Saturday, November 20, 2021

Heartbroken

Sono partita da sola domenica mattina, il giorno di Halloween. Ho lasciato i bimbi col papà e sono tornata a casa. Ho preso la decisione impulsivamente venerdì sera, dopo che mia mamma mi ha riferito come ha trovato mio padre quel giorno. Sinceramente, non pensavo nemmeno di arrivare in tempo. Poi, sabato mattina hanno detto che la respirazione era migliorata. Il motivo è che lo hanno legato per pompargli una botta di ossigeno a forza, e la cosa ha aiutato. La respirazione ha continuato a migliorare fino a martedi, quando sono andata a trovarlo. La prima impressione è stata la presa di coscienza che era tutto vero, mio papà era davvero malato. Quando mi ha visto non era contento, perché si vergognava visto che non era padrone delle sue funzioni. Ha detto anche che gli sembrava che fossi venuta a dirgli addio.

Sbiascicava e non capivo molto di quello che diceva, però continuava a parlare anche se gli costava un grosso sforzo.

Delirava e diceva cose senza senso, come che non sapeva bene dove fosse, ma lí in ospedale c'era un traffico di bambini, per quello mi aveva chiesto il cellulare, per cercare di capire per che istituzione lavoravano. Poi però ho verificato un paio di cose che mi ha detto e me le hanno confermate. Ha passato la mattina in radiologia perché gli hanno detto che di notte era caduto dal letto. Per fortuna non si è rotto nulla. Poi ha detto che un infermiere gli aveva detto che sua figlia stava  arrivando, e lui non capiva come facesse a sapere di me… la cosa lo confondeva, e questa confusione lo sfiniva. La spiegazione c’era: l’infermiere mi aveva vista arrivare e gli hanno detto che ero la figlia, lui poi non sapeva quale figlia ovviamente, e pensava fosse mia sorella. Insomma tante cose che lo confondono hanno una spiegazione logica.

Nonostante facesse fatica a parlare, era sempre lui, e non si è trattenuto dal rimproverarmi quando dicevo stupidaggini o se facevo domande stupide.

Sono uscita per permettere alle infermiere di cambiarlo, e quando sono tornata era diverso. Era seduto più dritto e non sbiascicava più. Ha espresso il desiderio di mettersi seduto cosí da cambiare posizione e dare sollievo al coccige e ho fatto portare dalle infermiere una cuscino con schienale e braccioli cosí è potuto stare seduto un po'. Era tutto contento e io mi son sentita utile. Lui si fa problemi a chiedere alle infermiere, non so perché pensa di disturbare, e come se si fosse scordato che gli infermieri fanno un lavoro che si sono scelti, e che non lo fanno gratis, e lui ha pagato decenni di tasse salatissime per godere di questi servizi.

Gli ho dato da mangiare ed era tutto contento. Alla fine l’ho aiutato a rimettersi giù perché era stanco e gli ho promesso che gli avrei portato un cuscino anti-decupito. Sono rimasta 3 ore per la bontà delle infermiere che hanno chiuso un occhio, e perché non c’erano altri visitatori.

Lui ha raccontato all’infermiere della mia sorpresa di luglio, quando mi sono presentata a casa loro inattesa, con Matilde che lui non aveva mai visto. Mi ha presentata come "la sua gioia numero 1", e ha detto che oggi era una bella giornata. Ora di andare via mi ha detto che oggi era stato benissimo, e che magari era stato l'avermi vista. Sono venuta via spossata, un po' scossa, ma contenta.

Sono tornata giovedì, e dapprima l’ho visto cereo… mi ha vista e mi ha subito detto che non era una buona giornata. Poi mi sono accorta che non aveva la mascherina dell’ossigeno e quando gliel’ho detto mi ha fatto “Ssshhh” con le dita. Quel giorno le infermiere erano altre, più energiche ed esperte e hanno subito approfittato della mia presenza per metterlo seduto sulla sedia a rotelle, cosí abbiamo subito provato il cuscino che gli avevo portato. Ha mangiato dell’uva ed era lucido. Anzi ha dato un’occhiata di fuoco a un’infermiera che lo stava trattando come un bambino, che mi e sembrato l'uomo di sempre. Quante volte ho visto quelle occhiate! Per me era gioia pura riconoscere il mio papà. Mi ha persino concesso di farci una selfie, e poi mi ha dato istruzioni per rimetterlo a letto da sola, senza chiamare nessuno. Sembra che lui voglia sedersi e cambiare posizione, ma si stanchi in fretta e voglia tornare a letto. Le infermiere vorrebbero che lui stesse seduto più a lungo dopo che lo hanno alzato, anziché rifare tutto il trigo più volte. 

Mi hanno sbattuta fuori senza troppo complimenti, dopo quasi un’ora. Sapevo che non lo avrei rivisto prima della mia partenza e ho trovato difficile andarmene, come se la visita fosse incompleta.

Sono uscita con la speranza che lui possa recuperare.

Io, mia mamma e mia sorella abbiamo passato 24 ore di tranquillità, anche se la le chiamate giornaliere del medico non riflettevano quello che avevo visto io. Dicevano che era agitato e molto confuso. Venerdi per la prima volta la dottoressa ha parlato di problema neurologico, senza più attribuirlo ai farmaci e all’ospitalizzazione.

Sabato sono ripartita, meno tranquilla di quanto avrei voluto. 

Domanica mattina ho riabbracciato i miei bambini, Matilde era raffreddata e si è svegliata presto e mugugnava, cosí sono andata da lei e quando si è accorta che ero io si è alzata e senza dire una parola mi ha abbracciata e non mi lasciava più andare. Quando mi sono staccata ho visto che sorrideva felice, e ogni tanto si staccava per guardarmi con un sorriso enorme e poi mi riabbracciava. Mi ha gonfiato il cuore. Tristan, che al telefono mi aveva detto che gli mancavo tutti i giorni, dopo due secondi di abbracci mi ha chiesto dove fossero le sue sorprese. -.-‘

Le ultime notizie su mio papà hanno riconfermato la scomparsa della polmonite che però ha lasciato danni permanenti ai polmoni per cui avrà bisogno dell’ossigeno a vita, e un problema neurologico dovuto alle conseguenze della prolungata anestesia che può aver portato a galla qualcosa di latente.

L’hanno spostato dall’ariea critica nel reparto cardiovascolare sperando che avrebbe avuto piu tranquillità e più disponibilità per aiutarlo a muoversi. Da quando è li, però, le cose sono peggiorate. Lui sbiascica moltissimo perché lo riempiono di psicofarmaci per farlo stare tranquillo. Lui si rifiuta di mangiare quindi gli stanno dando roba endovena. Si toglie la mascherina dell’ossigeno. Il reparto è chiuso perché ci sono stati molti casi Covid quindi limitano le visite per i prossimi 15 giorni. Mia mamma è riuscita a vederlo domenica grazie a uno speciale pass rilasciato perché lui è paziente critico. Ha detto che lui è stato gentile ed era contento di vederla, ma le continuava a dire che riceve un brutto trattamento e bisogna fare qualcosa. Appena si accenna che deve sforzarsi di mangiare se vuole iniziare la fisioterapia, lui si arrabbia. 

Ieri mia sorella ha chiesto a un infermiere di aiutarlo a chiamare visto che non può ricevere visite. Nella chiamata lui era molto confuso, non sapeva cos’era un pin e continuava a ripetere che non sta bene e lo trattano male.

