Wednesday, April 30, 2008

Il vivere per la morte traslato in Fabio Volo

Avete mai letto il libro di Fabio Volo "Il giorno in più"? Non è il migliore, ma scorre veloce, e come in ogni suo libro ti dà parecchio da pensare. Volo ha la capacità di cogliere quelle piccolezze insignificanti che fanno sentire una persona unica e diversa da tutte le altre, la spoglia di questa sua unicità, e le fa capire che ognuno ha le sue, di piccolezze, che a conti fatti non sono poi così diverse le une dalle altre.
Quando ho letto per la prima volta "Il mio posto nel mondo", mi è venuto naturale regalarlo alla persona a cui il libro mi aveva fatto pensare, la persona con cui avevo condiviso gli stessi argomenti affrontati nelle sue pagine, la persona che non ama leggere, e non ha l'abitudine a farlo. La mattina dopo, aveva finito il libro, e me ne aveva fatta una recensione così bella che tutte le chiacchiere che solitamente riempiono la mia bocca si erano arrestate incantate, per ascoltare. Ero stata contentissima che gli fosse piaciuto.
Tempo fa ho letto l'ultimo libro uscito, e di nuovo ho pensato a lui. Ora, i casi sono due: o Volo ha un rapporto diretto inter mentale col gaijin e non lo sa, oppure io ho un pensiero fisso, ma vi assicuro che, obiettivamente parlando, non è così. Però... beh ecco, il libro descrive una situazione in cui probabilmente noi ci verremo a trovare, per scelta e non, per cui mi è venuto naturale questo collegamento.
Il fatto è che, nei nostri mille discorsi sui perchè della vita e su cosa desideriamo per la nostra, ci siamo presto accorti di ciò in cui incappi spesso e volentieri la maggior parte delle persone, di cui noi facciamo parte. Perché così tante storie finiscono? Perchè tutto all'inizio sembra perfetto, ma poi inevitabilmente finisce, e spesso lascia persino un brutto ricordo? Lui sostiene che sia perché si ha l'abitudine di giocare a marito e moglie, di essere schiavi delle convenzioni che vogliono che se si è una coppia ci si cerchi tutti i giorni e ci si veda spesso, e così via; io sono d'accordo, e aggiungo il fatto che l'abitudine porti a dare per scontato ciò che invece non lo è , finendo poi per perderlo. Dopo queste considerazioni, lui se ne è venuto fuori con un'idea a mio dire piuttosto bislacca: uno stare insieme vedendosi poco, in modo da essere certi che quando lo si fa sia perché se ne ha voglia davvero, in modo da arricchire la propia vita con la presenza dell'altro, senza che ciò ci assorba completamente e senza che, per questo, noi ci possiamo dimenticare di noi stessi. Tutte belle idee ma... nella mia gran praticità, mi è venuto da chiedermi: tra il dire e il fare... c'è di mezzo mezzo mondo!Voglio dire... per natura siamo portati a cercare il nostro benessere, no? Quindi se stare con una persona ci fa stare bene, e lo stesso vale per lei, allora cerchiamo di vederla ogni volta che è possibile. E quindi... ?
Heidegger diceva che l'unico modo autentico di vivere è il vivere per la morte. Questo, sebbene possa sembrarlo, non è affatto un invito al suicidio, ma un ricordare che prima o poi, e quando non si può sapere, la vita finirà. Se noi la viviamo tenendolo a mente, allora possiamo goderne appieno. Pensateci: tutte le cose che finiscono acquisiscono un valore maggiore... la vacanze estive, ad esempio. Perché ci sembrano così fantastiche? Perché sappiamo già da subito che finiranno dopo tre mesi.
Ecco, secondo me Fabio Volo ha letto Heidegger, o ha pensato le stesse cose. Anche una storia tra due persone rischia di diventare ordinaria e scontata se non si prende in considerazione l'ipotesi della sua fine. Io e il gaijin abbiamo del tempo a disposizione... poco tempo, per le scelte che abbiamo fatto della nostre vite, che ci porteranno lontano. Ma vivere questi mesi sapendo che poi tutto finirà potrà regalarci qualcosa di grande, e soprattutto di vero. Qualcosa per cui varrà la pena di soffrire nel momento in cui tutto finirà. E, Dio, so bene quanto soffrirò. E forse è proprio questo che mi impedisce di imparare a vivere così, come lui sa già fare. Voglio impegnarmici, perchè tra tutte le cose, questa è una di quelle che non si possono scartare, una delle cose - forse la più- autentiche che mi siano mai capitate nella vita. So... let's live our life.

