e non siamo molto convinte. Ma lei ci ha già presentato il contratto pronto da firmare, ci ha chiarito tutti i dubbi, quindi lo abbiamo firmato… Ci ha mostrato le classi e ce ne siamo andate, tutt’altro che gioiose… Secondo noi lei stessa ci saboterà: non dirà a nessuno studente di queste lezioni, così che nessuno verrà e potrà interrompere il contratto. Ci spiace anche non lavorare insieme, anche se almeno possiamo fare le stesse lezioni visto che abbiamo gruppi diversi, ma forse sarà la volta buona che sarò costretta a cavarmela in inglese e cinese senza che Ale mi risolva sempre tutto. Cominciamo martedì.
Giovedì, tutte bene informate da una compagna inglese che l’ha già fatto, ci siamo mosse per il permesso di soggiorno: siamo andate in ospedale a ritirare gli esiti dei nostri esami (anche lì, al momento di farli c’era stato da discutere per convincerli a non farci rifare gli esami del sangue, visto che le avevamo già fatte –e pagate- in Italia). Prendi i vari bus, cammina cammina, entra, chiedi, vai a quello sportello, spostati nell’altro, indovinate un po’? Ma ovvio, no? Ci voleva un modulo che noi non avevamo portato. Alessia era stanca, male al piede, provata, si è semi-accasciata davanti allo sportello e ha chiesto col più grande scazzo del mondo se non potevano fare in altro modo, perché eravamo già piene di problemi, quindi di altri non ce n’era proprio bisogno. Alessia è piccolina come me, sembra innocua, poi però quando si stufa si stufa: ha un modo di parlare che ti stende, hai paura a non assecondarla. E’ quello che devono aver provato le due infermiere, che ci hanno detto di scrivere una dichiarazione e ci hanno dato sti benedetti esami. E un’altra è andata.
Al ritorno, visto che ne abbiamo trovata una per strada, siamo passate dalla China Unicom, a chiedere di installare Internet in casa. Fatta una coda di mezz’ora, viene fuori che senza permesso di soggiorno, niente connessione. Vi risparmio i mille problemi di udito della ragazza, che continuava a ripeterci che non era possibile anche se noi avevamo cambiato domanda, comunque niente, tornate a casa stanche e scoglionatissime, visto che a nessuno era venuto in mente di dirci che senza permesso di soggiorno non potevamo avere la connessione. Tra tutte le beghe di queste settimane, sapendo che per il permesso di soggiorno avevamo tempo fino al 25, abbiamo dato la precedenza alla casa. Ma se avessimo saputo che ci giocavamo l’Internet, magari ci saremmo mosse prima. Invece, visto che la polizia a quanto dicono ci metterà 2 settimane a rilasciarci il permesso, fino a metà aprile non se ne parlerà, e allora cosa facciamo?? Non ha senso pagare un mese intero per usarla solo 15 giorni. Insomma… che barba!! E non avremo neanche più l’internet gratis e lentissimo del dormitorio, visto che non risiederemo più lì.
Venerdì con tutto il po’ po’ di documenti, andiamo nella pausa tra una lezione e l’altra nell’ufficio dei visti studenti. Prima passiamo a fare delle fotocopie, e mentre siamo nel gabbiotto della portinaia c’è una ragazza cinese molto frou frou (capelli arricciati e gonfissimi… più gonfi dei miei, il che è tutto dire…) che mi fissa, poi mi si avvicina e blatera qualcosa in cinese. Io capivo solo “Wo zai xun zhao piaoliang de nu er, ni hen piaoliang” (=sto cercando belle ragazze, tu sei bella), ma l’ho sbolognata dicendole di aspettare, visto che avevamo le braccia colme di fotocopie e fogli vari. Ma questa era un osso duro, ci ha seguite in ufficio e mi ha fatta parlare col professore, che mi ha parlato di foto e di soldi che avrei ricevuto se avessi accettato. Io non stavo capendo niente, volevo solo risolvere sta cosa del visto, ma poi ho visto fuori dalla porta altre due ragazze che conoscevo di vista, tedesche, perplesse quanto me, reclutate dalla stessa tizia. Per fortuna c’era pure un ragazzo che faceva da interprete per tutte, e ci ha spiegato che volevano farci delle foto, e ci avrebbero pagate 100 yuan all’ora. Più di quel che ci dà l’università per le lezioni di speaking!! Insomma… non ero sola, quindi ho lasciato il numero dicendo di sì. Ora vediamo se mi chiamano o se era tutto un bluff. Ahahahhhaha!!! Solamente in Cina io, tappa come sono, avrei potuto essere reclutata come modella!!!