Oggi ha chiamato mia sorella due volte. La prima chiamata è stata angosciante, una richiesta di aiuto. Lui era stremato, e ha detto che non sa quanto avrebbe potuto continuare cosí, che non ce la faceva più , ma che non aveva alternativa. Era stanchissimo e la chiamata si è interrotta. Poi l'ha chiamata di nuovo, e stavolta ha fatto parlare il suo compagno di stanza, un certo Piero.  Lui sembra un signore distinto e in forma e ci ha detto delle cose che mi hanno fatto rizzare i peli sulla braccia. Ha detto che hanno tolto papà dall’isolamento – che isolamento?? Che adesso finalmente possono parlare. Che gli stanno dando porcheria per vena, e che se qualcuno lo aiutasse a mettersi seduto o ad alzarsi un po', magari gli verrebbe la voglia di mangiare. Insomma da quello che ha detto sembra che mio padre abbia ragione a lamentarsi. A meno che non sia matto anche Piero, but what are the chances… Ha detto anche che mio padre ha fatto un discorsetto al dottore su dei cambiamenti che devono avvenire riguardo al suo trattamento, e che il dottore ha detto che li avrebbe presi in considerazione. Non siamo riuscite a sapere che cambiamenti ha richiesto.

Essere lontana diventa sempre più frustrante perché adesso vorrei andare e vedere di persona come vanno le cose, anche se so che quello che vedrei durante una visita non è il dietro le scene.

È difficile non dubitare che ci sia del vero in quello che dice mio papà, senza poterlo constatare di persona. È difficile credere che lui non ragioni proprio più.

20 Novembre

Ho scritto il posto di sopra l'11 novembre, tra l'altro il giorno di San Martino.
Le cose sono degenerate da allora. Per un paio di giorni i dottori erano impegnati in sala operatoria, il reparto era chiuso ed è stato estenuante non sapere nulla dopo l'ultima chiamata. Abbiamo pensato che era ora di toglierlo di lí e spostarlo in una struttura riabilitativa e poi a casa.
Poi hanno riaperto il reparto e mia mamma è potuta andare. Ma da allora le notizie non sono più state positive. Lui non riesce a ingoiare, quindi non si alimenta, ha sempre meno momenti di lucidità, e ha una diarrea fortissima che lo sfinisce. Gli infermieri non possono stargli dietro perché se lo siedono lui vuole andare in giro e non sta fermo, e non possono lasciarlo né seguirlo. E continua a togliersi l'ossigeno. Di giorno dorme, o ci prova, perché la notte non chiude occhio e diventa violento. Mia mamma ha proposto di far venire una persona apposta per occuparsi di lui, cosí che abbia qualcuno che lo possa seguire. 
Mia sorella è poi riuscita a fargli la barba, ma lui è sempre più disorientato.
L'ospedale ha dato il permesso di fargli andare una persona 24h e mia mamma ha trovato una signora che gli farà la notte, che è quando lui è più agitato.
Il dottore ha riferito che è riuscito a fare un discorso sensato con papà, che gli ha ribadito che lui vuole tornare a casa da moglie e figlie e che non ha più senso continuare cosí, e che lo lascino morire in pace.
Martedí è andata peggio, il resoconto di mia sorella non era buono. Lui non riesce a ingoiare e si arrabbia, continua ad avere diarrea, ha freddo e trema, e continua a non riuscire a dormire la notte. È sempre più confuso tanto che hanno iniziato una nuova terapia per vedere se riescono a calmarlo senza sedarlo troppo. Se non si fa quello che vuole o si insiste a mettergli l'ossigeno si arrabbia e urla, e rischia di far male agli altri e a se stesso, sprecando la poca energia che ha.
Mercoledí ancora peggio, provava a infilarsi un tovagliolo pensando fosse una calza. La signora che gli ha fatto la notte dice che una volta a casa rientrerà, ma poi ha chiesto se volevamo provare a lasciarlo solo la notte successiva. Dice che papà è molto energico per difendersi, e tira calci al personale se non vuole farsi cambiare (a me diceva che quando lo cambiano gli fanno male). La notte si è strappato la flebo dal braccio.
Giovedí nessuna novità, continuava a straparlare. Hanno detto che il giorno dopo gli avrebbero fatto una colonscopia per cercare di capire cosa sta causando questa diarrea.

Mio papà è mancato venerdì mattina, il 19 novembre. Ho ricevuto la chiamata da mia sorella alle 6.20 di mattina, e io nella mia ignoranza pensavo volesse dirmi che avevano trovato qualcosa di brutto durante la colonscopia. Invece mi ha detto che, non avendo trovato nulla durante l'esame, l'hanno portato in sala operatoria per investigare, e lui non ce l'ha fatta.
Ho passato la giornata come un lavandino rotto, senza rendermi veramente conto della realtà. È difficile credere a qualcosa che non puoi e non vuoi vedere.
Certe cose non mi tornavano ma le ho capite poi dopo. Durante l'operazione hanno scoperto che parte dell'intestino era andato in necrosi, il che è una cosa risolvibile ma non in un organismo cosí provato. Hanno capito che non arrivava abbastanza ossigeno neanche lí. Che saturava solo 85, chissà da quanto, e questo spiega gli ultimi mesi in cui stava male, gli mancavano le forze, il respiro, e anche il cervello non funzionava più normalmente.
Ieri è stata una giornata difficile. Volevo solo piangere in pace. L'ho fatto al lavoro, ma in modo controllato. A casa invece, non potevo. Tutti mi dicono "almeno hai i bambini, cosí ti distraggono...". Non è cosí. A quanto pare io ho bisogno di processare il dolore da sola. Avrei solo bisogno di poter piangere in santa pace per quanto tempo sia necessario. Tutto lí. Versare tutte le mie lacrime senza trattenerle e vederle poi uscire a sorpresa per mesi.
La sua perdita ha lasciato un dolore enorme, attutito dalla consapevolezza che le sue sofferenze sono finite, e accentuato dal senso di colpa di non averlo potuto accontentare nella sua richiesta di tornare a casa, e pensando che, ad averlo saputo, lui avrebbe preferito non farsi operare e morire lo stesso nel giro di 10 minuti quando l'aneurisma fosse scoppiato, piuttosto che passare un mese in ospedale augurandosi di essere ovunque tranne lí.
Non possiamo cambiare il passato, e lui ha voluto darsi un'ultima possibilità. Speravo avrebbe potuto godersi qualche anno in più libero da dolori, e invece è finita. E io non sono là.
Alla fine sono grata della mia testardaggine perché sono partita contro il parere di tutti, e ho fatto bene. Ho regalato a me stessa qualche ora con lui, la falsa speranza che tutto sarebbe andato bene, e spero che lui si sia sentito amato. Lo è stato, e non solo da noi. I messaggi di amici e parenti sono stati moltissimi.
Ha lasciato un ricordo bello in tantissime persone, anche in chi non pensavo avesse ricordi di lui.

E io ti voglio ricordare così… perché anche se gli ultimi anni siamo stati lontani e gli ultimi mesi sono stati difficili, di momenti felici ce ne sono stati, e li conservo tutti gelosamente nel
❤️
.
Grazie per ciascuno di loro.
E grazie per non esserti mai più tagliato i baffi per evitarmi un dispiacere.
Ti voglio bene papà. Anche se hai lasciato un grande dolore, mi consola sapere che almeno tu non soffri più.



Tuesday, October 26, 2021

Papà

Scrivo questo post per pura scamaranzia. Non sono una persona superstiziosa, però mi preparo sempre per il peggio. Adam mi chiama pessimista, io invece credo di non esserlo. Semplicemente, preferisco prepararmi al peggio e poi provare sollievo, piuttosto che aspettarmi il meglio e poi restarci secca.

Mio papà non sta bene da mesi. È inappetente, infelice, stanco, stremato, e ha dolori ricorrenti alla fascia lombare. Quando l'ho visto a luglio non mi sembrava cosí male, a parte la spossatezza che non riusciva a scrollarsi di dosso, e che magari era dovuta in parte al caldo e in parte al poco nutrimento. A luglio era andato in pronto per una sospetta colica renale, e gli avevano trovato un trombo all'arterie renale, e un aneurisma all'arteria addominale, ma gli hanno dato medicine per il trombo e detto di tenere sotto controllo l'aneurisma.