Batticulo virtuale: funzionamento

Sempre più spesso mi paragono a un batticulo. Sì, proprio quel giochino che si trova nei parchi dove ci si siede uno a un estremo e l'altro a quello opposto, e se sei leggera son cazzi perché se il tuo compagno è un po' bastardello può farti stare in aria a suo piacimento (ne so qualcosa...).
Beh il mio umore può essere immaginato esattamente così: può essere altissimo, farmi sentire fra le nuvole e non farmi sparire il sorriso per due giorni, per poi catapultarmi improvvisamente a terra senza riuscire a tirarmi su, neppure se mi metto a spingere sulle gambe con tutta la mia forza. Ciò che mi tormenta, e che ancora mi sfugge, è chi sia il bastardello virtuale che si prende così gioco di me.

Tuesday, April 29, 2008

Quando il treno passa, poi non torna più

Ho trovato un blog, mi ha incuriosita, l'ho messo nei preferiti, ho cominciato a leggerlo. Arrivata a un certo post, mi sono sentita completamente ammaliata. E' che non ho mai avuto problemi a scrivere, e l'ho sempre fatto piuttosto bene. E' che l'ho usato come valvola di sfogo ai mille pernsieri e perché della mia vita. E' che mi piace farlo, e ne sento un bisogno assolutamente necessario. Eppure, nonostante tutto, mi accorgo di essere piena di cose non dette, che tengo fra me, sperando prima o poi di trovare le parole giuste per esprimerle... o la persona giusta che possa comprenderle. Ma così spesso tutto questo passa, e le cose ancora non sono state dette. In un semplice post ho trovato le parole giuste per ciò che provo, per ciò che sento il bisogno di comunicare, ho trovato persino invidia per non averlo saputo fare io. Occorre che io mi ritrovi, che scavi a fondo nell'anima mia e possa ritrovare l'originale di me. Quello che poteva non piacere, ma che era autentico e vero, come il mio personale Signor Darcy. Non è necessario ripetere ciò che è già stato scritto tanto bene, per cui mi metterò da parte, seminascosta discretamente in un angolo del mio palcoscenico, e mi limiterò a copiare ciò che meglio non si sarebbe potuto dire.
Dal blog di Pellys.
"Ebbene lo ammetto: sono banale come tutte le donne che si appassionano alla vicenda Darcy-Bennet.
Darcy, comunque, rimane un esempio perfetto di uomo ideale: lo detesti, ma appena smetti di detestarlo ti accorgi che lo sposeresti domattina.

Anch'io, come tutte, nella mia vita ho incontrato un Signor Darcy, pallido abbozzo di amore folle, di quelli che vorresti anche se non hai il coraggio di saltare a piè pari per andartelo a prendere.
Il coraggio non c'è perché i Darcy sono troppo, o magari non è così, però tu credi che siano troppo per te. Per te, per la tua normalità nonostante tutto, per il tuo essere confusamente felice e poco stabile d'umore.
I Darcy non sono persone qualunque, uomini da tutti i giorni, banalmente belli e mediamente normali.
I Darcy passano forse una sola volta nella vita, e se tu non sei pronta ad aprire la finestra e scendere giù, poi non ti devi lamentare. (...)

Se qualcuno ha un luogo nella nostra vita molti sono i modi per entrare in contatto con lui. Una telefonata, una mail, una visita. Sapere che qualcuno di intimo ti fa partecipe del suo tempo, pensa a te, pensa a fare qualcosa per te, pensa a come dirti qualcosa, si muove in qualche luogo che tu neanche conosci pur portandoti con lui attraverso la leggerezza del pensiero di te. (...)

Dire che una persona ha un luogo nella nostra vita, mi sembra la cosa più giusta. Penso che, nella mia città, ci sia una piazza per ogni persona a cui voglio bene, ma bene davvero. Le vie sono i collegamenti. Io sto nella piazzetta del teatro, e lì scrivo, e penso, e vado al cinema. Le persone che fanno parte della mia vita hanno una panchina in una delle piazze che ci sono nella città dentro di me. E se ne stanno lì sedute a rimirare la sera di già primavera. Penso questo, anche se può sembrare sciocco.

Caro mio personale Signor Darcy, tu probabilmente non sai di avere una piazza a te dedicata in quella città, e non sai nemmeno che lì c'è una panchina che ti aspetta.
Io non mi ricordo più come accade che ci si tuffi dentro gli occhi di qualcuno, ma so che può essere pericoloso, perché non si sa quando si tornerà indietro, o se si tornerà.
So che quel che diceva Catullo col suo Odi et Amo potrà essere banale, ma in fondo è verità.