Tornata in ufficio, dopo la coda, finalmente arriva il nostro turno. Ovviamente, vuoi che non ci siano diecimila problemi? Ma certo che sì. Un casino allucinante solo perché ci trasferivamo. Insomma… abbiamo perso l’ora di lezione. Un casino incredibile, e alla fine il pomeriggio siamo andate dove ci ha indicato a lasciare passaporto e tutto il resto, lunedì dovremo portare il foglietto a Liu laoshi (prof. Liu), poi il 30 andare a ritirare il passaporto e il permesso di soggiorno. Dopodiché, dovremo andare dalla Polizia a dire che abbiamo cambiato casa. Non so cosa farà la polizia, sarebbe troppo bello se modificasse l’indirizzo al computer e ci lasciasse andare col nostro permesso, e noi potessimo passare subito a farci fare la connessione a internet. Sappiamo che non andrà così liscia, ormai conosciamo bene la nostra sfortuna.
Siamo andate nella casa nuova a pulire cucina e salone. Tutto funzionava perfettamente, a parte le prese nelle nostre camere, ma le avevamo già provate e andavano, quindi credevamo fosse un problema di ciabatta, e non ci siamo preoccupate più di tanto. Il trasloco era previsto per sabato, primo giorno di primavera: nonostante le varie beghe burocratiche, il sole splendeva nel cielo limpido, la casa era calda e pulita, e noi eravamo contente. La sera abbiamo lavorato sulle relazioni sociali chiacchierando tutta la sera con un ragazzo russo che mi aveva approcciata il giorno prima, e uno del Kazakistan mezzo poliglotta. Insomma, serata piacevole, e invito a uscire per la sera dopo, a vedere qualche parte della città. Alèèèèèèèèèèèèè!!!
Sabato ci siamo svegliate sotto la pioggia. Nooooooooooo e ti pareva che dovevamo traslocare e la sera uscire!!! Mattinata passata a impacchettare e a depilarsi.. per sfruttare fino all’ultimo la corrente del dormitori! Poi, cariche come muli sardi, siamo partite sotto la pioggia con zainoni enormi a spalle, il trolley, borsa coi libri, altre borse, e ombrello. Ce la siamo fatta a piedi fino alla casa nuova, arrivando non so come. Saranno 10 minuti abbondanti credo, ma vi giuro sono sembrati un’eternità. Abbiamo smollato la roba e siamo tornate indietro per il secondo giro. Per strada abbiamo preso una patata dolce per pranzare. Ci siamo innamorate delle patate dolci e la signora ormai ci conosce e ci saluta sempre.
Abbiamo terminato di impacchettare tutto, poi abbiamo portato tutto giù per chiamare un taxi. La fuwuyuan alla reception ci ha chiesto se stavamo traslocando, e ci ha detto, sapete cosa?? Che per spostarci dovevamo avere il permesso di Liu laoshi!!! Lo stesso dei visti!!! Ma è una persecuzione!!! Ma adesso bisogna pure avere i permessi per traslocare??? Ma cosa pensano, di tirarmi per le gambe se io voglio andare via? Adesso ci manca solo più sto professore non ci voglia dare il permesso finché non abbiamo quello di soggiorno, perché se succede così la Cina o almeno Qingdao scomparirà dalla faccia della terra, e se accadrà saprete chi è stato.