Da quando noi siamo ripartiti le cose sono peggiorate. Mangia nulla, ha sempre dolore, ha sempre freddo e non riesce a fare due passi senza sfinirsi e doversi stendere. All'ultima eco hanno visto che l'aneurisma era cresciuto in maniera esponenziale e hanno deciso di operarlo. Alla fine sabato scorso è andato in pronto e l'hanno trattenuto per un'operazione d'emergenza per eliminare questo aneurisma. L'operazione è riuscita, ma il chirurgo ha notato altri problemi, soprattutto al cuore, che poi voleva approfondire. L'anestesia ha avuto effetti devastanti, con delirio che rasenta la pazzia, confusione che fa tenerezza, e una cattiveria nei confronti di chirurgo e infermiere, e soprattutto di mia madre. I problemi di respirazione sono cominciati ieri, ed è stato spostato in reparto medicina d'urgenza. Hanno detto che potrebbe avere una polmonite, e gli hanno fatto esami da cui è risultato un tappo di muco nei polmoni (o bronchi?). Hanno deciso di fare una broncoscopia per rimoverlo. Fatta procedura, chiamano mia mamma e le dicono che il tappo non c'è, e che ha una polmonite grave. Gli hanno dato un secondo antibiotico e adesso devono vedere come risponde al trattamento. Queste sono le ultime notizie che ho ricevuto. Mi sento inutile e impotente, lontana ed esclusa, e non riesco a calmare questo senso di perdita che mi attanaglia. Questo senso di eventi che stanno succedendo troppo in fretta, inaspettati, fuori dal nostro controllo. Ho paura, ho paura che succeda qualcosa di brutto e che io sia qua, lontana da loro. Ho paura di non essere pronta all'evenienza. Ho paura che, nonostante la mia scaramanzia, questa volta io non sarei preparata. Fino a ieri avevo paura per il dopo, per il ricovero, per gli effetti dell'anestesia, per quanto mia madre avrebbe dovuto fare e subire, senza il mio aiuto. Avevo paura che lui, il mio papà, si riducesse a una persona diversa, confusa e spaesata,  a cui serve l'aiuto di altri per vivere, e che avrebbe perso la sua dignità, che mia padre non avrebbe mai accettato. Adesso invece ho solo paura che lui non ce la faccia. Il suo corpo debilitato non ha le forze per affrontare questa operazione e una polmonite. Non sono pronta a non vederci più, a non parlarci più, a non discutere più, a non essere tornata a vivere vicino quando avrebbe potuto godersi il miei bambini. So che è normale sentirsi cosi, eppure non posso farci niente.

Non mentirò dicendo che lui è stato un padre meraviglioso, amoroso e presente. Non è stato cosí e mi è sempre dispiaciuto. Lui era un padre lavoratore, un padre severo, all'antica. Lui tornava a pranzo, mangiava e se ne andava, per tornare poi alle 8. Mangiava e poi guardava la TV. Non ricordo che giocasse con noi, anche se probabilmente l'ha fatto quando eravamo piccole, non ci ha mai aiutato a fare i compiti, mai portato alle partite di pallavolo, basket, etc, non è mai venuto alle nostre recite né ha mai conosciuto le nostre maestre o i nostri amici. Non abbiamo mai parlato liberamente, per paura di dire qualcosa di sbagliato, o di iniziare una discussione in cui non potevamo mai avere l'ultima parola. Abbiamo discusso tanto, ho pianto tante volte. Eppure... eppure. In qualche modo noi gli abbiamo sempre voluto bene. Sarà colpa dei baffi, ma ha sempre avuto questo potere per cui, non importa quanto ci facesse arrabbiare, alla fine a me finiva per fare pena, e non riuscivo a tenere il muso a lungo. Sarà per le storie della sua infanzia povera e triste, con un padre che era davvero non una bella persona, un brutto esempio per lui, che sembra assomigliarci sempre più. Mi faceva pena perché sapevo che lui figli non ne voleva, perché aveva paura di non essere capace a fare un buon padre, visto il suo. L'ha fatto per amore di mia mamma, quella stessa donna che adesso tratta male, e che sembra a malapena tollerare.

Nonostante tutto, lui c'è sempre stato. Non ci ha mai ferite fisicamente, non ci ha mai fatto mancare nulla, e ci ha insegnato l'educazione. Io sono quella che sono grazie a lui, i cui geni e valori ho ereditato. Abbiamo personalità simili, che mia mamma e mia sorella non hanno. Forse per questo io ero quella che lo capiva di più, o almeno si sforzava di più. Siamo perfezionisti, costanti, testoni e non molliamo mai. Abbiamo aspettative sempre troppo alte, soprattutto nei confronti di noi stessi, per questo non siamo mai soddisfatti di noi. In me questo si rivela nella mia insicurezza e convinzione di non essere mai abbastanza abbastanza brava, abbastanza bella, abbastanza in gamba, abbastanza intelligente, etc.

Nonostante tutto, mi ha regalato un'infanzia che ora reputo felice, e di cui ho nostalgia, e che vorrei regalare ai miei bambini. 

Per questo ti chiedo... non mi lasciare papà.

Wednesday, October 13, 2021

Il mio Cinquenne cresce

Tristan ha cominciato Kindergarten ad agosto. Qui e l’inizio della scuola dell’obbligo, e fa parte delle elementari, anche se il corrispettivo italiano e l’ultimo anno di scuola materna.

Ha dovuto cambiare compagni, maestre, e scuola, e visto che comincia alle 8 e finisce alle 2, ha anche dovuto cambiare abitudini. Si deve alzare presto per arrivare alle 7.40 (visto che abbiamo scelto una scuola in un altro quartiere, dobbiamo portarlo in macchina) e mettersi in coda e fare il “loop”, che e il percorso che le macchine che portano i bambini devono fare. Quando arrivano all’entrata I bambini scendono ed entrano. Chi li accompagna non scende, e se ne va.

Oltre al fatto che e Adam a doverlo portare e quindi ha dovuto cambiare orario di lavoro e si becca il traffico dell’ora di punta (l’asilo di Mati e vicino al mio ufficio, a sud, mentre la scuola di Tristan e a nord), il problema principale e stato cosa fargli fare dalle 2 in poi. La scuola offre il servizio di doposcuola (a pagamento), ma, cousa Covid, il personale e dimezzato, cosi hanno ridotto i posti disponibili. La registrazione e stata aperta proprio il 3 agosto, quando noi siamo ripartiti dall’Italia, per cui non siamo riusciti a garantirgli un posto. 

Piano B e stato trovare un posto al di fuori della scuola che offrisse lo stesso servizio. Ce ne sono tantissimi, ovviamente a pagamento, ma bisogna trovarne uno che serva la sua scuola, e vada a prendere i bambini col pullmino. E stato un processo stressante. Adam se ne e occupato personalmente, ma ha avuto poca fortuna. Il primo posto non ci e piaciuto, il secondo ci e piaciuto anche se era lontano dalla scuola, cosi lo abbiamo iscritto li. Il giorno dopo ci chiamano e ci dicono che no, hanno deciso che la scuola e troppo lontana e non offrono il servizio di pickup. Abbiamo dovuto trovare un’alternativa in poco tempo (la scuola cominicava il 18), e in realta era l’ultima possibilita. E un posto che offre anche classi di Taekwandoe, un posto pulito, vicino alla scuola (cosi non avrebbe dovuto passare troppo tempo sul pullman).

Il pensiero che il mio bambino di 5 anni dovesse prendere il pullman da solo per me era scioccante. Mi sembra davvero prematuro. Considerato che si sarebbe trovato da solo, senza una faccia conosciuta, in un posto nuovo, enorme, e avrebbe pure dovuto prendere il pullman giusto per recarsi in un altro posto nuovo e sconosciuto, mi sembrava davvero troppo per un cinquenne.