Signor Darcy, io so che ti avrei sposato domattina, e ogni mattina di ogni giorno a venire della mia vita.
Tu meriti carezze, e baci sugli occhi, e una mano che passi fra i tuoi capelli con amorevole allegria. Meriti di essere abbracciato, e molto, e forte. Meriti qualcuno che all'occorrenza tolga quel capello che si sarà posato sulla tua giacca, e che sappia accorgersi che tu sai ridere come nessuno.
Sei una persona educata e antica, sensibile e intelligente in modo profondo, come solo le persone autentiche sanno essere.
Non so quanto tu sia consapevole di ciò che sei, perciò, Signor Darcy, se nella tua vita non te l'hanno detto abbastanza, te lo dico io: sei bellissimo.
Se in futuro non te lo diranno abbastanza, te lo dico io: sei bellissimo.
Se ancora non ne sei convinto, te lo ripeto io: sei bellissimo. In tutti i modi in cui una persona può essere bella. E, come tutte le persone belle, meriti di essere trattato con cura.
Chi ti avrà sarà una persona fortunata. Spero soltanto che sappia prendersi cura di te, e riesca a scorgere il mondo che le offrirai in ogni più piccolo gesto.

E' necessario che io molli il colpo, e mi ritragga. Il treno che passa sotto la mia finestra, forse, non è per me.
So, però, che la finestra la lascerò aperta, e che per un po' rimarrò ancora qui a guardare.
Se la tua panchina rimarrà vuota, sarà stato un onore ugualmente".

Non è splendido? Liberazione, lacrime, tormento a leggere il sentimento portante di questi ultimi mesi. C'è solo una cosa, che devo cambiare, per quanto riguarda la mia persona: il treno che sta passando sotto la mia finestra, non lo voglio perdere. Perché già ho fatto di tutto per perderlo, e lui invece è ancora lì. Quello che resta da scoprire è se ha intenzione di restarci o se, invece, ripartirà non appena avrò sceso le scale per salirci. Chi ha tempo non aspetti tempo.

Monday, April 28, 2008

Torta albumi e cacao

Per fare la crostata di frutta ho avanzato sei albumi. Non avevo nocciole né mandorle per fare i brutti e buoni, e nemmeno abbastanza cocco per fare i dolcini. Così cerca cerca, alla fine ho scovato qui: una ricetta semplicissima e stra-veloce che faceva proprio al caso mio. Per le foto conviene guardarle nel sito originale perché le mie fanno davvero pietà. Comunque, eccola qua:

TORTA ALBUMI E CACAO



Ingredienti:
6 albumi,
60 gr di farina 00,
50 gr di cacao amaro,
200 gr di zucchero,
2 cucchiaini di zucchero vanigliato,
1/2 cucchiaino di lievito per dolci,
1 noce di burro, un pizzico di sale

In una ciotola setacciare la farina con il cacao. Aggiungere il lievito, lo zucchero vanigliato e lo zucchero.
In una terrina montare a neve ben ferma gli albumi con un pizzico di sale
Incorporateli delicatamente il composto con farina, zucchero e cacao agli albumi.
Imburrare e cospargere di zucchero una tortiera e versare il composto al suo interno.
Infornare a 180° per 40 minuti.
Sfornare e lasciar raffreddare quindi spolverizzare la torta con cacao e zucchero a velo.
Servita con del gelato dev'essere ancora meglio!!

Sono stata contenta perché è una torta golosa ma allo stesso tempo dietetica: non contiene burro, né tuorli d'uova, quindi la può mangiare anche chi sta cercando di controllarsi un po' (come mia mamma, che mi sta mandando le maledizioni perché le si è alzato il colesterolo a 248.... -.-' !!!)riuscendo a sentirsi piuttosto soddisfatto!


Crostata di frutta

Per festeggiare il ritorno del mio gaijin preferito, su sua esplicita dichiarata preferenza gli ho preparato una crostata di frutta. Ho seguito la ricetta di Dolceviola.