Comunque, abbiamo traslocato. Abbiamo dato la mancia al taxi per farlo stare fermo mentre noi portavamo su la roba, visto che pioveva, ma sto cafone si è preso la mancia, ha scaricato tutto lì sotto la pioggia e se ne è andato. Che furbone! Va beh, ormai a ste inezie non ci facciamo manco più caso, quindi ci siamo fatte i nostri 4 giri su e giù. Arriviamo in casa, e non avevamo ancora finito di dire “Oooohhhh, ce l’abbiamo fatta, il grosso è andato!”, che ci siamo accorte che… il riscaldamento non funzionava!!! Avete presente quando davvero non sai più cosa pensare, e non ti viene altro che da ridere? Cosa dovevamo fare? Avevamo appena finito di traslocare, e la casa stava diventando fredda e non aveva l’acqua calda. Per di più… un terribile odore di gas. Oddio!!!! Ma basta, che cos’avremmo mai fatto di male??? Sarà mica perché sporcavamo il bagno delle fuwuyuan? Che poi lo lasciavamo sempre bello lindo…
Chiama l’agenzia, che chiama la padrona e ci dice che un tecnico arriverà dalle 15 alle 16. Noi stiamo in casa tutto il pomeriggio ad aspettarlo e… l’avete visto voi? Noi no. Poi mi sono accorta che anche le luci non funzionavano… Allora era saltata la corrente!! Meno male, abbiamo pensato, non è un problema del riscaldamento. Ma la sera si avvicinava, cosa facevamo noi senza luci? Poi, mentre pulivamo, foderavamo gli armadi e sistemavamo la roba, raffreddandoci sempre più, all’improvviso la corrente è tornata! E con lei anche il riscaldamento e l’acqua calda. Per fortuna!! Ovviamente aveva smesso di piovere non appena noi avevamo finito di traslocare… quando si dice il caso.
Alle 18 siamo tornate al dormitorio per l’ultimo giro di trasporti, e per nutrirci. A me l’idea di fare la spesa nel mercatino puzzolente, tornare a casa e mettermi a cucinare verdura bollita in una cucina non ancora sistemata dava sui nervi, così ho detto ad Ale che le offrivo la cena, e siamo uscite prestissimo perché eravamo mezze svenute dalla fame. Volevamo andare al solito posto della zona che conosciamo, ma poi ci siamo trovate nella via piena dei banchetti nel pieno del movimento: fumi e odori diversi da tutte le parti, e un sacco di gente che cenava così. Abbiamo pensato di prenderci il pane dell’altra volta e di provare a portarcelo al ristorante come accompagnamento, ma poi abbiamo trovato lo stesso pane farcito con carne di pollo... carne!!! Lo abbiamo preso.. e abbiamo fatto bene, perché sapeva di kebab, ed era molto buono. Abbiamo mangiato ancora qualcosa e poi siamo tornate a casa. In dormitorio abbiamo riempito gli zaini ancora una volta e ci siamo dirette a casa. Che bello!! Non più gelata, già con le nostre cosine in giro, gli asciugamani in bagno, i nostri prodotti, le lenzuola colorate sui letti… Ora sì che sembrava una casa!! E soprattutto, non era andata a fuoco come ormai ci saremmo quasi aspettate. Proviamo ad attaccare l’altra ciabatta funzionante alle prese in camera e… non va! Noooooooooo ma come!!! Una volta andava, ma com’è possibile??? Insomma, vuol dire che manco il portatile possiamo attaccare!! Poi vado a leggere sui contatori, ce ne sono due giù. In uno mi sembra ci sia scritto ‘camere’, nell’altro ‘soggiorno’. Proviamo a tirarli su? Ale era preoccupatissima, temeva succedesse qualcosa, ma in fondo eran solo contatori no? Così li abbiamo alzati e… Ooooohhh là! Era proprio quella la cosa da fare!! Adesso funziona tutto! Io