All’inizio Adam ha messo a tacere le mie preoccupazioni dicendo che qui i bambini crescono piu in fretta, che e una cosa positiva, che sarebbe andato tutto benissimo. Poi in realta ha iniziato a preoccuparsi anche lui. Sono riuscita a convincerlo ad andare a prenderlo in macchina il primo giorno, e portarlo a Taekwandoe in macchina. Solo che quel giorno e stato trattenuto in ufficio, cosi Tristan e uscito da scuola e ha preso il pullman da solo. So che la scuola sarebbe stata organizzata e non avrebbe permesso che un bambino prendesse il pullman sbagliato, pero era talmente tutto incasinato, che la scuola aveva il posto sbagliato in archivio, e non riusciva a cambiarlo, e noi siamo stati in ansia fino alle 3, quando non ho resistito e ho chiamato Taekwandoe per assicurarmi che fosse arrivato nel posto giusto. Mi dicono che il pullman non e ancora arrivato. Erano le 3.30 e lui usciva alle 2. Io ansiosa come pochi, sono riuscita a stento a trattenermi dall’andare personalmente a cercare il pullman per le vie della citta. Alla fine arriva, ma tardissimo. 

Adam era li ad aspettarlo e ha chiesto come mai fossero tanto in ritardo, gli dicono che la prima settimana e un po cosi, il pullman deve imparare la strada migliore, poi i tempi si accorceranno.

Tristan era un po intimidito dall’intero processo, ma lui e uno stoico, non lo da a vedere.

Adam pero e andato ad aspettarlo a Taekwandoe tutta la settimana, e la sua ansia e cresciuta. Prima Tristan ci ha detto che aveva aspettato il pullman per un sacco di tempo, fuori al caldo. Poi Taekwandoe ogni tanto non mandava il messaggino per confermare l’arrivo. Poi un giorno ha visto che, dopo la lezione, Tristan anziche tornare nell’ambiente del doposcuola, ha seguito gli altri ragazzi piu grandi che uscivano dall’edificio e nessuno se n’e accorto. Insomma non eravamo tranquilli e stavamo cercando soluzioni alternative. Poi, poco per volta le cose si sono sistemate un po’, e a lui Taekwandoe sta piacendo molto. Sta diventando piu agile e sicuro di se, e non sembra dispiacergli il tragitto sul pullman. Al doposcuola hanno calcio balilla, giochi vari, iPads, e cose da fare, mentre al doposcuola della scuola li mettono solo in caffetteria a colorare per ore. Quindi alla fine va bene cosi.

All’inizio non conosceva nessuno, era l’unico della sua classe a salire su quel pullman, e al doposcuola I ragazzini piu grandi monopolizzavano i giochi piu fighi, mentre lui si faceva maltrattare. Ora sembra che si sia trovato un equilibrio, e va tutto bene. Non dormendo piu al pomeriggio, la sera crolla in fretta. Non ci racconta molto, per farlo parlare dobbiamo fare domande a Matilde, allora interviene. Se le facciamo a lui, e tutto un “I don’t know, I don’t remember”.

Per me che sono una “control-freak” questo non sapere esattamente come passi le sue giornate e un grande problema. Finche non ci penso, vado avanti tranquilla. Torna a casa vivo e vegeto tutti I giorni, non e malmenato e sembra tranquillo. Se pero inizio a pensarci allora lo trovo davvero difficile, abituata com’ero a ricevere foto e messaggi dall’asilo. Il fatto di non sapere come sia fatto il parco giochi, di non conoscere I suoi compagni, di non sapere esattamente come sono divise le sue giornate mi da un enorme fastidio. Sara parte del vedere I proprio figli diventare grandi, e sentirli sfuggire senza poterli trattenere.

Sa scrivere il suo nome e fare lo spelling velicissimo ormai, questo l’ha imparato gia all’asilo ma il suo amichetto non lo sa fare per nulla quindi ho pensato che forse lo davamo per scontato. Non ha interesse a imparare a leggere, nonostante conosca tutte le lettere e i suoni. Appena vede che ci mette troppo, dice che non lo vuole fare.

Nonostante ciò, è un bimbo sveglio, e sa essere dolcissimo. Credo anzi che faccia lo svogliato solo a casa, ma che a scuola si impegni abbastanza. Sono curiosa di sentire i commenti della mostra al primo incontro.

Tuesday, September 28, 2021

2 anni

Cara Matilde,

a luglio hai fatto due anni, e io ancora non mi capacito che siano volati cosí, in un istante. Negli ultimi mesi sei cresciuta e sei diventata una persona vera, con la sua personalità, i suoi gusti, i suoi punti di forza e di debolezza, con una indipendenza sorprendente per una bimba che, in realtà, è poco più di una poppante. Letteralmente, visto che ti sei attaccata fino a poco prima del tuo compleanno. Non so dovuto fare molto , con te tutto riesce facile. Ho notato che, se ti distraevi, ti dimenticavi della poppata, e cosí abbiamo iniziato a saltare qualche sera. Un paio di volte sei arrivata a saltare per una settimana intera, ma poi ci ricadevi, perché stavi poco bene, o perché te ne ricordavi. Poi devi aver saltato per due settimane, perché la prima sera che siamo arrivati in Italia l'hai cercata, ma mi era andato via, e hai capito che non ce n'era più.

Mi mancano i nostri momenti di intimità, quelli in cui il tuo viso si appoggiava sul mio petto, e ciucciando si rilassava completamente, percependo l'amore che ti avvolgeva, e il mio sguardo che ti accarezzava. Mi manca il calore del tuo corpicino, che si incastrava perfettamente al mio, e ti cullava finché eri pronta per la nanna.

Ti ho sempre messa giù da sveglia (per non commettere l'errore del primo figlio), a parta quando sei malata, in cui sto con te tutta la notte, e ti tengo vicina finché non ti addormenti.

Una volta mi hai chiamata, eri spaventata (forse un brutto sogno?), e sono riuscita a calmarti senza prenderti in braccio. Ti dirò un segreto... mi pesa tantissimo. Lo faccio per te, e per me, perché so che sei capace ad addormentarti da sola, e so che se ti abitui ad aver bisogno di me per dormire, sarà più dura per entrambe, ma è dura. Ti accarezzo, ti guardo e sussurro parole dolci, ma a vederti il profilo ancora da piccola vorrei solo tirarti su e stringerti a me e addormentarmi con te, abbracciate. Devo usare tutta la mia volontà per lasciarti crescere.

Da prima di andare in Italia (a luglio) hai cominciato a svestirti e a metterti la scarpe da sola. Se provo ad aiutarti, dici "ce la faccio, faccio da sola", e non me lo permetti. Sudi sette camicie, ansimi, eppure continui finché non sei riuscita, poi con enorme soddisfazione dici "Ce l'ho fatta!" e io sono orgogliosissima, perché conosco la testardaggine, l'indipendenza e la voglia di fare da sola, senza arrendersi. Parli italiano e inglese, e da mesi ormai comunichi senza alcun problema. Conosci forme, colori, numeri e qualche lettera, personaggi Disney, canzoni e poesie. Ormai capisci la differenza tra le due lingue e se ti chiediamo di tradurre in italiano una parola, tu traduci subito. Oppure vai a ripetere a papà in inglese quello che io ti ho appena detto in italiano. 

Vuoi che io ti legga i libri in italiano, anche quelli che sono rimati in inglese, dicendomi "leggilo in italiano", quindi devo improvvisare. Se invece papà legge in italiano, gli dici "no no no, english!". 

Voglio ricordare l'affinità che c'è tra noi, nel caso col tempo cambi. Voglio ricordare che ci capiamo al volo, che so cosa ti rattrista e cosa ti spaventare e come fare per calmarti, o per distrarti. Io e te abbiamo la stessa affinità che hanno Papà e Tristan. Sarà che siamo femmine, o sarà che siamo simili?