CROSTATA DI FRUTTA



Ingredienti per la pasta frolla:300 gr. di farina, 3 tuorli d'uovo, 150 gr. di zucchero, 150 gr. di burro, 1 pizzico di sale, scorza grattugiata di un limone non trattato (solo la parte gialla), 1 scatola di fagioli secchi per la cottura.
Ingredienti per la crema:
mezzo litro di latte, 3 tuorli d'uovo, 100 gr. di zucchero, 80 gr. di farina, 1 scorza di limone (solo la parte gialla), un po' di panna montata.
Ingredienti per la decorazione:
1 cestino di fragole, 1 kiwi, 1/2 banana, more, lamponi, mirtilli (oppure scegliete della frutta di vostro gradimento), 1 bustina di gelatina per torte (Tortagel PaneAngeli).
Preparazione:
sulla spianatoia mettete la farina a fontana, al centro mescolate i tuorli con lo zucchero, il burro a pezzetti, il pizzico di sale e la scorza del limone grattugiata, amalgamate gli ingredienti e impastate velocemente il tutto con le mani fino a formare un panetto, avvolgetelo in una pellicola da cucina e mettetelo in frigo per circa 30 minuti.
Riprendete la pasta frolla dal frigo e stendetela con il matterello su un foglio di carta forno (per evitare che si attacchi al piano di lavoro), con la sfoglia ottenuta rivestite uno stampo per crostate di 26 cm. di diametro imburrato e infarinato, rifilate la pasta sui bordi e punzecchiate il fondo con i rebbi di una forchetta, foderate poi la crostata con un foglio di carta forno e riempite con i fagioli, infornate in forno preriscaldato a 180° per circa 20 minuti, togliete poi dal forno ed eliminate i fagioli e la carta, proseguite poi la cottura per altri 5-6 minuti circa. Sfornate la crostata e fatela raffreddare.
In un tegame mescolate i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere una crema soffice, unite poco a poco la farina setacciata e sempre mescolando aggiungete il latte a filo, unite la scorza del limone e mettete sul fuoco, mescolate con un cucchiaio di legno sempre nello stesso verso e fatela addensare. Togliete la scorza del limone e fate raffreddare la crema mescolandola di tanto in tanto per evitare che si formi una pellicola in superficie. Un avolta raffreddata aggiungetevi qualche cucchiaiata di panna montata per "alleggerirla" un po'.
Mettete la crostata su di un piatto da portata, riempitela con la crema pasticcera e livellatela con una spatola. Lavate lla frutta che avete scelto e disponetela a piacere sopra la crema.
Sciogliete la gelatina seguendo le indicazioni riportate sulla bustina e spennellatela sulla frutta, fate riposare e mettete poi la crostata in frigo.
Note:
per evitare che la pasta frolla si inumidisca troppo, vi consiglio di farcire la crostata solo qualche ora prima di servirla.
Non buttate i fagioli, ma conservateli perchè li potete riutilizzare per la cottura di altre crostate.



La crostata era buonissima ed è stata molto apprezzata! Povero gaijin, alla fine me l'ha lasciata in custodia ma non sa ancora che quando verrà a prendersela ne troverà solo più una fettina ;P;P;P!



Sunday, April 27, 2008

Dolce felicità

Non spiegherò a parole quello che non è chiaro neanche a me stessa, nulla è andato come pensavo o come speravo o come mi aspettavo; forse meglio, forse semplicemente un diverso svolgimento di qualcosa che prima o poi sarebbe dovuto accadere. Ozio e coccole sono state le parole d'ordine di questo pomeriggio, e sì, oh sì, quanto avevo bisogno di donare affetto!! E' scaturito da me come una sorgente d'acqua fresca rimasta intasata e improvvisamente sbloccata, quel mare di affetto che avevo trattenuto così a lungo. Non voglio nemmeno provare a spiegare tutte le emozioni, le sensazioni e i ricordi dei momenti di questo pomeriggio, temo che a raccontarle possa renderle banali. Sembra l'apocalisse lo so, ma davvero non so spiegare, so solo che da quando sono tornata non ho ancora smesso di sorridere. Mi sembra di toccare il cielo con la punta del dito mignolo, e ora ho solo paura che si apra un buco sotto di me, e di sprofondarci dentro.