ho inaugurato personalmente il bagno –con una certa ansia, devo dire, visto che qui gli scarichi sono molto deboli e non abbiamo più il bagno delle fuwuyuan come ripiego-, e tutto è andato bene, poi ho pure inaugurato la doccia, e di nuovo tutto è andato benone!! L’acqua non esce più, e anche la puzza è sparita! E’ stato bellissimo farsi la doccia all’ora che volevo, senza dover rispettare degli orari per l’acqua calda, che non sono mai puntuali, lavarsi senza allagare tutto quanto, dentro il box, e non doversi cambiare le ciabatte ogni volta che entri ed esci, perché è tutto bagnato. Adesso sono nel mio lettone, sotto la coperta, ho passato la serata a scrivere. Che le cose inizino ad andar bene? Non osiamo sperarlo. Però siamo in casa, che è ancora bella fredda, rispetto al dormitorio, ma speriamo si scaldi presto. Fuori soffia un vento fortissimo, spero spazzi via tutte le nuvole e domani di svegliarmi con la luce del sole che si riflette sul mare che vedo dalla finestra.
Stasera alla fine non siamo uscite coi due ragazzi perché non li abbiamo più trovati, tra i vari traslochi, ma tanto fa così freddo e siamo così distrutte che rimandare non ci dispiace poi così tanto. Sono contenta di essere riuscita a scrivere tutte le ultime avventure. Il male al ginocchio è molto migliorato, quindi vado a nanna col sorriso con le labbra, nella mia nuova casa!!
Sunday, March 15, 2009
Tra gaudio, mal di stomaco e nuovo giubilo... per la serie: non ci smentiamo mai!!!
Altra cosa che ancora non ho raccontato, è la storia del nostro bagno: dal primo giorno che siamo arrivate, infatti, è otturato. Perché noi, da italiane, siamo abituate a buttare la carta igienica nel gabinetto, visto che la cosa è sicuramente più pulita che non buttare la cartaccia sporca in un sacchetto. Qui, invece, gli scarichi dei gabinetti sembrano quelli delle bambole. Fatto sta che, se nessuno ci dice che qui funziona diversamente, a noi viene spontaneo comportarci come d’abitudine. Il primo giorno abbiamo fatto pipì, e proceduto come di consueto. Il giorno dopo il gabinetto era intasato. Abbiamo subito chiamato la fuwuyuan (=donna di servizio), e glielo abbiamo fatto vedere, visto che non sapevamo come si diceva. Lei è rimasta lì come un’allocca a guardare il pezzo di carta galleggiante e a ripetere come un pappagallo: “Du le… du le!!! (otturato… otturato!)”. E, anziché chiamare subito qualche giovane prestante a sbloccare la situazione, ci ha detto che dovevamo togliere il pezzo di carta, e poi sarebbe andato a posto. Ma ragazza mia, cosa dici mai? Se questo gabinetto fino a ieri ingoiava i pezzi di carta, e adesso invece galleggiano bellamente, non basta certo toglierli perché si smuovano anche quelli incastrati nei tubi. O no?
In questo dormitorio, però, o ti aggiusti o ti aggiusti, e le fuwuyuan di qui sono delle arpìe tremende, che se ne vanno in giro camminando come se sfilassero e atteggiandosi manco fossero le regine di Saba, e che appena possono ti trattano male. Così, visto che siamo ragazze fini e bene educate, e non ci piaceva l’idea di dover richiamare qualcuno in aiuto della nostra toilette intasata non più solo da pezzi di carta, abbiamo optato per una soluzione alternativa. Abbiamo cominciato ad andare nel bagno di sotto, che pensavamo fosse pubblico. Quando poi abbiamo scoperto essere il bagno delle fuwuyuan, ci andavamo ancora più di gusto.