Sta cambiando, da marzo quando di papà non ne volevi sapere, e lo mandavi via se c'ero io nei dintorni, sei passata a cercarlo ogni tanto, poi sempre di più, e a volte persino a pretendere che sia lui a cambiarti o lavarti i denti. Dal ritorno dall'Italia sono cominciati i terribili 2, che si sono sicuramente notati, con qualche capriccio, ma sono per il momento abbastanza gestibili. La cosa più difficile per ora è convincerti a salire in macchina all'uscita da scuola. Per chissà quale ragione, ci mettiamo sempre una vita. Io so che a forzarti causo solo una scenata in cui tu piangi e urli, quindi cerco di essere paziente, ma è abbastanza frustrante, quando a casa c'è Tristan che aspetta, la cena da preparare, e tu stai li sul marciapiede e non ti muovi.

Sei un'esperienza completamente diversa da Tristan. Lui era un carro armato, tu sei piccina, minuta, una piuma, anche se a vederti sei perfetta, coi tuoi polpaccetti torniti. 

Lui non dormiva da solo, e quando era malato era un incubo, viziatissimo, lo dovevamo portare in braccio avanti e indietro, o fuori, insomma ovunque fuorché camera sua, tu invece anche da malata sei facile, ti fai pulire il naso e prendi le medicine senza storie, e a meno che tu non sia proprio tappata da non poter respirare, dormi lo stesso.

Lui era pigro, senza voglia di imparare a vestirsi da solo, lasciando perdere al primo fallimento. Lui parlava poco, col suo vocione, e, povero amore mio, col senno di poi avremmo dovuto accorgerci che la poca chiarezza era dovuta al frenulo linguale troppo corto. Tu fai vere e proprie conversazioni, in due lingue. A lui non sono mai riuscita a far imparare a memoria nulla, e fino a poco tempo fa sbagliava ancora la A,B,C song. Tu conosci un sacco di canzoni, poesie, filastrocche.

Lu in macchina mi chiedeva di non cantare, tu mi dici "Canta" anche se la canzone non la conosco e se è in un'altra lingua.

Lui era un angelo biondo, bello da mozzare il fiato, da pubblicità, un bambino perfetto. Tu hai una bellezza diversa, meno abbagliante, ma sei più accattivante, intelligente, e hai un musetto simpatico e dei destini a castorino che è impossibile non sorridere a guardarti.

Lui usava già il vasino regolarmente, tu ti rifiuti. Dici che devi andare, ma ti rifiuti di usare il vasino. Va' a sapere... Abbiamo avuto un paio di successi e speravo davvero avresti continuato, invece niente.

Lui non ha mai avuto un pupazzo preferito, tu dormi con coniglietto e unicorno, e non potresti mai dormire senza il primo.

Hai appena tagliato l'ultimo canino, in alto a destra. Usi ancora il ciuccio, per dormire la notte. Visto che tu ti addormenti da sola, non so proprio come farò a togliertelo. Con lui eravamo rimasti entrambi, ad accarezzarlo fino a che si era addormentato, con te la vedo più dura.

Ma non voglio preoccuparmi troppo. Ora capisco perché dicono che il terzo figlio è facile... sento che, se fosse come te, sarebbe una passeggiata, eliminare gli ultimi errori fatti con te (tipo togliere il ciuccio a un anno massimo) e rendere l'esperienza ancora più semplice.

Il viaggio in Italia è stato splendido, la sorpresa riuscita, i bambini meravigliosi, anche in aereo, e Tristan è diventato un bambino felice. L'ho anche sentito molto più vicino a me.

Dopo quel viaggio, io e Adam cui siamo davvero detti che dovremmo spostarci, perché sembra che sarebbe la cosa più giusta per la nostra famiglia. Io ero nel mio elemento, e i bambini stavano proprio bene, erano felici.

Avrei voluto raccontare tante cose della nostra vacanza, ma ho aspettato troppo, quindi ne conserverò il ricordo senza troppe parole.

Monday, July 5, 2021

25 giugno

A te che sei introverso, cauto, diffidente e riservato. Che ci metti una vita a fare amicizia. Che sei sensibile, amante degli animali, e sai essere dolcissimo. A te a cui vorrei regalare la mia infanzia, spensierata, felice, all’aperto. Che vorrei crescere 30 anni fa anziché in questo mondo che è cambiato troppo e che non mi piace molto e in cui non mi ritrovo. A Te, a cui vorrei insegnare valori importanti e che non trovo più. A te, che quando sei arrabbiato sai ferirmi come poche persone riescono a fare, e quando sei felice e mi dici “mommy I love you so much” mi riempi il cuore di un amore indescrivibile. A te, che mi illumini la vita con quei tuoi occhi blu. A te, che hai reso il mio sogno realtà. A te, che ti sei cuccato una mamma nuova, e ti sei beccato tutti i suoi errori. Che l’hai dovuta poi condividere con una sorella che “l’ha portata via”, e sei riuscito a ricrearti un equilibrio tutto tuo, in cui io ho perso un po’ il posto, e di questo soffro ogni giorno. A te, per cui vorrei scacciare via tutti i pensieri brutti, la tua rabbia cieca che a volte riaffiora, le tue paure, e proteggerti per sempre. Per cui mi batterei con chiunque voglia farti del male, a mani nude, senza esitare. Perché nonostante tu abbia già cinque anni, sei sempre il mio bimbo, il numero 1, unico e speciale, e sempre lo resterai. 

A Te, tantissimi auguri amore mio grande, mio piccolo sole biondo.


Monday, May 17, 2021

Grande

Il 17 maggio è un giorno triste per me. È il compleanno di una bella persona che è mancata 5 anni fa. Era una donna splendida e generosa, con un sorriso per tutti, con la capacità di farsi amare e lasciare un segno nel cuore delle persone. È proprio vero che le disgrazie capitano a chi non se le merita.

La penso ancora spesso, e so che, se fosse stata qui, sarebbe impazzita per i miei figli. Tristan ormai è grande, ma so che lei mi avrebbe portato pensierini adatti a lui, piccole sorprese che gli avrebbero illuminato il viso, e si sarebbe innamorata di Matilde. Lei adesso è proprio uno spettacolo. Oggi, in particolare, è diventata grande. Cosí, all'improvviso, tutto ciò che dice è più chiaro, ripete ogni cosa, anche frasi lunghe e difficili, comprende tutto ed è capace di recitare canzoni intere che Tristan ancora sbaglia. Sono cosí diversi nelle cose in cui eccellono, nelle loro personalità, è affascinante osservare le loro reazioni e vederli crescere. È una sensazione dolce e amara, perché so che ora per Matilde tutto sarà in fast-speed, e io non ho nessuna fretta. Lei è la mia ultima bimba e vorrei godermela a lungo, cosí com'è. Non voglio che cambi, che si allontani, abbiamo un rapporto cosí speciale e unico che l'idea di perderlo mi fa star male. Mi sento in colpa perché il rapport con Tristan si è deteriorato e ci siamo allontanati, per via di lei, ma anche perché lui adora suo padre e hanno quello stesso rapporto speciale che io ho con lei. Vorrei una via di mezzo, ma non la so trovare. Trovo difficile divertirlo, intrattenerlo con cose che non siano iPad o lotte fisiche, e anche quando mi ci metto, sbaglio e lui non è contento. Vorrei trovare il modo di riportarlo a me, perché mi manca tantissimo. Lo vedo crescere e sfuggirmi tra le dita, e vorrei essere indispensabile per lui, cosa che non sento assolutamente. Ho la sensazione che, se io non ci fossi, a lui non farebbe molta differenza. E sta cosa mi fa star male. Forse dovrei prendermi del tempo con lui solo, che è difficile perché se c'è anche Matilde, lei non mi molla, e con suo padre lei non ci sta. E lui, se suo padre è intorno, preferisce la sua compagnia. L'altro giorno però, gli ho fatto un regalino e credo di aver fatto breccia nel suo cuore perché era felicissimo, ci ho proprio azzeccato! E un giorno gli ho chiesto se era troppo grande per i baci di mamma, e lui con mia grande sorpresa ha detto no, magari quando sarà più grande. Per il compleanno mi ha chiesto una torta di Star wars. Ora mi devo ingegnare un po'.