Friday, April 25, 2008

I segreti del vivere bene

1) una volta a settimana, concedersi una colazione a base di nutella e pasquier.
- come preparare un pasquier per una degna colazione. NB: i pasquier sono da poco disponibili sul mercato italiano, fino a un paio di anni fa eravamo costretti ad attendere le vacanze in Francia per trovarli. sono brioches di vario tipo, con due striscette di cioccolato all'interno, niente di speciale quindi, ma si prestano ottimamente ad essere divisi a metà e riempiti di nutella. consiglio... per sentirsi meno in colpa e limitare i danni, preferire il tipo senza burro, sono più buoni e più leggeri (anche se a me sembrano lo stesso di gran lunga superiori quelli francesi, ma forse è solo lo spirito vacanziero che fa apparire tutto più bello e più buono:)).
prendere UN pasquier, tagliarlo longitudinalmente a metà facendo bene attenzione a reiserire all'interno i pezzetti di cioccolata caduti accidentalmente (già scarseggiano, se ancora cadono...). prendere la nutella, affondarci dentro il coltello e spalmarla SU ENTRAMBE LE META', poi riunirle. scaldare una tazza non eccessivamente grande di latte (meglio scremato), zuccherarlo e aggiungerci del caffè se vi piace, oppure mescolarvi dentro una bella cucchiaiata di nutella, mescolare. affondare il pasquier ripieno nel latte, morderlo, chiudere gli occhi e godere 10 secondi. ripetere l'operazione tante volte a seconda della grandezza del vostro morso e della vostra velocità di godimento. assolutamente vietato prendere un altro pasquier fino alla settimana successiva.

2) ogni tanto, vestirsi bene, da gran fighi, per un avvenimento qualunque, dall'andare in palestra, al fare la spesa, al trovare un'amica, e via dicendo. ovviamente, poi, fare in modo di togliersi la giacca.

3) di tanto in tanto, dimenticare la propria età, volare indietro negli anni, scacciando per qualche minuto ogni sorta di inibizione o dignità, liberando il proprio spirito libero. per questo, può essere molto utile avere a che fare con dei bambini, più piccoli sono, e meglio è. ovviamente, i neonati non valgono. anche un cucciolo d'animale può andare.

4) ogni tanto, arrabbiarsi.

5) ogni tanto, piangere.

6) se si ha la possibilità, approfittarne per urlare più forte che si può. stile tarzan, stile pellerossa, stile donna spaventata, il come non conta. date sfoggio della vostra personalità.

7) cantare sotto la doccia e in macchina, preferibilmente a pieni polmoni.

8) se c'è il sole, uscire e farsi baciare (dal sole). con l'mp3 alle orecchie e la vostra musica preferita, camminare a ritmo.

9) passeggiare sotto la pioggia (solo se si è di buon umore, altrimenti, soprattutto se non si hanno le scarpe adatte e un ombrellino, l'effetto terapeutico potrebbe invertirsi...).

10) coltivare un hobby che ci faccia stare bene, ci rilassi e scarichi, ritagliarsi un pezzetto di mondo per coltivarlo, una sorta di privé in cui entriamo solo noi e che faccia da punto di partenza per conoscere persone nuove.

11) spesso e volentieri, farsi abbracciare. personalmente, adoro prendere la rincorsa e farmi prendere in braccio e stringere forte (vista la statura, posso permettermelo). le braccia migliori sono quelle accoglienti di una donna adulta e morbidosa, oppure quelle forti muscolose e protettive di un giovane masculo.

12) dedicare una giornata a settimana per prendersi cura di sè. depilazione totale, crema corpo, maschera per capelli, manicure, pedicure, peeling, maschera per il viso, e via dicendo.


13) quando in casa non c'è nessuno, e si è sicuri che per un bel po' la solitudine e la pace regnerà sovrana, rilassarsi.
- istruzioni per un bagno doc
. entrare in bagno, aprire i rubinetti della vasca, regolare la temperatura dell'acqua. sistemare tutti i tappettini intorno per potersi permettere di schizzare un po'. portare lo stereo in bagno con la musica preferita. buttare nella vasca i sali colorati, e un bel po' di bagnoschiuma. creare un'abbondante schiuma profumata. tirarsi su i capelli, spogliarsi, ed entrare elegantemente nella vasca. rilassarsi chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare dalla musica. concentrarsi sulla sensazione dell'acqua che accarezza la pelle e sul sussurro della schiuma che pian piano inizia a sciogliersi. tirare su una gamba, poi l'altra, coi piedi a ballerina, poi con fare da diva da film accarezzarsi le gambe una contro l'altra. procedere al lavaggio e al risciacquo prima che le dita sembrino qualle di una novantenne rugosa. alzarsi e avvolgersi in una morbido asciugamano, guardarsi allo specchio e non vedersi poi così male.


14) sorridere a chi non si conosce (... prima, fare un'accurata analisi per vedere se il destinatario del sorriso potrebbe scambiare il nostro tentativo di vivere bene in un approccio di altro tipo).

15) personalizzare ognuno il proprio elenco, in base a ciò che più gli piace.
16) ogni giorno, scoprire altri modi di vivere bene ed aggiungerli alla propria lista (e, magari, suggerirli a me ;)).