Questa introduzione poco consona alle ricette di cucina, è però necessaria per comprendere il lato comico dell’avventura di oggi. Questo soggiorno è cominciato a dieta ferrea, un po’ per volontà ma anche tanto per costrizione, per via del poco tempo che avevamo anche solo per pensare a fare porcate. Poi la cosa ci è sfuggita di mano: dalla patata dolce per festeggiare la firma del contratto per la casa, non ci siamo più fermate, e passando dal negozietto del campus, abbiamo preso a comprare qualche robetta, come gli Oreo (li fanno anche in Italia, ma con questa farcitura non li avevo mai visti) riempiti di crema di arachidi (buonissimi!!!), lo Snickers, tavolette di cioccolata fasulla (poveri cinesi), dolcetti cinesi da sperimentare. Ma c’è una cosa che di Alessia non sapete: lei è una tossica. Nutella-dipendente, per l’esattezza. Ha cominciato a ossessionarmi con sta Nutella, ha continuato a farlo imperterrita, poi quando l’abbiamo trovata al Carrefour (il Jia le fu), è stata la fine. L’avrebbe pagata pure più di quel tanto che già costa, ma la voleva. Questo fino all’incidente di venerdì sera, quando abbiamo deciso di fare assoluta economia per rimediare alla mazzata del buffet, e quindi di rinunciare alla Nutella. Qui c’è un centro commerciale molto grande e bello, il Jusco, in cui una cosa in particolare è apprezzata dagli occidentali e dai cinesi stessi: il Coffee sweets. E’ una via di mezzo tra una panetteria e una pasticceria, ed è l’unico posto in cui si respira aria buona. Note aromatiche di brioches e di pane appena sformato accarezzano invitanti le narici di chi passa di lì, ed è costretto a fermarsi, ma se si ferma poi non se ne va senza comprare. La scelta è abbastanza ampia, ampissima trattandosi di un posto in Cina, ed è tutto davvero invitante. E’ anche l’unico posto di nostra conoscenza in cui è possibile trovare del pane come lo intendiamo noi, ed è un pane così soffice, ma così soffice, come mai ne ho trovati. Il programma doveva essere: sabato pulizie in casa, poi giro al Jusco a comprare Nutella e pane su cui spalmarla per la colazione-pranzo di domenica, ultimo giorno di porcate. Poi, da lunedì, dieta ferrea. Dovendo fare economia, avevamo deciso di lasciar stare la Nutella che qui costa ben 60 yuan (più di 6 euro), e di sostituirla comunque con qualche biscotto goloso e una tavoletta di cioccolata da sciogliere nel latte. Ma Alessia mi ha fatto una testa tanta con sta cavolo di Nutella, che io, dal non desiderarla, sono passata non solo ad averne voglia, ma a non poterne più fare a meno! Così è bastata un’occhiata, e siamo andate al Jusco per comprarla. Che delusione quando anziché the original, non abbiamo trovato che imitazioni! Depresse e deluse più che mai, ci aggiravamo per il centro commerciale come due povere tapine, e all’inizio non trovavamo neanche la cioccolata! Perché la cioccolata cinese non è vero cioccolato, non sa di niente. Alla fine abbiamo comprato una crema al cioccolato simil-nutella ma con lo 0,3% di nocciole, quindi un ritter sport alle nocciole intere per compensare alla carenza, poi gli Oreo alla crema di arachidi e cioccolato, poi nella panetteria profumosa abbiamo preso due paninetti da farcire, uno classico e l’altro con le gocce di cioccolato (il pane era finito), e ancora due dolci di sfoglia. Al ritorno temendo che il bicchiere di crema non bastasse ci siamo ancora fermate nel solito negozietto a prendere altre due barrette Dove, e due cioccolatini. La colazione per la domenica era assicurata!! A che prezzo, però… alla faccia dell’economia! Abbiamo speso 54 yuan a testa solo di schifezze. E va beh… Sembravamo due bimbette al Carnevale, tutte allegre e radiose, solo perché avevamo le borse piene di cioccolata! La situazione ci sembrava così ridicola che ridevamo da sole!