Canzoni che canta Mati: A, B, C; la Lechuza, daddy finger, a ram sam sam, la macchia della polizia.

Shows che guarda Tristan: l'ispettore Gadget, Odd Buds, Mr Bean.

Dentini Mati: 12. Sta per mettere un canino.

È brava. Si lascia pulire il naso senza storie, purché io glielo chieda con calma e le dia il tempo di venire da sola. Non le piace essere pressata nel fare le cose. Le poche volte che non ho alternativa, e la presso, sono le uniche volte in cui vuole suo padre. Dopo 5 minuti però gli chiede di andarsene e di far venire mamma (-_-'). Si rifiuta ancora di provare il vasino.

Tuesday, April 27, 2021

Aprile

Il mese di aprile è stato pesantuccio, quest'anno. Matilde si è ammalata per la prima volta con una tosse bruttissima che non la lasciava dormire, anche se di giorno stata abbastanza bene, poi non appena guarita una sera ha vomitato prima di andare a dormire e ha continuato per due notti intere. Sono stata praticamente con lei tutto il tempo perché, non appena la mettevo giù, whoooop! Vomito. Ho perso il conto delle lavatrici che ho fatto in quei giorni. Adam si è dimostrato un grande compagno perché abbiamo fatto lavoro di squadra, io pulivo lei e lui puliva pavimento e tappeto. Martedì torno a casa da lavoro, già un po' depressa perché il mio compleanno non era stato nulla di speciale, e subito prima di andare a dormire Whoop! Tocca a Tristan che vomita su tutto il pavimento del soggiorno. Ho passato la sera del mio compleanno a pulire per terra in apnea. Per fortuna lui il letto non l'ha battezzato, ma i giorni seguenti ci siamo dovuti alternare a stare a casa con lui, perché ha avuto altri episodi vomitosi. Quando poi è tornato a scuola, mi ha fatta chiamare perché non stava bene, cosí lo sono andata a prendere per ritrovarmi con un bambino sorridente non appena è entrato in macchina... -.-' Cominciamo bene.

Ieri sera ha avuto il suo primo incubo, frutto dei giochi inappropriati che fa con suo padre sull'iPad... Ha sognato che dal ventilatore sul soffitto scendeva un braccio insanguinato e dal soffitto si apriva un buco e usciva una faccia seria. È venuto nel nostro letto, cosa che non succedeva da mesi, e il giorno dopo aveva paura persino ad andare in bagno da solo, e chiedeva a Matilde di accompagnarlo (facepalm). Adesso per un po' ce lo ritroveremo in mezzo. Ma siamo talmente stanchi che la prima volta non me ne sono neanche accorta. Non ho mai lavorato cosí tanto come in questo periodo, dai tempi della pasticceria. Solo che allora almeno era lavoro fisico, adesso lavoro al computer quindi sono esausta senza aver neanche mosso il culo. Ho cominciato ad allenarmi un po' seriamente oltre un anno fa, e dopo aver fatto Heather Robertson per mesi, ho cominciato il programma EPIC di Caroline Girvan. È tosto, ma la cosa che mi pesa di più è farlo di notte. Devo aspettare che i bambini siano a letto per avere del tempo per me, e questo va a discapito di altre cose che potrei fare come cucinare qualcosa per i giorni seguenti. Tuttavia, approfitto del fatto che Adam ha la cultura della donna che fa tutto in casa, e che lui torna prima da lavoro e quindi o prepare qualcosa lui, o ci arrangiamo, o prende qualcosa da Publix.

La settimana scorsa i bambini erano ancora un po' strani e non mangiavano niente, hanno ricominciato a mangiare con gusto ieri, e per fortuna perché Matilde è proprio minuta. Non sono preoccupata finché vedo che mangia, ma se siete allora mi chiedo quanto ci metterà a scomparire. Tristan a un anno pesava più di lei a 21 mesi.

Lei sa contare fino a 12 in italiano e inglese, anche se salta sempre il 7, riconosce i numeri civici (meglio di Tristan, si può dire?), sa tutta la canzone A, B, C, e fa frasi compiute in entrambe le lingue. In italiano mi dice cose come "mamma, non esce", "Tristan, apri la porta" e più complicate come "Bambina si è fatta male e piange", "bambina canta ballo qua qua", e cose cosí. Ovviamente a modo suo, ma capisco benissimo. Sono orgogliosa come un pavone e vorrei poter tornare indietro e rifare tutto con Tristan, evitando gli errori che ho commesso.

Adesso è periodo che lei fa un balletto tutto particolare, cammina piegando le ginocchia mentre con la mani unite le muove a destra e sinistra a ritmo. Mi ricorda uno di Zelig di anni fa, che camminava cosí ma tenendo una mano a palmo in su sopra la spalla. Insomma è buffa. È anche brava e molto intelligente. Anche se stasera ha avuto una specie di meltdown perché forse era troppo stanca e non voleva prepararsi per dormire, e qualsiasi cosa non andava bene e la faceva arrabbiare di più. Gli unici momenti in cui proprio non la capisco sono quando vado a prenderli a scuola: Tristan è sempre stato il cocco di papà, eppure non voleva mai che lo lasciassi a scuola, ed era ben contento quando lo andavo a prendere. Lei va a scuola felice, il che è un vero sollievo, ma quando la vado a prendere non vuole venire. Lei, che è mammona, che se mamma è nei paraggi non vuole sentir parlare di suo padre o nessun altro, quando la vado a prendere mi spinge via e inizia a urlare mentre io imbarazzatissima la devo prendere di peso per lasciar passare gli altri genitori. Chissà cosa pensano... Scene veramente brutte, io guardo da fuori e penso che questa bambina a casa sua deve stare proprio male, o deve odiare la sua mamma. Boh! Chi la capisce è bravo.

Da quando è stata male - settimane fa- ha ricominciato a chiamarmi di notte e a piangere e urlare, quindi adesso mi tocca rifare lo sleep training e lasciarla piangere, solo che per stanchezza continuo a cedere perché se vado ci metto 5 minuti e poi posso tornarmene a letto, invece se la lascio piangere vuol dire che poi sono sveglia. Cavoli sono le 10 e mezza e io devo ancora farmi la doccia. Chissà quando riuscirò a postare qualche ricetta? Ho foto di cose stato vecchie che non ho la più pallida idea di dove vengano e di come le abbia fatte.

Considerando che non abbiamo nessun tipo di aiuto, mai una pausa, e siamo ancora tutti vivi e la maggior parte delle volte contenti, direi che ce la stiamo cavando ancora bene dai. Fatto primo vaccino, speriamo che presto il mondo riapra e possiamo prenderci una vacanza!


Sunday, February 21, 2021

E furono 7

What a Man! What a Man I married. Dovrei ricordare a me stessa più spesso quanto sia fortunata, invece di soccombere alle difficoltà quotidiane che tendono a prendersi tutta la mia attenzione.