Non siamo riuscite a trattenerci, quei dolci emanavano un profumo così buono persino sul pullman, che non potevamo aspettare la mattina: abbiamo cenato con i dolcetti e i cioccolatini. Che bontàààààà!!!!! Sfoglia, pan di spagna, e sopra noci, mandorle e altra frutta secca coperta di non ho capito cosa, ma buonissima!!! Striata di cioccolato. Una vera bontà insperata in Cina.
In questo dormitorio, però, o ti aggiusti o ti aggiusti, e le fuwuyuan di qui sono delle arpìe tremende, che se ne vanno in giro camminando come se sfilassero e atteggiandosi manco fossero le regine di Saba, e che appena possono ti trattano male. Così, visto che siamo ragazze fini e bene educate, e non ci piaceva l’idea di dover richiamare qualcuno in aiuto della nostra toilette intasata non più solo da pezzi di carta, abbiamo optato per una soluzione alternativa. Abbiamo cominciato ad andare nel bagno di sotto, che pensavamo fosse pubblico. Quando poi abbiamo scoperto essere il bagno delle fuwuyuan, ci andavamo ancora più di gusto.
Questa introduzione poco consona alle ricette di cucina, è però necessaria per comprendere il lato comico dell’avventura di oggi. Questo soggiorno è cominciato a dieta ferrea, un po’ per volontà ma anche tanto per costrizione, per via del poco tempo che avevamo anche solo per pensare a fare porcate. Poi la cosa ci è sfuggita di mano: dalla patata dolce per festeggiare la firma del contratto per la casa, non ci siamo più fermate, e passando dal negozietto del campus, abbiamo preso a comprare qualche robetta, come gli Oreo (li fanno anche in Italia, ma con questa farcitura non li avevo mai visti) riempiti di crema di arachidi (buonissimi!!!), lo Snickers, tavolette di cioccolata fasulla (poveri cinesi), dolcetti cinesi da sperimentare. Ma c’è una cosa che di Alessia non sapete: lei è una tossica. Nutella-dipendente, per l’esattezza. Ha cominciato a ossessionarmi con sta Nutella, ha continuato a farlo imperterrita, poi quando l’abbiamo trovata al Carrefour (il Jia le fu), è stata la fine. L’avrebbe pagata pure più di quel tanto che già costa, ma la voleva. Questo fino all’incidente di venerdì sera, quando abbiamo deciso di fare assoluta economia per rimediare alla mazzata del buffet, e quindi di rinunciare alla Nutella. Qui c’è un centro commerciale molto grande e bello, il Jusco, in cui una cosa in particolare è apprezzata dagli occidentali e dai cinesi stessi: il Coffee sweets. E’ una via di mezzo tra una panetteria e una pasticceria, ed è l’unico posto in cui si respira aria buona. Note aromatiche di brioches e di pane appena sformato accarezzano invitanti le narici di chi passa di lì, ed è costretto a fermarsi, ma se si ferma poi non se ne va senza comprare. La scelta è abbastanza ampia, ampissima trattandosi di un posto in Cina, ed è tutto davvero invitante. E’ anche l’unico posto di nostra conoscenza in cui è possibile trovare del pane come lo intendiamo noi, ed è un pane così soffice, ma così soffice, come mai ne ho trovati. Il programma doveva essere: sabato pulizie in casa, poi giro al Jusco a comprare Nutella e pane su cui spalmarla per la colazione-pranzo di domenica, ultimo giorno di porcate. Poi, da lunedì, dieta ferrea. Dovendo fare economia, avevamo deciso di lasciar stare la Nutella che qui costa ben 60 yuan (più di 6 euro), e di sostituirla comunque con qualche biscotto goloso e una tavoletta di cioccolata da sciogliere nel latte. Ma Alessia mi ha fatto una testa tanta con sta cavolo di Nutella, che io, dal non desiderarla, sono passata non solo ad averne voglia, ma a non poterne più fare a meno! Così è bastata un’occhiata, e siamo andate al Jusco per comprarla. Che delusione quando anziché the original, non abbiamo trovato che imitazioni! Depresse e deluse più che mai, ci aggiravamo per il centro commerciale come due povere tapine, e all’inizio non trovavamo neanche la cioccolata! Perché la cioccolata cinese non è vero cioccolato, non sa di niente. Alla fine abbiamo comprato una crema al cioccolato simil-nutella ma con lo 0,3% di nocciole, quindi un ritter sport alle nocciole intere per compensare alla carenza, poi gli Oreo alla crema di arachidi e cioccolato, poi nella panetteria profumosa abbiamo preso due paninetti da farcire, uno classico e l’altro con le gocce di cioccolato (il pane era finito), e ancora due dolci di sfoglia. Al ritorno temendo che il bicchiere di crema non bastasse ci siamo ancora fermate nel solito negozietto a prendere altre due barrette Dove, e due cioccolatini. La colazione per la domenica era assicurata!! A che prezzo, però… alla faccia dell’economia! Abbiamo speso 54 yuan a testa solo di schifezze. E va beh… Sembravamo due bimbette al Carnevale, tutte allegre e radiose, solo perché avevamo le borse piene di cioccolata! La situazione ci sembrava così ridicola che ridevamo da sole!
Non siamo riuscite a trattenerci, quei dolci emanavano un profumo così buono persino sul pullman, che non potevamo aspettare la mattina: abbiamo cenato con i dolcetti e i cioccolatini. Che bontàààààà!!!!! Sfoglia, pan di spagna, e sopra noci, mandorle e altra frutta secca coperta di non ho capito cosa, ma buonissima!!! Striata di cioccolato. Una vera bontà insperata in Cina.
Poi coi pancini pieni siamo andate a nanna.
Stamattina, domenica, era il gran giorno: abbiamo preparato le nostre scrivanie, sciolto la crema di cioccolata, tagliato i panini, scaldato il latte e sciolto la cioccolata dentro… Poi alèèèèèèèèèèèèèè!! Siamo partite!
Stamattina, domenica, era il gran giorno: abbiamo preparato le nostre scrivanie, sciolto la crema di cioccolata, tagliato i panini, scaldato il latte e sciolto la cioccolata dentro… Poi alèèèèèèèèèèèèèè!! Siamo partite!
Con la bocca e le mani piene di cioccolata eravamo le regine del mondo! Abbiamo iniziato a capire che qualcosa non andava dopo le due fette di pane e simil-nutella, ma non ci siamo arrese, volevamo finire tutto per non avere più tentazioni domani. Siamo andate avanti… ma i nostri occhi non erano più accesi e brillanti come prima, e le nostre pance facevano strani rumori, come brontolii. Abbiamo finito quasi tutto, avanzato solo un Oreo, 1 quadretti di Dove e due di Ritter sport. Ma stavamo malissimo!!! Siamo corse subito nel bagno delle fuwuyuan, riuscendo ancora a ridere per la soddisfazione di non dover sporcare il nostro. Ci siam chiuse lì dentro e per un bel po’ di minuti c’è stato silenzio, noi appoggiate con le mani al muro e in stato comatoso. Quando siamo uscite avevamo ancora le facce verdi, e per tutto il primo pomeriggio siamo state maluccio. Alla fine lo scopo era stato raggiunto: ci eravamo talmente riempite di schifezze, che solo l’idea di mangiarne altre ci faceva venire il voltastomaco, e non vedevamo l’ora che arrivasse lunedì per cominciare la dieta. La cosa che ci scocciava di più però era una sola: 54 yuan a testa buttati letteralmente nel cesso!!! (chiedo scusa per l’espressione, ma è proprio così).