Qualche mese fa abbiamo fatto testamento. La cosa mi ha turbata un po', perché mi sono resa conto, per la prima volta, che ho paura di morire. Prima non ci pensavo più di tanto, invece ora è diverso. Non per il morire di per sé, ma per tutto ciò che mi perderei. Vedere i miei figli crescere, imparare cose nuove, incontrare nuovi amici, fare i primi viaggi, farsi la barba e depilarsi la gambe la prima volta, il primo fidanzato/a, la prima sigaretta, la prima sbornia, la scuola, le vacanze, le prime delusioni d'amore, e poi vederli diventare adulti e mettere la testa a posto, portare a casa la persona che hanno scelto, potermi sentire felice per loro, i nipotini, il Natale, il Ringraziamento. Voglio esserci per tutto questo. Voglio che loro abbiamo una mamma con cui condividere queste cose. So che se mi dovesse succedere qualcosa sarebbe meglio per loro se Adam si risposasse e loro avessero un'altra persona, ma la verità è che sta prospettiva non mi piace affatto. Evviva l'onestà! Sarò egoista, ma non mi va giù l'idea di essere rimpiazzata, che qualcun'altra possa vivere quello che io mi sono persa. Quindi niente, non voglio morire giovane.

Durante questo momento di turbamento, ho chiesto ad Adam che cosa avrebbe detto ai miei figli di me, se io fossi morta presto e loro gli avessero chiesto di parlargli di me. Lui, dopo almeno un minuto di silenzio, non è riuscito a spiccicare parola e ha iniziato a balbettare dicendo che l'avevo colto alla sprovvista. Alla fine ha tirato fuori un paio di frasi di una banalità imbarazzante che mi hanno solo ferita e accresciuto la mia paura di morire, sapendo che avrei lasciato un ricordo cosí banale. Ero tanto sconvolta che ho anche pianto, e il giorno dopo ho scritto a Willy e Denise chiedendogli il permesso di fare i loro nomi nella lettera ai miei figli, dove mi raccomandavo di rivolgersi a loro se mai avessero voluto sapere qualcosa su di me. 

Adam mi ha conosciuta dopo tutti i miei amici, e la Ele che conosce lui è, evidentemente, molto diversa da quella che io e i miei amici di sempre conoscono. È come se la Ele di adesso, moglie e madre, in un paese straniero in cui non mi sento ancora a casa, fosse scollegata con la Ele originale, che io sento ancora di essere, e di cui lui non sospetta nemmeno l'esistenza. Per me è importante essere ricordata anche per le cose che sono successe prima di diventare la persona che sono adesso. Per questo ho scritto una lettera ai miei figli, e ho messo l'indirizzo di questo blog. C'è una parte importante di vita, scritta qui, e se loro vorranno (e se conosceranno l'italiano abbastanza bene da poterlo leggere), potranno entrarci e scoprire i miei segreti.

Adam non è un romantico. Non lo è mai stato, e quando l'ho scelto lo sapevo benissimo. Ho deciso che preferivo i fatti alle parole, e lui i fatti portava. Però, con gli anni, a una romantica come me le parole cominciano a mancare. Le parole, i gesti, siamo talmente alienati da tutto ciò, che io ho imparato a non aspettarmeli, cosí da non restare delusa. Non solo, faccio anche finta che non mi piacciano, mascherando dietro un falso cinismo quanto in realtà li desideri.

Io adoro libri e film strappalacrime, le commedie a lieto fine, anche sapendo che il principe azzurro non c'è e che è tutta finzione, tiro comunque un lungo sospiro in presenza dell'Amore vero sugli schermi. Adam farebbe una faccia e si farebbe una grassa risata.

Oggi era il nostro settimo anniversario. Non abbiamo mai fatto nulla se non forse mangiare fuori prima che arrivassero i bambini. Stamattina lui ha preparato la colazione per tutti, con uova e pancakes, e poi a tavola c'erano un pacco e un biglietto per me. Io non me l'aspettavo, e non avevo nulla. La curiosità ha vinto e ho aperto il pacco, dove c'era il set dei Lego di Friends. L'idea era di darmi qualcosa da fare con Tristan, visto che sa che a volte lo sento distante. E il biglietto... Beh il biglietto conteneva una lettera, su cui c'era scritto "Da leggere ai ragazzi dopo il funerale di Ele...".

Mi ha fatto ridere e ho capito subito di cosa si trattava. Ho messo via la lettera perché volevo leggermela poi in pace perché sapevo che avrei voluto essere sola.

Quando finalmente l'ho letta, ho pianto 5 volte. È la prima lettera che Adam mi scrive, ed è bellissima. In realtà è una lettera ai nostri figli, dove parla di me come se io fossi morta. Siamo entrambi vecchi, però, quindi non è macabra o niente di che. Dipinge un ritratto di me in cui non mi riconosco per niente. Ma invece di darmi fastidio, di pensare che non ha capito nulla di come sono in realtà, mi sono resa conto che forse è cosí che lui mi vede, forse sono cambiata, o forse lui conosce solo questo lato di me. E va bene cosí. Non c'è una Ele con una faccia sola, le sfaccettature sono tantissime, e lui ne conosce alcune che altri non conoscono, e ne ignora altre che invece sono familiari ai miei amici di prima.

Ho appena riletto la lettera, è davvero bella come la prima volta. Questo è quello che mi ha fatto innamorare di te, questo tuo sorprendermi con cose facili, semplici, ma che colpiscono perché dimostrano che in realtà mi senti. Questo gesto romantico dietro una presentazione buffa era proprio quello che mi serviva, che mi mancava, la cui assenza ho fatto finta per anni di non notare.

Grazie, Prof. Bear. Sei troppo buono con me. No, non ho rimpianti. Ma in momenti come questo penso che non ti merito.

Ma ti amo sempre, sempre, sempre.

Non rimpiangerò mai tutta la fatica fatta per averti. Sei mio, mio, mio.

:)


Monday, January 4, 2021

Buon Anno!

Stanno cominciando i terribili 2...? La mia bambina dolcissima si sta trasformando con una velocità sorprendente, sta diventando una piccola donnina indipendente e con la testa di coccio. Inizia a parlare... parlare davvero, e con mia grand soddisfazione per ora credo che prediliga l'italiano. So che non durerà, ma è incoraggiante vedere il risultato dei miei sforzi.

È abitudinaria da far paura... Con sto COVID non abbiamo potuto fare molto negli ultimi mesi, e lei, che prima era più flessibile di quanto non fosse Tristan da piccolo (o forse siamo noi che abbiamo dato di più con lei), si è attaccata alla sua routine e qualsiasi cambiamento ha conseguenze disastrose. A Capodanno siamo andati dai vicini, e la serata già era iniziata male perché lei ultimamente non ne vuole sapere di dormire, e appena la metto giù strilla da tirare giù i muri, poi Adam, che non ha fatto neanche una notte in 17 mesi, quella decide che deve intervenire e nel giro di 30 secondi fa 4 errori madornali che distruggono il mio duro lavoro di sleep training dei mesi passati: entra in camera, la prende in braccio, la fa ridere, la porta fuori dalla stanza. Avrei voluto ammazzarlo. Chi mi conosce penserà che sono la solita nazista e control freak, ma per chi ha fatto sleep training, capirà che non sto esagerando. E la sera successiva ne è la prova.