Verso le 16 ci siamo riprese un pochino, siamo uscite per una passeggiata per il campus, alla ricerca di una pista dove andare ad allenarci. Al ritorno, dopo un po’, ci è venuta un po’ di fame (dopotutto erano passate 11 ore dal banchetto), ma avevamo bisogno assolutamente di qualcosa di salato. La cosa bella di Alessia è che abbiamo spesso voglia delle stesse cose: lei ha detto “gongbao jiding”, ed era esattamente quello che desideravo io. Siamo andate a prenderlo per portarcelo a mangiare in camera, poi al ritorno siamo passate per una via piena di banchetti, ma stavolta non puzzavano, anzi, mandavano odori gradevoli, di carne grigliata. Così, visto che era avanzata ancora un po’ di crema al cioccolato che volevamo finire, ci siamo fermate alla ricerca di un mantou, dei panini cinesi, su cui spalmarla. I mantou non li abbiamo trovati, in compenso però abbiamo sperimentato una cosa nuova: dei filoncini di pane dolci, croccanti e vuoti dentro, e poi delle ciambelline sempre di pane ma salate. Costavano 5 mao l’uno, cioè 5 centesimi, e li abbiamo comprati. Tutte contente siamo tornate al dormitorio correndo e ridendo come pazze: il vento era cessato, l’aria era fresca ma fresca di primavera, un clima perfetto finalmente. A casa abbiamo preparato tutto, mangiando le nostre ciambelline buonissime col gongbao jiding (ci siam dimenticate di dire di non farlo piccante, così adesso non ci passa più la sete), poi come dessert abbiamo mangiato i filoncini con l’ultima crema. L’abbiamo finita! Per ora siamo in piedi e stiamo benissimo!
Verso le 16 ci siamo riprese un pochino, siamo uscite per una passeggiata per il campus, alla ricerca di una pista dove andare ad allenarci. Al ritorno, dopo un po’, ci è venuta un po’ di fame (dopotutto erano passate 11 ore dal banchetto), ma avevamo bisogno assolutamente di qualcosa di salato. La cosa bella di Alessia è che abbiamo spesso voglia delle stesse cose: lei ha detto “gongbao jiding”, ed era esattamente quello che desideravo io. Siamo andate a prenderlo per portarcelo a mangiare in camera, poi al ritorno siamo passate per una via piena di banchetti, ma stavolta non puzzavano, anzi, mandavano odori gradevoli, di carne grigliata. Così, visto che era avanzata ancora un po’ di crema al cioccolato che volevamo finire, ci siamo fermate alla ricerca di un mantou, dei panini cinesi, su cui spalmarla. I mantou non li abbiamo trovati, in compenso però abbiamo sperimentato una cosa nuova: dei filoncini di pane dolci, croccanti e vuoti dentro, e poi delle ciambelline sempre di pane ma salate. Costavano 5 mao l’uno, cioè 5 centesimi, e li abbiamo comprati. Tutte contente siamo tornate al dormitorio correndo e ridendo come pazze: il vento era cessato, l’aria era fresca ma fresca di primavera, un clima perfetto finalmente. A casa abbiamo preparato tutto, mangiando le nostre ciambelline buonissime col gongbao jiding (ci siam dimenticate di dire di non farlo piccante, così adesso non ci passa più la sete), poi come dessert abbiamo mangiato i filoncini con l’ultima crema. L’abbiamo finita! Per ora siamo in piedi e stiamo benissimo!
Da domani non solo cominceremo la dieta alimentare, ma anche economica. Studio, dieta e economia saranno le parole chiave per il prossimo mese. Poi, se saremo brave, ci concederemo un’altra capatina al Coffee sweet. Ma non prenderemo più nessun’imitazione della Nutella… è stata quella crema a farci stare male. Ovviamente, abbinata a tutto il resto. Nonostante il malessere, è stata una giornata molto divertente e la ricorderò sempre con una gran risata!!!
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