Alla fine sono intervenuta e sono riuscita a farla dormire, cosi noi tre ce ne siamo andati dai nuovi vicini, Geoff e Cindy, che hanno appena creato un pub nella veranda, e ci avevano invitati. Andiamo pensando di berci una cosa e poi venire via non appena Tristan avesse mostrato segni di stanchezza. E invece qualcosa è andato storto (o dritto, a seconda dei punti di vista), e indovinate chi si è sbronzata, alla faccia dei vecchi tempo che furono? Sí, questa mamma di due, in presenza dei quattrenne che ha anche imparato a prepararle i drink (grazie Cindy!), di fronte a tutti i vicini di casa. Avevo mangiato poco ed ero stanca, ero contenta di avere 3 giorni di ferie davanti e volevo solo non dovermi preoccupare per una sera. Al primo drink già sentivo l'effetto rilassante, ma quando hanno tirato fuori il limoncello non potevo tirarmi indietro, e quando hanno parlato di uno shot chiamato come il loro cane a base di Tequila l'ho dovuto provare, ed era talmente buono che quando Adam l'ha rifiutato mica potevo lasciarlo lí, e quando hanno visto che mi piaceva la tequila e me ne hanno offerta una speciale da 300$, nonostante io dicessi che non avrei neanche sentito la differenza, mica potevo buttarla via! E quando mi arriva un Margarita bellissimo e buonissimo cosa facevo, lo lasciavo lí? Poi stavo bene, mi stavo divertendo ed ero cosciente. Tristan è stato bravissimo e senza accorgercene siamo arrivati a mezzanotte. Poi... la nebbia. Io mi ricordo che poco dopo abbiamo salutato per venircene via, e poi ho un vuoto fino a quando mi sono trovata alle 4 del mattino sul divano, con una fila di cuscini per terra, e mi sono dovuta alzare di corsa per correre a vomitare. Da allora è stato un inferno per le successive 24 ore. Mi sono svegliata che stavo di merda. Oltre al mal di testa martellante, una nausea pazzesca, cosí questa furba mammina si è passata il primo dell'anno a letto o con la testa nel cesso. HaPPy nEW yEAr!!

Il mio bambino intelligente mi ha anche chiesto come mai avessi dormito tutta la mattina e non avessi neanche fatto colazione. Cosí, nel caso io pensassi di passare inosservata... non sia mai! O non mi caga, o non gli sfugge niente.

Il 2 al mattino stavo bene e siamo andati a Key largo a incontrare Matt e Eleven, nostri amici della Cina, che erano in vacanza da New York. Abbiamo passato la giornata al loro hotel e i bambini sono stati bravissimi in macchina. Per la prima volta, Tristan ha giocato con altri bambini, più grandi, senza bisogno di uno di noi come chaperon che lo presentasse agli altri o lo accompagnasse. Si è intrufolato in un gruppo di bambini più grandi e li ha costretti a farlo partecipare senza che loro se ne rendessero neanche conto. Per fortuna i maschi sono facili in queste cose, e loro non si sono fatti problemi, anche se lui era più piccolo e falliva a ogni tentativo di fare quello che facevano loro (acchiappare una palla al volo mentre si tuffavano). Dopo un po' ci siamo accorti che Tristan stava letteralmente assalendo un papà sconosciuto, facendolo affogare. Adam è entrato in acqua, forse sentendosi colpevole che suo figlio cercasse la compagnia di altri papà perché il suo non era presente. E invece no, anche dopo, mentre io ero con lui e cercavo di giocare seguendo le sue regole insensate, all'improvviso lo vedo agguantare da dietro un tizio, e spingerlo giù. Ho chiesto al tipo se si conoscevano e lui ha detto di no... Imbarazzo totale. Non sapevo se intervenire e non volevo creare una scena. Adam mi ha poi sostituita ma è successo pure a lui. Quanto tempo abbiamo voluto che lui imparasse a giocare per conto suo, senza aver bisogno di noi ogni istante, eppure mi ha lasciato l'amaro in bocca. Solo per sta cosa che cercava la compagnia di altri papà.

Al ritorno abbiamo fucked up. Siam partiti troppo tardi e i bambini erano distrutti quindi si sono addormentati in macchina, e siamo arrivati alle 20.30. Tristan è andato a letto facilmente, l'altra era una bestia. Dopo aver letto mille libri e cantato mille canzoni, non ne voleva sapere. Si è messa in testa che doveva uscire dalla camera e ha iniziato a fare una scena assurda. L'avevo detto io che bastava una volta per rovinare tutto!!! C'era un video tempo fa di un papà alla prese con i capricci di sua figlia, e di come lui lo abbia gestito non facendo assolutamente niente. Lei urlava piangendo, lo spingeva e scalciava, poi lo abbracciava e poi lo spingeva via, e lui li, a terra, rassegnato, ad aspettare che passasse. Ricordo che avevo pensato che era strano che una bambina cosi piccola facesse quelle scene, e che era poi difficile non fare niente quando i capricci arrivano da un bambino poi grande che saprebbe spiegare cosa non va. Oh, Matilde sembrava quella bambina. Mi si sedeva addosso e poi si alzava e mi spingeva via, si rotolava a terra scalciando, poi mi veniva addosso e mi si sedeva in grembo, continuando a ripetere "that wayyyy that waaayyyy gooooo".

Adam è entrato una prima volta chiedendo cosa diavolo stesse succedendo. Gli spiego che lei vuole uscire ma assolutamente non possiamo cedere, lui dice va bene. Col un tempismo da campione, appena lei mi mette la testa in grembo, forse rassegnata, lui scegli quel momento per alzarsi e uscire. Cosi lei vede la porta aprirsi e ricomincia da capo. Dopo un'altra mezz'ora (non so come abbia fatto Tristan a non svegliarsi - questo a dimostrare quanto era stanco) lei si è messa a pancia in giù su di me, mugugnando ma senza urlare. E il nostro campione entra di nuovo proprio in quel momento! Lei si alza e va per la porta, mentre io lo maledico in 4 lingue, cosi che lui dice che non è d'accordo con questo sistema, e quando tempo penso di andare avanti cosi, e promette che non entrerà più. Io per la terza volte calmo la demonietta, che alla fine si addormenta mezza di di me e mezza sul tappeto. È stata una delle cose più difficili che ho dovuto fare. Non cedere, intendo. La tentazione è stata forte, soprattutto sapendo che lui non era d'accordo. Però abbiamo fatto tanti errori con Tristan, e uno era che lo portavamo in giro per casa in braccio fino a non farcela più, e io sono piccolina, non un gigante come Adam! A lei questa abitudine non l'ho mai data, ma basta farlo una volta che lei se lo aspetta. Non aveva motivo per uscire: aveva acqua, letto, libri e mamma in camera. Io suo era un capriccio esacerbato dalla stanchezza e dal cambio di routine ma volevo che fosse un episodio isolato e non l'inizio di un vizio. Alla fine ce l'ho fatta. Sono io quella più forte in casa, per queste cose. Se mi metto in testa qualcosa la porto a termine anche se mi costa sonno e fatica, invece Adam finisce sempre per cedere e scegliere la via più semplice. 

Alla fine, mi sono occupata io di lei di notte esclusivamente per 17 mesi, lui non può intervenire coi per divertimento e cambiarmi tutto, e poi mollarmi a sistemare il disastro. Cosi l'ho bandito dicendogli che ci sono tante cose che lui fa con Tristan e su cui io non mi trovo d'accordo, ma visto che lui lo mette a letto la maggior parte delle volte, la maggior parte delle volte mando giù e non gli dico niente.

Ieri notte, dopo un buon riposo al pomeriggio, lei ha dormito tuta la notte senza che io sia dovuta intervenire. Né per acqua né per nulla. Secondo me aveva accumulato stanchezza e aveva bisogno di recuperare. Oggi, che ha ripreso l'asilo e non ha dormito altrettanto, vedremo come andrà.

Lei sta crescendo in fretta e ho paura di non godermela più come prima. Credo che siamo alla fine dell'allattamento e ho sempre il timore che sarà l'ultima volta. Non voglio certo che continui troppo a lungo, ma era un tale momento di intimità tra di noi, so che mi mancherà tantissimo, come se il legame speciale che ci ha unite dalla nascita si debba spezzare. Non sono pronta. Non sono pronta proprio per niente. E poi stasera invece me la sono presa in braccio, mentre lei teneva la sua bambola, e leggeva oun libro alla bambola. Lei faceva alla bambola tutto ciò che io facevo a lei: la accarezzava, le posava la manina sulle stelline, le faceva vedere le figure. Era cosi piccola, tra le mie braccia, e al tempo stesso una persona vera, grande, che capisce tutto. Sono cosí orgogliosa di lei, spero che trovi un buon equilibrio tra la sua dolcezza e la sua cocciutaggine. La lovvo!!!

Buon anno a tutti!